SCOPRIRE L'OMOSESSUALITA' DI UN FIGLIO

Il dialogo e la comprensione reciproca tra genitori e figli gay, la famiglia come luogo di vera crescita per i ragazzi gay
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progettogayforum
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SCOPRIRE L'OMOSESSUALITA' DI UN FIGLIO

Messaggio da progettogayforum » venerdì 15 maggio 2009, 16:27

admin ha scritto:Dai siti statistici emerge un fenomeno che ha bisogno di assoluta attenzione. Non sono infrequenti (circa il 2% del totale) le visite di lettori che accedono tramite motori di ricerca inserendo chiavi che fanno pensare che si tratti di genitori che hanno avuto conoscenza della omosessualità dei figli. Questi lettori spesso non leggono altre parti del blog ma solo quelle che riguardano i rapporti tra genitori e figli gay, spesso questi lettori sono senza “reffering link”, cioè hanno memorizzato tra i preferiti le pagine di questi blog che parlano di rapporti tra genitori e figli gay e tornano a leggerle più di una volta. Non è la prima volta che affronto l’argomento ma credo che la cosa sia così importante che ogni ulteriore chiarimento non possa che essere utile... e per questo mi rivolgo direttamente ai genitori che hanno avuto notizia che i figli sono gay.

Cari Genitori,
se avete letto qualcosa di questi miei blog vi sarete accorti che io sono un anziano signore gay che si dedica praticamente a tempo piano a pubblicare blog gay ma, forse lo avete notato, su questi blog non ci sono immagini di nessun genere, si tratta di blog senza restrizioni, per tutti, e questo deriva da una scelta precisa: raggiungere il più grande numero possibile di lettori interessati a conoscere che cosa è veramente la vita dei gay. A me non interessa avere molti lettori ma avere lettori che siano o gay o persone che sono comunque molto interessate alla vita dei gay. In questo senso ho dedicato alcuni post ai rapporti dei gay con le donne che di loro si innamorano, e ad altri problemi che i gay nelle varie situazioni di vita possono incontrare. In questo panorama un ruolo assolutamente fondamentale spetta ai genitori. Preciso che sono in corrispondenza con diversi ragazzi gay, giovani, ma non adolescenti, in genere studenti universitari o ragazzi che hanno già cominciato a lavorare. Per questi ragazzi, anche a 25, 28 o 30 anni, il problema del rapporto con la famiglia in genere non è risolto. Questo significa che questi ragazzi, che ormai sono pienamente adulti, risentono ancora, spesso in modo profondo, della crisi dei rapporti familiari dovuta al loro essere gay. I genitori di questi ragazzi, che hanno anche 60 anni, non sono in grado di dare loro nessun supporto e spesso le incomprensioni si accumulano e si sedimentano, fino ad una separazione totale tra i figli e la famiglia che è terribile sia per i figli che per i genitori e lascia un senso di fallimento profondo della vita affettiva. Ma a 25 anni, se è vero che si può andare in crisi, è comunque vero che in genere ci sono le risorse per gestire la situazione, ma in età molto giovane non è detto affatto che sia così. Noto spesso, anche in figli gay venticinquenni, il desiderio profondo della fuga da casa, non per trovare chissà che cosa, ma semplicemente per trovare una privacy che per un ragazzo di 25 anni è necessaria come l’aria, tanto più se si tratta di un ragazzo gay. Che un ragazzo gay possa avere buoni rapporti con la famiglia non è cosa comune perchè spesso l’accettazione dichiarata della omosessualità dei figli da parte dei genitori è solo di facciata e i figli avvertono che “comunque” qualcosa è cambiato. In una situazione del genere un figlio è portato istintivamente a considerare i genitori ipocriti. Con i figli, e in particolare con i figli gay, è indispensabile essere onesti al 100%. Nella maggior parte dei casi i figli non parlano ai genitori della loro omosessualità e, aggiungo, nella maggior parte dei casi fanno bene a non parlarne. Quanto sto dicendo non è in contrasto con l’esigenza di chiarezza di cui parlavo prima perché deriva dal fatto che i figli “temono” le reazioni dei genitori e quando in un rapporto affettivo subentrano i timori il rapporto ne viene pesantemente viziato. I ragazzi che ho conosciuto tramite questi blog e con i quali mi capita spesso di essere in chat vogliono sentire da me la conferma del fatto che essere gay significa avere una dignità, una moralità, una dimensione umana alta, non inferiore a quella di nessun’altra condizione di vita. Spesso gli adulti che non sanno molto del mondo gay hanno di esso una visione assolutamente pregiudiziale, lo identificano con gli aspetti più strillati e più spettacolari che si vedono in televisione... ma no! Cari genitori, i gay, quelli veri, con queste cose non c’entrano nulla... io ne conosco tanti di tutte le età e sono persone serissime, che lavorano, che cercano di credere in quello che fanno e che spesso vivono in condizioni di non libertà perché nel mondo in cui vivono l’essere gay non è cosa accettata. C’è gente che si nasconde (la grande maggioranza!), io li chiamo “il popolo invisibile” ... e si nasconde perché ha paura, non perché ha qualcosa da nascondere. Ho visto dei gay vivere forme d’amore profondissimo, con o senza sesso non importa, nei confronti di chi dava loro una risposta affettiva seria. Ho visto ragazzi giovanissimi letteralmente distrutti dalla incomprensione dei loro genitori e mille volte pentiti di essersi dichiarati in famiglia. Se avete letto questo blog avrete visto che io in genere invito i ragazzi a pensare molto bene prima di decidersi al coming out e devo dire che il coming out verso i genitori, quando arriva, è sempre l’ultimo, e nella maggior parte dei casi, oltre l’80%, non arriva proprio. Che deve fare un genitore che si accorge che il figlio è gay (che glielo abbia detto il figlio o meno)? La risposta vi potrà sembrare stupida... ma un genitore che si rende conto che il figlio è gay, se gli vuole bene, lo deve aiutare ad essere gay. Un ragazzo mi diceva: “in fondo ho avuto un coraggio da leone a parlarne con i miei... ma loro l’hanno presa bene in un certo senso e dicono che mi devo solo curare”. Un atteggiamento del genere per un ragazzo gay equivale a un abbandono, a una non accettazione. Accettare non significa cercare di modificare la situazione, nemmeno sperare che succeda, se c’è il tentativo di cambiare le cose o la speranza che le cose cambino vuol dire che l’accettazione non c’è. E concludo dicendovi una cosa: essere gay non è una scelta è una qualità di fondo di una persona e io non ho mai visto un ragazzo gay che non volesse essere gay. Rifiutare il fatto che un figlio è gay significa rifiutare il proprio figlio sotto ogni punto di vista. Amare i figli vuol dire amarli come sono!
Se, in qualunque modo, potrò essere utile ne sarò ben contento. Se mi lasciate un commento o mi inviate una e-mail sul blog MSN (ci sono i link in questo blog) cercherò di rispondere.

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