L’orgoglio che ci ucciderà

Che cosa significa essere gay
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teo_06
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Re: L’orgoglio che ci ucciderà

Messaggio da teo_06 » venerdì 17 giugno 2011, 12:22

Parole sante Cagliostro! concordo tantissimo anche con te BlackSwan, in tutto quello che hai scritto! se devo sentirmi rappresentato da lady gaga..anche io d'ora in poi mi riterrò diversamente etero! ;) Mi fa piacere leggere che non sono l'unico a pensarla in questo modo riguardo ai Pride...credo che non esprimano per niente cosa vuol dire essere Gay...e che servono solo a renderci più antipatici alla società...non mi meraviglio che la gente abbia una visione distorta dell'omosessualità!
Are you lost or incomplete?
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Tell me how you feel?
Well I feel like they're talking in a language I don't speak [Coldplay]

Torrismondo
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Re: L’orgoglio che ci ucciderà

Messaggio da Torrismondo » venerdì 17 giugno 2011, 13:17

Allora, nemmeno io ho mai amato il Pride, avendolo sempre visto come una (eufemisticamente) goliardica adunata. In sè infatti non ci vedo poi così tanto senso, preferisco gl'incontri e dibattiti che fanno in Università e simili. D'altronde è vero che questi ultimi non fanno notizia, mentre vedere altro si.
Ma obiettivamente non so a quanto serva... intendiamoci, non che non serva in sè protestare, ma vedo che, alla fine, le opinioni di parte avversa non cambiano (e quindi a che è servito?), anzi, ho letto il giornale il giorno dopo e c'erano lettere fortemente critiche.. quindi un buco nell'acqua. Certo, ce la raccontano magari che è andata bene, tanto non ci crede nessuno...

Non mi pronuncio su Lady Gaga, non ho voglia di discuterne musicalmente e nemmeno sull'opportunità o meno che vi fosse.
Velle parum est: cupias ut re potiaris oportet (Ov. Ex Ponto I 1, 35)

guy21
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Re: L’orgoglio che ci ucciderà

Messaggio da guy21 » venerdì 17 giugno 2011, 13:21

concordo con gli altri e sopratutto con blackswan, quello che non capisco è che continuano a fare il gioco degli omofobi, cioè più fanno cose così steoreotipate e scherzose ai limiti della decenza e rispetto, più tutto quello per cui si battono se davvero lo fanno si allontana, ed è una cosa incredibile non trovate?
allora io mi domando se non ci sono interessi dietro cioè se uno vende la sua immagine la sua persona pur di fare i suoi interessi tradendo per ciò in cui uno crede e combatte ecco questo mi chiedo.
ma non è una domanda riferita solo a questo ma anche a tutto il resto che va bè qua non c'entra. il fatto è che queste manifestazioni credo le fanno da anni giusto?
e allora come è possibile che ogni volta si ripetono le stesse cose e non capiscono che così peggiorano solo la situazione? ci sono o ci fanno? cioè non riesco a capire perchè si continua ad andare avanti per questa strada come se il nostro mondo quello creato da project fosse un mondo a parte cioè compleatamente isolato da quello reale. io credo che però questa cosa succede anche negli altri "mondi" e che esistano mondi reali quelli più nascosti e mondi stereotipati e fasulli quelli che ci vogliono far vedere loro.
perchè qualche volta non fanno vedere cavolo un ragazzo gay non stereotipato che piange che lotta non queste carnevalate. perchè poi passa il messaggio che siamo tutti contenti e felici e che facciamo queste carnevalate per stare insieme che siamo tutti forti e che ci deridiamo da soli. invece è quasi tutto il contrario, siamo soli e isolati, ci nascondiamo ecc....
veramente certe volte non riesco a capire queste cose, più cerco di capirle,
più mi vengo risposte stupide che qualche volta sono quelle vere e io mi meraviglio perchè penso che siamo tutti intelligenti ma quando sento certe cose mah mi cascano le braccia.
eh povera italia noi che un tempo eravamo apprezzati da tutti e da tutto, con tutta la nostra storia, ora siamo lo zimbello di tutti. mah come dobbiamo fare!

br_ba_bo_ba
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Re: L’orgoglio che ci ucciderà

Messaggio da br_ba_bo_ba » venerdì 17 giugno 2011, 16:05

La natura del Pride è stata snaturata dall'evento stesso. Se l'omosessuale ha bisogno di essere riconosciuto perché in minoranza (vero), non dovrebbe parlare di orgoglio: l'orgoglio implica superiorità, questo qualsiasi moderato lo sa bene.
Dimostrazioni radicali ed estremiste (sì, perfino nell'ottica Gay) restano appannaggio di chi condivide quel genere di opinioni assolute, ed è convinto che la sua verità sia l'unica possibile.
Per il resto gli interessi esistono, e non stiamo parlando certo di superficiali complottismi: un interesse basato su un mondo considerato innocente, il "no profit", il mondo delle organizzazioni di volontariato che accomunano innumerevoli individui, praticamente ovunque. Questi eventi non sono organizzazioni spontanee, ma spesso addirittura politicizzate (intendiamoci, non c'è nulla di male nella politica), come se l'orientamento sessuale dei singoli, con tutte le sue infinite sfaccettature, potesse avere una parte politica.
Fama, influenza e denaro sono (spesso senza cattiveria manifesta) i motori trainanti di questo degrado, dovuti ad una volontà comunitaria sviluppata sotto la guida di individui poco idonei.
"Rose tints my world,
Keeps me safe from my trouble and pain!"

Johnny
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Re: L’orgoglio che ci ucciderà

Messaggio da Johnny » venerdì 17 giugno 2011, 17:17

C'è un interesse di circuto economico e di potere, le discoteche gay almeno a Roma hanno tutti degli sponsor che sono le associazioni e a loro volta le associazioni hanno il loro partito politico che li segue. Se un gay fosse accettato nella società ed io potrei rimorchiare anche in un locale normale, chiuderebbero tutte le discoteche gay, e le associazioni, come sta avvenendo in Olanda.

Mamma mia come sono contento che la pensiate cosi, quando prendo quest'argomento con altri gay, mi tacciano per omofobo.

br_ba_bo_ba
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Re: L’orgoglio che ci ucciderà

Messaggio da br_ba_bo_ba » venerdì 17 giugno 2011, 18:10

Ho avuto modo di constatare (per esperienza personale, diretta) che è più semplice redimere un "etero omofobo" piuttosto che un "gay ortodosso" (leggi radicale).
Questa omofobia è sulla bocca di tutti ormai, e fa davvero molto piacere anche a me vedere che qui, al contrario di molti altri spazi (virtuali e reali) ci sono persone che ragionano con la loro testa.
Non c'è bene più prezioso...
"Rose tints my world,
Keeps me safe from my trouble and pain!"

Ilex
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Re: L’orgoglio che ci ucciderà

Messaggio da Ilex » venerdì 17 giugno 2011, 18:28

Non posso che assentire alle parole di Irene.
L'orgoglio si addice al merito, e, in virtù alla mia esperienza personale, ma convinto di parlare per la stragrande maggioranza degli individui omosessuali, se non per tutti, mi sento di poter affermare che l'orientamento sessuale-affettivo non possa rappresentare un merito nell'identico modo in cui non possa costituire una colpa. Non si tratta di una scelta ardita di cui poter ostentare la fierezza, come nemmeno di una imposizione subita o di una corruzione meritevole di biasimo. Si tratta di una condizione connaturata all'essere, ora, si potrebbe disquisire se geneticamente determinata, o più verosimilmente, almeno a parer mio, venuta ad articolarsi nelle primissime fasi della vita intra ed extrauterina in risposta ad una moltitudine di variabilissimi stimoli ormonali, neuronali e, perché no, spirituali, ma questa rimane un'elemento strutturale dell'individuo in grado di modellarne il carattere e la personalità, ma non di per sé portatore di valore aggiunto.
L'esibizione della sessualità rappresenta invece una scelta di comportamento, magari dettata da bisogni profondi, magari dal semplice desiderio di attenzione, della quale l'esibente si assume responsabilità e meriti, se ce ne sono, potendo a buon diritto rivendicarne il diritto di orgoglio. questo tipo di scelta, risulta inevitabilmente esposta a giudizi di adeguatezza all'ambiente in cui viene esercitata.
Il Pride, dunque, a mio avviso ha peccato nei contenuti del proprio manifesto; non si sarebbe dovuto rendere paladino della difesa dei diritti degli omosessuali in toto, ma del diritto di esercitare liberamente in pubblico le proprie pulsioni sessuali. Se così fosse stato, mi sarei sentito libero di assistere da spettatore esterno, libero di non sentirmi coinvolto nell' orgoglio per una sessualità mai esercitata e pertanto impossibile da esibire.

Per quanto riguarda le speculazioni pubblicitarie, trovo che le pubbliche manifestazioni, per definizione, ne rappresentino l'esca più efficace, ma non trovo più deplorevole il fatto che una cantante si faccia paladina dei diritti dei gay, di quanto non lo sia il comportamento di tanti personaggi di fama che prestano la loro immagine per sponsorizzare operazioni umanitarie.
Della presenza di Lady Gaga ho apprezzato una cosa: lei nota a tutti per le sue bizzarrie e per i suoi eccessi, per una serata dal dichiarato intento di rivendicazione di diritti fondamentali, ha scelto un abbigliamento e un contegno nell'esibizione, molto più sobrio del fare di tanti manifestanti.

Nicomaco
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Re: L’orgoglio che ci ucciderà

Messaggio da Nicomaco » venerdì 17 giugno 2011, 19:01

Ilex ha scritto:Il Pride, dunque, a mio avviso ha peccato nei contenuti del proprio manifesto; non si sarebbe dovuto rendere paladino della difesa dei diritti degli omosessuali in toto, ma del diritto di esercitare liberamente in pubblico le proprie pulsioni sessuali. Se così fosse stato, mi sarei sentito libero di assistere da spettatore esterno, libero di non sentirmi coinvolto nell' orgoglio per una sessualità mai esercitata e pertanto impossibile da esibire.
Condivido. E’ un modo molto elegante e plastico per dire che l’errore del manifesto del Pride è forse stato proprio quello di essere una parte (della realtà gay) che, persa consapevolezza di essere per l’appunto solo una parte, ha preteso contraddittoriamente di voler rappresentare un tutto, in questo modo suscitando tante reazioni indignate. E poi anch’io sono per il rispetto delle reciproche autonomie, che vuol dire rispetto anche della specifica individualità di ogni persona.
La verità, vi prego, sull'amore (W.H. Auden)

br_ba_bo_ba
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Re: L’orgoglio che ci ucciderà

Messaggio da br_ba_bo_ba » venerdì 17 giugno 2011, 19:22

...mi sento di poter affermare che l'orientamento sessuale-affettivo non possa rappresentare un merito nell'identico modo in cui non possa costituire una colpa.
Esattamente, è una condizione, una caratteristica. Sentirsi fieri nell'essere Gay equivale a sentirsi fieri di essere grassi, magri, alti, bassi, estroversi, scontrosi, affabili, eccetera.
Considero, forse con un po' di astio, chi è fiero di "essere qualcosa" molto simile ai ragazzi di quel gruppo che, qualche decennio fa, si sentivano fieri di avere i capelli biondi, gli occhi azzurri e la pelle bianca (non ricordo davvero come si facevano chiamare... :? ).
...ma non trovo più deplorevole il fatto che una cantante si faccia paladina dei diritti dei gay, di quanto non lo sia il comportamento di tanti personaggi di fama che prestano la loro immagine per sponsorizzare operazioni umanitarie.
Non sono del tutto d'accordo: credo dovremmo separare le rivendicazioni sociali e politiche dai progetti umanitari.
Di certo, chi si occupa dell'immagine delle varie "star" sa bene che un cantante impegnato nel no profit è apprezzato dai suoi fans, e che il suo interesse per il benessere dei meno abbienti è puramente strategico; ma come dico sempre, lo stereotipato bambino ugandese dal ventre gonfio potrebbe anche essere grato al ricco cantante occidentale.
Anche se gli aiuti umanitari vengono erogati per ragioni di immagine (poco nobile, vero) restano sempre aiuti; non credo che i suddetti ugandesi (esempio a caso, non sono certo i soli), tranne qualche eccezione, si metterebbero a sparare ai volontari perché si sentono sfruttati o strumentalizzati.
Finito il breve OT, ma era solo per dire che a volte possiamo anche passar sopra ai mezzi usati, in nome di un fine più positivo.

Logicamente Lady Gaga non presenta questo risvolto. Ricordo quando si fece passare per transessuale imbottendosi le mutande: anche se in genere apprezzo l'intraprendenza in una persona, mi è quasi scoppiata una vena all'idea di essere paragonata a un personaggio simile.
La cosa poi non ebbe troppo seguito, ma per fortuna ci sono sempre Luxuria, Platinette e compagnia bella a garantirmi una minima mai sotto i 110. :mrgreen:
"Rose tints my world,
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Nicomaco
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Re: L’orgoglio che ci ucciderà

Messaggio da Nicomaco » venerdì 17 giugno 2011, 19:43

Ilex ha scritto:L'orgoglio si addice al merito, e, in virtù alla mia esperienza personale, ma convinto di parlare per la stragrande maggioranza degli individui omosessuali, se non per tutti, mi sento di poter affermare che l'orientamento sessuale-affettivo non possa rappresentare un merito nell'identico modo in cui non possa costituire una colpa. Non si tratta di una scelta ardita di cui poter ostentare la fierezza, come nemmeno di una imposizione subita o di una corruzione meritevole di biasimo. Si tratta di una condizione connaturata all'essere, ora, si potrebbe disquisire se geneticamente determinata, o più verosimilmente, almeno a parer mio, venuta ad articolarsi nelle primissime fasi della vita intra ed extrauterina in risposta ad una moltitudine di variabilissimi stimoli ormonali, neuronali e, perché no, spirituali, ma questa rimane un'elemento strutturale dell'individuo in grado di modellarne il carattere e la personalità, ma non di per sé portatore di valore aggiunto.
Colgo l’occasione per ricordare invece quello che si riteneva ancora non molto tempo fa in proposito.
Proprio il giorno del Pride, sul TG3 dell’ora di pranzo è stato mandato un servizio dedicato ad un caso riguardante un tentativo disumano di riconversione sessuale di un bimbo che aveva quattro anni negli anni settanta. I genitori, che avevano altri due figli (un maschio e una femmina) avevano scoperto questo bimbo giocare con le bambole della sorella e si erano rivolti ad uno psicologo (o non so che altro potesse essere), il quale suggerì loro come terapia di riconversione una severa punizione per ogni tentativo del bimbo di giocare anche in quel modo. Il bimbo è poi cresciuto con quali sofferenze il servizio ha taciuto. Quel che il servizo ha invece detto è che, qualche giorno dopo la nascita del nipotino, figlio mi pare di suo fratello (avvenuta qualche anno fa), quest’uomo si è suicidato.
Ecco. Vi confesso che avere visto questo servizio è stato per me come prendere un pugno nello stomaco.
La verità, vi prego, sull'amore (W.H. Auden)

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