Un ottimo spunto di riflessione quanto detto da massimino: fino ad ora abbiamo considerato il gaydar come uno strumento puramente ricettivo e passivo di ogni impressione proveniente da altri, un po' come un anemometro, che per misurare il vento deve esserne investito.
Se però si pensa al fatto che una comunicazione è sempre comunicazione
con qualcuno, allora bisogna tenere bene a mente che anche noi siamo coinvolti in questo processo, e che il suo progredire e il suo modo di farlo dipende da noi: ad esempio, andando a toccare problemi morali o etici sul matrimonio gay, sull'adozione e perchè no di filosofia sulla condizione sessuale.
Non ci avevo mai pensato bene, ma anch'io in effetti con amiche donne spesso faccio capire quanto io sia mentalmente aperto -non solo all'omosessualità, ma proprio sulla sessualità in generale, considerandomi un freudiano- ma la stessa cosa non posso dire di fare cogli uomini. Con loro mi sento più bloccato, come se ogni indizio che trasparisse sulla mia apertura mentale potesse ''smascherarmi''. E questa ammetto essere una cosa che di me non mi piace. É incoerente, ed essendo uno che detesta le persone incoerenti, la cosa mi frustra.
Se però dovessi trovarmi nella situazione di sondare qualcuno mentre gli parlo, proverò a buttare lì qualche possibile discorso su questioni generali.
Penso che questo meccanismo possa essere chiamato ''proiettivo'', poichè fondamentalmente consiste nel far proiettare le idee di qualcuno su un argomento e consente al nostro gaydar (prendete per buono sto termine, vi prego) di capire chi abbiamo davanti.
Riassumendo ulteriormente per chi non volesse stare a leggere tutto il thread:
Abbiamo fino ad ora concluso che il gaydar non è un ''dispositivo'' automatico, quanto semmai un istinto presente negli esseri umani che in un omosessuale tende ad essere più lanciato verso segnali sessuali provenienti da uomini.
Ci siamo chiesti quindi cosa possiamo fare per aiutare il nostro istinto, e abbiamo tirato fuori qualche strategia, ognuna con pregi e difetti:
1)generalizzazione sessuale linguistica attraverso l'uso di parole ambigue ex. ''se stessi con una
persona'' (maschio? Femmina?)
pregi: è talmente sottile come cosa da poter essere recepita solo da chi è conscio che esista;
difetti: dipende dalla moralità di ognuno, è più probabile che un gay represso non la usi.
2)criteri empirici quali: abbigliamento, musica ascoltata, tono di voce;
pregi: immediatezza della loro comunicabilità, che avviene senza nemmeno dovere mettersi a comunicare con l'interessato;
difetti: tremendamente superficiale, fa riferimento a stereotipi, la metrosessualità assomiglia in molti aspetti all'omosessualità.
3)persistenza degli sguardi/''occhiatine'' a parti basse di altri uomini;
pregi: buon indizio sessuale, che se non è sessualmente connotato è comunque una manifestazione di un'attenzione
ulteriore nei nostri confronti;
difetti: è nell'essenza umana guardare gli altri, e pertanto la cosa non può essere sempre sessualmente connotata. L'occhiata alle parti basse, può anche essere una semplice voglia di confrontare il proprio aspetto fisico con quello dell'altro, anche se il più delle volte non è così.
4)meccanismo proiettivo: in una comunicazione, tirare in ballo cose generiche che fanno discutere come il matrimonio gay, l'adozione gay, e argomenti sulla sessualità in generale possono fornire uno spunto per chi abbiamo davanti per proiettare le proprie idee e permettere a noi di cogliere quel che ci serve, rimanendo obiettivi il più possibile.
Pregi: anche qui sta nella subliminalità della cosa, non sempre ci si accorge di proiettare se stessi su un argomento. Anche un'
astensione dall'esprimersi, indica comunque un cercare di nascondersi, e pertanto è una forma di comunicazione: c'è qualcosa nel discorso che disturba il nostro interlocutore.
Difetti: non è affatto un difetto (lo è solo per il fatto che ostacola la nostra ricerca
) ma esistono eterosessuali a favore di queste cose, vuoi genuinamente, vuoi per puro buonismo ipocrita. Inoltre anche qui: dipende dalla coscienza morale di ognuno: ci sono repressi che diventano omofobi e quindi mentono a se stessi prima ancora di mentire a noi con le loro idee degne di uno schizoide-paranoide.
In linea generale, dobbiamo ricordare che non esistono certezze al 100%, così come l'omosessualità, l'eterosessualità e la bisessualità di fatto non sono unitarie, ma ''tendenze''.
Il guaio del caso Eichmann era che uomini come lui ce n'erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali.
Hannah Arendt.