EDUCAZIONE MORALE DEGLI OMOSESSUALI SECONDO RAFFALOVICH

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EDUCAZIONE MORALE DEGLI OMOSESSUALI SECONDO RAFFALOVICH

Messaggio da progettogayforum » domenica 9 ottobre 2016, 22:04

Nel breve capitolo sulla “Educazione morale” tratto da ”Uranismo e Unisessualità” di André Raffalovich, che potete leggere qui di seguito, l’autore giunge ad una conclusione fondamentale: tra omosessuali ed eterosessuali non c’è una linea di demarcazione, ma questa frase non significa che esistono tante forme di sessualità intermedia ma che tra omosessuali e eterosessuali non ci sono differenze morali legate all’orientamento sessuale. Ci sono omosessuali ottimi e ce ne sono di pessimi, esattamente come accade tra gli eterosessuali, ma le analogie sono molto più forti, perché situazioni moralmente identiche si possono vivere sia in chiave eterosessuale che in chiave omosessuale. Secondo Raffalovich, i migliori, sia tra gli omosessuali che tra gli eterosessuali, sono quelli che tengono a freno la loro sessualità. L’autore parte dal presupposto che in ambito sessuale ben poche persone possono realizzare i loro desideri, ammesso che questo sia possibile, e che la categoria dell’accontentarsi è pressoché generale ed è comune ad omosessuali ed eterosessuali. Un’affermazione di Raffalovich può lasciare sconcertati, cioè l’idea che non esiste un diritto di realizzare i propri desideri sessuali, ma su questo si potrebbe anche concordare con l’autore, chiarendo bene i termini della questione. Come corollario a quanto appena detto, Raffalovich afferma che la legge morale impedisce agli epilettici, ai tisici e ai portatori di malattie trasmissibili di realizzare i loro desideri sessuali per impedire la diffusione dei morbi dai quali sono affetti, e afferma che “la stessa legge” impedisce all’omosessuale di seguire le sue tendenze. Qui il salto logico è del tutto gratuito ed incomprensibile, ma Raffalovich glissa e non approfondisce la questione. Lasciamo comunque a lui la parola.
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EDUCAZIONE MORALE

Ho detto che non si poteva biasimare l’invertito che aveva consumato la sua prima caduta – se è intelligente, se vale qualcosa, può rialzarsi, può riprendersi. E nella sua vita, di sicuro, non cederà, cadrà e si rialzerà per una sola volta, succederà parecchie volte; alla lunga, se è intelligente e vale qualcosa, non si lascerà avvilire dai deragliamenti di una giovinezza senza direzione morale.

L’invertito superiore ha le medesime possibilità dell’eterosessuale e corre pericoli analoghi. Può diventare quell’essere morale e degno che un uomo dovrebbe essere, oppure può sprofondare nelle frivolezza, nella lussuria e nella menzogna.

Questa educazione morale gli costerà cara, se ha maledetto suo padre, che lo ha generato, e sua madre, che lo ha concepito, si troverà un giorno schiacciato da queste geremiadi, e se si esaminerà con sincerità, ecco quello che troverà.

La sua serenità e il suo valore morale e sociale dipendono dal freno imposto alle sue tendenze.

Non è facile trovare invertititi dello stesso tipo e spesso non si amano tra loro. Il nostro invertito ha probabilmente amato o degli invertiti inferiori e allora ne ha lo stesso disgusto che una donna leggera e falsa ispira ad un uomo sobrio e retto, - oppure ha amato degli eterosessuali più o meno gentili, fragili e interessati, - in ogni caso la sua esperienza non è stata troppo felice. Se ha conquistato degli eterosessuali di buona caratura, la sua vittoria è stata difficile e di assai breve durata (se ha ceduto ad una donna amata, non è stato per un lungo periodo), e si rende conto che la sessualità non può essere lo scopo di un uomo superiore, omosessuale o eterosessuale.

I grandi uomini rivendicati dalla omosessualità non sono stati grandi che per il fatto che essi non si sono lasciati troppo invadere dalla loro sessualità.

Gli invertiti sublimi sono stati sublimi malgrado la loro inversione o perché si sono elevati al di spora e al di là dell’umanità. L’uomo senza famiglia, senza moglie, senza figli, sottratto dalla continenza o dalla castità a tante piccolezze, a tante noie, a tante menzogne, e il cui cuore non è arido o disseccato, può essere Michelangelo o Newton.

Newton, proprio lui, indica un gran numero di uomini per i quali la domma non sembra avere quel ruolo che l’uranista trova noioso, indifferente, inutile antipatico e, senza volerli rivendicare all’inversione, si chiede se l’eterosessuale casto o indifferente alle donne non possa rappresentare un ideale, un incoraggiamento, così come i grandi uranisti; pensa a Spinosa, a Leibnitz, a Pascal, a Carlo XII di Svezia, a Johannès von Muller, mescolando i grandi uomini, le classi, le epoche.

La Grecia… ma se l’invertito superiore approfondisse veramente la storia dell’omosessualità in Grecia, riconoscerebbe che l’invertito non era affatto più felice di quanto lo sia adesso in Europa. Il giovane uomo di buona famiglia doveva difendere il suo onore e la sua reputazione come una vergine dei nostri giorni. I ragazzi di oggi hanno più libertà dei giovani greci e troverebbero intollerabile doversi comportare mantenendo una simile circospezione. La Grecia non era affatto il paradiso degli invertiti. Molto lontano da lì, presso i popoli esotici, del nord come del sud (perché il clima non influisce affatto sull’omosessualità come si è preteso che fosse), presso gli Esquimesi, gli Annamiti, o i Messicani di prima della conquista, gli invertiti trovavano forse più facilmente la possibilità di soddisfare i loro gusti, ma dovevano forse anche (come accade presso molti popoli) registrarsi in una classe a parte, che godeva di privilegi e di una considerazione paradossali.

L’invertito superiore non ha il diritto di credersi nato fuori della sua epoca o della sua patria. Anche l’Oriente di oggi, dove la pederastia si pratica senza difficoltà, non gli offrirebbe le soddisfazioni intellettuali alle quali è abituato: la musica, il teatro, ecc..

Vedrà con un sorriso che la maggior parte dei neo-greci sarebbero troppo malaticci, troppo mal strutturati per essere allevati dagli Spartiati. Vedrà con più o meno coraggio che la soddisfazione dell’appetito sessuale non può essere il sine qua non dell’esistenza di un uomo moderno, di un uomo civilizzato. L’uomo civilizzato ha anche altre necessità. E quando si parla dell’ingiustizia del destino e della società, quando si chiede un altro modo di trattare gli invertiti, perché non ci si dovrebbe preoccupare di altre ingiustizie riconosciute e ammesse?

Per esempio: un uomo giovane, eterosessuale, povero, lavoratore, che non si può sposare e rifiuta le donnette basse e ripugnanti, perché non ha i mezzi per dare a una donna più decente quello che lei si aspetta, che non può e non vuole essere l’amante prediletto di una donna venale o ricca, e non desidera l’avvilimento dell’adulterio con tutto quello che comporta.

Quest’uomo, dal punto di vista della vita sessuale è da compiangere allo stesso modo dell’invertito. Le loro situazioni si somigliano molto. La cosa migliore che devono fare, e al più presto possibile, è mettere da parte la loro vanità e dire che l’atto sessuale non deve essere il centro della loro esistenza. Parlo di vanità perché la vanità e l’invidia, in certi momenti, sconvolgono l’uomo sessualmente, e l’idea che gli altri hanno i piaceri che egli vorrebbe avere è una delle tentazioni più forti. Krafft-Ebing è il rappresentante di quelli che chiedono giustizia per l’invertito, e non chiedo di meglio; ma bisogna ricordarsi che questa rivendicazione ha come base la teoria secondo la quale ogni uomo ha il diritto di soddisfarsi sessualmente. Se si riconosce questo diritto agli eterosessuali, non vedo come lo si possa rifiutare agli invertiti (soprattutto perché rifiutarglielo non cambia affatto lo stato delle cose). Ma secondo me nessun uomo ha il diritto di pretendere le soddisfazioni sessuali che desidera. La stessa legge morale che impedisce ad un eterosessuale epilettico o tisico, o affetto da una qualsiasi malattia trasmissibile, di perpetuare il suo flagello, quella stessa legge proibisce all’invertito di consegnarsi alla sue tendenze.[1]

L’essere corruttore, uomo o donna, è colui che seduce un altro essere, uomo o donna, è l’essere che diminuisce la somma della purezza e della castità che esiste in questo mondo.

L’essere corruttore deve essere riprovato.

L’essere infame, abietto, che si nutre dei vizi degli altri e li facilita, fonte di pericoli morali e fisici, l’essere che mette in pratica il ricatto dopo aver favorito la dissolutezza, deve essere represso il più severamente possibile.

È un errore (gli autori che scrivono di inversione tendono ad esso) immaginarsi che gli invertiti siano necessariamente fuorviati o sregolati o alla ricerca di sfoghi con qualsiasi uomo di buona volontà. Molti eterosessuali (se si comportano bene) non pensano sempre alla donna.

Bisogna ricordarsi che l’invertito soddisfatto, sazio e senza paura sceglie quello o quelli che preferisce. Ha amanti e amici. Può incapricciarsi brevemente dei suoi amici, può avere delle passioncelle ma molto spesso esse non portano a nessuna conseguenza.

Ci sono collezionisti invertiti, come ci sono collezionisti eterosessuali, che hanno la mania di “conoscere” il più gran numero possibile di partner. L’uranista medico consultato da Krafft-Ebing si vantava di aver conosciuto seicento uranisti. Questa cifra non stupirà nessuno che sia al corrente del numero di depravati che esistono e che si cercano e del numero di uomini senza capacità di resistenza, che cedono qualche volta per curiosità, perché indotti, per cupidigia, per ricordo dell’infanzia, per differenza di età o di casta.

L’invertito meno prospero e più affamato amerà l’uomo o il ragazzo che potrà amare. Non bisogna dimenticare che molti uomini non sono nella condizione di poter scegliere. Amano l’uomo più conveniente, quello di migliore condizione tra quelli che hanno intorno e il più accessibile. Non possono certo realizzare tutte le loro fantasie , non osano forse nemmeno mettersi con un uomo del popolo o con un ragazzo che è ancora giovane, della loro classe, e si accontentano del cameratismo sessuale a loro portata, sognando di qualcuno più giovane o più vecchio.

Molti di questi invertiti meno favoriti non sono dunque più caratteristici degli invertiti che possono soddisfare e loro fantasie. Si troveranno anche tra gli uomini e le donne con propensioni eterosessuali esattamente le stesse categorie. Molti eterosessuali non hanno la persona o le persone che essi avrebbero preferito e si accontentano o imparano l’astinenza. Molti eterosessuali, a forza di quelle che si chiamano ironicamente buone fortune, si sono completamente trasformati, guastati, marciti. Hanno dei vizi analoghi a quelli degli omosessuali incapaci di governarsi.

Tutti i seduttori si rassomigliano.

Se non ci si fermasse sempre alla differenza esteriore tra l’uomo e la donna, se si guardasse un po’ più in profondità, si capirebbe che gli omosessuali e gli eterosessuali non sono molto diversi.

Sono arrivato a questa affermazione, abbastanza paradossale a prima vista: non c’è una linea di demarcazione tra eterosessuali e omosessuali.

Tra l’omosessuale infame e l’eterosessuale scostumato sembra che ci sia una grande distanza, ma comunque sono molto vicini. Allo stesso modo, l’omosessuale di alto valore e l’eterosessuale che lo uguaglia sono anch’essi molto vicini e possono distinguersi molto poco uno dall’altro.
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[1] Rinvio alla Prefazione, in cui chiedo agli unisessuali, agli uranisti come agli eterosessuali, di imparare (o di ricordarsi) i loro doveri reciproci. Non ci sono diritti senza doveri.

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