GIUSEPPE E IL SUO AMICO (BAYARD TAYLOR) CAP. 2

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GIUSEPPE E IL SUO AMICO (BAYARD TAYLOR) CAP. 2

Messaggio da progettogayforum » lunedì 15 maggio 2017, 20:38

Da una lettura attenta di questo secondo capitolo, si può capire perché il libro di Taylor non fosse gradito. In apparenza il capitolo descrive una tipica festa ottocentesca tra ragazzi di buona famiglia, festa attesissima dai ragazzi e dalle ragazze, in pratica l’unica occasione socialmente ammessa di incontri e di possibili flirt, più o meno sublimati. Ma Taylor mescola ad una descrizione molto classica, quasi foscoliana, della seduttività femminile qualche elemento apparentemente secondario ma in netta dissonanza coi concetti classici della seduttività femminile. Miss Blessing, donna di città piena di fascino, non è indifferente alle notizie sullo stato economico delle famiglie dei ragazzi inesperti ma ricchi della campagna della Pennsylvania. Si tratta di cenni, che appaiono poco sviluppati ma lasciano pensare che le feste per i giovani ricchi della Pennsylvania fossero nella sostanza i luoghi più adatti a preparare matrimoni di interesse. La seduttività quindi è solo per gli ingenui che rischiano di pagare (nel senso letterale del termine) molto cara la loro ingenuità.

CAPITOLO II.
MISS BLESSING.


Considerare la festa serale a casa Warriner una scena di "dissipazione" – come avevano fatto senza dubbio alcune delle buone persone anziane del vicinato – sarebbe stato più o meno altrettanto assurdo che considerare il burro-latte una bevanda inebriante. Non si poteva proprio immaginare nulla di più semplice e innocente. L'imbarazzo che ciascuno provava e che nessuno sapeva esattamente come superare, testimoniava di una virtuosa ignoranza. L'occasione era appena sufficiente per il più semplice bisogno della natura umana. I giovani uomini e le donne devono riunirsi per fare conoscenza e creare delle possibilità d'amore, e, per fortuna, né il lavoro né la disciplina più severa dei loro anziani possono impedire queste cose.
E così, dove il divertimento sociale esiste solo in condizioni scoraggianti, non ci si può aspettare né disinvoltura né grazia né autocontrollo. Se ci fosse stata più formalità, ci si sarebbe stata anche più disinvoltura. Una disposizione convenzionale degli ospiti avrebbe ricondotto gli elementi più sciolti della compagnia in una sorta di ordine; la timida natura campagnola avrebbe trovato rifugio in leggi fisse e avrebbe trovato in esse un senso di libertà. Ma non esistevano regole generalmente accettate; i giovani erano tenuti tutti insieme, felici ma a disagio, desiderosi ma ancora trattenuti nel parlare, nello scherzate e nel cantare, mentre faticosamente scioglievano le loro diverse sensazioni di isolamento in un'atmosfera più calda.
In questa occasione, la presenza di uno sconosciuto, e il fatto che quello sconosciuto fosse una signora, e che quella signora fosse un visitatore che veniva dalla città, era una limitazione aggiuntiva. Il timore di un occhio critico è molto sentito da coloro che segretamente riconoscono la propria mancanza di realizzazione sociale. Anna Warriner, certamente, aveva usato toni alti nelle sue lodi della "cara Julia", e gli ospiti erano ormai predisposti a trovare in lei tutta la possibile bellezza e dolcezza; ma si aspettavano, comunque, di essere esaminati e giudicati.
Bob Warriner incontrò i suoi amici al cancello e li condusse al salotto, dove le giovani signore, che erano state a guardare l'arrivo, si erano ritirate. Erano disposte lungo le pareti, silenziose e fredde, tranne Miss Blessing, che occupava una sedia a dondolo davanti al caminetto, dove la sua figura era in mezz’ombra e la luce della lampada toccava appena alcune rose nei suoi capelli. Quando i gentlemen le venivano presentati, lei sollevava il viso e sorrideva a ciascuno, porgendo gentilmente una mano snella. Nel modo e nell'atteggiamento, come nell’abito, sembrava un essere diverso dalle ragazze pigre, rubiconde e timide sui divani. I suoi capelli scuri le cadevano sul collo in lunghi e brillanti riccioli; la bellezza del suo volto aumentava la brillantezza dei suoi occhi, le cui palpebre erano leggermente abbassate come se velassero gentilmente i loro raggi; e le sue labbra, anche se sottili, erano molto dolcemente e delicatamente curve. Il suo vestito, di un qualche tessuto bianco e spumoso, le stava addosso come una nuvola che la seguiva, e il mazzetto di boccioli di rosa sul suo petto giaceva lì, come vi fosse stato lanciato.
I ragazzi, che si erano immaginati di essere ben vestiti, improvvisamente sentivano che i loro vestiti erano grossolani e della misura sbagliata, e che le ragazze del vicinato, nei loro abiti eleganti e di mussola, non erano poi così ariose e affascinanti come in precedenti occasioni. Miss Blessing, scendendo tra loro da una sconosciuta sfera superiore, rendeva le loro carenze sgradevolmente evidenti; lei li attirava e li affascinava, ma era comunque un'influenza inquietante. Si erano affrettati a trovare un posto, ma dopo seguì un silenzio obbligato.
Non ci poteva essere alcun dubbio sulla amabile natura di Miss Blessing. Si guardava intorno con un'espressione piacevole, sorrideva a metà ma inesorabilmente, davanti al silenzio impacciato, come per dire: «Prego, non sentitevi offesi!» poi disse con voce chiara e accuratamente modulata: «È bello arrivare al crepuscolo, ma quanto affascinante deve essere cavalcare verso casa alla luce della luna, così diversa dalle nostre lampade!»
Gli ospiti si guardavano uno con l’altro, ma siccome sembrava che lei non si fosse rivolta a nessuno in particolare, ciascuno esitò, e non ci fu una risposta immediata.
«Ma non è terribile, dimmi, Elizabeth, quando entri nelle ombre delle foreste, siamo così capaci di associare tutti i tipi di pericoli sconosciuti con le foreste, sai», continuò.
La giovane signora così individuata si affrettò a rispondere: «Oh, no, mi piace molto, quando ho compagnia».
Elwood Withers si mise a ridere. «Certo!» esclamò; «L'ombra è piena di opportunità.»
Poi ci furono gridolini e un certo ridacchiare e arrossire. Miss Blessing agitò il suo ventaglio come un ammonimento verso quello che aveva parlato.
«Quanto siete cattivo, spero che dobbiate tornare a casa da solo stanotte, dopo questo discorso, ma voi siete tutti coraggiosi, rispetto a noi. Noi siamo veramente così costretti nella città, che c’è da stupirsi se abbiamo una qualche forma di indipendenza. In tante cose siamo come i bambini.»
«O Julia, cara!» protestò Anna Warriner, «e tutti quei vantaggi di cui godi! Non dimenticherò mai il giorno in cui la signora Bockaway ti chiamò - suo marito è cassiere della Banca Commerciale» (questo fu detto tra parentesi per gli altri ospiti) «e ti portò tutte le notizie direttamente dai posti che contano, come ha detto lei.»
«Sì», rispose miss Blessing, lentamente, abbassando lo sguardo, «Di tutto ci devono essere due facce, ovviamente, ma quanto ci perdiamo quando non conosciamo la campagna! Davvero, vi invidio molto.»
Giuseppe si era trovato, quasi prima di rendersene conto, in un angolo, accanto a Lucy Henderson. Si sentiva calmo e felice, perché tra le ragazze presenti Lucy era quella che gli piaceva di più. Nelle poche riunioni dei giovani che aveva frequentato, era stato attratto verso di lei da un istinto fondato forse sulla timidezza che lo caratterizzava e sulla consapevolezza di quella timidezza, poiché solo lei aveva il potere, con alcune parole gentili e semplici, di metterlo a proprio agio con se stesso. lo sguardo diretto dei suoi grandi occhi marroni sembrava raggiungere la profondità dell’io sotto la superficie travagliata. Comunque le sue orecchie avrebbero potuto pizzicargli ancora di più dopo, quando si ricordò di come aveva parlato con lei con franchezza e libertà, poteva solo ricordare l'espressione di un interesse altrettanto franco sul viso di lei. Lei non aveva mai lanciato uno di quei divertiti sguardi di sbiego, e non aveva mai pronunciato nessuno di quei commenti impertinenti e satirici, il cui ricordo in altre ragazze lo offendeva immediatamente.
La loro conversazione fu interrotta, perché quando Miss Blessing parlò, gli altri rimasero in silenzio. Ciò che Elwood Withers aveva detto riguardo i fenomeni dell'amore, tuttavia, rimaneva nella mente di Giuseppe, che cominciò involontariamente ad esaminare la natura del suo sentimento per Lucy Henderson. Non era spesso nei suoi pensieri? Non si era mai posto questa domanda ma ora improvvisamente si rendeva conto che la speranza di incontrarla, piuttosto che qualsiasi curiosità riguardante Miss Blessing, lo aveva portato a casa Warriner. Avrebbe preferito toccare il lembo del suo vestito piuttosto che baciare qualcun’altra? Questa domanda mosse i suoi occhi verso le labbra di lei e, con uno shock morbido del cuore, divenne consapevole della loro freschezza e dolcezza come mai prima. Toccare il lembo del suo vestito! Elwood non gli aveva detto nulla del desiderio più bello e più coraggioso che gli portò rapidamente il sangue alle guance. Non poteva fare a meno di congiungere il suo sguardo con quello di lei, solo un momento, ma un momento di gioia e di paura per lui, poi Lucy si voltava in fretta. Lui immaginava che sul viso di lei ci fosse un colore accentuato, ma quando lei gli parlava qualche minuto dopo, quel colore non c'era più, e lei era calma e composta esattamente come prima.
Nel frattempo c'erano stati altri arrivi; e Giuseppe fu chiamato a cedere il suo posto ad alcune signore della città vicina. Molti inviti erano stati fatti e la capacità del salotto fu presto esaurita. I rumori della felice chiacchierata nel portico invadevano il solenne imbarazzo della stanza; e Miss Blessing, salendo graziosamente e non troppo rapidamente, congiunse le mani e pregò Anna Warriner: - «O, andiamo fuori! Credo che ormai ci siamo abbastanza affiatati per sederci insieme sui gradini.»
Fece un gesto, lievemente ma irresistibilmente invitante, e tutti si alzarono. Mentre si stavano affollando allegramente nella sala per uscire, lei afferrò il braccio di Anna e la riportò indietro in un oscuro cantuccio sotto la scala: «Presto, Anna!» sussurrò, «Chi è quel birichino che chiamano Elwood, che cosa fa?»
«È un agricoltore, lavora le terre di suo padre insieme con lui» «Ah!» esclamò Miss Blessing, con un tono particolare; «E quello bello con gli occhi azzurri, che è entrato con lui? Sembra quasi un ragazzo.»
«È Giuseppe Asten, ha ventidue o ventitré anni. Ha una delle proprietà più belle del vicinato e pure denaro, dicono; vive da solo, con un vecchio drago di zia come governante. Ora, Julia cara, c'è una possibilità per te!»
«Ma dai, non essere sciocca, Anna!» Sussurrò Miss Blessing, pizzicandole scherzosamente l'orecchio, «sai che preferisco l'intelletto alla ricchezza.»
«Quanto a questo…», cominciò a dire Anna, ma la sua amica stava già ballando nella sala verso la porta d'ingresso, le sue gonne di tessuto sottile erano rigonfie e svolazzanti fino a spazzolare le pareti da tutte le parti. Canticchiava tra sé: «O notte, bella notte!» Dal Deserto, scivolava svolazzando leggera fino al portone, e discendeva, calando come in una massa d’aria, verso una colonna del portico. Le sue palpebre erano ora completamente aperte e le pupille, il cui colore non poteva essere distinto alla luce della luna, sembravano meravigliosamente chiare e brillanti.
«Ora, Mr. Elwood… O, scusatemi, voglio dire Mr. Withers», cominciò, «dovrebbe ripetere la sua battuta per me. L’ho persa, e mi sento così sciocca quando non riesco a ridere con gli altri.» Anna Warriner, in piedi accanto alla porta, aprì tanto d’occhi a quello che le sembrava l'inizio di un flirt; ma prima che Elwood Withers riuscisse a ripetere la sua battuta, alquanto stupida, fu chiamata da sua madre in cucina, per sovrintendere alla preparazione dei rinfreschi.
Miss Blessing si diede da fare mentre la luna brillava, e entrò talmente nel montante spirito di scena, adeguandosi ai discorsi e ai modi degli ospiti, che dopo mezz'ora sembrava che l'avessero sempre conosciuta. Rise quando loro si divertivano e lusingò il loro sentimento con una ballata o due cantate con una voce velata ma non spiacevole e costantemente si rivolse alla loro buona natura con la frase: «Ma prego, non mi dispiace affatto; sono come una bambina che ha appena finito la scuola!» Diede un colpetto sulla spalla ad Elizabeth Fogg, furtivamente fece il solletico sul collo a Jane McNaughton con un filo d'erba e prese le rose dai suoi capelli per infilarle all’occhiello dei giovani uomini.
«Guardate Julia!» sussurrò Anna Warriner alla mezza dozzina di amiche intime: «non vi avevo detto che era la vita della società?»
Giuseppe aveva quasi dimenticato la sgradevole sensazione di essere guardato e criticato, e si godeva l'irragionevolezza del momento tanto quanto tutti gli altri: era piuttosto sollevato dal notare che Elwood Withers sembrava a disagio e quasi desideroso di fuggire dal cerchio vivace intorno a Miss Blessing. Via via la compagnia si spezzò in gruppi più piccoli e Giuseppe si ritrovò di nuovo nei pressi del vestito rosa pallido che ben conosceva. Che cosa aveva separato lui da lei, che cosa si era intromesso tra di loro durante la serata? Niente, apparentemente, perché Lucy Henderson, avvertendo la sua presenza, si avvicinò tranquillamente, lui avanzò di un passo e si ritrovarono fianco a fianco.
«Ti piacciono questi incontri, Giuseppe?» chiese lei.
«Penso che dovrei godere di tutto», rispose lui, «se fossi un po’ più grande, o… o ...»
«O più abituato a stare in società? Non è quello che volevi dire? È solo un altro tipo di scolarizzazione, che dobbiamo avere tutti. Tu e io siamo nella classe più bassa, come una volta, te lo ricordi?»
«Non so perché», disse lui, «ma devo essere un ben misero scolaro. Guarda Elwood, per esempio!»
«Elwood!» Lucy ripeté lentamente, «lui in fondo è di un’altra natura.» Ci fu un momento di silenzio. Giuseppe stava per parlare, quando qualcosa di meravigliosamente morbido toccò la sua guancia e un odore delicato, come di violette, si diffuse sui suoi sensi: una piccola risata musicale risuonò vicino al suo orecchio.
«Ehilà! Vi ho spaventato?», Disse Miss Blessing. Era scivolata furtivamente dietro di lui, e, in punta di piedi, era arrivava quasi un braccio sopra la sua spalla, per fissare l'ultimo bocciolo di rosa nell'asola superiore della sua giacca. «Mr. Asten, vi ho trascurato abbastanza» continuò. «Per favore giratevi un po’ verso di me. Adesso! Non ha un effetto affascinante? Mi piace vedere qualche ornamento sui gentiluomini, Lucy. E poiché non possono portare niente tra i capelli… , ma dimmi, una corona di fiori non starebbe bene sulla testa di Mr. Asten?»
«Non posso davvero immaginare una cosa del genere», disse Lucy.
«No? Beh, forse sono sciocca: ma quando uno è scappato dalle convenzioni fatiscenti della vita cittadina e torna alla natura e alla deliziosa società naturale, si sente veramente libero di parlare e di pensare! Ah, voi non sapete quale lusso ci sia nell’essere veramente se stessi!»
Gli occhi di Giuseppe si illuminarono e si voltò verso Miss Blessing, come se desiderasse che lei potesse continuare a parlare. «Lucy», disse Elwood Withers avvicinandosi: «sei venuta con i McNaughtons, no?» «Sì: se ne stanno andando?» «Ne stanno parlando ora; ma è presto, e se non ti dispiace di cavalcare sul sellino posteriore, sai che il mio cavallo è dolce e forte ... » «Ve bene, Mr. Withers!» lo interruppe Miss Blessing. «Io dipendo da voi per tenere Lucy con noi. La notte è al suo punto più bello, e stiamo tutti abbastanza godendo la nostra reciproca compagnia. Come stavo dicendo, Mr. Asten, voi non potete capire quale nuovo mondo tutto questo sia per me: oh, comincio a respirare finalmente!»
Quindi ispirò l’aria con un lungo e morbido respiro e la rimandò fuori dolcemente, terminando con un lieve fluttuare del respiro, che lo fece sembrare come un sospiro. Seguì una risata leggera:
«Senza guardare il vostro volto, so che mi state sorridendo», disse lei. «ma non avete mai sperimentato che significa essere timido e a disagio in compagnia; sentire che ci si aspetta che voi parliate e non sapere che cosa dire, e quando dite qualcosa, restate sorpreso al suono della vostra voce; lo stare in piedi, il camminare o il sedersi immaginandovi che tutti vi stiano guardando; essere presentato a sconosciuti e sentirvi così a disagio come se parlassero lingue diverse e fosse impossibile scambiare finanche un solo pensiero. Qui, in campagna, voi non provate niente di tutto questo.»
«In effetti, Miss Blessing», rispose Giuseppe, «per noi è esattamente la stessa cosa … per me… , come la società della città è per voi.»
«Come sono felice!» esclamò lei, battendo le mani. «È molto egoista da parte mia dirlo, ma non posso fare a meno di essere sincera verso uno che è sincero. Ora mi sentirò sempre più libertà di parlare con voi, Mr. Asten, visto che condividiamo la stessa esperienza. Non pensate forse che, se conoscessimo veramente le nature uno dell'altro, saremmo molto più a nostro agio, e di conseguenza saremmo più felici?»
Disse l'ultima frase in un tono basso, dolce e penetrante, alzò il viso per incontrare sguardo di lui per un attimo, gli occhi grandi, chiari e attraenti nella loro espressione, le labbra che si separarono come quelle di un bambino e poi, senza aspettare la sua risposta, improvvisamente si allontanò piangendo: «Sì, Anna cara!»
«Che c’è, Julia?» chiese Anna Warriner.
«O, non mi hai chiamato? Qualcuno ha certamente chiamato une certa Julia e io sono l'unica, no? Ho appena sistemato il bocciolo di rosa di rosa di Mr. Asten, così graziosamente, e ora tutti i gentiluomini sono decorati. Temo che pensino che io mi prenda grandi libertà, per una sconosciuta, ma poi, voi tutti mi fate dimenticare che sono una sconosciuta. Perché tutti sono così buoni con me?»
Lei rivolse il volto agli altri con un'espressione radiante. Allora ci furono premurose dichiarazioni dei ragazzi e alcuni abbracci spontanei da parte delle ragazze, Miss Blessing li ricambiò con baci.
Elwood Withers sedette accanto a Lucy Henderson, sui gradini del portico: «Ma via, dobbiamo a voi il fatto che siamo qui stanotte, Miss Blessing!» Esclamò lui. «Non ci riuniamo nemmeno la metà di quando bisognerebbe; e cosa potremmo fare di meglio che incontrarci di nuovo, da qualche altra parte, mentre voi siete in campagna?»
«Oh, che bello! Che gentile!» Lei pianse, «E mentre brilla l’amabile luce lunare! Potrei davvero avere un'altra serata come questa?»
La proposta trovò forte consenso, e l'unica difficoltà fu quella di scegliere tra i tre o quattro inviti che erano stati immediatamente avanzati. Non c'era niente di meglio da fare che accettarli tutti, uno dopo l’altro, E i giovani si impegnarono a partecipare: il nuovo elemento che avevano temuto in precedenza, considerandolo come un limite, si era dimostrato l’esatto contrario: non erano mai stati così liberi, così allegramente eccitati. La maniera inconsciamente disinvolta di trattate di Miss Blessing, la sua grazia e la sua dolcezza, la sua rapida e luminosa sintonia con i modi della campagna, li aveva così riscaldati e sciolti, che avevano perso il ricordo del loro testardo egoismo e avevano ceduto al magnetismo dell'ora. Anche le loro buone maniere erano notevolmente migliorate, semplicemente per il fatto che avevano dimenticato che ci si aspettava che ne avessero. Giuseppe era uno dei più felici di condividere questo cambiamento. Aveva, con ansia, dato la sua parola di essere presente agli intrattenimenti a venire: il suo cuore batteva con gioia nella prospettiva di altre simili serate. Il sospetto di un tenero sentimento verso Lucy Henderson e il fascino della vincente franchezza di Miss Blessing, presero pari possesso dei suoi pensieri; e finché non ebbe detto buonanotte non pensò al suo compagno sulla strada di casa. Ma Elwood Withers era già uscito, portando con sé Lucy Henderson sul sellino posteriore. «Pensi che siano le dieci?» chiese Giuseppe a uno dei ragazzi, mentre uscivano dal cancello. L'altro rispose con una risatina: «Le dieci! È più mattina che sera!»
Il diavoletto sulla sua groppa infilò i suoi artigli in profondità nei fianchi di Giuseppe.
Spinse il suo cavallo al galoppo, superò la lunga salita della strada e si infilò lungo la valle, con l’aria fresca e bagnata che fischiava tra i suoi capelli. Dopo essere entrato nella corsia che conduceva verso la sua casa, abbandonò le redini e permise al cavallo ansante di scegliere la propria andatura. La luce che brillava attraverso le robinie lo trafiggeva col pungiglione di una coscienza esterna sgradita, in cui non aveva alcun ruolo, ma dalla quale non poteva scappare. Rachele Miller guardò stancamente, alzando lo sguardo dal suo lavoro a maglia, quando lui entrò nella stanza. Fece un debole tentativo di sorridere, ma l'espressione del suo viso suggeriva delle lacrime imminenti.
«Zia, perché hai aspettato?» disse lui, parlando rapidamente. «Mi sono dimenticato di guardare l'orologio, e credevo davvero che non fosse più tardi delle dieci ...»
Fece una pausa, vedendo che gli occhi della zia erano fissi. Stava guardando l'alto orologio antico. La lancetta puntava verso mezzanotte e mezza, e ogni oscillazione del pesante pendolo diceva distintamente: «Tardi! Tardi! Tardi!»
Accese una candela in silenzio e disse: «Buona notte, zia!» E salì nella sua stanza.
«Buonanotte, Giuseppe!» rispose solennemente lei, e un profondo e cauto sospiro raggiunse l'orecchio di Giuseppe prima che la porta fosse chiusa.

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agis
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Re: GIUSEPPE E IL SUO AMICO (BAYARD TAYLOR) CAP. 2

Messaggio da agis » lunedì 15 maggio 2017, 22:24

progettogayforum ha scritto: La seduttività quindi è solo per gli ingenui che rischiano di pagare (nel senso letterale del termine) molto cara la loro ingenuità.
Eh, vabbè che sei gay, ma quanto sei acido nei confronti delle possibili trame delle nostre amiche! :lol: A parte il fatto che, già ai miei tempi, i nostri sventurati amici etero venivano non di rado sedotti in maniera meno civettuola ma a suon di ciaffate e calci in culo più o meno metaforici, il concetto semantico/sociale del "matrimonio" come ammonimento alla maternità/riproduzione lo dovresti conoscere meglio di me. Simpatica questa Miss Blessing invece ^_^. In fin dei conti, almeno fino a qui, non fa altro che seguire, in maniera consecutivamente più elaborata, lo stesso istinto che spinge la femmina del pavone a scegliersi le ruote migliori. Per nostra grande fortuna di maschietti apparteniamo ad una specie abbastanza sociale. Le femmine di molte specie di ragni che sono un po' meno sociali si mangiano il maschio subito dopo la copula. Questione di punti di vista naturalmente. In fin dei conti, se considerarci come utili ammassi di proteine, carboidrati e lipidi rientra nell'atteggiamento di una ragnetta non si può non considerare che, per la nostra complessità mentale molto maggiore, l'assunzione di un atteggiamento di questo tipo non ci è assolutamente preclusa. Rispetto al bacio di una "donna ragno" mi pare che, per ora, Miss Blessing giganteggi. Ma vediamo il seguito ^_^.

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