Messaggio
da Micky93 » mercoledì 30 gennaio 2013, 23:02
Non posso mandare messaggi privati, spiacente.
Senti, mi rendo benissimo conto che lette così possano sembrare anche ''tutti i sintomi che rendono una persona gay'' ma non sono cose che vengono da un ''per sentito dire'' sono cose fenomenologiche: significa che ognuna è un fenomeno, ovvero qualcosa che accade nella realtà, di cui si fa esperienza e che come tale può essere raccontata. Da buon arendtiano diffido da clichè e pregiudizi; quel che abbiamo scritto tutti è un resoconto di esperienze personali che più e più volte ci hanno fatto capire fin dall'inizio qualcosa che è poi stato confermato dal verificarsi di ciò che avevamo previsto. Capisco che si possa essere piuttosto in astio col mondo perchè in quanto omosessuali mai e poi mai vorremmo essere visti come delle fighette che piangono istericamente come vuole lo stereotipo peggiore più comune, ma è un dato di fatto che molte delle caratteristiche qui raccolte si ripetono spesso in un gay.
Spesso non vuol dire sempre, come abbiamo detto più e più volte per ribadire che non si voleva fornire uno stereotipo, ma alcune caratteristiche che spesso ci accomunano, vuoi in funzione dell'omosessualità, vuoi in funzione della nostra personalità.
Nessuna delle caratteristiche che abbiamo elencato ti rappresenta? Ok, significa che nessuno quando ti vedrà penserà, tra le altre mille cose che si possono pensare di una persona, che sei gay. Nessun problema: sono il primo a sostenere che ognuno deve vivere la propria omosessualità come vuole, esteriorizzandola in manifestazioni loquaci quanto gli pare. Anche io sono tra quelli che fanno solo venire qualche dubbio ad un occhio attento.
Sostenere che tutte queste cose non esistano, da l'impressione che non si vuole che esistano. Ma ci sono, credimi; altrimenti come mai tante persone li avrebbero notati fenomenologicamente?
La differenza tra quello che intendi tu, ovvero lo stereotipo, e quel che abbiamo inteso noi, ovvero l'osservazione fenomenologica, sono diversi: il primo impone al pensiero un silenzio, e lo sostituisce del tutto; il secondo deriva dall'esperienza dei fatti del mondo, e come tale è innegabile. Il clichè, lo stereotipo, il pregiudizio, possono essere sradicati, il puro fatto che avviene e che può essere percepito dai più di certo no.
Ho cercato in ogni modo di spazzare via più luoghi comuni possibili per dar spazio anche a psicologia del linguaggio e compagnia, proprio per dare un minimo di scientificità alla cosa, e per evitare che degenerasse in clichès e banalità.
Se tu conosci tanti individui che sfuggono ad ogni singola caratteristica da noi elencata, evidentemente ha una minore validità di quanto pensassimo.
Da un eterosessuale ''ingenuo'' come dici tu, un discorso del genere non te lo puoi aspettare, dal momento che in quanto ingenuo prima di arrivare al fatto che non esistono caratteristiche fisse per gli omosessuali (cosa ribadita più volte nel corso del topic) sfrutterebbe la comodità offerta da pregiudizi e clichès: perchè mai andare a fondo nelle cose? Frocio=schifo, facile no?
Il guaio del caso Eichmann era che uomini come lui ce n'erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali.
Hannah Arendt.