Pensieri e paure di un ragazzo gay

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Nemo
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Pensieri e paure di un ragazzo gay

Messaggio da Nemo » giovedì 19 dicembre 2013, 20:39

Nel senso comune delle persone, spesso, la persona omosessuale è considerata come un vizioso o come un individuo che ha scelto di vivere la sessualità in modo diverso. Infatti, le frasi che spesso sentiamo dire sono: è una loro scelta; gli piace essere eccentrici; ecc… Ritengo che questo video sia particolarmente significativo, perché fa emergere quello che moltissimi ragazzi omosessuali provano, soprattutto nella prima fase di “scoperta”, quello che ogni giorno si sentono dentro, è stato tratto da questa discussione sul forum viewtopic.php?f=20&t=735&hilit=http%3A% ... I%26amp%3B . Io, ad esempio, mi sono molto ritrovato nei pensieri di questo ragazzo, nell’incapacità di sentirsi liberi, nel soffrire profondamente e non farlo vedere perché non ci si vuole confidare con nessuno per la paura che si prova. Fortunatamente, dopo i primi tempi, molti ragazzi percorrono un percorso che li porterà ad essere felici :) , mentre altri magari purtroppo non ce la fanno. Ci sono tante domande che mi affiorano vedendolo, ad esempio per quali motivi la società non riesce a cogliere il lato di sofferenza dei giovani gay? E perché non comprendono che l’amore è un sentimento unico? Chissà se riuscirò mai ad avere delle risposte XD
Questo è il video a cui mi riferisco: http://www.youtube.com/watch?v=X7e9gJ2B ... _w&index=4
Se l’argomento vi interessa vi invito a commentarlo e a discuterne ;)
Nemo.
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barbara
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Re: Pensieri e paure di un ragazzo gay

Messaggio da barbara » sabato 28 dicembre 2013, 13:53

Questo video è molto toccante. Ricordo di averlo visto tempo fa.
Credo che possa essere una testimonianza molto importante per far capire a chi non è dentro a questa condizione quanta sofferenza potrebbe essere risparmiata se solo si smettesse di giudicare diverso chi è omosessuale.
Ma è anche utile per cui vive questa condizione capire che certi vissuti sono comuni e molto diffusi , e non sono dovuti a fragilità personali o cose simili, ma sono l'effetto logico di una discriminazione pesante e continua.
C'è generalmente una sottovalutazione del danno sia da parte di chi lo provoca che di chi lo subisce. ma questo è un meccanismo onnipresente nei processi di esclusione. Per fare altri esempi pensa all'olocausto, all'apartheid o semplicemente al mobbing.
Quando sei dentro a una dinamica di esclusione o perché la agisci o perché la subisci c'è come un inganno , una mistificazione, un accesso limitato alla consapevolezza di ciò che sta accadendo. Si costruisce una verità altra che giustifica o per lo meno spiega ciò che si sta verificando e lo rende per così dire accettabile . C'è tutta una filosofia dietro l'esclusione : un modo di pensare, un tipo di educazione ricevuta che porta al rifiuto dell'altro come a qualcosa di normale. Solo quando il danno viene riconosciuto e vengono accertate la responsabilità è come se si squarciasse il velo dell'omertà e solo allora è possibile comprendere cosa sia successo veramente .

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