L'altro giorno riflettevo sulla mia situazione attuale e sul bisogno di chiarire e di esplorare la vera inclinazione del mio orientamento sessuale.
A un certo punto però mi sono fermato a riflettere su quella che è la domanda che mi sono posto ovvero: cosa "sono"?
Questa domanda mi ha dato improvvisamente l'idea di una cosa troppo difficile, troppo teorica, troppo da definizione, troppo psicologica.
Guarda caso, poi, ill mio pensiero si è illuminato e si è alleggerito nel momento in cui ho sostituito alla parola "sono" la parola "voglio".
Nel momento in cui ho iniziato a riflettere sul "voglio", sul cosa voglio essere, immediatamente ho potuto pensare al futuro, ho centrato maggiormente i miei attuali desideri e le mie attuali sensazioni e mi sono liberato dall'angoscia delle indagini retrospettive, degli indizi e delle definizioni.
Ho pensato al desiderio che ho di avere accanto un persona simile a me, che sia bella, che abbia il mio stesso corpo e le mie stesse sensazioni; ho pensato a come parlerei con questa persona, a come ci starei insieme, a quello che potrei provare ed è stato bello!!!
Improvisamente l'ho visto "possibile", "facile", "fresco", " spontaneo" ed "immediato".
Con tutto questo ho capito che forse in certe circostanze capire chi siamo non è necessario; dobbiamo prima farci trasportare dai desideri, da quello che vogliamo e poi in base alle esperienze definire noi stessi, senza però essere drastici e definitivi.
Personalemte, al momento mi sento più felice dicendomi: mi chiamo Tizio e vorrei tanto avere un ragazzo, anzichè dire mi chiamo Tizio e sono gay.
Ovviamente tutto questo potrebbe nascondere anche paure che magari non voglio ancora affrontare, però l'idea di aver formulato un desiderio piuttosto che una definizione per ora mi fa essere molto più "leggero" e spensierato, e sopratutto ottimista sul fatto di poterci riuscire!!!
E tanto basta
