Gay, etero, bisex: etichette scomode come sembrano?

Che cosa significa essere gay
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candido
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Re: Le etichette: sono davvero così scomode come si pensa?

Messaggio da candido » venerdì 2 agosto 2013, 18:48

Come vi dicevo prima,eccomi qui a parlare di alcuni punti interessanti :)
tobias ha scritto:"gay" (parola che non mi spaventa affatto....Tobias è gay, è gay, è gay, è gay... :mrgreen: ),
@Tobias,qui mi hai fatto piegare dalle risate! Ti ho immaginato a dire realmente,ad alta voce,quella frase! :lol:
tobias ha scritto:il volerle cristallizzare un modello ideale, anche positivo, di persona gay è pur sempre una forzatura.
Infatti, anche un'etichetta positiva dei gay può risultare sbagliata....perché un gay dovrebbe essere per forza una persona solare e positiva? Essere gay per me non è necessariamente un valore aggiunto. Un gay può essere una bellissima persona, positiva, solare, disponibile, ma può anche non esserlo
D'accordissimo. Non esiste un modello nell'essere gay. Forse,e dico forse, la costruzione di un modello positivo nasce quasi come reazione allo smantellamento di un modello negativo. Se qualcuno dice: "questa cosa è brutta,fa schifo",tu sei istintivamente portato a dire:" ma che dici,è bella invece. Te lo dico io",piuttosto che "no,non è brutta.E' semplicemente <neutra>".Allo stesso modo essere gay diventa stupendo,quando qualcuno(se non molti) dice invece che è un abominio.
Sulle caratteristiche più o meno comuni dei gay in effetti conviene non dar troppa importanza. In questi casi aiuta anche un po' l'ironia (come sosteneva Sam): non bisogna prenderle troppo sul serio,o irrigidirsi di fronte a qualcuno che ti dà dell'assatanato di moda e smalti,ma semplicemente sfatare il "mito". E magari ribaltare la generalizzazione facendo leva su quelle che sono le caratteristiche più comuni(e magari più fastidiose) degli uomini etero e delle donne.
P.s. Il paragone della rosa è molto bello.
barbara ha scritto:Autodefinirsi , trovare un nome che descriva chi si è , ha a che fare con l'affermazione della propria identità. E quindi ha a che fare con qualcosa che è alla base di tutto: noi stessi, la nostra storia, il nostro modo di concepire la vita ecc.
Questo parallelo tra l'autodefinirsi e l'identità(o solo alcuni parti della stessa) lo trovo molto veritiero. Finchè non son riuscito a dire: sono gay, non riuscivo proprio a capire cosa fossi,cosa mi sentissi di essere. Essere "informi" non mi faceva star bene anzi. E un'etichetta rigida(anche forse stereotipata) all'inizio mi è servita per ancorarmi a qualcosa,per non perdermi in un caos senza forma. Che poi,come dici tu,le etichette si cambiano,si modificano,si plasmano su di noi :)
barbara ha scritto:Se alcuni preferiscono chiamarsi "persone " invece che "gay" [] Probabilmente sottolineano che per loro è importante riconoscersi in tanti aspetti della vita e non solo l'orientamento sessuale.

Secondo me,invece,è perchè si vuole negare quella dimensione,quell'aspetto dell'identità,e non tanto metterlo in secondo piano rispetto ad altro. Forse perchè paradossalmente è più manifesto di quanto vogliamo(in quegli aspetti che deridono gli altri,e che di riflesso ripudiamo e denigriamo anche noi),e siamo ossessionati dall'apparire di continuo gay in qualunque cosa facciamo. Ma allora,non sarebbe meglio far pace con il senso(il nostro) che attribuiamo all'essere gay,e forse anche con tutti quegli atteggiamenti che di brutto non hanno nulla?
orachefaccio ha scritto:se si arriva ad un punto, dove sei tu, in cui si è in grado di mettere in discussione il fatto che le etichette siano scomode o no - e tu riesci a farlo perché sei in grado di ignorare i significati negativi di cui sopra e di pensare invece in maniera costruttiva anziché rifuggire nell'angolo lasciato libero da tutti i quello-che-mi-dite-di-essere-ma-che-non-sono - allora è importante far sapere questo punto di vista a quante più persone sia possibile, in modo che anche gli altri vedano quello che vedi tu, ossia un bel: fregatevene di quello che vi dicono e vivete quello che scegliete di vivere!
Non avrei saputo dirlo meglio!Non è facile,lo so. E spesso faccio qualche passo in avanti,e qualcuno indietro. Ma è una strada che anche con fatica va percorsa:una strada di liberazione dalle catene(mentali,e anche solo verbali) che ti impongono gli altri. Sai bene quante difficoltà con la chiesa e con altri ambienti io abbia avuto, ma finchè non si riesce a vedere l'essere gay nella sua reale dimensione,e non più tramite le parole e le etichette di omofobi,ignoranti ed ecclesiastici,si continua sempre a sacrificare più o meno inconsciamente una bella parte di noi stessi.
orachefaccio ha scritto:cooperare e da far sì che si sappia che visioni assolutamente legittime quali 'voglio semplicemente fare le mie scelte, e queste riguardano anche la mia sessualità così come tutto il resto, e non datemi fastidio' non appartengono soltanto a pochi individui che sentendosi soli avranno la paura di trasformare questo pensiero nella loro realtà, ma appartengono a molti e che questi molti sono al corrente dell'esistenza gli uni degli altri. Che è un po' quello che questo forum sta facendo, almeno su di me!
orachefaccio ha scritto:per educare in modo positivo, per far guardare le persone al di là delle etichette, totalmente ignorando i messaggi d'odio che si trovano dappertutto e bensì insegnando che non ha alcun senso fare dell'essere gay tutto questo enorme caso di stato, per far ciò devi essere in grado di parlare alle persone prendendo la loro testa tra le tue mani, toccandole, parlando loro a distanza di fiato, devi riuscire a non farle sentire sole, devi far ritornare in loro il coraggio di fregarsene, altrimenti la paura prevarrà.
Hai ragione,questa è una "missione" importantissima del Forum,forse LA missione! E dovrebbe essere un compito anche della scuola,delle altre istituzioni,e della famiglia. Per far questo,come dici tu,è importante veicolare informazioni corrette,complete,non viziate da pregiudizi e odio, e provare a star vicini agli altri,a non lasciarli soli.
"Sii ciò che sei,senza vergognarti,senza paura,nel rispetto di te stesso e degli altri": sarà davvero sempre così difficile?

editore
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Re: Le etichette: sono davvero così scomode come si pensa?

Messaggio da editore » giovedì 22 agosto 2013, 17:17

Per quanto quando mi riguarda chi dice "sono una persona non un gay" intende semplicemente affermante che pur accetando la sua identità omosessuale non intende ridursi a essere né uno steteotipo né un martire della causa.
Non è il rifiuto di un etichetta in quanto definizione è il rifiuto di una etichetta in quanto catalogazione (riduttiva)

Specchinfranti
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Re: Le etichette: sono davvero così scomode come si pensa?

Messaggio da Specchinfranti » giovedì 13 febbraio 2014, 21:47

Perfettamente d'accordo! Io credo che dietro la frase "non mi definisco gay perchè non mi piace etichettarmi" ci sia lo zampino di quella famosa omofobia interiorizzata e di tutti quegli stereotipi dominanti che concorrono a sminuire l'omosessuale sia come uomo che come essere umano e provvedono a darne una visione distorta e alienante.
Molte persone omosessuali affermano di non sentire il bisogno di "sbandierare" la propria omosessualità proprio come un eterosessuale non specifica mai il suo orientamento sessuale ma io credo che ci sia una cosa importantissima da puntualizzare. Un eterosessuale non ha necessità di "dichiararsi" etero semplicemente perchè questo la società già lo dà per scontato, di contro un gay o una lesbica sente proprio il bisogno di "rivendicare" la legittimità del proprio orientamento e dichiarandosi omosessuale è come se dicesse : "Fermi tutti! Io non sono come voi credete e date per scontato che io sia".
Il fatto che la società consideri come dato assodato che si nasca etero è di per sè una violenza nei confronti degli omosessuali perchè equivale a imporgli tacitamente di conformarsi a una natura che non gli appartiene. E' quasi come se qualcuno ci costringesse a indossare un abito che non si confà alle nostre fattezze e alla nostra taglia!

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Geografo
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Re: Gay, etero, bisex: etichette scomode come sembrano?

Messaggio da Geografo » lunedì 3 novembre 2014, 20:20

Personalmente ho un'idea tutta mia riguardo questo argomento.
Premetto subito di essere molto giovane, ho solo 16 anni, e sostanzialmente sono d'accordo, trovo abbastanza da ipocriti il dire: "Non mi etichetto", anche se ormai è innegabile che ci troviamo in una società che ci impone a tutti i costi di appiccicarci un'etichetta e di dare un nome a qualsiasi cosa, su questo non ci sono dubbi.
Personalmente, sono uno che rifiuta queste etichette e quindi sarei nella "lista degli ipocriti", ma ripeto: sono uno che rifiuta QUESTE etichette.
Non mi sono mai identificato nella parola "gay", l'ho sempre odiata e, sinceramente, tuttora non è che mi piaccia molto. In passato stava a designare in Inghilterra gli uomini effeminati, non a caso ha il significato di "eccentrico, stravagante".
Personalmente non mi rivedo per niente in questa definizione, che tra l'altro non ha nemmeno una corrispettiva traduzione in italiano.
Delle volte mi sono sentito dire: "Ma allora potresti definirti omosessuale, no?". Effettivamente preferisco omosessuale, ma se ci pensate un attimo è un termine neutrale ("omosessuale" deriva da "omos", che in greco vuol dire "stesso, uguale"), ovvero è applicabile sia per uomini che per donne.
Se ci pensate un attimo, un corrispettivo in ITALIANO che sta a designare gli uomini omosessuali NON ESISTE.
Cosa diversa per le donne omosessuali, il cui termine più noto è quello di "lesbiche", termine derivante da Lesbo, isola dell'Egeo in cui la poetessa greca Saffo decantava l'amore omosessuale tra donne.
Se permettete, un origine ben più nobile di quella della tristissima parola "gay", in cui non mi identificherò mai manco ad ammazzarmi!
Personalmente, non conosco poeti greci che decantassero l'amore omosessuale tra uomini, anche se sicuramente ce ne saranno stati.
Se non sbaglio (e dico subito di non essere sicuro), Platone decantava l'amore omosessuale. Non potrebbero chiamare, per esempio, gli omosessuali maschi "platonici"? So benissimo che la parola è già stata prenotata per un altro uso, ma comunque, non sarebbe più adatto?
Ovviamente il mio è un esempio sciocco da non prendere sul serio, ma sono sicuro che ci saranno molti altri filosofi o poeti che decantassero l'amore omosessuale.
Comunque, se un giorno ci sarà una parola che designi gli omosessuali maschi e che sarà quindi al pari di quella di "lesbica", allora non avrò problemi ad "etichettarmi" in questo modo.
Ma comunque, almeno per il momento le etichette me le lascio da parte, anche perché ho solo 16 anni.

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Re: Gay, etero, bisex: etichette scomode come sembrano?

Messaggio da progettogayforum » martedì 4 novembre 2014, 11:29

40 anni fa la parola gay mi sembrava un’offesa intollerabile, oggi credo che sia la parola più bella del vocabolario, perché non ci vedo dietro qualcosa di indistinto o di pauroso ma tanti ragazzi che conosco, che stimo e ai quali voglio bene. Sì, l’etimologia non sarà nobile, ok, ma oggi lo stigma originario contenuto in quella parola è tanto scolorito che anche il papa la usa. Poeti, letterati e personaggi famosi omosessuali (io direi gay) ce ne sono tantissimi e se dai una rapida occhiata a Gay e Storia http://gayproject.altervista.org/storia.pdf una pubblicazione online di Progetto Gay, te ne puoi rendere conto. Nella letteratura greca e in quella latina, ma anche in quella italiana, in quella francese, in quella inglese, ecc. ecc., gli omosessuali sono moltissimi anche tra i personaggi che si studiano a scuola, anche se nessuno parla della loro omosessualità, basti il caso emblematico di Virgilio o quello di Tasso, o ancora di Machiavelli, ma aggiungo Thomas Mann, André Gide, François Mauriac, che hanno avuto il premio Nobel, solo per limitarsi ai nomi più noti.

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Re: Gay, etero, bisex: etichette scomode come sembrano?

Messaggio da Geografo » martedì 4 novembre 2014, 17:03

Mi piacerebbe essere d'accordo, ma purtroppo per me è inconcepibile. Parliamoci chiaro, se adesso usiamo il termine "gay" è perché proprio non esistono termini designati a indicare gli omosessuali maschi e, volenti o nolenti, si è praticamente costretti ad utilizzare questa parola.
Per questo motivo io non mi "etichetto" come gay. A parte che, ripeto, ho 16 anni e sinceramente non me la sento proprio di "appiccicarmi" una qualsiasi parola (anzi, se è per questo lo trovo assolutamente inadeguato a quest'età), ma comunque, ripeto, per me questa parola ha una connotazione talmente negativa e anche al suono mi risulta così fastidiosa che non voglio usarla. Tra l'altro parliamo di una parola che non è nemmeno italiana.
Per carità, ci sono moltissimi personaggi nella storia che sono stati omosessuali e che hai citato, ma io parlo del termine in sé e per sé, ovvero della parola "gay".
Ripeto, sarebbe stato molto più bello avere un termine con un'etimologia che fosse un po' come quella della parola "lesbica", mi auguro davvero che un giorno accada.

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Re: Gay, etero, bisex: etichette scomode come sembrano?

Messaggio da barbara » martedì 4 novembre 2014, 19:34

potresti inventarla tu una parola. Dico sul serio . le parole sono importanti e il dizionario è in continua evoluzione. Comunque tu sai la vera origine dalla parola gay?

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Re: Gay, etero, bisex: etichette scomode come sembrano?

Messaggio da gandalf » mercoledì 5 novembre 2014, 19:50

In fondo cosa vuol dire essere gay? Secondo me vuol dire che mi innamoro dei ragazzi invece che delle ragazze. Poi tutto il resto dei comportamenti stereotipati tipici dei gay sono cose che la gente ha deciso di affibbiare alla parola gay perché gli unici gay che vedono sono quelli che ci presentano in tv o che si vedono in giro.
Ognuno è fatto alla sua maniera e da un significato diverso alla stessa parola!!!!

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Re: Gay, etero, bisex: etichette scomode come sembrano?

Messaggio da Geografo » mercoledì 5 novembre 2014, 19:54

barbara ha scritto:potresti inventarla tu una parola. Dico sul serio . le parole sono importanti e il dizionario è in continua evoluzione. Comunque tu sai la vera origine dalla parola gay?
Be Barbara, sinceramente non saprei da dove cominciare per dar vita a questa parola! Credo che ci vorrebbe un filologo... Faccio il classico, ma al momento non ho ancora cominciato la letteratura greca e latina e penso che tante cose siano anche "oscurate", penso che sia già tanto se fanno studiare Saffo...
Comunque, per quanto riguarda l'origine della parola "gay", qui su Wikipedia è spiegato tutto:
http://it.wikipedia.org/wiki/Gay
Se gli dai un'occhiata, puoi ben vedere che il termine abbia in origine connotazioni decisamente negative...! Nell'ottocento, ha il significato di "depravato", e già negli anni 20 del '900 cominciò ad essere usato per indicare gli uomini effeminati.

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Re: Gay, etero, bisex: etichette scomode come sembrano?

Messaggio da barbara » giovedì 6 novembre 2014, 23:32

Come leggi anche tu nella definizione che hai citato c'è anche l'acronimo Good as you. Anche se in wikypedia si tratta di una leggenda urbana questa è l'origine che mi è stata riferita dal presidente di un'associazione LGBT . Personalmente preferisco questa versione alle altre. ;)
Comunque prima o poi ti verrà in mente una parola migliore magari... ;)

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