GAY ALLA RICERCA DI UN COMPAGNO

Che cosa significa essere gay
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GAY ALLA RICERCA DI UN COMPAGNO

Messaggio da progettogayforum » venerdì 15 maggio 2009, 14:53

admin ha scritto:Quando un ragazzo si è riconosciuto gay e si è accettato, ha fatto un suo più o meno esteso coming out, si è dato da fare guardandosi intorno alla ricerca di altri ragazzi gay e ne ha individuati alcuni, o direttamente o tramite internet, allora comincia la delicatissima fase della ricerca di un compagno.
La fase della ricerca di un compagno non è limitata alla prima giovinezza ma si estende spesso a tutte le età della vita.

Per quanto la distinzione abbia dei margini di incertezza,
1) con la parola amicizia si intende un rapporto affettivo che non comporta un coinvolgimento sessuale
2) con la parola amore si intende un rapporto affettivo che comporta un coinvolgimento sessuale

Un ragazzo gay che va in erezione pensando ad un suo amico o si masturba pensandolo ne è innamorato perché i suoi comportanti hanno una componente sessuale forte.

Un ragazzo gay che, in assenza del suo compagno, non va in erezione pensandolo o non si masturba pensando a lui, non ne é realmente innamorato perché i suoi comportamenti liberi (senza la presenza dell’altro) non sono sessualmente orientati verso il suo compagno. A nulla vale il fatto che alla presenza del suo compagno quel ragazzo raggiunga l’erezione e l’orgasmo, perché qui il comportamento sessuale non è libero (moltissimi ragazzi gay riescono ad avere l’erezione e anche l’orgasmo anche con le ragazze, pure rimanendo gay, cioè ragazzi la cui sessualità libera è orientata verso i ragazzi).
Essere gay non significa affatto essere impotente nei rapporti con le donne. Diversi gay si sposano e hanno figli e in alcuni casi hanno anche una vita sessuale etero con la moglie che talvolta non si accorge neppure dei veri desideri del marito, cioè della sua sessualità libera e profonda.

Per un ragazzo gay, interpretare come un’amicizia e non come un innamoramento un rapporto di “amicizia” in cui è presente un coinvolgimento sessuale, anche non reciproco, è un errore, perché si finisce per coltivare false speranze di reciprocità che non si realizzeranno.
Per un ragazzo gay, interpretare come amore un rapporto “d’amore” in cui non percepisce il proprio coinvolgimento sessuale è un errore. Imbarcarsi in qualcosa che sembra una storia d’amore, ma non lo è perché da una parte almeno il coinvolgimento sessuale non c’è, è rischioso perché spesso da queste situazioni è difficile uscire. Attendere che il coinvolgimento sessuale nasca da sé col passare del tempo è assai poco realistico.

Nei rapporti d’amore l’attrazione sessuale, non astratta o riflessa o psicologica ma fisiologica (erezione, masturbazione pensando al proprio compagno) è essenziale.

Un ragazzo che non abbia già conosciuto altri ragazzi gay è spontaneamente portato e ritenere che sia sufficiente incontrare un altro ragazzo gay perché nasca una storia d’amore o d’amicizia. In altre parole un ragazzo gay che non ha esperienza di cose gay è portato a pensare che valga l’equazione: GAY + GAY = AMORE. Quel ragazzo si accorgerà ben presto, e a sue spese, che nella grande maggioranza dei casi quella equazione è sbagliata.

Nelle storie d’amore gay, come in tutte le storie d’amore sono insiti dei grossi rischi dei quali ci si rende conto solo a posteriori. In genere i rischi delle storie gay sono rappresentati dal bagaglio di pregiudizi e di aspettative (talvolta radicalmente inconciliabili) che le persone si portano dietro quando restano coinvolte in un rapporto gay, ne elenco alcune a solo fine esemplificativo:
1) Se io mi innamoro di lui, lui non può non innamorarsi di me
2) Se non mi dice che è innamorato di me vuoi dire che è timido
3) Il vero amore non ha nulla a che vedere col sesso
4) Io non gli dico che sono innamorato perché lui lo capisce lo stesso
5) Mi sono innamorato di lui ma non mi attira sessualmente però in seguito succederà
6) Mi attira molto sotto il profilo del sesso ma non lo sopporto come persona, però io lo cambierò
7) Se mi ama deve superare tutti gli ostacoli

Li ricerca seria di un compagno richiede un mutamento radicale di prospettiva, una coppia gay vera esiste non quando si va a letto insieme ma quando si arriva ad operare mettendo da parte la logica del single e sostituendola con quella della coppia, quando l’io cede al noi. Spessissimo non si va alla ricerca di un compagno per creare insieme qualcosa di nuovo ma per trovare il secondo attore della nostra scena dominata dall’io. In questo modo, fin dall’origine non c’è parità psicologica e non c’è condivisione sostanziale e quindi non c’è vita di coppia.

La ricerca di un compagno, nel quale si intravede molto semplicisticamente la soluzione dei propri problemi personali, porta talvolta ad esiti che appaiono rassicuranti, talvolta si arriva addirittura a contatti sessuali anche soddisfacenti. Tutto questo può dare l’impressione, sia all’esterno che ai due ragazzi, che una vita di coppia si sia realizzata, ma in realtà si tratta di una falsa coppia, nella quale manca l’idea stessa di coppia, che è basata sulla condivisione e sulla formazione di un nuovo soggetto, la coppia appunto, distinta e prevalente rispetto ai singoli. In situazioni di falsa coppia, si opera una strumentalizzazione reciproca a fini di gratificazione affettiva e sessuale, in cui l’altro non è un fine ma un mezzo. Esistono alcuni elementi sintomatici della falsa coppia:
1) Parlare sempre dal proprio punto di vista (io) e da quello del proprio compagno (lui) o della coppia (noi)
2) Proseguire anche una volta formata la (falsa) coppia la ricerca di un compagno da sostituire eventualmente a quello con il quale si sta.

La falsa coppia si spezza facilmente quando uno dei due ragazzi si rende conto di non essere preso in considerazione come persona ma solo come oggetto che serve a realizzare i desideri dell’altro. Sintomi caratteristici di questo comportamento sono:
1) La non parità nei comportamenti affettivi e sessuali
2) La standardizzazione e la ritualizzazione dei comportamenti
3) Il vivere il sesso di coppia in dimensione individuale considerando l’altro come oggetto
4) L’esclusione dell’altro da contenuti importanti della propria vita. Frequente è il caso di ragazzi che condividono la sessualità, ma uno o entrambi escludono l’altro da importanti settori della vita affettiva, come quelli legati alle frustrazioni familiari, alla depressione e ad altre negatività.

Un grande e vero problema della vita di coppia gay e l’ansia. Ragazzi che non hanno esperienza della vita di coppia gay o che escono da esperienze che non hanno portato a nulla, si mettono alla frenetica e ansiosa ricerca di un compagno.
L’ansia è la peggiore consigliera nelle storie d’amore. Quando si agisce in condizioni di ansia si tende ad accentuare e ad esasperare i toni e le interpretazioni:
1) Si dichiarano come certi e profondi sentimenti che sono solo ipoteticamente importanti
2) Si straparla rischiando di inviare messaggi affettivi ai destinatari sbagliati
3) Si sopravvalutano le risposte dell’altra parte sia in positivo, se sono risposte positive, sia in negativo, se sono risposte negative
4) Si reagisce in modo troppo emotivo e si rischia di distruggere per ragioni banali un rapporto che potrebbe dimostrarsi serissimo nel tempo
5) Si esasperano le condizioni del dialogo e si finisce per offrire di sé uno spettacolo poco rassicurante
6) Si cambia parere troppo spesso e su cose importanti
7) Si è soggetti a forti oscillazioni dell’umore

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