Riflessioni sui genitori di ragazziE omosessuali

Il dialogo e la comprensione reciproca tra genitori e figli gay, la famiglia come luogo di vera crescita per i ragazzi gay
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Machilosa
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Riflessioni sui genitori di ragazziE omosessuali

Messaggio da Machilosa » domenica 24 febbraio 2013, 17:01

Il primo impatto di un genitore di fronte alla scoperta dell'omosessualità delLa figlioA ben difficilmente è sereno, anche quando il genitore in questione è notoriamente di mente aperta e progressista.
I pianti non mancano quasi mai e iLa figlioA si sente spesso rifiutato o non del tutto accettato, benchè il genitore abbia agito in buona fede.
UnA figlioA ha bisogno di un abbraccio, di essere rassicurato che tutto andrà bene e che non cambierà nulla. Però, molte volte, lo shock paralizza il genitore e l'ignoranza parla al posto suo.
Possiamo biasimare un genitore per questo? Quali sono i motivi che spingono un genitore ad agire in un determinato modo?

1) Stereotipi e pregiudizi: finchè l'argomento non ti tocca, è ben difficile che ci si informi in maniera approfondita sull'omosessualità; la televisione ne parla spesso, ma il più delle volte in maniera superficiale e talora addirittura negativa; l'omosessualità appare come una situazione distante e surreale, i cui problemi principali si riducono a matrimonio e omogenitorialità. Di adolescenti omosessuali si parla, invece, ben poco. Alcuni esempi di stereotipi diffusi: "l'omosessualità è una scelta", "gli omosessuali sono promiscui", "gli omosessuali sono esibizionisti e ridicoli" "gli omosessuali sono malati, ma possono guarire" "l'omosessualità è una fase; se non lo è, si tratta della mancata evoluzione dell'adolescente verso una sessualità sana e naturale".

2) Sensi di colpa: sempre a causa dei pregiudizi di cui la società è imbevuta, i genitori avvertono come prima cosa un forte senso di colpa:"cos'ho sbagliato???" Da qui, la loro speranza di poter rimediare, non solo per il bene del figlio, ma anche per poter sollevare la propria coscienza: "Ma no, è una fase!" "Devi solo trovare la persona giusta che ti guarisca!" "Io ti ho fatto normale, mica gay!".

3) Ansia per il futuro del figlio: un genitore, il più delle volte, ha a cuore l’incolumità dei figli e desidera il loro successo e la loro realizzazione; purtroppo, spesso il genitore giudica col proprio metro ciò che per i figli dovrebbe essere il meglio ed agisce di conseguenza. Ne sono un esempio i genitori che deresponsabilizzano i figli, prolungando la loro adolescenza all’infinito, o che rifiutano il loro orientamento sessuale, reputandolo “una scelta nociva”. Sempre in questa chiave vanno lette molte reazioni dei genitori, che spesso danno l’impressione di essere dettate dal mero egoismo (quando, in realtà, si tratta dell’esatto opposto): “Non dirlo in giro!” “La vita privata è tua non devi sbandierarla!”; c’è poi la paura dettata dagli stereotipi: “Fai attenzione! I gay hanno l’AIDS! I gay sono pedofili!”

4) Credenze religiose: sono forse l’ostacolo più duro da abbattere, quando ben radicate. Ma quanto sono ben radicate le credenze religiose, al giorno d’oggi? Poco, mi sentirei di direi, almeno per una grande maggioranza di persone, nel nostro paese. Probabilmente sono più gli altri punti ad influire sulla reazione negativa di un genitore, che non questo.

5) Confusione in merito a orientamento sessuale e identità di genere: l’orientamento sessuale sappiamo tutti cos’è; l’identità di genere crea spesso qualche confusione; per “identità di genere” si intende la percezione che si ha del proprio corpo; un omosessuale si trova perfettamente a suo agio con la propria identità maschile o femminile e non desidera cambiare sesso. Diverso è il caso del transessuale: transessuale è una persona che, indipendentemente dall’aver intrapreso o meno un percorso di transizione per cambiare sesso, sente di possedere un’identità femminile o maschile pur avendo un corpo biologicamente di sesso opposto. L’orientamento sessuale non va di pari passo con l’identità di genere; per quanto statisticamente si tratti di casi rari, esiste comunque anche ilA transessuale omosessuale o bisessuale (per esempio, la femmina che transita per diventare uomo ma è attratta dagli uomini).


Di fatto, per come stanno le cose in questo momento storico ed in questa nazione, è impossibile pretendere l’immediata ed incondizionata accettazione del proprio orientamento sessuale da parte di un genitore. Al di là di tutte le stupidaggini che un genitore può dire (“è una fase”, “guarirai”, “non dirlo in giro” etc.) dobbiamo prendere per segnali positivi la propensione a cercare di capire e il volerne parlare. L’ottusità è la bestia più difficile da sconfiggere, ma col dialogo si possono fare molti passi avanti, perciò non biasimiamo troppo lo sgomento iniziale di un genitore. Purtroppo, la piena accettazione richiede necessariamente un tempo variabile da qualche mese a qualche anno, ma raramente il rifiuto perdura all’infinito; questa variabilità dipende dalla personalità del genitore, dalla sua apertura mentale, ma anche dall’impegno delLa figlioA omosessuale. Essere omosessuali oggi in Italia non è un dramma, ma richiede certamente un impegno ed una consapevolezza che ad una persona eterosessuale non sono richieste.
Come si può lavorare su un genitore? IlA primoA a doversi accettare è ilA figlioA. Deve essere preparatoA Lui/lei stessoA sull’argomento e saper smontare punto per punto i dubbi del genitore. L’ignoranza si combatte con la competenza! Fondamentale è sconfiggere gli stereotipi e i pregiudizi. E’ importante far capire ad un genitore che nulla della sua condotta ha determinato né avrebbe potuto cambiare l’orientamento sessuale del figlio. Sul web si possono reperire molte dichiarazioni ufficiali da parte delle istituzioni competenti, come l’Ordine Nazionale degli Psicologi o l’American Psychological Association.
Spesso i sensi di colpa sono acuiti dalla percezione della sofferenza delLa figlioA. EssoA dovrebbe cercare, nel momento in cui fa coming out, di non apparire troppo angosciato e depresso. Più facile a dirsi che a farsi! Per questo, credo che una lettera dettagliata possa funzionare meglio di tante parole: in questo modo, chi scrive ha la possibilità di spiegarsi meglio e di mascherare le proprie emozioni, mentre il mittente può rileggere più volte la lettera sino ad afferrarne appieno il contenuto.
Per quanto riguarda la religione, molti gay hanno pronte sulla punta della lingua frecciate di odio nei confronti delle persone di fede, specie se cattolica. Un po’ di ragioni ce l’hanno, per carità, ma non mancano figure religiose, talora anche di spicco, che si sono espresse favorevolmente nei confronti dell’omosessualità. Se si ha a che fare con genitori molti religiosi è importante documentarsi anche su questo punto per controbattere le loro obiezioni.
Esistono anche associazioni che supportano le persone omosessuali e le loro famiglie, come AGEDO (Associazione Genitori e amici di persone Omosessuali e transessuali).
Vi lascio il link ad un interessante articolo con tante storie di famiglie che, dopo il primo drammatico impatto, hanno abbracciato pienamente la causa dei propri figli e che ora lottano in prima fila per i loro diritti.
http://italia.panorama.it/Famiglia-amp- ... a-sono-gay

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Gio92
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Re: Riflessioni sui genitori di ragazziE omosessuali

Messaggio da Gio92 » domenica 24 febbraio 2013, 17:37

bellissimo questo topic!!

mi sono rispecchiato tantissimo in tutti i punti che hai descritto, ovviamente dal lato "figlio", non dal lato "genitore". Ma devo dire che mia madre specialmente ha superato questi punti e ora non ci pensa neanche più, tanto per lei non cambia nulla se sono gay.

E poi questa frase mi è piaciuta moltissimo:
EssoA dovrebbe cercare, nel momento in cui fa coming out, di non apparire troppo angosciato e depresso. Più facile a dirsi che a farsi! Per questo, credo che una lettera dettagliata possa funzionare meglio di tante parole: in questo modo, chi scrive ha la possibilità di spiegarsi meglio e di mascherare le proprie emozioni, mentre il mittente può rileggere più volte la lettera sino ad afferrarne appieno il contenuto.
Condivido al 100%. Anche se forse la lettera non è il miglior modo perchè mi sembra una cosa troppo malinconica.
E' chiaro che se un ragazzo/a omosessuale dice al proprio genitore "sono omosessuale" con una faccia da funerale, il genitore la prende come una cosa negativa. Io infatti l'ho sempre pensato, anche se il CO con mia madre è stato proprio un disastro ma comunque alla fine le cose sono andate bene :)
Non è forte chi non cade, ma chi cade ed ha la forza per rialzarsi!

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