Rapporto con il soggetto/oggetto di interesse amoroso
Rapporto con il soggetto/oggetto di interesse amoroso
Vorrei fare una domanda che mi sta sorgendo in quest'ultimo periodo, forse frutto delle mie elucubrazioni mentali, ringrazio in anticipo chi vorrà rispondere.
Ultimamente quando prendo una cotta passeggera per qualcuno e so che c'è la possibilità che non mi corrisponda, mi vergogno delle emozioni che provo, non vorrei provarle affatto. Non che io le manifesti in alcuna maniera, ma penso che se dall'altra parte il sentimento non corrisponde, è come appore violenza su una persona. Per cotta intendo sentire un forte legame affettivo, niente di sessuale, un legame che poi può anche sfociare nel sesso ma non è così fondamentale.
Mi vergogno di questi sentimenti perché ciò che per me è una cotta, l'altro potrebbe scambiarla per invadenza se non ossessione. Anche solo confessare queste emozioni potrebbe infastidire l'altro, e allora quando inizio ad affezionarmi sento dentro di me questa voce che dice di allontanarmi e andare via, che il rapporto che vedo è tutto un mio film mentale. E allora lo faccio, mi allontano, per quanto sia straziante ogni singola volta rimanere circondato solamente da persone per cui non provo nulla, ma non riesco neanche a pensare a quelle persone senza pensare di starle invadendo.
Voi nel pensare all'altro, alla persona che vi interessa, vi sentite di apporgli violenza? Come vi sentite?
Ultimamente quando prendo una cotta passeggera per qualcuno e so che c'è la possibilità che non mi corrisponda, mi vergogno delle emozioni che provo, non vorrei provarle affatto. Non che io le manifesti in alcuna maniera, ma penso che se dall'altra parte il sentimento non corrisponde, è come appore violenza su una persona. Per cotta intendo sentire un forte legame affettivo, niente di sessuale, un legame che poi può anche sfociare nel sesso ma non è così fondamentale.
Mi vergogno di questi sentimenti perché ciò che per me è una cotta, l'altro potrebbe scambiarla per invadenza se non ossessione. Anche solo confessare queste emozioni potrebbe infastidire l'altro, e allora quando inizio ad affezionarmi sento dentro di me questa voce che dice di allontanarmi e andare via, che il rapporto che vedo è tutto un mio film mentale. E allora lo faccio, mi allontano, per quanto sia straziante ogni singola volta rimanere circondato solamente da persone per cui non provo nulla, ma non riesco neanche a pensare a quelle persone senza pensare di starle invadendo.
Voi nel pensare all'altro, alla persona che vi interessa, vi sentite di apporgli violenza? Come vi sentite?
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Re: Rapporto con il soggetto/oggetto di interesse amoroso
Se si tratta di una persona eterosessuale è chiaro che una tua dichiarazione potrebbe un po' imbarazzarlo e infastidirlo... del resto fossi in lui mi verrebbe da pensare: "se sa che sono etero perché me lo dice?". Se si tratta come spero di uno dei nostri perché mai dovrebbe essere un opporgli violenza? La cosa che mi viene da pensare è che non ti stimi molto se pensi che un tuo interesse non debba essere per principio corrisposto. Del resto tentar non nuoce!
"E allora lo faccio, mi allontano, per quanto sia straziante ogni singola volta rimanere circondato solamente da persone per cui non provo nulla"
La voce interiore che ti porta a rimanere nello status quo e a non fare nulla di rischioso l'ho ascoltata spesso anche io nel passato: è stata la causa dei miei più grandi rimpianti. Penso che sia opportuno liberarsene il prima possibile!!!
"E allora lo faccio, mi allontano, per quanto sia straziante ogni singola volta rimanere circondato solamente da persone per cui non provo nulla"
La voce interiore che ti porta a rimanere nello status quo e a non fare nulla di rischioso l'ho ascoltata spesso anche io nel passato: è stata la causa dei miei più grandi rimpianti. Penso che sia opportuno liberarsene il prima possibile!!!
Re: Rapporto con il soggetto/oggetto di interesse amoroso
Volendo guardare questa cosa delle emozioni senza pormi in atteggiamenti analitici ma da un punto di vista piacevolmente poetico-letterario mi hai fatto ritornare con la memoria a questa canzone Help.
https://www.youtube.com/watch?v=zOxFdRWeoA0
and so far so good potrei anche dirmi per goder privatamente di un'emozione rinnovata.
Ma, visto che il thread è tuo e ti piacciono le elucubrazioni mentali, isolerei l'ultima parte del testo per una eventuale riflessione da condividere su una possibile interpretazione mentale dell'emozione (the bold is mine of course)
E chiudere gli occhi per fermare
qualcosa che
è dentro me
ma nella mente tua non c'è
capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
emozioni
https://www.youtube.com/watch?v=zOxFdRWeoA0
and so far so good potrei anche dirmi per goder privatamente di un'emozione rinnovata.
Ma, visto che il thread è tuo e ti piacciono le elucubrazioni mentali, isolerei l'ultima parte del testo per una eventuale riflessione da condividere su una possibile interpretazione mentale dell'emozione (the bold is mine of course)
E chiudere gli occhi per fermare
qualcosa che
è dentro me
ma nella mente tua non c'è
capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
emozioni
Re: Rapporto con il soggetto/oggetto di interesse amoroso
Milos, ho un vissuto particolare, forse neanche troppo in realtà, non lo so bisognerebbe confrontarsi.
A me fin da piccolo sono piaciute persone di età avanzata ( non troppo ), ma qualunque persona che ho conosciuto reputava motivo di scherno anche solo l'omosessualità. Pensa a come avrebbero reagito se avessero saputo che non solo ero gay ma anche della mia attrazione particolare. E allora ho iniziato a pensare che qualunque uomo di cui mi innamorassi non potesse da principio corrispondermi. Al contempo nella mia voglia di uniformarmi ci provavo con ragazze (che per me non volevano dire niente) che puntualmente mi rifiutavano. E questo rafforzava in me l'idea di essere orribile.
Ho sempre cercato di capire sotto quale aspetto io fossi orribile. Se prima l'aspetto fisico era un buon motivo, ora l'ho perfezionato e per quanto io non abbia un futuro all'Abercrombie non mi butterei ecco. Eppure ora siamo passati a una fase ancora più evoluta, le persone non mi vogliono neanche come amico con cui fare due chiacchiere, e allora mi viene da chiedermi se le sto invadendo. Non che mi dicano esplicitamente che le infastidisco, ma non rispondere per 8 giorni a un messaggio in cui dico solamente che un prof è particolarmente bravo e null'altro, mi sembra esemplificativo. E poi ci sono tanti altri casi similari che mi stanno facendo pensare di avere un atteggiamento troppo invadente per chiunque, eppure io non scrivo abitualmente alle altre persone, a volte praticamente mai per mesi, non le stresso con inviti continui vorrei solo parlarci ogni tanto.
Ma di due campane avete solo la mia purtroppo, non potreste neanche volendo rispondere alla domanda "mi trovate invadente?". E tutto questo ovviamente influisce sul mio modo di percepire le emozioni. Mi sono accorto di aver posto male la domanda prima, la domanda che volevo davvero fare è: "Individuata una possibilità e un vissuto emotivo concorde alla possibilità, è giusto fantasticarci sopra? È giusto pensare al fatto che quella persona ti baci, con frequenza ( ovviamente il pensiero non deve essere assiduo ) , o è un atteggiamento ossessivo da evitare? Quali sono i limiti che devo apporre al mio pensiero e alle mie emozioni e nel mio interagire con gli altri?".
Faccio questa domanda perché io purtroppo le persone non le capisco e non capisco neanche quando passo un limite per loro impassabile.
A me fin da piccolo sono piaciute persone di età avanzata ( non troppo ), ma qualunque persona che ho conosciuto reputava motivo di scherno anche solo l'omosessualità. Pensa a come avrebbero reagito se avessero saputo che non solo ero gay ma anche della mia attrazione particolare. E allora ho iniziato a pensare che qualunque uomo di cui mi innamorassi non potesse da principio corrispondermi. Al contempo nella mia voglia di uniformarmi ci provavo con ragazze (che per me non volevano dire niente) che puntualmente mi rifiutavano. E questo rafforzava in me l'idea di essere orribile.
Ho sempre cercato di capire sotto quale aspetto io fossi orribile. Se prima l'aspetto fisico era un buon motivo, ora l'ho perfezionato e per quanto io non abbia un futuro all'Abercrombie non mi butterei ecco. Eppure ora siamo passati a una fase ancora più evoluta, le persone non mi vogliono neanche come amico con cui fare due chiacchiere, e allora mi viene da chiedermi se le sto invadendo. Non che mi dicano esplicitamente che le infastidisco, ma non rispondere per 8 giorni a un messaggio in cui dico solamente che un prof è particolarmente bravo e null'altro, mi sembra esemplificativo. E poi ci sono tanti altri casi similari che mi stanno facendo pensare di avere un atteggiamento troppo invadente per chiunque, eppure io non scrivo abitualmente alle altre persone, a volte praticamente mai per mesi, non le stresso con inviti continui vorrei solo parlarci ogni tanto.
Ma di due campane avete solo la mia purtroppo, non potreste neanche volendo rispondere alla domanda "mi trovate invadente?". E tutto questo ovviamente influisce sul mio modo di percepire le emozioni. Mi sono accorto di aver posto male la domanda prima, la domanda che volevo davvero fare è: "Individuata una possibilità e un vissuto emotivo concorde alla possibilità, è giusto fantasticarci sopra? È giusto pensare al fatto che quella persona ti baci, con frequenza ( ovviamente il pensiero non deve essere assiduo ) , o è un atteggiamento ossessivo da evitare? Quali sono i limiti che devo apporre al mio pensiero e alle mie emozioni e nel mio interagire con gli altri?".
Faccio questa domanda perché io purtroppo le persone non le capisco e non capisco neanche quando passo un limite per loro impassabile.
Re: Rapporto con il soggetto/oggetto di interesse amoroso
Help ha scritto: la domanda che volevo davvero fare è: "Individuata una possibilità e un vissuto emotivo concorde alla possibilità, è giusto fantasticarci sopra? È giusto pensare al fatto che quella persona ti baci, con frequenza ( ovviamente il pensiero non deve essere assiduo ) , o è un atteggiamento ossessivo da evitare? Quali sono i limiti che devo apporre al mio pensiero e alle mie emozioni e nel mio interagire con gli altri?".
Faccio questa domanda perché io purtroppo le persone non le capisco e non capisco neanche quando passo un limite per loro impassabile.
ma... ma... ma... Helpino ma starai scherzando spero
Mi è naturalmente possibile, in casi che potremmo definire di asessualità vera, pensare che persone fisicamente mature non intrattengano alcuna fantasia per possibili partners. Nella mia esperienza non specialistica ma puramente relazionale tuttavia, tutti quelli che ho conosciuto in questi ultimi 10 anni non lo erano a mio avviso affatto ma erano semplicemente persone con un maggior numero di turn offs rispetto alla media. Questo, visto che erroneamente si tende a confondere ed a legare il sesso che è categoriale con particolari atteggiamenti fisici che sono frequentemente quelli che si trovano nelle varie tematiche del porno li portava a pensare di essere asessuali. Sebbene non ne abbia mai conosciuto alcuno reo confesso, son portato a pensare che neanche se fossi uno stupratore seriale compulsivo potresti fare a meno di un momento di elaborazione mentale magari ruvido, primitivo e stereotipato prima di passare all'attualizzazione .
Scherzi a parte dici le cose migliori a mio avviso quando parli di confronto ed interazione perché, per il mio vissuto individuale, l'aspetto fisico è senz'altro un fattore rilevante e quando io fantastico di un partner tendo a scegliermi quelli snelli ^_^ (con me i magrolini hanno una chance). Moltissimi altri amano invece i palestrati, i fisici da wrestler e via discorrendo. Ma fisici diversi da quello tipo della mia fantasia hanno anche loro una chance con me perché un fattore ancor più importante è rappresentato dalle caratteristiche delle fantasie reciproche. Non basta definirsi gay o attivi/passivi a mio avviso se si pensa ad una Long Term Relationship.
E non sarebbe proprio da un confronto di queste fantasie che si potrebbe trarre una consapevolezza per un vissuto più o meno gratificante di un'intesa erotica che non si deva vivere come un salto nel buio? (Poi naturalmente esistono anche le fantasie in cui ci si eccita per i blind dates o le situazioni particolari ma per ora mi fermo qui).
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Re: Rapporto con il soggetto/oggetto di interesse amoroso
Caro Help, io penso che non tu debba certo porti limiti al fantasticare sulle cose. Per quanto riguarda il fatto che la gente ti schifi (in realtà questa è la tua percezione) ti dico che mi è capitato in alcuni periodi della mia vita di voler piacere a qualcuno. Non si trattava di un tema affettivo quanto di un tema di accettazione sociale, diciamo. Ad esempio voler essere amico del capitano della mia squadra, di risultare simpatico ad una compagna di classe particolarmente "in" durante le superiori oppure di voler farmi notare da un personaggio di una certa importanza. In tutte queste situazioni, se ci ripenso, noto che i risultati migliori sono venuti quando ho messo da parte l'idea "devo piacere" e mi sono comportato con totale spontaneità. I peggiori sono stati certamente quando ho pensato "cosa dovrei fare per piacere a lui/lei?". Ti consiglio di dare un'occhiata ad una qualunque visita ufficiale del Presidente della Repubblica/del Consiglio in una certa città. Di solito la visita è organizzata in modo serrato e comporta anche visite a musei/aziende/monumenti/enti a seconda dell'occasione. In ognuno di questi luoghi c'è qualcuno ad illustrare ovviamente. Io sono spesso colpito dalla magra figura che fanno molte di queste persone; la pressione e l'emozione di dover rivolgersi ad una carica importante li annullano completamente nella loro spontaneità, come un padrone di casa timoroso della reazione del suo ospite. A me queste persone, nel momento in cui si comportano in modo così subordinato, non trasmettono nessuna simpatia. Se il loro atteggiamento fosse più "da pari" secondo me farebbero una migliore impressione anche alle personalità stesse. Ovviamente non voglio generalizzare, ma si tratta di cose che noto spesso. Tornando al tuo discorso, mi sembra che tu ti poni in partenza in modo subordinato, sbaglio? I risultati che descrivi potrebbero essere il risultato del non essere te stesso? Prendilo come spunto ovviamente
Re: Rapporto con il soggetto/oggetto di interesse amoroso
Sono subordinato perché cerco di capire cosa del mio atteggiamento infastidisca gli altri. Non cerco l'approvazione degli altri, cerco di capire come mai non c'è l'ho. Lo so che più o meno le cose sono simili, ma nel primo caso uno cerca una persona e si rende come l'altra persona lo vorrebbe. Nel mio caso io non cerco mai nessuno, cerco di stabilire rapporti con chi inciampa nella mia vita, e molto spesso quando mi accorgo di non aver fortuna non insisto, non mi cambio. Ma comunque mi domando sempre come mai ho fallito.
E da qui segue a ruota la domanda su quali limiti io abbia infranto per cui la persona mi abbia messo una croce rossa sopra.
Agis, la linea che divide una persona innamorata da uno stalker è sottile, e visto che non è mia intenzione oltrepassarla, ma neanche avvicinarmici, cerco sempre di non pensare. È troppo facile che ciò che io vedo come amore l'altro lo veda come totale invasione. Sotto questa nuova luce potrai capire meglio la mia domanda. D'altronde, se tu venissi a sapere che io ho pensato a te in una determinata maniera, a meno che a tua volta tu non abbia pensato a me alla stessa maniera, ciò che proveresti sarebbe ribrezzo immagino. E questo spiega il paradosso innamorato/stalker.
E da qui segue a ruota la domanda su quali limiti io abbia infranto per cui la persona mi abbia messo una croce rossa sopra.
Agis, la linea che divide una persona innamorata da uno stalker è sottile, e visto che non è mia intenzione oltrepassarla, ma neanche avvicinarmici, cerco sempre di non pensare. È troppo facile che ciò che io vedo come amore l'altro lo veda come totale invasione. Sotto questa nuova luce potrai capire meglio la mia domanda. D'altronde, se tu venissi a sapere che io ho pensato a te in una determinata maniera, a meno che a tua volta tu non abbia pensato a me alla stessa maniera, ciò che proveresti sarebbe ribrezzo immagino. E questo spiega il paradosso innamorato/stalker.
Re: Rapporto con il soggetto/oggetto di interesse amoroso
Ben detto milos. Ovviamente concordo. Aggiungerei -sarà banale ma repetita juvant alle volte- che spesso da giovani gli "spiriti son bollenti" e, se sovente si creano problemi relazionali anche nel campo etero all'interno della sessualità ufficiale ed accettata, figuriamoci un po' all'interno di atteggiamenti stigmatizzati da questa società di sessuofobi repressi ben degni figli del connubio contro natura tra San Gerolamo e la vergine Eustochio. In una situazione come questa Help e voi tutti che siete giovani come vorreste reagire? Negandovi pure il piacere delle vostre individuali fantasie? Sono insistenti? Tornano un po' troppo spesso? Bene. Fate come Buddha quando accolse Mara il demonio. Riconoscetele, sorridete, invitatele al vostro desco ed offrite loro un tè ^_^. Con buona pace dei discepoli oltraggiatimilosmusiker ha scritto:Caro Help, io penso che non tu debba certo porti limiti al fantasticare sulle cose.
Re: Rapporto con il soggetto/oggetto di interesse amoroso
Ma figuriamoci un po' Helpino :O)*** Se io sapessi che tu hai pensato a me in una determinata maniera la mia residua vanità potrebbe farmi sentir lusingato più che oltraggiato. Su un piano molto più pratico mi verrebbe però da domandarti, in primo luogo un paio di cose.Help ha scritto:D'altronde, se tu venissi a sapere che io ho pensato a te in una determinata maniera, a meno che a tua volta tu non abbia pensato a me alla stessa maniera, ciò che proveresti sarebbe ribrezzo immagino. E questo spiega il paradosso innamorato/stalker.
Primo: ne hai parlato con il tuo attuale partner e gli hai chiesto cosa ne pensi lui dei ménages à trois detti anche in italiano triangoli?
Secondo: se avessi pensato a me in una certa maniera, non essendoci mai visti né in fotografia né tanto meno nella real life, qui sarebbe all'opera un meccanismo di tipo proiettivo. Non c'è nulla di male in questo ovviamente se alla proiezione si fanno seguire momenti di interazione e confronto come hai giustamente scritto anche tu.
Terzo: bisogna essere sempre pronti ad accettare che questo fantasma logico del quale ci si è invaghiti non risponda alle nostre aspettative in maniera plateale nel qual caso il problema di eventuale stalking che tu indichi manco si porrebbe. Tieni a questo proposito presente che caratteristica dello stalker non è certo quella di tentare un timido approccio una, due o tre volte ma l'iterazione ripetitiva e violenta ad nauseam di questi tentativi