GIUSEPPE E IL SUO AMICO (BAYARD TAYLOR) CAP. 8

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GIUSEPPE E IL SUO AMICO (BAYARD TAYLOR) CAP. 8

Messaggio da progettogayforum » sabato 10 giugno 2017, 19:48

Quello che segue, cioè il Capitolo 8 del Romanzo di Byard Taylor, l’ultimo dedicato alla vita eterosessuale di Giuseppe, mostra il protagonista che trova le sue motivazioni al matrimonio arrampicandosi sugli specchi, in una serie di riti sociali, che a lui appaiono assai nobili, ma sono in realtà dei modi formali per accalappiarlo, soprattutto in vista delle sue proprietà. I futuri suoceri recitano la parte dei gran signori, ma sono felicissimi che sia capitata loro la fortuna insperata rappresentata dalla proposta di matrimonio di Giuseppe. Il lettore che ha seguito fin qui passo passo la traduzione del romanzo avrà modo di scoprire, nel capitolo 9, che il giorno stesso il cui viene decisa la data delle sue nozze, la vita di Giuseppe sta per cambiare radicalmente. Giuseppe, a causa di un incidente ferroviario nel viaggio di ritorno incontrerà Philip che diventerà il suo “Amico” e si renderà conto, che, pur a pochi giorni dal suo matrimonio, sarà Philip a dominare i suoi pensieri e non Julia, ma ormai il meccanismo del matrimonio è inarrestabile. Per un ragazzo di campagna di metà ‘800 l’omosessualità era una realtà assolutamente sconosciuta, demonizzata dalla religione e socialmente negata. Certo però, Joseph troverà in Philip l’Amico per eccellenza che costruirà con lui un rapporto del tutto informale ma assolutamente fondamentale.
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CAPITOLO VIII.

CONSULTAZIONE.

Il tè di famiglia fu servito in una piccola sala da pranzo sul sul retro. Mr. Blessing, che era diventato sempre più cordiale con Giuseppe dopo averlo accettato formalmente, gestiva la situazione e riuscì a trasmettere un rapido segnale a sua moglie prima che la famiglia si sedesse a tavola. Giuseppe fu l'unico a non percepire la comunicazione silenziosa delle informazioni; ma le conseguenze di quella comunicazione furono tali da farlo sentire rapidamente a suo agio a casa Blessing. Anche Clementina si sciolse abbastanza da dire, nei suoi toni più argentini: «Posso offrirle il burro, Mr. Asten?»

La tavola, è vero, era molto diversa dalle cene sostanziose della campagna. C'era una varietà di piatti minuscoli, che contenevano delle fette così sottili che piuttosto che eccitare l'appetito se ne facevano beffa; tuttavia Julia (ovviamente era lei!) era riuscita a dare a quel piccolo pasto un'aria di eleganza che comunicava almeno un gradevole senso di parentela. Giuseppe prese la tazzina, il tè leggero, le cinque gocce di latte e il frammento di zucchero, senza chiedersi se la bevanda fosse gradevole: divise un pezzo di carne sottile come una foglia e consumò parecchie cialde di pane, beatamente inconsapevole della soddisfazione o dell’insoddisfazione del suo stomaco. Sentiva che era stato ricevuto nella famiglia.

Mr. Blessing era magnificamente blando, la signora Blessing era maternamente premurosa, Clementina riconosceva la sua esistenza, e Julia – a lui sarebbe bastato solo sguardo agli occhi scintillanti di lei, alle sue guance lievemente arrossate, alle sue maniere incantevolmente eccitate, per indovinarne il sollievo del cuore. Dimenticò il vago disagio che aveva preceduto la sua venuta e l'imbarazzo della sua prima accoglienza, per la consapevolezza che Julia era così felice e per l'acquiescenza dei suoi genitori verso il suo amore.

Era deciso che avrebbe passato la notte lì. Mrs. Blessing non avrebbe sopportato un rifiuto; ora lui doveva considerare la loro casa come la sua casa. Lei lo avrebbe chiamato anche "Joseph", ma non adesso, non finché non avesse avuto il diritto di chiamarlo "figlio". Tutto questo le era caduto addosso all’improvviso, ma era suo dovere essere contenta, e in poco tempo si sarebbe abituata al cambiamento.

Tutto ciò fu detto così semplicemente e cordialmente, che Giuseppe cominciò ad avere in simpatia quella donna così solenne e inconsciamente decise di accettare la sua fortuna, comunque gli si potesse presentare. Fino all'unico evento importante, almeno; dopo, la sua fortuna sarebbe stata nelle mani sue e in quelle di Julia.

Dopo il tè, due o tre ore passarono piuttosto lentamente. Mr. Blessing si sedette in un angolo del cortile e fumò fino al crepuscolo; Poi la famiglia si riunì nel "salotto", e ci fu un po’ di musica e una varietà di pettegolezzi, con occasionali pause di silenzio, fino a quando la signora Blessing disse: «Forse faresti meglio a mostrare al signor Asten la sua stanza, Signor Blessing. Potremmo già aver passato la sua ora abituale per ritirarsi. Se è così, so che ci scuserà; presto prenderemo familiarità con le abitudini gli uni degli altri.»

Quando il signor Blessing tornò, aprì subito la finestra posteriore, avvicinò una sedia a braccioli accanto alla finestra, si tolse la giacca, si sedette e accese un altro sigaro. Sua moglie chiuse le persiane anteriori, tirò il passante della porta e si sedette accanto a lui. Julia si voltò sul suo sgabello da musica per affrontare la discussione che stava per cominciare, e Clementina si pose in modo grazioso nell'angolo più vicino del divano.

«Che pensi di lui, Eliza?» chiese Mr. Blessing, dopo diverse silenziose e ricche boccate di fumo.

«È bello, e sembra amabile, ma più giovane di quanto mi aspettassi. Sei sicura dei suoi sentimenti, Julia?»

«Oh mamma!» Julia esclamò; «Che domanda! posso solo giudicarli dal mio punto di vista.»

Clementina arricciò il labbro in un modo singolare, ma non disse niente.

«Sembra che Julia si sia completamente persa per questa cosa,» riprese la signora Blessing. «non so come sarà in grado di mantenere il suo posto nella nostra cerchia, a meno che loro non trascorrano una parte dell'inverno in città e sempre che lui abbia i mezzi sufficienti.»

Si fermò e guardò il marito con sguardo inquisitorio.

«Tu guardi sempre alla buona società», disse lui, "e non consideri mai le possibilità. Il matrimonio è un affare, un lancio, in qualche modo è come fare volare un aquilone, in realtà (tranne che nel nostro caso, mia cara), dopo tutto quello che ho imparato del nostro futuro genero, devo dire che Julia ci sa fare.»

«Sapevo che ti sarebbe piaciuto, papà!» Gridò Julia felice. Mr. Blessing la guardò fisso per un attimo e poi ammiccò; ma lei non se ne accorse.

«C'è un'altra cosa» disse sua moglie. «Se il matrimonio si farà nel prossimo autunno, abbiamo solo due mesi per prepararci; e come farai a gestire il denaro? Possiamo risparmiare dopo, per stare tranquilli, ma ci sarà una spesa immediata e spaventosa. Io penso che, forse, che una cerimonia semplice e privata, … sposati in abiti da viaggio, sai, appena prima che il treno parta, e nessun invito, talvolta si fa così nei circoli di più alto livello.»

«Non va bene!» Esclamò il signor Blessing, agitando la mano destra. «Il marito di Julia deve avere l'opportunità di apprendere il nostro modo di stare in società, inviterò l’Esattore generale, l’Ispettore e il Certificatore. Dobbiamo trovare i soldi. Devo essere disposto a dare qualcosa in pegno ... »

Guardò la stanza tutto intorno a lui, prendendo atto del tappeto ben usurato, delle sedie coperte di panno di cotone giallo, del vecchio pianoforte e, infine, dei due quadri.

« - Il tuo ritratto, cara; ma, a meno che non fosse uno Stuart, non potrei farci neppure dieci dollari. Dobbiamo prendere i vostri diamanti, i rubini di Julia e le perle di Clementina.»

Si appoggiò all’indietro e rise con grande sorpresa, le signore diventarono rigide e gravi:

«È una cosa terribile, Benjamin,» fece notare Mrs. Blessing, «scherzare sulle nostre difficoltà in un momento come questo. Non vedo niente altro da fare che informare Mr. Asten, francamente, della nostra condizione. È ancora troppo giovane, credo, per provare repulsione per la povertà.»

«Mamma questo mi spaccherebbe il cuore,» disse Julia, «non potrei sopportare di essere umiliata ai suoi occhi.» «Decisamente la cosa migliore da fare» trillò Clementina, parlando per la prima volta.

«È così con le donne, … saltare da un estremo all'altro. Se non si può avere il bianco, ci si gira dall’altra parte e si dice che non c'è altro colore che il nero. Quando tutti gli strumenti sono esauriti, un uomo di fegato e di carattere va a lavorare e ne costruisce uno nuovo. In fede mia, non so da dove uscirà fuori il denaro; ma dammi dieci giorni e Julia avrà il suo raso bianco. Ora, ragazze, fareste meglio ad andare a letto.» Mr. Blessing fumò in silenzio finché il suono dei passi delle figlie fu cessato sulle scale, poi, abbassando la mano enfaticamente sulla sua coscia, esclamò: «Per Giove, Eliza , se io fossi così acuto come quella ragazza, avrei già ottenuto il grado di Esattore!»

«Cosa intendi dire? Sembra essere fortemente legata a lui.»

«Oh, senza dubbio! Ma ha un talento meraviglioso per la lettura del carattere. Il giovane uomo è ancora piuttosto acerbo; in che cosa si trasformerà quando sarà più stagionato dipende da lei. È totalmente onesto, non c'è niente come una vita di campagna per questo. Ma è un peccato che un tale fondo per gli investimenti debba restare inattivo; ha un gruzzoletto che potrebbe produrre milioni!»

«Spero, Benjamin, che dopo tutta la tua sfortunata esperienza ...» «Ti prego, non preoccuparti in anticipo, e soprattutto ora che ci arriva un po’ di fortuna. Julia ha fatto bene e ho fiducia che sappia migliorare le sue opportunità. E poi, questo aiuterà le possibilità di Clementina; quando c'è un matrimonio in una famiglia, ce n’è generalmente anche un altro. Povera ragazza! Ha aspettato molto tempo. A trentatré anni, il mercato diventa molto piatto.» «Eppure Julia ha già trent’anni», disse la signora Blessing, «e la carnagione e le maniere di Clementina sono state considerate superiori.»

«È solo colpa sua. Una copia migliore dell'aria e degli atteggiamenti della signora Halibut non è mai stata prodotta, ed è andato tutto bene finché la signora Halibut ha dato un tono alla società; ma da quando è andata in Europa, e la signora Bass si è in qualche modo intrufolata al suo posto, Clementina è piuttosto - potrei dire - obsoleta. Non ho nulla da dire sulla sua carnagione, perché quella è un modello indiscusso, ma lei dovrebbe essere chiacchierona e spiritosa, e invece di starsene lì come una Venere di Milo. Sembra che mi somigli, e non può mancare di intelligenza e di tatto. Non avrebbe potuto sciogliersi un po’ di più con Mr. Asten, che lui le piacesse o meno?»

«Sai che non ho mai dimostrato di saper gestire Clementina», rispose la moglie: «se qualche volta dovesse contestare la mia opinione, potrei forse avere una piccola influenza su di lei: ma lei non si metterà a discutere con me.»

«Il modo di fare di Mrs. Halibut. Quello era nuovo, e, con i soldi del marito per sostenerla, la sua 'grazia', la sua 'compostezza' e la sua 'serenità' portavano tutti in ginocchio davanti a lei. Dammi cinquantamila dollari all'anno, e metterò Clementina nella stessa posizione! Ma, veniamo alla domanda principale. Suppongo che avremo bisogno di cinquecento dollari!»

«Trecento, credo, saranno più che sufficienti», disse Mrs. Blessing. «Tre o cinque, è difficile mettere insieme sia una somma che l'altra. Proverò per cinquecento e se avrò fortuna con i duecento in più … piccole operazioni ben fatte, sai, che riescono sempre - potrei avere l'intero importo in mano, molto tempo prima».

La signora Blessing sorrise in un modo malinconico e senza speranza, e la consultazione si concluse.

Quando Giuseppe fu lasciato solo nella sua stanza, non si sentì affatto portato a dormire, si sedette alla finestra aperta e guardò verso la strada cupa e malinconica, la cui solitudine era rotta circa una volta ogni quarto d'ora da un solitario pedone, che si avvicinava attraverso la tenebra e la luce della lampada, era visibile di scorcio fino al cappello, e poi scivolava via dall'altro lato. Le nuove conoscenze appena fatte rimanevano ancora più vividamente nei suoi pensieri per la loro vicinanza, era ancora nella loro atmosfera. Erano persone diverse da tutte le persone che conosceva, e perciò sentiva che avrebbe potuto far loro torto con una precipitosa stima del loro carattere. Ma Clementina fu esclusa da questa risoluzione caritatevole. Concentrando la sua antipatia su di lei, trovò che i suoi genitori lo avevano ricevuto con tanta considerazione quanta poteva aspettarsene un estraneo totale. Inoltre, comunque fossero i suoi genitori, Julia era la stessa persona qui, nella sua casa, come quando era ospite in campagna. Altrettanto giocosa, vincente e naturale; e cominciò a sospettare che la vita attuale di Julia non fosse congeniale a una tale natura. Se le cose stavano così, la felicità di Julia era ancora di più assicurata dalla loro unione. Questo pensiero lo condusse in un labirinto di aspettative, in cui la sua mente vagava con gioia. Era così assorbito nel pianificare la nuova famiglia, che non sentì che le sorelle entravano nella stanza posteriore sullo stesso piano, che era separata solo da una sottile parete dalla sua:

«Raso bianco!» Improvvisamente sentì dire Clementina: «certo che avrò lo stesso, starà molto meglio a me che a te.» «Credo che tu possa essere soddisfatta di una seta leggera» disse Julia; «Le spese saranno molto pesanti. » «Vedremo» rispose subito Clementina, camminando avanti e dietro per la stanza. Dopo una lunga pausa, sentì di nuovo la voce di Julia. «Non ti preoccupare,» disse lei, «presto sarò fuori dai piedi.»

«Mi chiedo quanto lui sa di te!» esclamò Clementina. «Le tue arti erano nuove lì e hai giocato un gioco facile.» Qui abbassò la voce e Joseph distinse solo qualche singola parola di quando in quando. Si alzò, indignato per questo assalto non degno di una sorella, e non volle più sentire; ma sembrò che il suo movimento non fosse stato notato, perché Julia rispose, in toni soffocati ed eccitati, con qualche osservazione sulla "carnagione".

«Beh, c'è una cosa,» continuò Clementina, «una cosa che tu terrai ben nascosta, cioè il tuo compleanno. Gli dirai che hai ...»

Joseph aveva afferrato lo schienale di una sedia e, con un movimento improvviso, la inclinò e la lasciò cadere sul pavimento. Poi si avvicinò alla finestra, la chiuse e si preparò a riposare, tutto con più rumore di quello che era abituale a lui. C'erano sussurri e movimenti silenziosi nella stanza accanto, ma non fu pronunciata neppure un'altra sola parola udibile. Prima di dormire, Joseph giunse alla conclusione che era più che l'amante di Julia: era il suo liberatore. L'idea non era sgradita: dava un nuovo valore e un nuovo significato alla sua vita.

Per quanto Julia potesse essere curiosa di scoprire che cosa lui avesse potuto sentire origliando, non fece alcuno sforzo per accertare i fatti. Lo incontrò la mattina dopo mostrando una dolce inconsapevolezza di ciò che aveva sopportato, il che convinse lui che tali scene dolorose dovessero essere state frequenti, altrimenti lei non avrebbe potuto dimenticarsene così facilmente. Il suo saluto a Clementina fu breve e freddo, ma lei non sembrò nemmeno accorgersene. Fu deciso, prima che se ne andasse, che il matrimonio avrebbe avuto luogo in ottobre.

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