progettogayforum ha scritto:
Caro Project,
ho letto sul forum la discussione “Le idee cambiano?” e penso di dover dire anche io qualcosa sul tema dei rapporti tra persone di età molto diversa. Io scrivo a te, Project, poi vedi tu che cosa fare della mia mail, se lo credi opportuno inseriscila nella discussione perché mi piacerebbe sapere quello che ne pensano i ragazzi. Naturalmente mi interessa soprattutto quello che ne pensi tu, perché, dal capitolo di “Essere gay” che hai dedicato a questo argomento, penso che non sia la prima volta che ti trovi di fronte a situazioni di questo genere.
Allora, veniamo al punto. Ho 49 anni, a 20 mi innamorai di un uomo molto più grande di me, che ne aveva 57, anche se molto ben portati. Il mio “lui” (che chiamerò Renzo) non c’è più da due anni e mi manca in modo terribile. Siamo stati insieme 27 anni, abbiamo avuto tanti problemi legati soprattutto al fatto che la gente non accetta questo tipo di rapporti e non capisce che possono essere rapporti d’amore nel vero senso della parola. Abbiamo anche avuto le nostre incomprensioni e in 27 anni è successo più volte, ma poi siamo tornati sempre insieme perché insieme stavamo bene. In Renzo non ho cercato un padre, almeno non l’ho mai visto così, tra noi c’era una complicità vera, un capirsi che penso fosse unico. All’inizio è stata difficile perché lui voleva mantenere un certo distacco, si sentiva vecchio e non voleva crearmi obblighi di nessun genere e non capiva che non me ne creava affatto. Siamo stati una coppia nel senso più bello del termine, anche se all’inizio ci siamo dovuti nascondere perché la mia famiglia non avrebbe mai accettato una storia come la nostra. Per me è stato un punto di riferimento totale, prima mi ha insegnato a vivere e poi mi ha anche insegnato a morire con dignità e, direi, con serenità. Nell’ultimo periodo mi ha ripetuto spesso che la sua vita era stata una vita felice perché aveva incontrato me, mi diceva anche che non aveva paura della morte, che è una cosa naturale e che un vecchio ci si prepara piano piano. Non si è mai lamentato, è stato lui che ha fatto coraggio a me. Per noi non ci sono state le unioni civili e lui ha pensato per tempo a lasciarmi i suoi beni prima che finissero nelle mani di lontani parenti che di lui non si erano mai occupati. Faceva queste cose con il massimo impegno, io cercavo di rimuovere l’idea della sua morte ma lui la trattava con lucidità, predisponendo tutto prima con la massima cura. Gli ultimi giorni sono rimasto con lui in ospedale anche la notte, era molto debilitato ma si sforzava di sorridermi sempre e io gli tenevo la mano. Purtroppo non gli sono stato vicino proprio alla fine perché lo hanno portato in rianimazione e quando mi hanno fatto entrare era già morto. Ho fatto tutto secondo le sue istruzioni. Al funerale non c’erano parenti, aveva solo lontani cugini che non sono stati neppure avvisati, c’erano solo alcuni amici comuni, tra i pochissimi che sapevano tutto di noi. Mi ha esplicitamente proibito il lutto e mi ha detto che nella mia vita non doveva cambiare nulla, mi ha proibito anche di andare al cimitero più di una volta l’anno. Dopo il funerale sono stato malissimo, proprio sull’orlo della depressione profonda e mi sono venute anche brutte idee per la testa, ma lui mi aveva prevenuto e aveva insistito moltissimo sul fatto che io dovessi fare tutto quello che si poteva fare “di buono” e io me ne sono ricordato e ho cominciato a fare qualche ora di volontariato nel tempo libero. Avrei volto dedicarmi agli anziani ma mi hanno assegnato un piccolo ambulatorio da gestire (sono medico) per quelli che non possono pagare nemmeno il ticket. Quando ci siamo conosciuti, anche Renzo faceva qualcosa di simile (anche lui medico) e a me allora sembrava una cosa strana, ma poi ho cominciato a capire il valore di queste cose. Certe volte lo chiamavano la notte per un’urgenza e andavamo insieme. Non si risparmiava, e se capiva che le persone avevano problemi a pagarlo non si faceva pagare. Non frequentava la chiesa ma, se qualcuno aveva bisogno di lui, non si tirava indietro e faceva il possibile per dargli una mano. Era un uomo buono, pensava più agli altri che a se stesso. Renzo mi manca, sento proprio un vuoto dentro e non mi sono mai innamorato di nessun altro. Ricordo come sapeva rassicurarmi, come sapeva farmi ragionare quando mi invadevano i dubbi su mille cose, soprattutto sulla professione. Mi sentivo non adatto, troppo inadeguato per fare il medico e lui mi diceva che ero un medico serissimo e competente. Insomma, oggi, a distanza di due anni, me lo sento ancora vicino. Ho vissuto la vita che ho desiderato. Lui all’inizio era riluttante, stentava quasi a crederci, poi ha visto nei fatti che gli volevo bene veramente e si è sciolto del tutto. Tra noi c’è stato anche sesso, certo, e anche nel sesso sentivo che cercava di mettermi a mio agio e di farmi stare bene. Era un uomo profondamente buono, un po’ come avrei voluto essere io, e questo mi ha spinto ad innamorarmi di lui. Ci siamo amati e penso che non avrei mai trovato la felicità se non avessi incontrato lui. So benissimo che per tanta gente quello che ho scritto è patologico ma per me è stata la vera felicità della vita.
Vale
Ritorno sul tema (arrivo sempre tardi e me ne scuso) delle coppie "intergenerazionali" anche se il topic ha un titolo diverso...
Sebbene non si voglia giudicare, qualsiasi commento all'argomento diventa pettegolezzo e chiacchiera da bar, se è roba che non conosciamo veramente.
Penso che la lettera sopra citata parli da sè e renda chiaro l'argomento. Quando si tratta di Amore, quello vero, è qualcosa di puro e basta.
Non esistono badanti e differenze di età, ma due persone che si amano incondizionalmente.
Da un certo punto di vista, nonostante personalmente non mi sia mai innamorato di una persona molto più grande o giovane di me, reputo i componenti di questo tipo di relazione persone particolarmente profonde e ammirevoli perchè capaci di andare oltre l'aspetto fisico, puntando sull'essenza di noi stessi.
Tutte le problematiche accessorie che superficialmente/ingenuamente elenchiamo sono solo "disturbi" (passatemi il termine) della nostra mente. ln qualsiasi tipo di coppia si devono affrontare difficoltà diverse e la coppia si dimostra tale proprio in questi momenti. Amare è anche/soprattutto sostenere il proprio compagno. Non importa se è perchè ha perso il lavoro, se perchè ha problemi di salute (cosa che può succedere a qualsiasi età) o sta soffrendo per qualcos'altro.
Non nascondo che se una persona a me cara, si innamorasse di qualcuno molto più grande di lui, all'inizio ne rimarrei sconcertato. E' conoscendo, nel tempo, l'altra persona e la loro relazione che capirei l'autenticità del loro legame e il diritto che hanno di viverlo in totale serenità.
Comprendo che in questo tipo di legame, il più grande della coppia possa avere all'inizio dubbi ed incredulità. Al giorno d'oggi si sente parlare tanto di gente senza scrupoli e la nostra società è sempre più incentrata sull'apparire che sulla sostanza, ma se essere "diversi" vuol dire anche questo ne sarei fiero.
Ringrazio di cuore l'autore della lettera, perchè la sua storia oltre a commuovermi, ha ampliato la mia visuale.
Spero ci continui a leggere e scrivere...per quello che serve, gli sono vicino.