Teorie psicologiche sull'omosessualità

Che cosa significa essere gay
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Alyosha
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Re: Teorie psicologiche sull'omosessualità

Messaggio da Alyosha » giovedì 17 gennaio 2013, 10:23

Assodato, credo, che la pulsione più o meno forte e continuativa ad avere rapporti con persone del proprio sesso è presente pressocchè in tutti, va certo detto che.
Era esattamente questo che un pò mi lasciava perplesso la pulsione sessuale più o meno forte e continuativa, non credo affatto sia così. Nell'esempio della curva che ipotizzavo la maggiorparte delle persone si collocherebbero in una fascia che può essere definità di "etero", ovvero di persone che pur avendo un'omosessualità latente hanno poi un'orientamento sessuale ben definito in senso etero. Se fossimo lasciati liberi è ragionevole pensare che la quota di bisessuali, almeno nella fase transitoria dell'adolescenza, sarebbe notevolmente maggiore, però dire che di base una pulsione sessuale verso il proprio sesso ce l'abbiamo un pò tutti mi pare un'affermazione forte, perché ti ripeto per converso sarebbe come dire che una pulsione eterosessuale i gay ce l'hanno tutti e sempre continuando per questa via se ne concluderebbe che qualcosa nell'omosessuale s'è inceppato in modo tale che in lui non emerga il desiderio eterosessuale e questa mi pare un affermazione inconcludente.
esistono caratteristiche intrinsecamente maschili tali che se io le cerco nel partner non posso far altro che cercare uomini?
Data l'ovvia quota fisiologica per me la risposta è no, non esistono caratteristiche tipicamente maschili che risiedano solo nel maschio, perché cioè che è maschile è femminile non dipende dall'essere maschio o femmina, al di là del fatto che in ognuno di noi esiste un maschile e un femminile. Tant'è che dopo un pò ci si accorge che stando concretamente nelle relazioni maschio o femmina che sia il proprio partner più o meno le cose vanno sempre allo stesso modo. Quello che è notevolmente diverso è il tipo di trasporto, proprio la tipologia di contatta che per quello che riguarda i gay è vissuto come originario e spontaneo per l'uomo e molto più costruito e meccanico verso la donna.
Sul resto del discorso invece sono perfettamente d'accordo l'omosessualità anche per me è una caratteristica della persona, esattamente come la timidezza e tutto il resto. Poi quello che ci tenevo a dire è che in psicologia o antropologia non ci sono risposte secche è così punto, ma approcci diversi che puntano a inquadrare aspetti diversi di uno stesso fenomeno. Alcune corretti psicologiche puntano più sulla componente sociale, altre su quella relazionale, introspettica, comportamentale, funzionale ecc. ecc. per questa ragione e per come la vedo io non è importante stabilere quali sono le cause dell'omosessualità, ma stabilire che qualunque esse siano l'orientamento sessuale non è modificabile ed emerge in maniera spontanea anche piuttosto precocemente in età prepuberale. Su questo punto da quello che leggo mi pare invece che siamo perfettamente d'accordo.

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Monty
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Re: Teorie psicologiche sull'omosessualità

Messaggio da Monty » domenica 31 agosto 2014, 9:52

barbara ha scritto:Prendendo spunto da un recente post , ho provato a ripercorrere sinteticamente le principali teorie sull’origine dell’omosessualità in ordine cronologico:


1991 SCHELLENBAUM , omosessualità come conseguenza di una carenza di rimandi al bambino da parte dei genitori sulla sua mascolinità . :cry: (ciò produce due tipi di omosessualità : omosessuale fissato oppure integrato )
Questa parte mi interessa, perché non ho avuto il padre e mia madre schiacciava la mia mascolinità.
A causa della separazione odiava mio padre e se la prendeva con me come se in qualche modo lo rappresentassi.
Non mi ha certo fatto crescere in maniera equilibrata, anche se al tempo stesso ha fatto tante cose buone per me.
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Re: Teorie psicologiche sull'omosessualità

Messaggio da Nemo » domenica 31 agosto 2014, 11:00

Monty ha scritto:Questa parte mi interessa, perché non ho avuto il padre e mia madre schiacciava la mia mascolinità.
A causa della separazione odiava mio padre e se la prendeva con me come se in qualche modo lo rappresentassi.
Non mi ha certo fatto crescere in maniera equilibrata, anche se al tempo stesso ha fatto tante cose buone per me.
Monty, purtroppo la psicologia è costallata da psicologi che scelgono un percorso di studio antico e favoleggiante, come la psicoanalisi. Ormai è assodato che omosessuali non si diventa per traumi infantili, poichè essi sono presenti in una minima parte dei gay, e quindi non possono certo spiegare come siano diventati omosessuali i ragazzi senza traumi infantili. Gay si nasce, non ci si diventa, e quelli che ci diventanto in età tarda, è solo perchè incosciamente lo reprimevano, ma lo erano già. Mentre che diventa etero da gay, è semplicente stato sempre etero, ma ha fatto un percorso inverso a quello detto in precedenza. I tuoi genitori possono essere responsabili di alcuni tratti della tua personalità e del tuo funzionameto psicologico, ma non certo del tuo orientamento sessuale.
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Re: Teorie psicologiche sull'omosessualità

Messaggio da barbara » lunedì 1 settembre 2014, 7:23

Le tue riflessioni, Monty sono interessanti. Penso che ognuno di noi, quando legge una certa teoria psicologica , tenda a confrontarla con la propria esperienza e a volte ci si ritrova.
In ogni caso è un modo per conoscere meglio se stessi e per riflettere su come la propria storia tenda a condizionare il presente.
Non finiamo mai di studiare il nostro comportamento e di scoprire cose nuove su noi stessi. A volte restiamo folgorati da un'intuizione che è in grado di dare un senso a cose fino a quel momento incomprensibili. Altre volte prendiamo grandi abbagli . Col tempo cambiamo anche molte volte idea su come siamo fatti, ma credo che sia inevitabile , dal momento che l'animo umano è un universo sfaccettato e complesso.
Penso che per una persona omosessuale questa ricerca sia ancora più complicata. Credo che sia difficile a volte capire quali aspetti di sé siano legati all'essere omosessuale e quali siano legati ad altre vicende della propria vita.
Ad esempio mi è capitato di leggere la storia di alcuni ragazzi i quali pensavano che la loro difficoltà a mantenere relazioni stabili fosse dovuta all'essere omosessuale. Col tempo avevano capito che in realtà la loro difficoltà di fidarsi degli altri era la conseguenza dell'educazione ricevuta e dall'impronta affettiva lasciata dai genitori.
Una persona omosessuale tende spesso ad attribuire al proprio orientamento sessuale comportamenti che non hanno nulla a che fare con esso.
Altre volte invece pensa che l'omosessualità sia legata all'educazione ricevuta, sottovalutando il fatto che le ricerche più recenti hanno mostrato come i modelli educativi ricevuti dalle persone omosessuali sono paragonabili in tutto e per tutto a quelli ricevuti dalle persone eterosessuali.
Penso che comunque il viaggio che compiamo dentro noi stessi per conoscerci sia un'esperienza tra le più interessanti che possiamo vivere e che condividerla sia sempre utile sia per noi che per gli altri. :)

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Re: Teorie psicologiche sull'omosessualità

Messaggio da Monty » lunedì 1 settembre 2014, 9:39

Nemo ha scritto:
Monty ha scritto:Questa parte mi interessa, perché non ho avuto il padre e mia madre schiacciava la mia mascolinità.
A causa della separazione odiava mio padre e se la prendeva con me come se in qualche modo lo rappresentassi.
Non mi ha certo fatto crescere in maniera equilibrata, anche se al tempo stesso ha fatto tante cose buone per me.
Monty, purtroppo la psicologia è costallata da psicologi che scelgono un percorso di studio antico e favoleggiante, come la psicoanalisi. Ormai è assodato che omosessuali non si diventa per traumi infantili, poichè essi sono presenti in una minima parte dei gay, e quindi non possono certo spiegare come siano diventati omosessuali i ragazzi senza traumi infantili. Gay si nasce, non ci si diventa, e quelli che ci diventanto in età tarda, è solo perchè incosciamente lo reprimevano, ma lo erano già. Mentre che diventa etero da gay, è semplicente stato sempre etero, ma ha fatto un percorso inverso a quello detto in precedenza. I tuoi genitori possono essere responsabili di alcuni tratti della tua personalità e del tuo funzionameto psicologico, ma non certo del tuo orientamento sessuale.
Allora Nemo è assodato che l'omosessualità è innata?
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Re: Teorie psicologiche sull'omosessualità

Messaggio da Monty » lunedì 1 settembre 2014, 9:43

barbara ha scritto:Le tue riflessioni, Monty sono interessanti. Penso che ognuno di noi, quando legge una certa teoria psicologica , tenda a confrontarla con la propria esperienza e a volte ci si ritrova.
In ogni caso è un modo per conoscere meglio se stessi e per riflettere su come la propria storia tenda a condizionare il presente.
Sì è così Barbara, siamo tutti così desiderosi di capire meglio chi siamo che quando troviamo una teoria che ci sembra possa fare un po' di luce, la prendiamo subito in considerazione con interesse.
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Re: Teorie psicologiche sull'omosessualità

Messaggio da Nemo » lunedì 1 settembre 2014, 20:24

Monty ha scritto:Allora Nemo è assodato che l'omosessualità è innata?
Allora, per prima cosa occorre distinguere teorie psicoanalitiche da teorie psicologiche. La psicologia è una scienza che si pone lo scopo di studiare il comportamento umano, i processi mentali che lo caratterizzano e il suo mondo interiore, per fare questo utilizza il metodo sperimentale. La psicoanalisi, invece, non può essere considerata una scienza, poichè spiega le sue teorie rilegandole a processi inconsci, quindi in nessun modo verificabili e fu ideata da Freud nell'800. Freud non utilizzava il metodo sperimentale, ma teorizzava solo dalla sua esperienza con i suoi pazienti, creando teorie che lui riteneva corrette, ma assolutamente non dimostrabili. Ad oggi, la maggior parte degli psicologi convinti che omosessuali non si nasce ma lo si diventa per motivi educativi o di sviluppo, sono proprio gli psicoanalisti, poichè rimangano ancorati alle idee ottocentesche. La moderna psicologia, invece, ha verificato che gli stili educativi che ricevono gay ed etero sono pressochè gli stessi. Madri iperprotettive, padre assenti ecc, ci sono anche negli etero, e spesso persone gay hanno fratelli etero, eppure i genitori sono gli stessi, quindi devono averli cresciuti più o meno nello stesso modo. Inoltre, un gay nasce da una coppia etero, quindi il modello di riferimento che riceve è quello etero, come mai diventa gay? Tutte queste evidenze, insieme al fallimento del tentativo di trovare una cura per l'omosessualità, dimostrano che gay si nasce. I genitori hanno influenza su altri aspetti della personalità, ad esempio sul carattere, sui modi di fare, sui modi in cui percepiamo la realtà, ecc... ma sono tutti aspetti modificabili, ad esempio con una psicoterapia, mentre l'omosessualità non è modificabile, la si può reprimere (facendo comparire sintomi nevrotici), ma non la si modifica. Spero di essere stato chiaro :)
Nemo.
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Re: Teorie psicologiche sull'omosessualità

Messaggio da barbara » lunedì 1 settembre 2014, 21:13

Per dovere di cronaca, ricordiamo che anche secondo Freud l'omosessualità non poteva essere "guarita". Furono i neofreudiani a usare le sue teorie in senso "riparativo".

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Re: Teorie psicologiche sull'omosessualità

Messaggio da progettogayforum » lunedì 1 settembre 2014, 21:56

Grazie Nemo sei stato chiarissimo!!

Riporto qui di seguito un tratto di una mia risposta ad un commento comparso sul Blog "Storie gay e non solo", sul tema delle cause della omosessualità e della sua "prevenzione" (pensate un po'!!): http://gayproject.wordpress.com/2012/03 ... urbazione/

"Tu parli di cause della omosessualità ma trovare la causa della omosessualità per prevenirla o per intervenire anche a posteriori per modificare le cose, sa ancora di stregoneria più che di psicologia scientifica, perché si parte dal presupposto che i problemi di tipo psicologico abbiano una causa psicologica o ambientale facilmente individuabile, come il padre assente o la madre possessiva, ma queste cose sono ridicole e la realtà è enormemente più complessa. L’idea di poter individuare le cause di manifestazioni psichiche complesse come l’omosessualità è veramente tanto pretenziosa quanto ingenua. Ricordo che ancora nei primissimi anni ’70 si curavano certe forme depressive con la psicoterapia e si pretendeva di trovare le cause della depressione nella bassa autostima e in traumi infantili di vario genere, ma poi si osservò che quegli stessi pazienti depressi, trattati con delle piccole compresse di sali di litio uscivano totalmente dalla depressione, che quindi era “oggettivamente” correlata non a presunte cause psicologiche, che sono effettivamente la moderna versione della stregoneria, ma a una alterata fisiologia del ciclo del litio nel sangue, un elemento che prima non era mai stato preso in considerazione come possibile causa di nulla. Purtroppo il litio, almeno nelle forme usate allora, provocava danni renali e la terapia fu poi corretta in vario modo. La litiemia alterata è oggettivamente correlata a certe forme di depressione, essere arrivati a capirlo è una piccola conquista, certo, ma è “oggettiva” non è un bla bla che sembra aver senso perché a qualcuno piace una teoria di quel genere. Il litio è correlato a certe forme di depressione in modo oggettivo, i traumi infantili o la scarsa autostima come cause delle depressione fanno parte della classica medicina stregonesca. I sali di litio sono una realtà oggettiva, la scarsa autostima non è una causa ma la manifestazione psichica di altre cose delle quali si sa ancora troppo poco ma che hanno una base biochimica precisa. Tutta la psicofarmacologia si basa su questo assunto fondamentale. La connessione “scarsa autostima (“traumi infantili”)” => “depressione” sembra logica e credibile ma non ha nessuna serietà scientifica.
Un altro esempio di interpretazioni stregonesche si ha nelle demenze tipo Alzheimer, prima dominava una marea di teorie psicologiche sulla reazione del vecchio all’abbandono ecc. ecc., in fondo sembra logico che il vecchio reagisca all’abbandono con l'Alzheimer, ma è la solita medicina del bla bla pseudo-psicologico, poi si scopre che nei malati di Alzheimer le cellule nervose contengono una proteina che non ci dovrebbe essere, la proteina beta-amiloide, se ne comincia a studiare la struttura, si cerca di capire da che cosa sia prodotta e si arriva a capire che è codificata da tratti corti di dna che vengono da difetti genetici della riparazione del dna e si comincia a cercare quali geni ne siano responsabili, ecc. ecc., questa è medicina vera e non stregoneria.
Il bla bla pseudo-psicologico non ha nulla a che vedere con la scienza ma ha un grande successo perché dà alle persone, medici e psicologi compresi, l’illusione di aver capito o di poter capire cose che sono ben oltre la loro portata e delle quali, oggettivamente, si sa pochissimo. L’atteggiamento onnipotente e onnisciente del medico o dello psicologo indica che siamo del tutto al di fuori di una dimensione scientifica seria. Uno psicologo deve essere di supporto al paziente cercando di fargli acquisite una visione “razionale” dei suoi problemi, di portarlo ad una consapevolezza della realtà, senza illuderlo con atteggiamenti di onnipotenza mistica che sono da stregone e non da uomo di scienza. Mi capitò una volta di scambiare molte mail con un ragazzo che aveva un DOC piuttosto serio. Si era rivolto a uno psicologo che non gli aveva promesso nulla e gli aveva detto che gli sarebbe stato vicino per smitizzare i suoi disturbi, esorcizzare le false paure e aiutarlo a seguire passo passo l’evoluzione della cosa. Altri psicologi gli avevano lasciato intravedere che si sarebbe potuto fare tutto, cambiare orientamento sessuale, ecc. ecc.. Bene quando il ragazzo mi parlò di questo psicologo gli dissi solo: “questo mi sembra uno serio”. Quello psicologo ha cercato di rendere il ragazzo quanto più autonomo possibile e di fare in modo che camminasse con le proprie gambe e usasse il proprio cervello, le sue risposte erano razionali ed estremamente semplici, nessuna spiegazione in termini di cause e di effetto; a domande specifiche del ragazzo rispondeva: “credo che nessuno possa dare una risposta seria a questa domanda”. La scienza psicologica è una cosa seria, basata sulla neurofisiologia non sul bla bla psicologico. Leggendo Nicolosi ho avuto la netta impressione che ci sia molto bla bla psicologico ma che non ci sia nessuna seria base scientifica."

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