Confesso che questa discussione mi ha fatto riflettere molto, specie la questione dell'omofobia interiorizzata. Lì per lì mi ha spaventato l'idea che potesse riguardarmi.
diversodachi ha scritto:"Sono gay, ma non frequento i locali gay."
"Sono gay, ma non ascolto Britney Spears, Madonna o Lady Gaga."
"Sono gay, ma non vado al Pride."
"Sono gay, ma sono attivo."
"Sono gay, ma non sono effemminato."
"Sono gay, ma contribuisco a diffondere l'omofobia."
Tranne per il fatto che apprezzo molto Madonna, mi riconosco un po' negli altri punti, ma diffondere l'omofobia è quanto di più lontano ci possa essere dai miei principi, dalle mie intenzioni!
Concordo nel condannare chi dice queste parole con ostentazione, credendo di essere meglio degli altri, ma generalizzare significa condannare anche chi, come me, si trova ad essere davvero un po' meno effeminato, a non frequentare locali gay ma per motivi ben diversi, dovuti al carattere introverso.
Al pride non mi è mai capitato di partecipare, ma solo perché non ho avuto occasione. Una mia amica mi descriveva l'euro-pride di Madrid come una festa bellissima che coinvolgeva l'intera città. Credo sia comunque una bella esperienza, che merita di essere vissuta.
Alyosha ha scritto:
Un piccolo appunto: la questione in questa sorta di barricata tra clun gay non è certo essere gay in un certo modo piuttosto che in un'altro. Cioè se per te essere gay significa l'elenco che ci hai fornito altrimenti non lo si è sino infondo (parafrasi del titolo del tuo post), infondo fai lo stesso errore che a mio giudizio spesso si fa in questo forum, ovvero, negare valore a fette di realtà. Esiste e come un'altro modo di essere gay, che non significa essere gay ma non troppo, anzi esistono mille modi di essere gay e ognuno trova il suo. Sarebbe sufficiente non creare barricate, ma per l'appunto commistioni, contaggio.
Appunto, sottolineerei questo concetto. Estremizzare è comunque sbagliato. Questo ragionare per clun, pensare di appartenere ad un gruppo che è quello giusto, a scapito degli altri.
"
Negare valore a fette di realtà" è la causa madre dei nostri problemi, è proprio l'atteggiamento della maggioranza verso qualunque diversità.
Pure io in presentazione ho criticato lo stereotipo, forse generalizzando a mia volta, in senso opposto: se sento il dovere di difendere tutti i modi di essere gay, anche quelli che non prevedono l'erezione di templi a Lady Gaga , o l'andare in giro tassativamente con attillatissimi pantaloni fluorescenti ^^, d'altra parte devo rispettare anche quelli che lo prevedono.
Etichettare di superficialità chi ha la sincera esigenza di apparire è sbagliato, come lo è etichettare i più "sobri" come untori dell'omofobia.
D'altronde i cosiddetti estremi esistono: da una parte c'è chi, se non hai il giusto paio di scarpe, quello firmato, non ti rivolge proprio la parola (e credetemi, parlo per esperienza personale), dall'altra magri c'è chi vuole fare il macho e assume un atteggiamento insopportabilmente maschilista e mi riferisco al "ma sono attivo"," ma sono maschio" E secondo me ad assumere questi comportamenti estremi sono proprio i più fragili.
Non è questione di omofobia irrisolta , ma proprio l'esigenza di affermare la propria identità, come dice Machilosa. Identità già minata dalle discriminazioni eterocentriche.
Arriviamo a raggiungere un fragile equilibrio interiore con tanta fatica e angosce. E' normale ritrovarsi con un'identità non fortissima. Fuggire dagli stereotipi è il primo istinto che dovrebbe venire. Cioè fuggire tutto ciò in cui non ci si riconosce, non forzarsi appunto.
Alyosha ha scritto:
Le diversità dovrebbero tutte incontrarsi come in una sorta di danza, un equilibrio in movimento solare e armonico, fertile, perché capace di creare cose nuove.
Complimenti Alyosha, è proprio un bel pensiero!