GAY A RISCHIO

Che cosa significa essere gay
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GAY A RISCHIO

Messaggio da progettogayforum » venerdì 15 maggio 2009, 14:38

admin ha scritto:Questo post è dedicato all’analisi dei rischi in cui possono incorrere i ragazzi gay, si tratta spesso di rischi analoghi a quelli in cui possono incorrere i ragazzi etero ma con delle tipicità connesse al fatto di essere gay. Sinteticamente riassumerei i rischi in due grandi categorie:

1) Rischi a livello psicologico, legati alla solitudine, alla emarginazione, ma anche a rapporti affettivi che possono creare forme di dipendenza e restringere di fatto l’area di autonomia della persona. Nei confronti dei rischi a livello psicologico è possibile agire sia in termini di prevenzione che quando le situazioni rischiose si sono già instaurate.

2) Rischi a livello fisico, connessi a malattie sessualmente trasmesse oppure all’uso di alcol o di stupefacenti, considerati un rimedio ad una vita affettiva insoddisfacente. Nei confronti dei rischi a livello fisico la prevenzione è in sostanza la strada assolutamente prioritaria.

RISCHI A LIVELLO PSICOLOGICO

Reazioni depressive alla solitudine, più frequenti nei gay anziani e senza amici.

Senso di frustrazione nella ripetuta ricerca di un compagno seguita da esiti insoddisfacenti: mancata reciprocità, tradimento, incompatibilità.

Senso di oppressione da parte dell’ambiente familiare, caratteristico dei ragazzi più giovani e di quelli non più giovanissimi che non hanno una vita autonoma (invadenza, mancanza di privacy, scarso rispetto da pare dei familiari, ambienti intolleranti e omofobi).

Mancata accettazione della propria omosessualità.

DIPENDENZA PSICOLOGICA. Questo punto merita un’attenzione assolutamente particolare. Non si tratta di un fenomeno molto frequente in questi ultimi anni perché, grazie a Internet, ad un ragazzo gay è possibile incontrare facilmente parecchi ragazzi gay e in una situazione del genere la dipendenza psicologica difficilmente può instaurarsi. Ma la dipendenza esiste ancora e in genere interessa ragazzi non giovanissimi e predisposti dall’educazione familiare a considerare la sopportazione come una virtù. Alcuni ragazzi entrano passivamente in relazioni psicologiche non paritarie, come rapporti tra persone di età molto diversa, rapporti gay etero, rapporti tra persone di condizione culturale e economica molto diversa. I rapporti all’avvio non presentano nulla di patologico, spesso sono soddisfacenti sia sotto il profilo affettivo (molte volte ritualizzato) che sotto il profilo sessuale. Quando il componente debole di questa pseudo-coppia, nella quale il dialogo non è assente ma è a ruoli fissi, si sente insoddisfatto e tende ad uscire dal rapporto, scattano i ricatti affettivi del tipo: “senza di me non te la caveresti mai”, “io non ti posso lasciare solo per il tuo bene”, “se te ne vai te ne pentirai” e simili e, talvolta, in situazioni per fortuna rare, il ricatto diventa anche tendenzialmente economico: “io per te ho fatto tanto”, “io ti ho tirato fuori dai guai”, “tu sei un ingrato”. Se un ragazzo non ha o non vede alternative cede ai ricatti e la dipendenza diventa molto radicata e provoca una sofferenza acuta e una insoddisfazione di sé profonda.

Dalle forme di dipendenza psicologica si esce, oppure in esse non si cade
1) attraverso la presa di coscienza della propria autonomia decisionale,
2) attraverso la consapevolezza che le decisioni serie non sono mai prese con il pieno accordo di tutti,
3) attraverso la consapevolezza che la dipendenza psicologica è come un cappio, all’inizio liberarsi può non essere facile ma col tempo il cappio si stringe e liberarsi diviene sempre più difficile,
4) attraverso la consapevolezza che rapporti fortemente dissimmetrici e non soddisfacenti devono essere troncati al più presto,
5) attraverso la consapevolezza che scelte radicali che possono essere difficili sul momento possono essere liberatorie in modo profondo.

AVVENTURISMO Un po’ all’opposto della dipendenza psicologica c’è l’avventurismo, l’eccesso di fiducia in se stessi, il sentirsi pronti a qualunque avventura.
La volontà di fuga dall’ambiente domestico troppo stretto può mettere un ragazzo in situazioni difficili dalle quali può essere complicatissimo uscire e non solo a livello psicologico.
Dai rischi dell’avventurismo ci si può difendere:
1) attraverso il dialogo con altri ragazzi gay anche di età diversa,
2) attraverso il consiglio di persone prudenti e affidabili (amici e anche familiari).

Tutti i rischi di tipo psicologico, se esasperati, possono condurre in situazioni di pericolo fisico grave e talora irreversibile.

RISCHI A LIVELLO FISICO

Tra i rischi a livello fisico, l’eccesso di alcol o il ricorso agli stupefacenti sono particolarmente subdoli. Intendo sottolineare nel modo più marcato che le dipendenze dall’alcol e dagli stupefacenti sono spesso incredibilmente sottovalutate anche da ragazzi molto intelligenti e di ottimo livello culturale. Ho visto personalmente, e ne sono rimasto sconvolto, situazioni in cui, a partire da comportamenti considerati stupidamente un gioco trasgressivo, si è finiti in strade senza ritorno.

Depressione, frustrazioni, oppressione familiare, mancata accettazione della propria omosessualità e dipendenza psicologica posso indurre un ragazzo a credere che esistano metodi facili per uscire dai problemi attraverso l’uso di stupefacenti. Non c’è discorso più assurdo del “provare”, perché passare all’abitudine è facilissimo e un ragazzo che assume sostanze una volta ogni tanto ritiene che la sua non sia una dipendenza. Sottolineo che non si è dipendenti dalla droga solo quando “non se ne fa uso”, in ogni altro caso, qualunque sia la motivazione, si è dipendenti perché con pretesti vari si continua a fare uso di stupefacenti. Ogni motivazione psicologica che tenda a giustificare il perdurante uso di stupefacenti (è poca, solo un’altra volta e poi basta, ne esco quando voglio, la prendo solo quando non sto bene, ...) è SEGNO DI DIPENDENZA. Sottolineo marcatamente che il sesso (in condizioni di sicurezza) non fa male a nessuno, ma l’uso di sostanze stupefacenti, anche per una sola volta e anche in minima qualità, produce dei danni e che dire “io prendo il veleno ma ne prendo poco!” è un’affermazione che solo un idiota può fare. Uscite con gli amici, parlate, confrontatevi, discutere, divertitevi, fate sesso... ma per carità... non buttate via la vita ragionando come imbecilli. Non parlo per sentito dire... l’effetto distruttivo degli stupefacenti l’ho visto e ho visto ragazzi che si ritenevano sempre in grado di uscirne e adesso sono morti.

Dei rischi legati alle malattie sessualmente trasmesse ho parlato altre volte e non mi ripeterò. Basti un invito ad usare sempre il cervello e ad avere sempre rapporti protetti (preservativo). Ricordate che i virus non infettano solo i delinquenti ma tantissimi bravi ragazzi che hanno commesso l’assurdo errore di essere imprudenti.

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