Teorie psicologiche sull'omosessualità

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barbara
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Teorie psicologiche sull'omosessualità

Messaggio da barbara » mercoledì 8 agosto 2012, 19:47

Prendendo spunto da un recente post , ho provato a ripercorrere sinteticamente le principali teorie sull’origine dell’omosessualità in ordine cronologico:

per facilitarne la lettura ho assegnato le seguenti faccine

:( teoria vicina al concetto omosessualità=malattia

:D teoria vicina al concetto omosessualità=comportamento naturale



Se leggete tutte le teorie , vi renderete conto che se la psicologia in passato affermava che l'omosessualità era una deviazione dalla norma, da un certo punto in poi ha cominciato ad affermare che l'omosessualità fa parte della norma , ed è solo uno dei modi che l'uomo ha di vivere la sessualità.


1870 -WESTPHAL : omosessualità come inversione sessuale (maschio effemminato, donna virile), è favorevole al manicomio :cry:

1885 LOMBROSO Lesbismo causato da ipertrofia clitoridea, propone la cauterizzazione del clitoride :cry:

1905 FREUD "L'omosessualità, certamente, non è un pregio, ma non è qualcosa di cui ci si debba vergognare, non è un vizio, una degradazione e neppure può essere definita una malattia :D ; noi la consideriamo come una deviazione delle funzioni sessuali , provocata da un certo blocco dello sviluppo sessuale. :cry: Molte persone stimabilissime, in epoca antica e moderna, sono state omosessuali, tra queste molti tra gli uomini più grandi (Platone, Michelangelo, Leonardo da Vinci, ecc...): è una grande ingiustizia perseguitare l'omosessualità come un reato, ed è anche una crudeltà..” :D
. “Evidentemente (lei) vuol sapere se posso eliminare l'omosessualità, e mettere al suo posto la normale eterosessualità. La risposta è, come tesi generale, che noi non possiamo promettere niente del genere, in un certo numero di casi si riesce a sviluppare i germi latenti delle tendenze eterosessuali, presenti in tutti gli omosessuali; nella maggioranza dei casi, questo non è più possibile..”.
“Altra questione è quella di ciò che può raggiungere un’ analisi nel caso di suo figlio. Se è infelice, nevrotico, dilaniato da dubbi, inibito nei suoi rapporti personali, in tal caso un’analisi può arrecargli l'armonia, la pace psichica e una piena capacità di lavoro, indipendentemente dal fatto se rimanga omosessuale oppure cambi. " :D
Freud si oppone a Jones , che vuole escludere agli omosessuali dalla Società Psicoanalitica, ritenendo che tale decisione debba “dipendere da un esame accurato delle altre qualità del candidato”. :D
1914 addirittura Freud dichiara la potenziale bisessualità dell’uomo :D , affermando tra l’altro che : “Anche l’interesse sessuale esclusivo dell’uomo per la donna è un problema che ha bisogno di essere chiarito e niente affatto una cosa ovvia da attribuire a un’attrazione fondamentalmente chimica”.

1930 ALFRED ADLER omosessualità derivante da modelli familiari madre troppo forte e un padre debole, oppure un padre o un fratello troppo rigido e duro e una madre apprensiva . :(

1938-1954 JUNG omosessualità come inclinazione femminile :cry:
Jung riconosce tuttavia al maschio omosessuale numerose doti positive derivanti dall’elemento femminino più sviluppato: senso estetico, capacità di immedesimazione, senso della storia con culto dei valori del passato, “... senso dell’amicizia che tra le anime maschili crea legami di sorprendente tenerezza” :D

1948-1953 Kinsey : le sue ricerche affermano sia la numerosità della popolazione omosessuale che il passaggio in molti casi da un orientamento all’altro. :D La società del tempo risponde mettendo a tacere e invalidando i risultati

Anni ‘40-‘60 NEOFREUDIANI MITCHELL E BLACK (negano la potenziale bisessualità freudiana) omosessualità come ritiro patologico , difensivo e fobico dalle paure di castrazione , :cry: anche se lo stesso Mitchell nel 1978 sosterrà che le teorie sulle cause dell’omosessualità hanno finito per patologizzarla .

1952 Prima versione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali DSM-I :
L’omosessualità viene considerata disturbo sociopatico della personalità, in quanto si presuppone che vi sia una volontà dell’omosessuale di opporsi alla società e alle tradizioni morali. :cry:

1957 EVELYN HOOKER psicologa, gli omosessuali non sono psicologicamente più fragili degli eterosessuali. :D Vengono somministrati test psicologici a gruppi di omosessuali ed eterosessuali, chiedendo poi ad esperti del settore, basandosi esclusivamente sui risultati dei test e senza conoscere i soggetti, di individuare quali di loro siano omosessuali. Gli esperti non riescono a individuare le persone omosessuali in percentuale statisticamente significativa rispetto al caso. Le ricerche provano anche che è scientificamente scorretto confrontare i dati sugli omosessuali in cura per patologie psicologiche con i dati sulla popolazione eterosessuale in generale.

1962 BIEBER psichiatra: omosessualità come conseguenza di un rapporto privilegiato con la madre, che tende a escludere il padre :cry:
-Bimbe, Hatterer, Ovesy, Rado, Socarides, Ellis utilizzano approcci per tentare di riconvertire i pazienti verso l'eterosessualità. Ellis scrive : «gli omosessuali fissi nella nostra società sono spesso nevrotici o psicotici [...] perciò, non è possibile trovare da nessuna parte nessun cosiddetto gruppo normale di omosessuali”. Tra i vari strumenti utilizzati vi è l’uso dell’ elettroshock e altre pratiche avversative.. :cry: :cry: :cry:

-Primi anni 60 JUDD MARMOR , psichiatra: omosessualità come variante naturale della sessualità umana :D ; le preferenze sessuali non sono il risultato di una vita intrisa di problemi e cattivi rapporti con i genitori, ma dipendono da vari fattori determinanti che riguardano la sfera genetica, biologica e psicologica . E’ uno dei maggiori esperti che contribuirà (insieme alla Hooker) alla cancellazione della omosessualità dal DSM nel ‘74.

1966 SELIGMAN, psicologo , contribuisce alla diffusione delle terapie di conversione dichiarando che sono efficaci al 50 %. In vari stati vengono obbligate persone omosessuali a sottoporsi a tali trattamenti. :cry:

1968: Modifica del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali DSM-II
L’omosessualità è definita deviazione sessuale, insieme alle perversioni (pedofilia, necrofilia, feticismo, vouyerismo, travestitismo, transessualismo). :cry:

1974: Ancora una modifica del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali DSM-III
A seguito delle proteste delle minoranze gay dopo i moti di Stonewall contro le terapia di conversione .
L’omosessualità non è più una patologia se viene vissuta con serenità, :D ma se è fonte di ansia per il soggetto diventa l’omosessualità “egodistonica”, :cry: cioè “non in armonia con la struttura della psiche”., i terapeuti possono ancora proporre terapie mirate a modificare l’orientamento sessuale verso l’eterosessualità

1979 MASTER E JONSON : omosessuali ed eterosessuali possono potenzialmente sviluppare le stesse patologie. :D

1981 BELL, WEINBERG, HAMMERSMITH, l’omosessualità non ha correlazioni con dinamiche familiari particolari nell’’infanzia :D

1983 ELISABETH MOBERLY,psicologa , omosessualità come tentativo di compensare un mancato rapporto tra padre e figlio durante l'infanzia :cry: ( spinta riparativa ). La psicologa incoraggiava i suoi pazienti ad instaurare legami con coetanei e figure guida del loro stesso sesso per frenare l'attrazione fisica omosessuale

1989 ISAY omosessualità come variante non patologica della sessualità umana . :D
L’ espressione della sessualità per gli omosessuali è normale e utile alla loro maturazione. “... come tutte le forme d’amore, l’omosessualità rimane misteriosa ed elude la nostra piena comprensione” . L’intensa attrazione affettiva del bambino per il padre viene presto censurata dal bambino e sostituita da vissuti abbandonici; spesso questo eccessivo attaccamento provoca realmente reazioni di fastidio e di rifiuto da parte del padre.

1991 SCHELLENBAUM , omosessualità come conseguenza di una carenza di rimandi al bambino da parte dei genitori sulla sua mascolinità . :cry: (ciò produce due tipi di omosessualità : omosessuale fissato oppure integrato )

1991 JOSEPH NICOLOSI psicologo,omosessualità come “carenza di identità sessuale”, gli omosessuali sono eterosessuali nei quali la naturale sessualità è stata deviata o impedita durante lo sviluppo da dinamiche psicologiche parentali. Dà vita alle terapie cosiddette “riparative”. :cry:

1994: Modifica del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali DSM-IV Ratificata una decisione del 1990 , per cui anche l’omosessualità egodistonica è cancellata dal manuale .. :D :D :D

1998 JACK DRESCHER, afferma che le teorie dei neofreudiani siano viziate da condizionamenti culturali e dalle informazioni ottenute da un campione ristretto di pazienti, che non possono rappresentare la popolazione omosessuale :D

.
Ultima modifica di barbara il sabato 22 febbraio 2014, 15:19, modificato 2 volte in totale.

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konigdernacht
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Re: Teorie psicologiche sull'omosessualità

Messaggio da konigdernacht » mercoledì 8 agosto 2012, 20:01

Barbi, sei una forza :) Post interessantissimo ed utilissimo! C'è un aggiornamento per l'ultimo decennio?
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Tozeur
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Re: Teorie psicologiche sull'omosessualità

Messaggio da Tozeur » mercoledì 8 agosto 2012, 20:30

Grazie barbara per questo interessante bignami. In attesa di possibili aggiornamenti consiglio a tutti la lettura anche per capire se è cambiato qualcosa negli ultimi decenni.
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barbara
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Re: Teorie psicologiche sull'omosessualità

Messaggio da barbara » mercoledì 8 agosto 2012, 21:06

Credo che , una volta stabilito che l'omosessualità è una variante naturale, la psicologia si sia occupata più che altro di studiare come l'omofobia impedisca agli omosessuali di essere felici.

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FreedomTower
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Re: Teorie psicologiche sull'omosessualità

Messaggio da FreedomTower » giovedì 9 agosto 2012, 0:21

Caspita se se ne sono fatti di progressi nel giro di un secolo e mezzo!
Di aggiornamenti futuri penso se ne faranno pochi, ormai più o meno globalmente, teoricamente la cosa non da fastidio ma in pratica le cose sono diverse, comunque più avanti andiamo e più velocemente si fanno progressi, il mondo diventa sempre più vivibile per noi :)
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star_dust
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Re: Teorie psicologiche sull'omosessualità

Messaggio da star_dust » giovedì 9 agosto 2012, 0:48

Forse è una sciocchezza, ma mi chiedevo se tutte le principali teorie siano state fatte solo da eterosessuali o ci sia anche il parere di studiosi omosessuali, che abbiano quindi una visione diretta e in prima persona di questa condizione.
Analizzando l'omosessualità dall'esterno è facile considerarla come un'anomalia, ma viverla sulla propria pelle cambia notevolmente la prospettiva.

barbara
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Re: Teorie psicologiche sull'omosessualità

Messaggio da barbara » giovedì 9 agosto 2012, 6:58

Giusto Star_dust. Isay ad esempio era omosessuale. Ma ancora più convincenti sono stati alcuni studiosi, che, essendo eterosessuali, avevano meno possibilità di essere giudicati "di parte".
Purtroppo le opinioni degli psicologi omosessuali non sono state tenute in molta considerazione all'inizio.
Vi linko anche una ricerca dell'Ordine degli psicologi del Lazio

http://www.sessuologiaclinicaroma.it/to ... ualita.pdf

secondo la quale l'informazione degli psicologi laziali sulla tematica dell'omosessualità lascia a desiderare. (Leggete le conclusioni , se non avete tempo di leggere tutto.)
Comunque:

-Hanno inviato il questionario solo il 10 % degli psicologi iscritti: cioè quasi 1000 su 13.000

di questo migliaio di psicologi:
-l'83 % sono donne
-circa il 3% si dichiarano omosessuali o bisessuali
-solo il 18 % si considera adeguatamente preparato sull'argomento
-il 75 % considera l'omosessualità come una variante della sessualità umana, gli altri non lo sanno o pensano che derivi da disturbi psicologici
-il 10% pensa che l'oosessualità sia conseguenza di uno sviluppo incompleto
-il 3% pensa che sia una patologia
-l'8 % pensa che sia un sintomo
-il 44 % pensa che l'omosessualità sia una mancata identificazione col proprio ruolo di genere
-il 28% pensa che sia il risultato di dinamiche familiari patologiche
-il 17 % pensa che ci siano condizioni per cui uno psicologo possa attuare una modifica per l'orientamento sessuale del paziente

Tozeur
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Re: Teorie psicologiche sull'omosessualità

Messaggio da Tozeur » giovedì 9 agosto 2012, 11:14

Onestamente trovo assurdo che ci sia cosi tanta discordanza sull'omosessualità ma specialmente è triste leggere quel 3% che ci vede come malati.
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Tozeur
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Re: Teorie psicologiche sull'omosessualità

Messaggio da Tozeur » giovedì 9 agosto 2012, 11:49

Oggi ho trovato in casa un enciclopedia psichiatrica risalente alla fine degli anni 70 e ho letto alcune cose sull'omosessualità che vorrei condividere con voi.

Nel libro c'è chiaramente scritto che "l'omosessualità viene inclusa nell'ambito delle perversioni sessuali anche se esistono oggi in molti paesi delle correnti di pensiero che tendono a togliere a questo tipo particolare di sessualità un significato di anormalità."

La descrizione prosegue "sicuramente possono avere importanza il modo in cui il bambino è stato allevato ed educato; ad esempio con abitudini più confacenti ad una bambina" oppure "spesso la famiglia dell'omosessuale dimostra una struttura particolare di un padre assente o disinteressato o ostile al figlio ed una madre iperemotiva, iperprotettiva ed autoritaria [...] questo impedirebbe al bambino una maturazione psico-sessuale. Egli rimarrebbe legato e dipendente dalla madre identificandosi con essa mentre l'identificazione col padre non sarebbe possibile per l'assenza di un modello o per un'angoscia di castrazione."

Il testo si conclude così "l'omosessualità non ha ancora trovato soluzioni terapeutiche soddisfacenti. Il trattamento psicanalitico intensivo non ha conseguito risultati certi ma piuttosto un'accettazione più autentica della propria situazione sessuale [...] I risultati migliori sembrano ottenersi con gli omosessuali più genuinamente motivati a curarsi"

Il testo si sofferma anche sulle cause sostenendo che "il problema delle ragioni e delle cause dell'omosessualità non è ancora chiaro: l'assetto cromosomico di queste persone appare normale escludendo a tutt'oggi la presenza di fattori genetici certi, così pure l'equilibrio endocrino dell'individuo non sembra chiamarsi in causa"

:?

Fonte: Enciclopedia psichiatrica per la pratica medica, 1976 Prodotti Roche S.p.A Milano
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Re: Teorie psicologiche sull'omosessualità

Messaggio da progettogayforum » giovedì 9 agosto 2012, 15:08

Mi capita piuttosto frequentemente di parlare, anche molto approfonditamente, con ragazzi che sono seguiti da psicologi per problemi di vario tipo. Vorrei precisare innanzitutto, e non per un’astratta presa di posizione, che il fatto di essere gay, “in un ambiente non omofobo e in un clima affettivo autentico” di norma non dovrebbe creare ad un ragazzo nessun tipo di problema ma, se l’ambiente è fortemente omofobo, se il clima affettivo è deprimente, e più ancora se il ragazzo presenta già altre forme di sofferenza psichica, l’omosessualità può certamente complicare le cose e presentarsi talvolta, senza esserlo realmente, come il nucleo problematico di fondo. È il caso tipico del DOC gay (disturbo ossessivo compulsivo con idea ossessiva di essere gay), un disturbo tipico dei ragazzi etero al 100% che si autoconvincono di essere gay cosa che porta loro forti stati ansiosi. Il DOC gay non ha NULLA a che vedere con i problemi di non accettazione della omosessualità da parte di un ragazzo gay o con l’orientamento gay latente. Il DOC gay non è una cosa particolarmente rara e mi è capitato di vederne molto da vicino tre casi e di ricevere per mail due o tre report molto dettagliati relativi ad un quarto caso. Bene, l’approccio degli psicologi in due casi su quattro è stato realmente competente: diagnosi rapida e avvio di una terapia credibile, in un caso l’approccio è risultato assolutamente generico e l’impegno nella terapia si limitava a chiacchierate molto vaghe di 45 minuti ogni due settimane, in un caso, infine, l’intervento dello psicologo è risultato controproducente, perché lo psicologo ha ulteriormente destabilizzato il paziente leggendo i sintomi del DOC come sintomi di una generica non accettazione della omosessualità. Non parlo di situazioni dubbie ma si casi evidenti per chi abbia un minimo di pratica specifica. Da quello che rilevo, gli psicologi uomini sono in genere più capaci di relazionarsi con i ragazzi e sono molto meno schematici nell’applicazione dei protocolli, è peraltro possibile che uno psicologo uomo abbia più problemi a relazionarsi con una ragazza, tanto più quado si tratta di affrontare argomenti connessi alla sessualità. Ci sono indubbiamente psicologi molto competenti anche in questioni connesse alla omosessualità ma non sono certamente numerosi. La ricerca pubblicata da Barbara presenta un quadro veramente sconfortante, va comunque tenuto presente che dire psicologo è come dire tuttologo e che in “scienze” come questa sarebbe utile che cominciasse, come in medicina, a farsi strada l’idea indispensabile di una specializzazione.

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