Mi spiegate cosa sono, io?

Che cosa significa essere gay
Rispondi
SenzaPeso
Messaggi: 221
Iscritto il: sabato 24 aprile 2010, 5:11

Re: Mi spiegate cosa sono, io?

Messaggio da SenzaPeso » sabato 1 maggio 2010, 4:37

Il fatto che possa essere una barriera, mi fa paura. E mi fa paura perchè probabilmente lo è se ci penso bene. E pensandoci ancora meglio, so di non volela buttare giù perchè è vitale in un certo senso, guadagno e perdita non si equivalgono perchè ciò che mi perdo non mi manca. In futuro potrò cambiare idea anche se ora mi pare inconcepibile. Per ora va bene così. Grazie mille :)

Avatar utente
progettogayforum
Amministratore
Messaggi: 5979
Iscritto il: sabato 9 maggio 2009, 22:05

Re: Mi spiegate cosa sono, io?

Messaggio da progettogayforum » sabato 1 maggio 2010, 9:01

Ho visto che hai commentato la mail del ragazzo 32enne che si sente sessualmente indifferente e l’espressione ”smettere di amare è come una resa a livello inconscio” mi ha fatto riflettere, come l’idea di barriera della quale hai parlato qui sopra. Vedo spesso ragazzi che si portano appreso frustrazioni profonde legate a una specie di ineluttabile idea di irrealizzabilità dei propri desideri e della propria vita affettiva e spesso con esiti di umore depresso, di deconcentrazione e di abbandono ad una specie di destino di irrealizzabilità. In queste situazioni, un po’ come nel post del ragazzo 32enne, l’idea stessa di sessualità viene inconsciamente repressa con un meccanismo difensivo perché la si associa all’idea di frustrazione. Tuttavia alla base c’è il presupposto del tutto gratuito e sbagliato di ritenere che un ragazzo gay sia destinato a non vivere una vera vita affettiva e sessuale, presupposto che oggi non corrisponde alla realtà. In questo senso la rinuncia inconscia alla sessualità costituisce una barriera protettiva. Vedo spesso situazioni di ragazzi che hanno una vita sessuale con il loro ragazzo ma non lo amano, non ci stanno male ma non ci stanno bene, in queste situazioni all’apparenza l’insoddisfazione è legata alla sessualità, ma realmente dipende da un rapporto affettivo carente. C’è un’idea, non troppo comune in realtà, che mi ha sempre colpito e cioè che la sessualità sia il grado sommo di coinvolgimento affettivo, un darsi completamente all’altro che richiede come presupposto che l’altro corrisponda perfettamente alle nostre attese, in questo senso mettere da parte la sessualità significa non spendersi del tutto, mantenere un proprio spazio recintato nel quale non si può entrare, ma questo significa che l’idea di sessualità è ancora tutta centrata sul sé e che si tende a creare un rapporto in funzione di sé e a vedere l’altro come un completamento di sé che se non ha i requisiti richiesti non può essere il destinatario eletto della nostra sessualità. Un’affettività centrata sulla realizzazione del sé, tuttavia, manca della dimensione altruistica che è tipica dell’innamoramento vero e l’idea di barriera difensiva viene dal fatto di non accattare l’altro per quello che realmente è, comprese le sue incertezze, i suoi difetti, cioè di non accettarlo come persona. Intendo dire che amare significa proprio superare quella barriera difensiva, nel non fare mai una valutazione rischi/benefici (ecco, è questo che volevo dire) prima di costruire una rapporto a qualsiasi livello con un altro ragazzo. I meccanismi difensivi rischiano di trasformarsi in spinte alla rinuncia a priori, e questo impoverisce la dimensione affettiva, ma il tempo cambia tante cose.

SenzaPeso
Messaggi: 221
Iscritto il: sabato 24 aprile 2010, 5:11

Re: Mi spiegate cosa sono, io?

Messaggio da SenzaPeso » domenica 2 maggio 2010, 7:04

Il problema di cui mi parli lo conosco, non è limitato al mondo gay, nel mio paese di origine coppie di trentenni single che si sposano per non star soli sono all'ordine del giorno e finisce sempre con entrambi insoddisfatti. Ma all' "amore che strappa i capelli" ho smesso di credere da tempo, per me è una sorta di pace, tranquillità, non una passione rovente. Sarò effettivamente un pò freddino, non lo so, ma amo le piccolezze, la camminata molleggiata del ragazzo con cui stavo, o il modo assurdo che ha di legarsi i capelli la ragazza con cui sto. La barriera è dovuta al "dover controllare ed uccidere" ogni reazione spontanea del mio corpo, per non perderne controllo, e quindi annientare e non sfogare neanche quel poco di meccanico, è una cosa cui ho fatto caso di recente. Non me lo posso permettere di lasciarmi andare per ora, quando e se sarò più sereno valuterò il da farsi.

Rispondi