La riscoperta di me stesso e bisogno di capire cosa fare

L'accettazione dell'identità gay, capire di essere gay
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John Jack
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La riscoperta di me stesso e bisogno di capire cosa fare

Messaggio da John Jack » domenica 11 settembre 2011, 19:40

Ciao a tutti, innanzi tutto vi ringrazio per aver creato ed arricchito questo sito con le vostre vicende nelle quali spesso mi rispecchio. L'obiettivo di questo post è quello di raccontare la mia storia e sperare di trovare qualcuno che mi possa ascoltare e dare dei consigli. Cercherò di essere breve, ma ci sono troppe cose da dire (e poi sono prolisso di natura, purtroppo).
Ho 25 anni e ho "capito" di essere gay da un paio di mesi. Ho utilizzato le virgolette, in quanto, col senno di poi, il verbo "capire" potrebbe essere sostituito anche con "accettare". L'accettazione del mio orientamento sessuale è nata dopo aver avuto una storia velocissima fatta di di soli 2 incontri con un uomo conosciuto sull'autobus che mi ha corteggiato (Londra). Sebbene poi lui sia sceso alla mia fermata e mi abbia chiesto il numero, io ho resistito e non gliel'ho dato, nonostante provassi una forte attrazione nei suoi confronti, dovuto soprattutto ai modi di fare, la sua voce e al suo sorriso. Dopo ricerche sul suo conto, ricordando tutte le sue info che mi aveva detto, riesco a trovare il coraggio e mettermi in contatto con lui, per chiarirmi. Ora non vorrei utlizzare parole che potrebbero violare il contratto firmato poco fa, ma ci siamo visti e abbiamo fatto quel che abbiamo fatto! Mi è sembrato strano all'inizio, ma mi sono sentito del tutto naturale e, per la prima volta nella mia vita, mi sono lasciato andare. Inoltre, mi sono sentito un uomo. Insomma, è stato come togliermi un peso dalla coscienza, e aver risolto il quesito che mi martellava nella testa sin dalle elementari: "so' ricchione o no?". Da qua percorrerò la mia vita a contrario e scriverò i punti salienti che avrebbero dovuto farmi capire o accettare la mia attrazione nei confronti degli uomini. A 19 anni mi metto insieme ad una bella ragazza e ci sto per 4 anni. Sin dall'inizio io percepivo questa relazione come una conquista e una dimostrazione nei confronti delle persone che mi prendevano in giro ed i miei genitori che non ero gay. Le ho voluto bene, ma non c'era assolutamente nessuna connessione dal punto di vista sessuale (lei troppo timida anche nei miei confronti, io non riuscivo ad avere fantasie di nessun genere). In questo periodo (lo so che è troppo tardi, ma sono sempre stato abbastanza codardo), ho scoperto la masturbazione, ovviamente senza guardare immagini o video porno, ma ricordando a mente gli uomini belli che vedevo per strada. La storia finisce per diversi motivi, e credo che uno di questi sia stato la mancanza di connessione con la mia ex ragazza che mi ha fatto odiare il sesso in tutte le sue forme (perfino i baci per me non avevano più senso). Venendo alle superiori, non ho mai avuto problemi con i miei compagni di classe, o con altri ragazzi nell'istituto, ma io evitavo di andare in bagno, uscivo furtivamente o in gruppo quando andavo in palestra, evitavo discussioni, ho cercato di perfezionare la mia gestualità per farla sembrare il più etero possibile. Tuttavia, nell'autobus, all'ultimo anno, un ragazzetto continuava ad urlarmi dal suo posto, per 20 minuti di viaggio, tutti i giorni di scuola, per un semestre: "Ricchiò! Vieni qua che dobbiamo fare a botte!". Io non volevo e non ho dato lui la soddisfazione di fare a botte, mai, ma ho fatto la figura del fesso davanti a tutte le persone, che stavano lì a guardare se sarebbe successe le botte nel fatidico reality show quotidiano. Voglio precisare anche che non potevo fare a botte, perché indossavo lenti a contatto rigide, che avrebbero potuto rompersi e ferire gli occhi (raccomandazione del dottore!). Alle medie, un paio di volte, sempre con ragazzi più piccoli di me, finisco a fare a botte, perché istigato con le mani da questi bulletti. Alle elementari pure, un paio di volte, grazie al fatto che rispondevo solo alla minaccia fisica, e col supporto di mia madre sempre pronta ad andare a parlare con le altre mamme, riesco ad avere abbastanza tranquillità dal punto di vista delle molestie dei compagni. A mettere la ciliegina sulla torta, anche un maestro che soffriva di crisi di rabbia o qualcosa di simile, che due volte mi prende per i capelli e mi sbatte la testa contro una colonna. Gli altri maestri non hanno mosso un dito, dopo aver visto che piangevo, ed io non l'ho detto ai miei genitori, in quanto temevo dessero ragione al maestro. Io essendo un bambino molto timido e silenzioso a scuola, non avevo fatto nulla che potesse innsecare un comportamento del genere da parte del maestro (Voglio sottolineare anche che il maestro di matematica ci appiccicava la faccia alla lavagna e ci tirava le orecchie quando non sapevamo le tabelline, ma lì il motivo c'era, non sapevamo, e poi succedeva a tutti, quindi non era imbarazzante - maestri della vecchia guardia purtroppo). Tutte queste occasioni, mi hanno messo in un forte imbarazzo, compreso il comportamento più che giustificato di mia madre, ma non riuscivo a guardare a livello di parità i miei compagni di classe (fino alla fine delle medie). Io mi sentivo sempre inferiore, perché non sapevo difendermi da solo e non capivo perché venissi attaccato. Sono stato solo per molto tempo, non uscivo, fino al 5 superiore, stavo a casa a studiare e guardare la TV, ma fortunatamente, la mia passione alla danza classica dal secondo superiore, dove avendo il fisico giusto ero abbastanza bravo ed apprezzato, mi riesce a far stare un po' più fuori da casa. Anche a scuola, avendo un intelligenza media, grazie alla mia costanza, pian piano sono riuscito ad ottenere dei voti più alti, compiacendo prima di tutto, me stesso, ma anche i miei genitori. Dentro di me, però, c'era il dubbio, ma riuscivo a dimenticare, inventando, quando non avevo proprio niente da fare, la tecnica del "dormire per dimenticare". All'asilo giocavo con tutto, ma il mio gioco preferito erano gli utensili da cucina, delle gonne e dei grembiuli e non ero da solo in quel momento. Con le mie cugine giocavo a barbie, e lavavo le mie macchinine. Tuttavia, per la gran parte delle volte, creavo gicattoli con fazzolettini o facevo altre cose creative con gli strofinacci, tant'è che mia madre iniziò a pensare che sarei diventato uno stilista famoso! Infine, mi innamoro anche di un amico, vicino di casa, a 4 - 5 anni, al quale è probabile che gli abbia chiesto di baciarmi, e guadagnandomi il nomignolo di "femminella". Da allora non ho più giocato con lui e gli altri vicini di casa.
Insomma, ho fatto tutte queste cose, e ho sempre negato a me stesso la mia chiara omosessualità! Un po' mi sento un codardo, ma come facevo ad accorgermi che mi piacevano i maschi se non sapevo nemmeno come ci si masturbava fino ai 19 anni?!
Mi sono sentito sereno, dopo la mia prima volta con un uomo, e finalmente con le idee chiare, una volta e per tutte. Ho pure parlato anche con alcuni amici, ed un recente amico, etero, almeno così dice, che ogni volta che usciamo, finisce per parlarmi sempre dell'argomento "gay". Lui è molto caro, ma ho il presentimento che sia alla ricerca di risposte, e perciò mi fa parlare dell'argomento per capire qualcosa di lui stesso. Quindi, ora che sono ad un bivio, o meglio, ho iniziato a percorrere il precorso verso la mia felicità affettiva, soprattutto, ma anche sessuale, non so assolutamente come comportarmi. La vita è già complicata, ed alcuni interventi chiurgici inaspettati nel passato (7), mi hanno fatto capire che voglio vivere e che ci sono persone che tengono a me. Dirlo ai miei, soprattutto a mio padre, col quale ho un rapporto di amore - odio - ricatto - portare a casa dei risultati, sarà la cosa più difficile. Ho pensato di fare coming - out una volta laureato (a febbraio), ma devo purtroppo pensare di essere sicuro a livello economico, perché dai miei potrei aspettarmi di tutto! Sono senza punti di riferimento per il momento, nonstante, come ho detto prima, ne ho parlato con alcuni amici (tra cui 2 gay), ma non riesco ad ottenere dei veri e proprio consigli. I miei questiti per il momento sono: 1, dirlo ai miei; 2, se riuscirò ad innamorarmi e in tal caso, come agirò; 3, come incontrare altre ragazzi gay, dato che odio le chat di incontri e le discoteche, in generale, ma anche gay, in quanto mi sembrano posti di rimorchio per poi fare solo sesso (vi sembrerò moralista, ma voglio dire che sono pervaso dal desiderio di farlo, ma l'ho fatto solo in 2 occasioni, con la persona sopra citata nella storia). Nel frattempo leggerò il vostro forum, capire come meglio agire, in base alle vostre esperienze, e mi scuso per il manoscritto che vi ho lasciato. Buona giornata.

Alyosha
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Re: La riscoperta di me stesso e bisogno di capire cosa fare

Messaggio da Alyosha » lunedì 12 settembre 2011, 3:20

John Jack la tua storia mi ha colpito molto e anche il tipo di problemi che ti poni.
1, dirlo ai miei; 2, se riuscirò ad innamorarmi e in tal caso, come agirò; 3, come incontrare altre ragazzi gay, dato che odio le chat di incontri e le discoteche, in generale, ma anche gay, in quanto mi sembrano posti di rimorchio per poi fare solo sesso (vi sembrerò moralista, ma voglio dire che sono pervaso dal desiderio di farlo, ma l'ho fatto solo in 2 occasioni, con la persona sopra citata nella storia).
Leggendo un pò in giro nel forum ti accorgerai facilmente che questo tipo di problemi sono abbastanza tipici. Ognuno trova la sua dimensione e il suo modo di stare nelle cose. Pensare tuttavia che ci siano percorsi prestabiliti per tutti è irrealistico. Fare C.O. non è un urgenza, non è un dovere e non è il punto di arrivo di nulla. Valuta bene quali sono le tue condizioni personali e se è il caso di dichiarsi sopratutto in famiglia. Sugli altri due punti che si richiamo a vicenda l'unica cosa che posso dirti è che per quanto possa sembrare strano come suona, per un gay ci sono altre priorità che non trovarsi un compagno a tutti i costi. L'amore non è una fermata d'autobus, un tappa cui è previsto che tu possa sostarti, ma un'eventualità. Non puoi decidere a bacchetta di innamorarti, perché non saresti più spontaneo.Bisogna certo mettersi nella giusta predisposizione per accoglierlo, ma quando arriva lo fa da solo e te ne accorgi. Il resto verrà abbastanza spontaneo ed è giusto che sia così.
I siti di incontri fai benissimo a non frequentarli con l'amore non hanno molto a che spartire. Ssul modo in cui "incontrare" altri gay ti rispondo appunto che si "incontrano", cercarli non ti mette nella giusta predisposizione.
Avere buoni amici gay riuscire a interessere rapporti salutari e sensati è molto più importante. Confrontarsi con gente che realmente ti può capire e che non abbia come primo interesse quello di portarti a letto è un gran vantaggio per chi come noi nella vita di tutti i giorni non ha grossi punti di riferimento. Questo forum ti potrà servire tanto in questo. Sono convinto che ti ambienterai abbastanza in fretta e che presto la tua prospettiva delle cose cambierà. Non ti scoraggiare, essere chiari con se stessi e finalmente dirsi le cose come stanno è sempre un buon inizio.
Un abbraccio.

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Re: La riscoperta di me stesso e bisogno di capire cosa fare

Messaggio da progettogayforum » lunedì 12 settembre 2011, 8:21

Ciao John Jack, la prima e fondamentale domanda che mi sorge spontanea dopo la lettura della tua presentazione è legata alla prevenzione, perché, magari sulla base di una spinta emotiva molto forte e dell’idea della prima volta, si finisce per trascurare il fatto che un rapporto con uno sconosciuto è oggettivamente a rischio. La prevenzione è una necessità assoluta, perché una trascuratezza in questo campo può costare carissima. Leggi con la massima attenzione il post viewtopic.php?f=54&t=1108 che affronta l’argomento prevenzione in modo serio, riportando un documento dell’Istituto Superiore di Sanità in materia.
Quanto agli altri aspetti della tua presentazione, osservo che insisti molto su alcuni fatti che riguardano l’età infantile e le prima adolescenza, in pratica su come gli altri ti hanno considerato e sulle etichette che ti hanno affibbiato. Oggettivamente tutto questo rappresenta un insieme di condizionamenti psicologici, che però, al di là di creare fastidio e sofferenza in chi li subisce, non influiscono oggettivamente sull’orientamento sessuale ma solo sulla valutazione, o meglio sul modo di considerare il proprio orientamento sessuale. Tu stesso in effetti parli di accettazione più che di capire di essere gay. C’è comunque oggettivamente un fattore che ti ha condizionato non poco in termini di accettazione dell’orientamento sessuale ed è la scoperta tardiva della masturbazione a 19 anni, cioè in pratica quando eri ormai fuori dall’adolescenza e per di più in un periodo in cui vivevi una storia etero, che, per quanto non caricata di valenze sessuali, ha rappresentato comunque e per un lungo periodo un meccanismo importante di conferma sociale. Tu stesso dici: “ma come facevo ad accorgermi che mi piacevano i maschi se non sapevo nemmeno come ci si masturbava fino ai 19 anni?!” ed è una osservazione estremamente giusta perché la masturbazione gioca un ruolo importante nella strutturazione della sessualità adulta e, in pratica, definisce l’associazione tra fantasie masturbatorie ed eccitazione fisica (erezione e eiaculazione), cioè definisce sempre meglio l’oggetto del proprio interesse sessuale in relazione alla propria risposta fisiologica e questo non solo in termini di omosessualità o eterosessualità, ma anche molto più specificamente individuando in concreto le caratteristiche specifiche di quel tipo di ragazzo o di quel tipo di ragazza per la quale si prova un interesse sessuale. In pratica la masturbazione definisce progressivamente, restringendo sempre di più in campo, quali ragazzi in particolare o quali ragazze in particolare sono realmente eccitanti per ciascuno di noi a livello sessuale. Per i ragazzi che hanno avuto una vita eterosessuale precedente, la coscienza di essere gay si acquisisce proprio attraverso il fatto che la sessualità di coppia non corrisponde alla sessualità masturbatoria, nel senso che si può fare l’amore con una ragazza e poi masturbarsi pensando invece esclusivamente a ragazzi. L’avere scoperto la masturbazione a 19 anni ha finito per spostare la tua adolescenza psicologica dopo i 19 anni. Comunque, in situazioni simili, la consapevolezza, anche se con un po’ di ritardo, arriva lo stesso ed è certamente possibile vivere le esperienze psicologiche legate alla masturbaizone anche ben oltre la tua età. In pratica queste cose si superano perché alla fine le pulsioni sessuali trovano comunque la loro strada per venire a alla luce. L’unica cosa che mi sento di raccomandarti nella maniera più assoluta è la prevenzione, perché i problemi psicologici e i condizionamenti ambientali si superano mentre la salute, una volta rovinata, non si recupera più ed è il più grande patrimonio che abbiamo.

John Jack
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Re: La riscoperta di me stesso e bisogno di capire cosa fare

Messaggio da John Jack » lunedì 12 settembre 2011, 14:59

Grazie mille per le vostre risposte, boy-com e project. Inizierò a considerare l'ultimo post riguardo la salute, d'altronde si dice che "la salute viene prima di tutto".
Sono stato attento e preventuto nella mia storiella. Avevo una scorta di preservativi appresso e conoscevo i rischi del rapporto orale. Non contento, a causa di una forte tosse durata 3 settimane, sono dovuto andare in ospedale (ricordo che sono all'estero) per tentare di capire cosa fosse e come curarla. In quell'occasione ho anche chiesto di fare un test sulle malattie sessualmente trasmissibili, ed ho esposto il mio problema. Loro mi hanno assicurato che il mio comportamento è stato corretto, ma per togliermi il dubbio, me li hanno fatti lo stesso. Inoltre, ho parlato anche con una psicologa la quale ha risposto a tutti i miei dubbi e che mi ha dato delle risposte abbastanza esaurienti. Questo è accaduto però a 4 settimane dal rapporto. Ovviamente, tt ciò nn corrisponde con i tempi di diagnosi del virus HIV, ma comunque questa consultazione di persona, mi ha fatto bene, ed è servita anche a trovare notizie esatte su internet e assicurandomi sul modo di come ho agito. Infatti, in questa occasione ho scoperto il vostro forum. Non contento ho anche chiesto al "ragazzo" se avesse qualche malattia (e non ne aveva - aveva anche appena ricevuto i risultati dei test). Insomma, non sono stato fermo, ma ho agito dopo! Adrò a rifare il test alla fra qualche giorno, e poi fra 6 mesi, come mi è stato consigliato.
Adesso, riguado alla masturbazione, solo dopo aver scritto il mio lunghissimo post, ieri sera mi sono imbattuto nell'argomento della MASTRUBAZIONE del vostro sito, e mi sono accorto, che inconsciamente, attribuisco alla masturbazione il fatto di aver capito così tardi il mio orientamento sessuale. Vorrei precisare, che tra i 17 - 18 anni, ho iniziato a toccarmi, un po' sospettoso e con un po' di vergogna, ma non sono mai riuscito ad avere un orgasmo. Tutto comunque finiva là.
Ho parlato della mia storia della vita e del mio presunto orientamento omosessuale da parte di altre persone, non per voler sottolineare che il contesto sociale mi abbia trasformato in gay facendomi venire dei dubbi, perché sono sempre stato una persona forte e determinata nei miei intenti, ma per dire che alcuni miei comportamenti o modi di fare erano già diversi dagli altri ragazzi in età infantile e quindi il mio isolamento dagli altri ragazzi ha fatto in modo che io scoprissi da solo la masturbazione. Comuque avrei potuto risparmiarmi tutta quella storia! Facendo le somme di questi due ultimi paragrafi, vorrei giungere ad una considerazione, ovvero, il fatto di aver scoperto la masturbazione tardi, e di conseguenza, aver capito tardi di essere gay, secondo me è stato un bene per i seguenti motivi: 1, sono più adulto e più cosciente nell'avere un rapporto senza rischiare, e inoltre saprei come muovermi nell'ambiente ospedaliero; 2, ho un carattere già formato, indipendentemente dalla mia sessualità, so cosa voglio e cosa potrei aspettarmi dalla gente; 3, sebbene alcune persone, a causa dell'ignoranza dovuta alla cattiva informazione o all'omissione di infomazioni, siano particolarmente cattive per paura, non sono circondato più da adolescenti o bambinetti bulli che ti offendono in malo modo (i miei bulli del passato hanno avuto tutti problemi con la giustizia, tra l'altro), ma da gente che più o meno può essere informata e con la quale può esserci uno scambio di opinioni.
Ora risp. a boy - com. Ti ringrazio sul consiglio del coming - out, valuterò bene, sperando che mia madre, che si introduce di soppiatto nella mia stanza, non mi scopra leggendo questo blog (sarebbe pure un'idea!). Comunque, io ho pensato di essere economicamente indipendente, prima di tutto, anche se non credo ci sarebbero dei grossi problemi nell'accettazione di questo fatto da parte di mia madre. Purtroppo è mio padre, che mi preoccupa, ma questa sarà un'altra storia! Riguardo all'amore, beh, preso da un raptus di scrittura, mi sono lasciato sfuggire la mia preoccupazione esistenziale per eccellenza: "vivrò da solo per tutta la mia vita?". In realtà, condivido quello che mi hai detto, cioè di non forzare. Questi sono i consigli che ho dato anche ad alcuni dei miei amici in passato, ma a volte alcune cose bisogna sentirsele dire, e magari ricavare dei nuovi piccoli consigli - pareri. Tra l'altro anche la musica aiuta in questo contesto: "You Can't Hurry Love" o se vuoi, la versione italiana dice "L'amore verrà".
E infine, grazie per avermi dato la tua opinione sulle chat di incotri gay e sui club, e che fortunatamente corrisponde alla mia. In realtà, non so niente sulle chat, ma so che un gran numero di ragazzi ne fanno uso, perciò il mio è solo un pregiudizio. So molto di più sui club, in quanto ci ho lavorato (non si trattava di un club etichettato gay), e assicuro che che c'è di tutto e di più. Per poi, non parlare quando ritornavo a casa in autobus! Io comunque sono più tipo da teatro!
Non voglio perdermi per strada e non voglio fare scelte insensate dettate solamente dall'istinto, perciò mi sono rivolto a voi. Spero di continuare questo dialogo che è appena iniziato.
Serenamente, vi saluto.
Ciao e buona giornata!

Alyosha
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Re: La riscoperta di me stesso e bisogno di capire cosa fare

Messaggio da Alyosha » lunedì 12 settembre 2011, 18:12

John Jack
1, sono più adulto e più cosciente nell'avere un rapporto senza rischiare, e inoltre saprei come muovermi nell'ambiente ospedaliero; 2, ho un carattere già formato, indipendentemente dalla mia sessualità, so cosa voglio e cosa potrei aspettarmi dalla gente; 3, sebbene alcune persone, a causa dell'ignoranza dovuta alla cattiva informazione o all'omissione di infomazioni, siano particolarmente cattive per paura, non sono circondato più da adolescenti o bambinetti bulli che ti offendono in malo modo (i miei bulli del passato hanno avuto tutti problemi con la giustizia, tra l'altro), ma da gente che più o meno può essere informata e con la quale può esserci uno scambio di opinioni.
A questa cosa ho pensato tante volte pure io. Undici anni fa mi sono ritrovato ad un bivio e molto di impulsso ho sscelto di ripiegare verso storie stabili con donne. A volte mi scoraggio pensando al tempo perduto. Mi muovo goffo e pieno di problematiche, rispetto a ragazzetti che sembrano già sapere tutto e mi sento abbastanza fuori luogo ovunque io vado. Si fa molta fatica a riconciliare vecchio e nuovo, perché c'è una profonda dissonanza tra tutto quello che sei stato, che tuttavia e rassicurante e conosciuto e quello che vuoi diventare (neanche tu sai bene cosa). E' difficile provare a farlo senza dare di testa e tante volte l'incertezza regna sovrana, si va avanti e si torna indietro a ripensare se infondo non sta solo succedendo che ci si sta complicando la vita.
Tuttavia 11 anni fa una sorta di istinto di protezione credo che mi abbia portato a rifugire da un certo ambiente e modo di fare le cose. Ero molto immaturo e senza punti di riferimento e di pericoli potenziali ne avrei potuto correre. Mi sarebbe piaciuto allora ffrontare l'argomento con serietà, ma mi rendo conto piano piano e poco per volta delle reali difficoltà di aver a che fare conq eusta cosa. E' già tanto complicato adesso, allora proprio non avrei saputo e di fatti non l'ho fatto. Ressto fiducioso per carattere, ma quella domanda inquieta tutti noi credo: "vivrò da solo per tutta la mia vita?". Non so risponderti in tutta onesta....

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Re: La riscoperta di me stesso e bisogno di capire cosa fare

Messaggio da progettogayforum » lunedì 12 settembre 2011, 21:09

Ciao John Jack, apprezzo molto la tua risposta che mi sembra estremamente seria e realistica. Penso francamente che tu abbia tutti i mezzi necessari per vivere una vita veramente appagante sotto il profilo affettivo.
Da quello che vedo ogni giorno, la felicità, per un ragazzo, non viene dal sesso ma dall'amore. La sessualità vissuta nell'ambito di una dimensione affettiva profonda produce una gratificazione autentica che rasserena e tranquillizza in senso profondo. Insomma, sesso sì ma nell'ambito di un volersi bene a 360°.

John Jack
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Re: La riscoperta di me stesso e bisogno di capire cosa fare

Messaggio da John Jack » martedì 13 settembre 2011, 0:00

Ciao boy - com, ti ringrazio per la risposta, e ti voglio contestare, se mi permetti, una cosa che hai detto, ovvero: "Si fa molta fatica a riconciliare vecchio e nuovo, perché c'è una profonda dissonanza tra tutto quello che sei stato, che tuttavia e rassicurante e conosciuto e quello che vuoi diventare". Io mi sento sempre lo stesso. Stesso carattere, determinazione, comicità. Non mi sento cambiato una virgola, tranne per il fatto che probabilmente potrei avere una vita a fianco di un uomo, anzicché con una donna e se vivrò in Italia, forse nemmeno dei figli. Le persone poi potranno dire quello che vogliono, c'è sempre chi ti apprezza e chi ti disprezza per i motivi più svariati. Fortunatamente per me, ho avuto la possibilità di scegliere un percorso di vita che mi porterà a girare per un po' e sostare in alcuni posti per un certo periodo (se tutto segue secondo i miei piani a breve termine), perciò penso che potrò conoscere diversi contesti sociali, e magari scegliere quello più giusto per me. So che questo potrebbe essere considerato come "scappare", da alcuni, ma io non mi sono trovato mai in sintonia con la mentalità della gente del mio paese, nonostante io abbia alcuni modi di fare (quelli positivi) dei miei compaesani.
P.S. (X Project): alle superiori, esattamente nel secondo anno, ho avuto una professoressa veramente in gamba, che ci ha fatto educazione sessuale organizzando delle visite con una sessuologa, e che ha parlato di ogni contesto sessuale, sia etero che gay, e delle malattie sessualmente trasmissibili. La mia prof. si è tirata appresso le antipatie di alcuni professori, tant'è che negli anni successivi, non sono state sempre state organizzate presentazioni del genere, ma comunque le lezioni fatte in classe, con tanto di test e interrogazioni, so che sono ancora tenute. La ringrazio per l'infarinatura generale che mi ha dato (Purtroppo la prof. non ha spiegato come ci si masturbava! - ricordo che eravamo tutti imbarazzatissimi).
Buona giornata a tutti!

Alyosha
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Re: La riscoperta di me stesso e bisogno di capire cosa fare

Messaggio da Alyosha » martedì 13 settembre 2011, 10:03

Per me è un pò diverso il modo in cui la sto vivendo. Io nei fatti so di me da tanto tempo, ma non è stato tanto questo il problema. Piuttosto rimuovere certi comportamenti, modi di fare giudicati fin dall'infanzia "eccentrici", che poi sono diventati col tempo consigli espliciti ("fatti una ragazza e trovati degli amici"). Ho sempre visto quello come problema più che la mia omosessualità in sé. Mi sono sempre detto che certe movenze, certe difficoltà relazionali, una certa aggressività che mancava dipendesse dal fatto che non avevo "amici" (ero abbastanza monogamo nelle amicizie maschili, mi cercavo il compagnetto me mi bastava così), che non stavo "in gruppo". E in effetti non ci sstavo proprio, non riuscivo, mi sentivo abbastanza preso in giro (molto spesso per come mi muovevo) e in genere me ne fregava poco anche di quello che faceva e dei discorsi che si prendevano. Vivevo nel mio mondo e forse tutt'ora nonosstante tutto è così.
Anche quando 11 anni fa ho sscoperto innegabilmente come stessero le cose, può sembrare assurdo ma mi turbava molto più sembrarlo che esserlo. Non mi turbava affatto l'idea che mi piacessero i ragazzi, anzi la vedevo come una particolarità del mio carattere, ma l'idea di sembrarlo proprio si.
Mi sono impegnato parecchio in questi anni a cercare di entrare in questo mondo "maschile", cercare di capire come ragionasse e cominciare ad imitarlo, imbastire improbabili storie e tutto il resto. Il paradosso è che adesso mi sento a mio agio, al contrario di quanto non fossse in età adolescenziale. So in qualche modo come funziona e tuttavia le cose che dico e che faccio, mi sembrano sempre più astratte e io mi sento sempre più addosso la sensazione di essere finto. E mentre questa scorza a fatica regge ancora, dentro una nuova forma si comincia a costruire. Io resto io è chiaro, ma questa dissonanza la sento e come. Sento che le cose che ho imparato ad essere mi sono di ostacolo. Così come mi accorgo che più esco a naturale e più si vede. Faccio sempre meno per nasconderlo, mi sono stancato di essere quella caricatura goffa di me stesso. La gente pensi quello che vuole io ssemplicemente non ce la faccio più. Nonostante tutti gli sforzi fatti, palestre, battutacce e altro ancora, mi capitava comunque di sentirmi dire che sembravo gay. Adesso non me ne frega più nulla, perché il paradosso è che quel modo di fare con la mia omosessualità non centra nulla. E' solo la mia anima giocosa, goliardica e la parte più profonda del mio spirito vitale che mi chiama e che è proprio stanco di accontentarsi degli spazi che gli do. Tuttavia ancora adesso quando mi lascio andare troppo mi sento in colpa. Sia chiaro parliamo di cose stupidissime, come cantare e ballare e magari attirare un pò l'attenzione. Ma lego questa cosa troppo a rimproveri e sensi di colpa e mi ritornano spesso indietro come tali.
Posso girarci attorno quanto voglio, ma un certo rifiuto di me comincio ad avercelo e forse anche l'esigenza di stereotipare certi miei comportamenti, per dargli in tutta fretta una nuova forma e dare a me una nuova identità. Non dico affatto che è il modo corretto di vivere la cosa, anzi... penso l'esatto contrario, ma tanto è in me.

John Jack
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Re: La riscoperta di me stesso e bisogno di capire cosa fare

Messaggio da John Jack » martedì 13 settembre 2011, 15:27

Allora, non credo che tu debba sentirti in colpa per il fatto di essere un po' effemminato. Anch'io quando mi lascio un po' andare ai commenti all'ennesima visione di una commedy americana vista con mia sorella, lei mi dice sempre che sembro "una zoccola vecchia" (dalle mie parti questa espressione non indica le prostitute, ma le signore anziane pettegole, un po' perfide a volte un po' svampite o senza senso). In realtà, questo è solo un momento della mia giornata, però quando lavoro devo apparire in un certo modo (ti sottolineo che sin da piccolo - 12 anni- o forse meno, faccio lavori in cui sono a contatto con la gente), quando sono con gli amici appaio in un altro in un altro, non troppo sbracato, ma nemmeno troppo tirato. Non so se sono chiaro col mio esempio, comunque tu sei tu, la tua personalità è quella. è la stessa cosa di un naso grande, che è vero, si può cambiare con la chiurgia, ma poi se ti guardi allo specchio riusciresti a riconoscere la tua faccia con un naso diverso? Tu comportati come ritieni giusto, in base al contesto, e non devi vergognarti di alcunché (madonna quant'è arcaica sta parola) se a volte quando porgi qualcosa o stringi la mano a qualcuno sembri gay, xk in fondo lo sei! Se poi qualcuno te lo chiede, tu chiedigli che cosa vede in te. Qualsiasi sia la risposta, tu rispondi "OK, questa è la tua opinione". Se si tratta di un conoscente, non te ne può fregar di meno cosa pensa, se poi diventerà un amico, ti apprezzera per come sei (fisicamente e soprattutto mentalmente). Ovviamente devi apparire forte, ma questa cosa devi farla davanti a tutti, perfino le persone a te più care.
Infine, secondo la mia esperienza, io ho fatto danza classica per anni, poi ho dovuto smettere per problemi di salute anche se non gravi. Per prima cosa, io mi sono approcciato ad essa per pura passione, non per cambiare qualcosa di me, anche se ancora tutt'ora mi è utilissima quella disciplina ferrea nei movimenti nel lavoro, in quanto ho percezione del mio corpo. Però, quando sono per strada, a volte mi accorgo che sculetto, o saltello (la mia camminata, anche per colpa della danza non passa mai inosservata!), spesso tutti si girano a fissarmi, ma non perché sia un figo. Io sinceramete non so cosa pensano, ma dentro di me spero che mi invidiano perché sono felice di essere me stesso, anche se non sempre è così. Inoltre ho una voce talmente tanto lagnosa (ereditata da mia madre), che ad ascoltarmi mi annoio! Alcune cose non si possono nascondere, che dobbiamo farci! Pensa che io ho capito da poco di essere gay, ma queste mie caratteristiche fisiche sono esistite in me da anni, se non proprio da quando ero bambino. Non ti nego però che vorrei fare corsi di canto o recitazione per migliorare il mio tono di voce, ma qui sempre c'è la mia passione per i musical (prima di glee e maria de filippi). Se poi otterrò dei benefici, magari nei confronti dei miei coinquilini che non mi sentiranno più stonare quando mi faccio la doccia, saranno solo conseguenze di "lezioni interiorizzate" e messe in pratica in determinati contesti anche per gioco (qui mi riferisco soprattutto alla recitazione dove si impara a respirare e a rendere la voce più profonda e controllata). Non pensare di credere di recitare e non essere te stesso, in fondo tutti, credo, abbiamo scambiato un sorriso alla cassiera del supermercato anche se eravamo tristi. Più recita di così?
Posso chiederti cosa significa per te "dare a me stesso una nuova identità"? (Scusami di nuovo per la lunghezza dei post, penso che tu sia veramente una persona con una pazienza enorme. Fra qualche giorno, forse sarò impossibilitato a scrivere sul forum, perciò, ne approfitto ora :-P)

Alyosha
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Re: La riscoperta di me stesso e bisogno di capire cosa fare

Messaggio da Alyosha » martedì 13 settembre 2011, 16:11

Non so dirti bene neanch'io. So solo che la mia visione delel cose sta cambiando e anche piuttosto vorticosamente e non sempre riesco a seguire questi cambiamenti. So per certo che ci sono tante cose che dentro reprimo e la maggior parte riguardano più un modo di essere che l'orientamento sessuale in quanto tale. Sento che non ho mai fatto le cose a modo mio, ne fatto quello che veramente volevo e che per certi versi non sono neanche veramente in grado di volere (intendo nel modo corretto, senza danneggiarmi). Io questa sensazione di essere esattamente quello di prima a distanza di un anno proprio non ce l'ho. Tante cose che facevo erano valvole di sfogo, tante altre autentiche coperture e piano piano cominciano tutte a perdere di importanza, ma ad ogni "pezzo" che cade giù, mi sento più vulnerabile.
Ho tanta gente attorno che mi vuole bene e di questo non mi lamento. sui discorsi che fai sono perfettamente daccordo invece. Figurarsi cosa frega a me se uno sembra effemminato o non so neanch'io cosa, ma certe cose non mi salgono a livello razionale, ma proprio come impulsi e sensi di colpa...
P.S.: Non ti scusare per la lunghezza dei tuoi post, di certo non con me se dai un occhiata in giro ti accorgerai presto che sto messo anche peggio di te :lol:.

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