FIGLIO GAY E PADRE ASSENTE

Il dialogo e la comprensione reciproca tra genitori e figli gay, la famiglia come luogo di vera crescita per i ragazzi gay
Rispondi
Avatar utente
progettogayforum
Amministratore
Messaggi: 5949
Iscritto il: sabato 9 maggio 2009, 22:05

FIGLIO GAY E PADRE ASSENTE

Messaggio da progettogayforum » martedì 28 agosto 2012, 16:04

Buongiorno Project,
ho letto alcune pagine del suo blog, quelle dedicate ai genitori dei ragazzi gay e mi hanno aperto gli occhi su molte cose, ma vorrei avere la possibilità di parlare un po’ con lei perché penso che possa aiutarmi a trovare la strada giusta. Le accenno di che cosa si tratta, poi preferirei magari approfondire privatamente.
Ho 46 anni e sono sposato da 21, mia moglie ne ha 44. Abbiamo avuto un solo figlio, che chiamerò Luca, che adesso ha 18 anni e farà la maturità l’anno che sta per cominciare. Premetto che la mia vita familiare non è mai stata tranquilla. All’inizio il rapporto con mia moglie era buono, è nato Luca e tutto sembrava andare per la strada giusta. Non sono mai stato troppo espansivo, è vero, ma pensavo di avere con mia moglie un rapporto serio, poi si sono messi in mezzo i suoceri, persone di livello sociale ed economico decisamente più altro del mio, che hanno messo in mente a mia moglie che il rapporto che aveva con me non era il massimo, che lei meritava molto di più ecc. ecc.. Sono cominciate le incomprensioni, sempre amplificate dai suoceri (io già all’epoca non avevo più i genitori). Mia moglie ha cominciato a frequentare un suo vecchio amico non sposato, la cosa a me non stava bene ma a lei questo non interessava. Quando Luca aveva 4 anni, mia moglie ha chiesto la separazione. Io non volevo perché c’era mio figlio di mezzo. L’appartamento dove vivevamo era dei suoceri. Le ho detto che non le avrei permesso una separazione consensuale perché lei voleva stare con il suo amico e che era solo quella la ragione della separazione. In realtà penso che il vero motivo fosse che si sentiva frustrata dall’avere sposato un uomo come me, che chiaramente non era alla sua altezza. Convivevamo ancora ma era una cosa insopportabile. Siamo finiti in tribunale, lei aveva i mezzi per farsi valere, io non avevo minimamente pensato a procurarmi le prove della sua relazione col suo amico perché fare una cosa del genere mi ripugnava proprio, lei ha negato spudoratamente tutto e io sono passato come marito e padre psicopatico. Risultato: lei ha avuto l’affidamento di Luca, io me ne sono dovuto andare da casa e ho dovuto pure provvedere al mantenimento di mio figlio. Sono andato a vivere in un appartamentino lontanissimo dal centro e da dove lavoro e sono costretto a fare ore e ore di tram, perché non ho neppure la macchina. Vedevo mio figlio periodicamente, passava con me alcuni pomeriggi, e avevo l’impressione che lo avrei perduto definitivamente perché stava acquisendo la mentalità di mia moglie e di mio suocero, mi chiedeva sempre cose troppo costose, era un po’ come se quando stava con me si sentisse in esilio rispetto al suo paradiso dorato, diciamo che questa azione di plagio è andata avanti finché Luca non ha avuto circa 16 anni, poi a un certo punto mi sono reso conto che qualcosa stava cambiando. Quando ha fatto 16 anni gli ho regalato un pallone di cuoio, era il massimo che potevo fare. Lui è stato contento e mi ha detto una cosa che non mi sarei mai immaginato, cioè mi ha chiesto di portarlo a casa mia. Siccome a casa non ci veniva mai era tutto in situazioni disastrose, come può essere la casa di un uomo solo che non ha un momento libero. Luca, con mio sommo imbarazzo ha visto che avevo le sue foto dappertutto, poi mi ha detto: “Papà, qua bisogna che facciamo un po’ di pulizie!” Era la prima volta che mi chiamava papà! Abbiamo fatto due bucati e poi li abbiamo stesi, poi ha voluto che andassimo a un campetto sterrato che sta vicino casa mia a provare il pallone, io in porta e lui tirava i rigori e li tirava fortissimi. È stata la prima volta che ho sentito veramente la presenza di mio figlio. Giocando a pallone si è tutto impolverato e si è rovinato le scarpe ma mi ha detto sorridendo: “Beh! Meglio!” L’ho riportato dalla mamma ma non sono salito come facevo di solito, ci siamo abbracciati (per la prima volta) sotto casa di mia moglie. Col passare del tempo le cose sono andate sempre meglio, il fatto che io non avessi quattrini non solo non era un problema ma in qualche modo lui lo vedeva come un merito. Circa un anno fa ha cominciato a fare un discorso che non mi sarei mai aspettato, mi ha detto che dopo la maggiore età non voleva restare con la mamma perché c’erano delle incomprensioni e pensava che non si sarebbero mai sanate, poi, rimanendo sempre sulle generali, mi ha detto che la madre pensava che lui fosse un po’ nevrotico e che lo aveva mandato, praticamente per forza, da una psicologa amica sua ma ha aggiunto: “ma a me il lavaggio del cervello non me lo fa nessuno!” Il giorno stesso che ha compiuto 18 anni mi ha chiamato e mi ha detto che sarebbe passato a casa verso le 16.00. Io l’ho aspettato, non sapevo esattamente che cosa sarebbe successo, ma si è presentato con un borsone e in pratica si è stabilito da me. La sera mi ha detto: “Ti devo parlare seriamente” e lì mi ha detto che era gay, che la madre lo aveva scoperto e che aveva fatto di tutto per fargli cambiare idea, dai ricatti economici alla emarginazione. Gli ho chiesto se aveva un ragazzo e mi ha detto di non essere stato mai con nessuno ma che si era preso una “cotta seria” per un suo compagno probabilmente eterosessuale. Io a mio figlio ho detto solo (e mi stavo mettendo a piangere) che io ero così felice che lui si fidasse di me fino a quel punto che non riuscivo a spiccicare una parola. È stato lui che mi ha abbracciato strettissimo, poi mi ha preso la testa fra le mani e mi ha detto: “Mi sa che sono proprio fortunato!” L’indomani siamo andati da Ikea e abbiamo comprato un divano letto da mettere nell’ingresso, in modo che avesse un po’ di privacy. Secondo quello che pensavo lui doveva avere la stanza e io sarei stato nell’ingresso, ma non ne ha voluto sapere e nella stanza ci sono rimasto io. Mia moglie ha avviato le pratiche per il divorzio e questo fatto per me è liberatorio. Quando siamo stati insieme dall’avvocato, l’avvocato stesso ha insinuato che io avessi portato via mio figlio alla madre giocando sul fatto che è gay perché gli avrei promesso di poter fare sesso liberamente in casa mia con i suoi amici. Giuro sulla mia testa che io ho saputo da mio figlio che è gay solo dopo che ha compito 18 anni e che una cosa come quella che ha etto l’avvocato non mi sarebbe mai passata per la mente, comunque mia moglie non si fatta scrupolo di raccontare all’avvocato, deformandoli del tutto, i fatti privati del figlio, cosa che mi sembra vergognosa e odiosa. Comunque da qui a pochissimo non ci saranno più rapporti di nessun genere con mia moglie. Quanto a mio figlio, adesso che ci conosciamo meglio so che è un ragazzo ottimo e che non si è fatto corrompere dai quattrini. Project, io ho bisogno di capire seriamene che cosa significa essere gay perché ho un figlio gay, che ormai e maggiorenne, e voglio fare il papà come si deve, perché mio figlio mi vuole bene e questo è per me il periodo più bello della mia vita.
Sinceramente [lettera firmata]

Alyosha
Utenti Storici
Messaggi: 2474
Iscritto il: mercoledì 20 ottobre 2010, 0:41

Re: FIGLIO GAY E PADRE ASSENTE

Messaggio da Alyosha » martedì 28 agosto 2012, 17:54

Project questo post arriva in un momento particolarissimo. Ennesima lite a casa mia con mia madre, snervante, diversa dalle altre e dolorosa. So che mia madre non si pone problemi rispetto allaa mia omosesssualità e tuttavia nella lite con lei, mentre lei cercava di discolparsi tirando fango su mio padre si è lasciaata scappare che lui di me si vergogna. Premetto che so del fatto che si vergogni da quando sono nato e che giusto da poco qualche passetto mio padre ha cominciato a farlo. Vedi capisco il suo punto di vista e non è facile accettare l'idea di avere un figlio gay, capisco che si deve abituare alla cosa e che gli serve tempo e che di tempo infondo ne abbiamo. Però ho visto una persona che è stata corretta nel dirmi delle sue resistenze e una madre che mentre si lament ain continuazione dell'assenza del marito poi alla fine non gli vuole concedere il giusto spazio. Uno spazio che a fatica io e solo io gli ho costruito intorno. Litigare con mia maadre mi atterra, è una fatica immenza rimmettere le cose al loro posto e non lasciarsi trascinare dalle sue distorsioni.
Dico con enorme sicerità che vuoi per la tensione del momento vuoi perché infondo anche in modo completamente diverso sta succedendo al stessa cosa a me, sono scoppiato in lacrime leggendo. Padre assente e madre possessiva fanno ssempre la patta fra di loro, questo vorrei dirlo a tutti coloro che demonizzano il padre e venerano la madre.
Al padre dico due cose. La prima è che deve ritenere una fortuna avere un figlio gay, perché per paradosso questa situazione ha rimesso in campo la possibilità di un rapporto completamente nuovo. Condivido tutta la gioia del momento e che il padre trasmette con chiarezza. Suo figlio non può che essere felice di avere ritrovato un padre di qeusto può starne certo. Lo stimoli a crescere e a diventare autonomo economicamente prima di tutto, è una cosa essenziale per un gay. Sa di avere il sostegno del padre e solo un gay può capire quanto questo è importante. Con la figura maschile si dovrà confrontare in ogni rapporto che cercherà di costruire e tanto dei disagi relazionali che hanno i gay e di mancanza di equilibrio nei rapporti dipendono da questo rifiuto originario, che rischia purtroppo di non sanarsi mai.
Insomma non esiterei a dirlo ma quello che sta succedendo dai fatti raccontati nel post è quasi un miracolo. Se posso essere sincero mi piacerebbe che i genitori di ragazzi gay fossero presenti in questo forum un pò di più. Sia per comunciar ele loro resistenze che per dare il punto di vista di un padre o di una madre nei mille problemi che un ragazzo ha. Anche per sanare un pò questo conflitto generazionale nel quale figli e genitori sembrano destinati a scontrarsi e a questa sorta di dialogo fra sordi.
Qualcuno diceva che si può imparare a nuotare solo nuotando a questo genitore mi sento di dire che stare dentro le cose è il modo migliore per capirle e che se accettasse un dialogo e un confronto qua dentro a guadagnarci non sarebbe soltanto lui, ma senza ombra di dubbio anche noi.

Avatar utente
Tom
Messaggi: 189
Iscritto il: sabato 21 luglio 2012, 20:23

Re: FIGLIO GAY E PADRE ASSENTE

Messaggio da Tom » martedì 28 agosto 2012, 20:54

Post bellissimo. Per una volta l'omosessualità non alimenta conflitti ma unisce. Ho massima stima per l'autore della lettera.
"La vita giusta è quella ispirata dall'amore e guidata dalla conoscenza"
(B.Russell)

Avatar utente
FreedomTower
Messaggi: 137
Iscritto il: domenica 1 luglio 2012, 0:16

Re: FIGLIO GAY E PADRE ASSENTE

Messaggio da FreedomTower » martedì 28 agosto 2012, 22:43

Non ho molto da dire, dirò poco, inanzi tutto una persona meravigliosa questo padre e anche molto giusta e corretta perchè poteva farsi più giustizia andando a ripescare le prove dall'amante frequentato dalla moglie ma non l'ha fatto, poi bellissimo come la lontananza e l'amore del figlio hanno reso ogni tipo di pregiudizio nullo, anzi forse la lontananza di qualcuno a volte può purificare un rapporto dalla fuliggine della vita ordinaria uno accanto all'altro, per fortuna esiste gente così buona!
Don't make me sad
Don't make me cry
Sometimes Love is not enough when the road gets tough
I don't know why

Avatar utente
Telemaco
Amministratore
Messaggi: 682
Iscritto il: sabato 26 giugno 2010, 23:05

Re: FIGLIO GAY E PADRE ASSENTE

Messaggio da Telemaco » mercoledì 29 agosto 2012, 13:39

E' una mail veramente bellissima, mi ha colpito molto.

Le vicende di vita di tutte le persone che si raccontano qui e altrove mi sembrano dimostrare sempre di più quanto male potrebbe essere evitato se le persone non desiderassero in maniera feroce, disperata, spasmodica una "normalità" che nemmeno loro sanno esattamente cosa sia.

In questo caso la bramosa sete di "posizione sociale" della signora ha rischiato di distruggere ben due vite, ma alla fine per fortuna è stata sconfitta.

L'unica perdente nella vicenda è infatti proprio la mamma-strega: desiderava controllare ogni cosa, desiderava impadronirsi di ogni aspetto delle vite altrui per plasmare e modificare le persone che ne fanno parte a proprio piacimento; forse aveva in mente come obiettivo qualche telenovela del primo pomeriggio. Ebbene, nonostante la sua spietata determinazione, nonostante i suoi squallidi colpi bassi e i suoi meschini tentativi manipolatori, alla fine è stata completamente plagiata dai suoi genitori e ora la sua vita è esattamente come essi desideravano.

Spero per lei che non se ne accorga mai.

Il papà della mail chiede cosa significhi avere un figlio gay; a me personalmente viene da rispondere che non significa altro che avere un figlio. E' chiaro, si innamorerà di un ragazzo invece che di una ragazza. Ma a parte ciò, non c'è proprio nulla da aggiungere; il ragazzo si innamorerà, avrà le sue storie, dovrà studiare, dovrà diventare indipendente, dovrà lavorare, dovrà divertirsi, dovrà vivere.

Però, in questo caso specifico, aggiungo che questo ragazzo avrà una fortuna in più, un formidabile privilegio che non sempre esiste: un papà con cui instaurare una comunicazione seria e autentica, un papà di cui potersi fidare.
# Non basta un giorno di freddo per gelare un fiume profondo.
(Gǔlǎo de zhōngguó yànyǔ)

Avatar utente
serpentera
Messaggi: 430
Iscritto il: martedì 24 agosto 2010, 19:37

Re: FIGLIO GAY E PADRE ASSENTE

Messaggio da serpentera » mercoledì 29 agosto 2012, 15:26

Storia che mi ha commosso!
Questo racconto conferma ancora una volta che non è la "posizione sociale" e i "quattrini" a fare grande una persona!
Il consiglio per il padre di questo ragazzo è quello di continuare ad essere sé stesso come è stato fino ad ora perchè questa intrapresa è la strada giusta per raggiungere la serenità del proprio figlio e per quella personale!

Auguri!

giorgio82
Messaggi: 93
Iscritto il: lunedì 30 gennaio 2012, 1:28

Re: FIGLIO GAY E PADRE ASSENTE

Messaggio da giorgio82 » mercoledì 29 agosto 2012, 17:40

complimenti. Questa assenza del padre evidentemente non c'è stata. Ok, non vivevi con lui, lo vedevi poco,ma,evidentemente, la tua presenza era molto,molto più forte di quello che ti potevi immaginare.
Sono d'accordo solo in parte con Telemaco. Ok avere un figlio gay significa solo avere un figlio, sono d'accordo,ma non mi pare giusto farla così semplice. C'è qualche difficoltà in più sulla costruzione della propria personalità, c'è la paura, c'è la solitudine, c'è la sofferenza, c'è la difficoltà di decodificare un mondo così "strano".

C'è la sicurezza che con un papà così il percorso non potrà che essere in discesa....

gianluca30
Messaggi: 1
Iscritto il: martedì 11 settembre 2012, 22:31

Re: FIGLIO GAY E PADRE ASSENTE

Messaggio da gianluca30 » martedì 11 settembre 2012, 22:47

E' una storia bellissima, lei è un padre fantastico.

Rispondi