UN RAGAZZO GAY COSTRETTO A FINGERE DENTRO CASA

Il dialogo e la comprensione reciproca tra genitori e figli gay, la famiglia come luogo di vera crescita per i ragazzi gay
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progettogayforum
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UN RAGAZZO GAY COSTRETTO A FINGERE DENTRO CASA

Messaggio da progettogayforum » domenica 30 luglio 2023, 13:32

Caro Project,
mi chiamo Simone, ho 18 anni e il prossimo anno farò la maturità e poi si vedrà. Non ho mai avuto problemi con la scuola, con i prof e con i miei amici, il mio vero problema sono i miei genitori coi quali ho un rapporto totalmente falso. So da sempre di essere gay, non è stato assolutamente un trauma per me, ma la cosa più naturale del mondo e per me potrebbe, ansi dovrebbe essere la cosa più naturale del mondo anche avere una storia con un ragazzo e vivermela come piace a me, ma tutto questo è impossibile perché ci sono i miei genitori che sono convinti che le scelte di fondo della vita (che poi non sono affatto scelte!) le debbano fare loro per me, perché loro hanno esperienza! In effetti hanno sempre scelto loro al mio posto, hanno scelto il tipo di scuola superiore, hanno scelto la palestra, hanno scelto i miei amici tra i figli dei loro amici, col risultato che ho dovuto cambiare scuola, ho dovuto cambiare palestra e trovare amici che stessero bene a me e dei quali i miei genitori non sapessero nulla. La cosa più grottesca sono i rapporti con le ragazze, devo mettere sui social delle foto con qualche mia compagna di scuola “che loro conoscono”, lasciando intendere che quella è la mia ragazza, perché i miei genitori “vogliono sapere tutto di me” e io sono arrivato a un punto che non li sopporto più e sto il più possibile fuori casa. Quando la scuola era aperta, io stavo a scuola mattina e pomeriggio a fare qualsiasi attività, anche le più farlocche. Certe volte mi tocca andare per forza coi miei passando anche parecchio tempo in macchina con loro e devo fare finta di dormire, sono arrivato al punto che li odio proprio, sono ficcanaso, pensano di capire tutto ma sono due poveri deficienti, e il peggio è che io devo per forza avere una doppia vita. Loro non si accorgono nemmeno che non li sopporto, mia madre mi tratta come se avessi cinque anni. Me ne devo andare di qua altrimenti finisco ai pazzi! Al momento però le possibilità sono nulle, devo fare un altro anno di scuola, ma dopo voglio cominciare a lavorare per andarmene lontano, se potrò fare l’università lontano da casa, bene, la farò, altrimenti ne farò a meno, ma anche su questo le prospettive sono pessime, perché nella mia città ci sono tutte le facoltà universitarie e non avrei motivi diciamo così “oggettivi” per andarmene in un’altra città. Ma con loro non ci voglio stare più. Non ne posso proprio più! Mio padre si sente molto di larghe vedute perché secondo lui i gay sono poveri casi patologici da compatire perché “si perdono il meglio della vita”! In pratica lui si sente di manica larga perché non dice che dovrebbero essere impiccati! Mia madre pensa che la vita sia veramente vissuta bene solo se hai messo figli al mondo, lo pensa perché lei uno al mondo ce l’ha messo e poi gli ha rovinato la vita, ma questo lei non è in grado di capirlo. I miei genitori pensano che gli amici siano solo gente che da te vuole soldi e favori e che le vere persone delle quali fidarsi sono i parenti. Loro passano la vita coi parenti, cosa che io non sopporto più. Ho tagliato i ponti con un branco di zii, zie e cugini di tutte le età. Non mi sento affatto parte di quel branco dove si può solo omologarsi a tutti gli altri, altrimenti “poverino, hai dei problemi” e devi essere compatito. I miei hanno preso male il fatto che non vado più dai parenti e che non mi faccio mai trovare a casa quando i parenti vengono a casa mia. Ma si consolano perché “è ancora piccolo…”. Non ne posso più, Project, ma li devo sopportare per forza. Tutto questo mi rovina la vita ma io la mia vita la voglio vivere, adesso mi tocca viverla sotto traccia e questo mi manda in bestia perché le persone che mi dovrebbero sostenere sono la mia più grande preoccupazione e non li sopporto più!

Alyosha
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Re: UN RAGAZZO GAY COSTRETTO A FINGERE DENTRO CASA

Messaggio da Alyosha » lunedì 31 luglio 2023, 10:51

Una lettera che si legge tutta d'un fiato. Provavo a chiedermi cosa ci fosse dietro tutta questa rabbia, che è indiscutibilmente un motore potente sopratutto alla tua età. Me lo chiedevo perché spesso i progetti sani come i tuoi sono difficili da attuare se non si guarda bene da dove si parte e verso dove si vuole andare. La rabbia pare farci fare passi da gigante, ma una volta smaltita lascia un vuoto dentro con il quale bisogna saper fare i conti e che può essere molto lacerante.
Da come scrivi in effetti la tua omosessualità pare un problema del tutto marginale, l'ambiente familiare sembra piuttosto castrante, asfittico oserei dire, in modo tale che è impossibile che emerga una qualsiasi individualità. Tuttavia è emersa e anche piuttosto spigolosa, per cui evidentemente dietro questo ipercontrollo, c'è anche molta disattenzione. Manca uno sguardo discreto, accudente, per cui in effetti il paradosso è che in questo continuo vivere la vita dei figli, i figli non ci sono mai. Mi pare si viva molto di esteriorità e quello che mi ha colpito è piuttosto il fatto che i due genitori sembrano un blocco unico, muoversi in simbiosi, andare d'accordo in questa forma esteriore poco calda e umana.

In questo contesto cosa fare a 18 anni? Valuta bene, in modo da essere certo di non rovinare il tuo futuro. Certo l'università nella tua città non è come viverla fuori città, ma una vita parallela, ancorché possa sembrare una soluzione facile, alla lunga complica di molto le cose. Infondo qualche spazio di autonomia te lo sei già ricavato se riesci ad avere un pensiero autonomo, a scrivere in questo forum e mi pare anche ad aver cambiato palestra, scuola ecc. rispetto a quella scelta da loro. Hai anche tagliato con cugini, ziii, nipoti ecc. Insomma mi pare che in questo tentativo di ipercontrollo, alla fine poi in qualche modo tu riesca ad imporre tuoi spazi. L'università è per definizione un posto dove è più complesso controllare e se già al liceo riuscivi a stare tutto il giorno fuori figuriamoci all'università.

Scrivo tutte queste premesse perché hai ancora 18 anni e questa è la fase della semina, nella quale hai energie sufficienti per disegnare da zero il tuo futuro, la tua professionalità e tutte cose che resteranno anche dopo questo momento di crescita fisiologico. Trovarsi un lavoro Ok. Ma che lavoro? Oggi personalmente sono convinto che chi sa fare ha più possibilità di riciclarsi nel mondo del lavoro di chi sa e basta. Un buon lavoro che ti formi come operai specializzato potrebbe anche andar bene. E' indiscutibile però che una laurea, con tutti i limiti di questa affermazione, ti dia prospettive migliori. Insomma a breve ti diplomerai e ti toccherà scegliere. Per quanto sgradevole sia quello che sto per dirti, valuta attentamente le possibilità REALI che hai di emancipazione dai tuoi genitori. Piccole conquiste di indipendenza possono sembrare poca roba rispetto all'idea di staccarsi definitivamente e rendersi indipendente, ma quest'ultima soluzione non necessariamente è da preferire.

Certi problemi adesso sembrano enormi e insopportabili, ma poi con l'età vedrai che si ridimensioneranno, di contro le strade non percorse adesso in termini di formazione professionale, è più complicato (non impossibile) percorrerle dopo. Insomma allarga un po' lo sguardo anche per uscire da questo contesto asfittico che rappresenti, in modo da valutare la tua situazione nella sua totalità.

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