NARCISISMO MENTALE GAY

Che cosa significa essere gay
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progettogayforum
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NARCISISMO MENTALE GAY

Messaggio da progettogayforum » venerdì 15 maggio 2009, 14:57

admin ha scritto:Mi capita spesso, parlando in chat con ragazzi gay di incontrare quello che io chiamo “narcisismo mentale gay” ossia un atteggiamento che consiste nel dare ai propri comportamenti sempre e solo motivazioni di altissimo profilo altruistico, motivazioni, se vogliano, nobilissime ma spesso assai poco credibili. Come ovvio completamento di questo modo di procedere si nota la totale rimozione delle motivazioni di carattere sessuale che, non capisco perché, vengono considerate meno dignitose di quelle altruistiche e sono quindi automaticamente rimosse.

Riporto qualche esempio tipico:

“Io lo vedo deluso, vedo che soffre e vorrei fare qualcosa per lui, vorrei che stesse bene, non mi importa nemmeno che si innamori di me, ti giuro che questo non mi interessa, lo faccio per lui, però penso che se si aprisse con me alla fine si sentirebbe soddisfatto e starebbe proprio meglio. Io non sono geloso, lo so che è libero e che può fare quello che vuole, ma, se non parla con me, lui non lo fa con nessuno.”

“Vebbe’, non mi voleva, ho capito, io ci ho sofferto da cane ma nemmeno gliel’ho detto, proprio per non farlo stare male, ho pure pensato che se si sentiva condizionato da me dovevo essere io a lasciarlo, mi è costato tantissimo, ma poi mi sono deciso e gliel’ho detto, gli ho detto: “Se tra noi non ci può essere nulla allora è meglio che non ci vediamo più, è meglio pure per te.” Ma lui ha reagito male, mi ha detto che lo stavo ricattando e che lo volevo costringerlo a dire di sì ma non è così, io l’ho fatto solo per lui!”

“Io mi sono innamorato di lui, ma quando mi innamoro per me non è la questione fisica che conta, io lo vedo così spaurito, cioè parliamo tantissimo, io lo vedo che ha bisogno di me, guarda, di ragazzi ne potrei trovare cento pure meglio di lui, ma lui di me ha proprio bisogno e io non lo posso lasciare solo, ci starebbe malissimo!”

“Io penso che nessuno mi capisce veramente, cerco di essere dolce con tutti, di farmi volere bene, di essere sempre prudente, di non farmi portare troppo dai sentimenti miei per non offendere quelli degli altri, però ho l’impressione che agli altri di mettere i piedi sopra i miei sentimenti non importi proprio nulla, lo fanno eccome!”

“Quando mi innamoro per me non ci sono mezze misure, però pure lui deve essere così, e pure con gli amici, io ne ho pochissimi, per quelli sarei disposto a dare pure l’anima, ma loro non mi calcolano proprio, per loro sono solo uno dei tanti, certe volte quando a qualcuno degli amici miei gli gira male perché magari la ragazza l’ha trattato male io ci passo le ore a consolarlo, allora sì che mi cercano, ma poi se ne scordano. Io di loro mi fido e faccio male, perché non se lo meritano. Ho beccato tante di quelle delusioni, tanti di quegli schiaffi in faccia che nemmeno te lo immagini.”

“Ma perché mi dici queste cose? Tu non capisci che per me non è così, io non passo le ore con lui al telefono con certe idee per la testa, a me di quelle cose non me ne frega niente! Lo faccio per lui, perché gli voglio bene! È una cosa pulita, il sesso non c’entra proprio!”

L’esemplificazione potrebbe continuare ma questi atteggiamenti mascherano una certa ipocrisia di fondo. Non intendo dire affatto che si tratti di una ipocrisia voluta e cosciente, ma di ipocrisia si tratta, di una ipocrisia che si manifesta in un narcisismo spirituale per cui “IO sono buono e LORO non mi capiscono e mi trattano male.” O meglio allargando il discorso: “IO sono buono, altruista, generoso, timido, discreto, sensibile attento a non fare male a nessuno e LORO non mi capiscono, fraintendono quello che dico, mi trattano male, capiscono fischi per fiaschi, mi attribuiscono motivazioni che mi sono totalmente estranee”. Non c’è dubbio che questi atteggiamenti siano piuttosto diffusi tra i ragazzi gay, si tratta di travestimenti dello spirito, di idealizzazioni dell’immagine di sé sostanzialmente narcisistiche che mirano a sottolineare la dimensione dell’io come vittima. Spesso i ragazzi che assumono questi atteggiamenti si sentono vittime dei ragazzi che non li corrispondono in termini affettivi, si sentono emarginati dagli amici sui quali hanno proiettato fortissime aspettative, si sentono incompresi e in buona sostanza delusi dalla vita, ma, se posso, vorrei puntualizzare alcune cose:

1) Se un ragazzo non ti corrisponde sul piano affettivo non per questo ti sta mancando di rispetto o ti sta trattando male. Che cose diresti se si innamorasse di te un ragazzo che non ti interessa e cercasse di farti capire che vive male il tuo rifiuto? Cambieresti idea? Con ogni probabilità proveresti sono una sensazione di disagio.

2) Se i tuoi amici non ti corrispondono non stanno facendo nulla di male, puoi, se vuoi, mantenere con loro un rapporto meno vincolante (dato che non c’è reciprocità) ma la loro libertà di comportamento (la loro indifferenza) non ha nulla di aggressivo nei tuoi confronti.

3) Perché cerchi di sublimare le motivazioni dei tuoi comportamenti eliminando le motivazioni sessuali che non sono affatto cose negative e costituiscono le più profonde e le più comuni motivazioni dei comportamenti affettuosi. Dire a un ragazzo: “Lo faccio per te!” è un tentativo di sentirsi generoso sulla sua pelle.

4) I ricatti affettivi, del tipo “ti lascio per il tuo bene” sanno di ipocrisia.

5) È difficile imparare a parlare di sesso in modo serio, ma in qualche modo ci si arriva pure e anche a superare le ipocrisie in questo campo bene o male ci si arriva, ma è difficilissimo imparare a parlare di sentimenti senza ipocrisie, senza narcisismo spirituale, senza sublimazioni. Siamo abituati da sempre a travestirci da quelli che non siamo, questo può giovare in una società in cui i rapporti umani sono basati sull’ipocrisia e nelle relazioni sociali comuni è quasi sempre così, ma nei rapporti affettivi “seri”, in quelli basati sulla sincerità e su scambi affettivi forti e diretti, il narcisismo e le sublimazioni creano grossi inconvenienti.

Provate ora mentalmente a mettervi nella posizione di un ragazzo che riceve una dichiarazione d’amore e immaginate di ricevere due e-mail una da un ragazzo che vi fa il discorso n. 1 e poi un’altra da una ragazzo che vi fa il discorso n. 2 e ditemi quali reazioni vi vengono in mente.

1) “Ti volevo dire una cosa, però non mi capire male, io sto bene con te, cioè quando parliamo mi sento a mio agio, ci sto proprio bene, qualche volta penso che tu voglia aprirti un po’ con me, ma alla fine non lo fai, io faccio di tutto per metterti a tuo agio ma tu te ne scappi, nemmeno mi guardi, vabbe’ io te lo dico lo stesso, io ti voglio bene, non so quello che penserai tu, cioè io per te ci voglio essere, penso che la cosa ti può fare piacere, non so a che livello, ma penso che ti può fare piacere. Guarda, non capire male, qui il sesso non c’entra niente, io ti voglio bene a un altro livello, è una cosa seria, una cosa profonda, io non sto giocando. Però io da te vorrei una risposta seria, cioè vorrei capire come la vedi tu perché io voglio capire, se ti sembra strano, ve bene, lasciamo perdere, non è detto che dobbiamo essere amici per forza. Io penso che con me staresti bene, abbiamo parlato tanto, insomma, ecco, hai capito quello che ti voglio dire, però adesso dammi una risposta.”

2) “Ti volevo dire una cosa, ma l’hai già capita, mi sono innamorato di te al 100% ti penso mille volte a giorno, cioè ti desidero proprio con tutto quello che viene appresso, sì hai capito bene! Dai, adesso l’ho detto!! Wow, adesso l’ho detto!”

I testi delle due dichiarazioni d’amore sono entrambi autentici e sono stati effettivamente inviati ai destinatari per e-mail.
So benissimo che la sincerità spesso non è spontanea. Nessuno ha sublimato e travestito la sua affettività e la sua sessualità più di come ho fatto io in gioventù. Il mio discorso non è un giudizio morale, cosa che è mille miglia lontana dalle mie intenzioni, ma è solo un invito a riflettere per evitare il più possibile le complicazioni del vittimismo, del narcisismo spirituale e della sublimazione. Come avrei voluto rendermi conto di certe cose anche io ai miei tempi!

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