Come una barca in un mare in tempesta

L'accettazione dell'identità gay, capire di essere gay
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standby
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da standby » giovedì 17 dicembre 2015, 19:26

Ciao Nexus80! La tua situazione è purtroppo comune a molte altre: per "fattori numerici" è più facile per chi è etero trovare qualcuno e capisco che vedendo gli altri accompagnati e felici provi tristezza. Vedo che però, nonostante le difficoltà, vuoi metterti in gioco e hai anche la voglia di provare esperienze inusuali, quindi ti va di confrontarti qui c'è una chat dove si può parlare di vari argomenti, sei il benvenuto!

nexus80
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da nexus80 » venerdì 18 dicembre 2015, 0:12

Ringrazio tutti voi dal profondo del cuore per le bellissime risposte, mi avete davvero commosso e dato forza, mai come ora ho compreso il significato della frase “cavolo non sono solo, ci sono altri come me”.
Mi spiace rispondere così tardi e di non essere ancora entrato in chat, ma ieri mi sono appassionato a leggere tutte le risposte e ho curiosato anche la pagina G+, un po’ di video e altre sezioni e nel frattempo era davvero tardi!

Ho apprezzato tanto la franchezza e l’obiettività dei consigli, di riflettere su ogni passo, di non lasciarsi a colpi di testa dati dalla prima emozione, che il coming-out senza se e senza ma non è detto che sia risolutivo e pure io non intendo sbandierare tutto a tutti, ma vivere giorno per giorno un passo alla volta. Mi trovo davvero d’accordo con questi pensieri, forse un po’ tutti spinti dall’onda emotiva siamo passati per la fase “ok lascio tutto e tutti e ricomincio a mille km da qui”, ma bisogna davvero stare coi piedi per terra.

Sarebbe per me molto bello farmi amicizie nella sfera gay per condividere emozioni, esperienze, dubbi, consigli e anche interessi della vita in generale, che non c’entrino solo con la sfera affettiva/sessuale e tutto questo senza rinunciare alla mia attuale vita. Per sentirsi più completi e realizzati non bisogna buttare via tutto quello che si ha.
Non sapendo proprio come fare o dove andare, i locali gay e/o associazioni erano l’unica cosa che mi era venuta in mente, ma pure io non le consideravo come “la soluzione”. Anche per un etero è raro e triste che inizi a girare per locali da solo, senza amici.
Vi conosco da due giorni ma ho avuto una più che piacevole sensazione che questo forum sia un bel posto per fare amicizia, una speranza non da poco per non rassegnarmi alla staticità della mia situazione. Forse per questo è meglio la chat (a cui accederò a breve al max entro il weekend prometto :D) iniziare a fare amicizia (con assoluta calma, cautela e tranqullità) è quello di cui più sento bisogno al momento. Una concretizzazione del non essere solo.

Una delle cose che più mi faceva star male era soffrire da solo in silenzio e scontrarmi con la realizzazione dei miei amici, dopo la mia apertura sul forum ho capito che posso realizzarmi anche io un passo alla volta e nel contempo passare bei momenti, senza chiodi fissi e dilemmi. Oggi ne ho avuto una prova reale e la mia autostima è tornata a livelli accettabili. Non mi vedo al momento senza futuro.

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progettogayforum
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da progettogayforum » venerdì 18 dicembre 2015, 3:34

Stasera sono stato a cena con due ragazzi, una coppia gay che conosco da anni, beh, si stava proprio bene, si vedeva che erano sereni, che si sentivano realizzati! E ce ne hanno messo di tempo per arrivare a quei livelli: famiglie non in grado di capire, problemi di lavoro, ecc. ecc., ma anche tanta voglia di non fermarsi e di costruire. In una coppia, gay o etero è lo stesso, quello che conta è volersi bene, lavorare insieme per un progetto comune e alla base di tutto questo c'è la capacità di capire il valore dell'altro e di accettare le sue debolezze. Questi ragazzi hanno avuto il coraggio di fare scelte difficili perché si sono sentiti inseriti in una serie di amicizie vere, perché non erano soli, e il loro senso di insicurezza e di smarrimento si andava sgretolando. Le amicizie sono la base del benessere individuale in modo particolare per un gay che ha poco da sperare dal suo ambiente sociale e spesso anche dalla famiglia. Le amicizie hanno una funzione di supplenza di tante altre cose che non funzionano o funzionano in modo difettoso. Trovare amici gay seri è possibile e addirittura facile, se si tengono i piedi per terra e non si vola troppo con la fantasia. Adesso sei dei nostri e la solitudine mi sa che la dovrai mettere da parte!

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Landon
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da Landon » domenica 17 gennaio 2016, 17:02

Salve a tutti. Torno a scrivere dopo molti mesi di assenza, densi di avvenimenti.
Siamo rimasti al Giugno 2015. A Luglio 2015 raggiungo l'apice del successo: riesco a superare ben cinque esami in una sessione d'esami e, nel frattempo, mi frequento con un ragazzo un po' più grande di me. A dire la verità non c'era nulla sentimentalmente anche se sessualmente sì. Ci piacevamo, stavamo bene insieme e ci si divertiva. La situazione è andata avanti fino ad Agosto 2015 quando, verso la fine, sono partito in Erasmus per un Paese dell'Est Europa. Siamo rimasti che ci saremmo rivisti non appena tornato in Italia ma, in verità, non sono stato del tutto sincero con lui. E me ne dispiaccio. Ci siamo iniziati a frequentare a Giugno 2015 e, dopo circa due mesi, mi ero stancato del nostro " rapporto sessuale". La farò breve: il mio fisico non rispondeva più come doveva. Non mi faceva più eccitare ma non avevo il coraggio di troncare il tutto perché mi trovavo bene con lui, gli volevo bene ma forse più come un amico.

Arriva la partenza. Quel periodo è stato il più strano della vita. Ero felice, contento, triste, eccitato, scoraggiato: un mix fortissimo di emozioni contrastanti. Parto. 1, 2 , 3... nell'arco di poche ore mi trovo a 2.000 kilometri dalla mia città. Il primo mese di Erasmus è stato il migliore. Ho conosciuto tantissime persone di differenti nazionalità e sono riuscito a migliorare notevolmente il mio inglese. Dopo poche settimane conosco un ragazzo del posto con il quale ho un rapporto soft a livello sessuale. Mi pratica sesso orale, per intenderci. Vi chiederete il perché io abbia specificato: più avanti capirete. Lì per lì la faccenda mi era piaciuta. Analizzando meglio la situazione in sé capisco che non avevo tutta questa voglia di rivederlo. E così fu. Non l'ho mai più rivisto.

Verso l'inizio di Ottobre 2015 inizia l'incubo.

Nella mia stanza del dormitorio vivevo con un ragazzo tedesco tranquillissimo e pulito. Dopo poco arrivò un altro coinquilino del posto. La faccenda precipita immediatamente. E' un maleducato, puzza, fa rumore la mattina. All'inizio tento di arginarlo con l'aiuto del tedesco: compro profuma ambienti, profuma armadi, candele e via dicendo. Non servì a nulla. Allora iniziammo a turno a dirgli di lavarsi. Il problema era che lo faceva oppure faceva finta di lavarsi. La situazione ben presto è degenerata profondamente. Io non riesco più a controllarmi: gli rispondo male, sono nervoso, il mio Erasmus stava andando di merda. Prendo in considerazione l'idea di cambiare posto alloggio ma, arrivato a novembre con la prospettiva di terminare il tutto a fine dicembre, mi dico di stringere i denti ed andare avanti. Facendo un piccolo salto indietro, verso la fine di Settembre 2015 vado a letto, sempre in maniera soft, con un altro ragazzo locale. Questa volta, prima in vita mia, lo stoppo dopo poco. Mi faceva schifo, non mi stava piacendo nulla e non riesco più ad andare avanti. Il mio fisico si è completamente ribellato. Glielo dico e gentilmente rimaniamo a parlare un po'. Riporto tutto questo perché, verso metà Ottobre 2015, mentre combattevo contro il coinquilino di merda mi accorgo che il mio fisico iniziava ad avere qualcosa che non andava. Iniziano ad apparire dei piccoli punti neri simili a croste che prudevano molto. Inizialmente ne ebbi poche. Non gli diedi molto peso. "Sarà lo stress" mi ripetevo. Dopo pochi giorni tutto sembrava essere terminato. Dopo circa quindici giorni, ad inizio novembre 2015, la faccenda si complicò. Mi riempio totalmente di puntini neri nelle zone intime, sul pene, sulla pancia( sotto l'ombelico). Il prurito mi svegliava la notte. Col senno di poi mi addosso interamente la colpa per aver sottovalutato le mie condizioni di salute. Nel frattempo continuava la mia lotta con il coinquilino di merda. La faccenda più brutta la descriverò adesso. Ero abituato a lasciare il mio accappatoio nel bagno poiché non vi era spazio sufficiente nella stanza del dormitorio. Una notte, facendomi la doccia, avvertii un odore cattivissimo emanato dal mio accappatoio. A voi l'immaginazione di cosa puzzasse. Non era odore di chiuso od umidità. Sembrava un misto tra chiuso e feci..... il mio orrore si acutizzò enormemente. Ne parlai con il tedesco ed alla fine i miei sospetti ricaddero sul solito coinquilino di merda sebbene non ne ebbi mai la prova assoluta. La mia pazienza era ufficialmente terminata. Iniziai ad essere scontroso, duro nei suoi confronti. Se ne accorse ma rincaròla dose. Scoprii che frugava nel mio porta medicine in cerca di forbici per tagliarsi le unghie. Iniziarono a sparirmi le posate. La mia vita era in decadenza, in sfracello. Provo a cambiare stanza e l'amministratrice mi risponde che non sia possibile in " nessun modo". Decido, con tanti dubbi, di tornarmene in Italia per dieci giorni. Per me stesso. Per tornare a vivere. Quella non era più vita. Feci una sorpresa a tutti i miei familiari ed amici. Vissi dieci giorni splendidi. Mi sembrava d'essere tornato alla MIA VITA. Colsi l'occasione per farmi visitare dall'andrologo che mi diagnosticò un mollusco contagioso. Mi disse di applicare delle creme. Ero molto soddisfatto perché finalmente potevo tornare in salute. Scaduti i dieci giorni tornai in Erasmus con un'altra consapevolezza. Purtroppo, la sera prima di ripartire per l'Erasmus, riuscii a staccare queste fantomatiche croste dalla pelle: erano degli animaletti che si muovevano. Ero schifato, terrorizzato da tutto questo. Ma dovetti ripartire per degli esami altrimenti avrei vanificato la mia permanenza lì con tutti i sacrifici fatti. I miei amici, con i quali sono uscito, mi vedevano triste, demotivato, senza lo slancio che avevo prima d'essere partito. Riparto ma, dopo tre giorni, presi nuovamente la decisione di ritornare in Italia un'altra volta perché volevo vederci chiaro su ciò che avessi. Andando dal medico di base mi vennero diagnosticate le PIATTOLE. Piattole, sì, avete capito bene. La mia vita crollava in frantumi. Ebbi crisi di pianto; piangevo la sera. Piansi non appena tornai a casa, la prima volta, per la gioia di vivere finalmente in una stanza senza cattivi odori. Alla fine dovetti tornare un'ultima volta, per la settimana finale, per terminare i miei esami. Ultima settimana, però, che vissi a modo mio. Presi la decisione che dovevo aver le palle di prendere sin dall'inizio: me ne andai dal dormitorio, prendendo un ostello in cui poter vivere con maggiore serenità. Ricordo ancora l'ultima volta in cui vidi il coinquilino di merda. Non lo salutai neanche e gli rivolsi un intenso sguardo di schifo, sbattendo la porta della stanza, andandomene definitivamente da quel postaccio.

Per qualche settimana mi incolpai profondamente. Perché avevo accettato tutto questo? Come ero potuto cadere così in basso? Ero da considerarmi stoico, forte, resistente oppure un cretino ad aver sopportato tutto questo? Mi chiedevo spesso: a volte è giusto continuare sulla strada intrapresa, portare avanti i propri obiettivi e gli impegni presi anche se ci distruggono la vita? Inoltre non mi sentivo più nemmeno una persona desiderabile sessualmente. Mi sentivo come un lebbroso. In un primo momento vivevo come una tragedia l'astinenza sessuale. Poi ho smesso di pensarci anche perché avevo altri problemi primari da risolvere, ossia quelli col coinquilino di merda.

Andai dal dermatologo il quale, finalmente, mi disse di non aver mai sofferto del Mollusco Contagioso. Avevo le piattole, invece. Era ufficiale. Inoltre le creme datemi erano sbagliate. Mi diede una serie di creme ed antiparassitari da applicare per dieci giorni. Qui termina la PARTE NEGATIVA.

Vi chiederete del perché io abbia deciso di pubblicare una parte così intima della mia vita. La verità è che, fancedolo, spero di mettere un punto fermo, di andare avanti, di archiviare senza dimenticare il tutto.

A breve posterò la parte costruttiva, invece, che si riallaccia al presente e al futuro. Perché mai come adesso sento l'esigenza di pensare al FUTURO.

Perché, dopo ogni notte, viene sempre l'alba....

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progettogayforum
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da progettogayforum » domenica 17 gennaio 2016, 19:23

Ciao Landon!!
Beh, certo che se qualcuno aveva una voglia matta di andare in Erasmus… gliel’hai fatta passare!! Le piattole… ok, ma non sei stato l’unico a passarci, ho sentito questa cosa altre volte… sgradevoli sì, ok, ma in fondo non veramente pericolose, invece i rapporti sessuali “non protetti” possono essere un rischio vero. Dire che bisogna usare sempre il preservativo suona strano. Perché nel sesso orale è una grossissima complicazione, però bisogna starci attenti. Quando dico queste cose in genere mi prendono per folle, come se raccomandassi l’impossibile, ma in effetti un contatto sessuale può essere gradevolissimo anche se non è pericoloso, la questione di fondo è “con chi” si fa, non “che cosa” si fa e che i rapporti sessuali finiscano spesso per essere fine a se stessi e per perdere qualsiasi attrattiva non è poi una cosa tanto rara. Non dico che sia necessario essere veramente innamorati, ma se la cosa diventa solo un rituale ripetitivo… beh… francamente non credo che ne valga la pena. Resto in attesa di conoscere il resto della storia, cioè la parte positiva!

Hospes91
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da Hospes91 » venerdì 24 giugno 2016, 18:51

Landon, hai fatto bene a tirare tutto fuori se sentivi che era il modo giusto per esorcizzare questa lunga brutta parentesi. Dai, per fortuna è finita. Ad ogni modo sì, sei stato forte: io al posto tuo sarei partito a 1000 con l'ipocondria.
Sicuramente è stata una fase che ti ha plasmato, quanto a quel coinquilino...Mi domando come possano esistere persone così schifose.

Hospes91
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da Hospes91 » venerdì 24 giugno 2016, 19:01

Nexus80, tu almeno ti sei abbandonato al pianto in un vicolo della città degli innamorati, mentre io feci la stessa cosa (con somma vergogna perché non era da me piangere) nel cesso di un ristorante pochi giorni prima della Maturità, mentre tutta la mia classe se la spassava alla grande nel salone attiguo.

Be', anche se i tuoi amici non trombassero faresti benissimo a non accettare di startene a brindare con i tuoi genitori, lo capisco benissimo perché la provavo anche io questa sensazione di inopportunità fin dall'adolescenza, e non per semplice ribellione, è come un non sentirsi sviluppati.

è positivo che ti stia dando da fare invece che piangerti addosso e basta, però ti prego non dire che certe esperienze non avrebbe senso farle da solo! è una cosa che mi sforzo di far capire a tutti: meglio con gli altri, ma questi non valgono mica tutti allo stesso modo, certi sono delle vere zavorre oppure non ci possono essere in un dato momento/periodo, chi fa da sé fa per tre e non possiamo far dipendere le nostre felicità e realizzazione dalla presenza altrui, se no è veramente finita, è un investimento che non vale la pena effettuare! Io da solo mi sono imposto di andare in gita, in qualche locale ed in vari musei, e ripetendomi che non era da sfigati, anzi: ci vuole più coraggio e spirito d'iniziativa nell'andare senza nessuno, da sfigati è elemosinare la compagnia altrui o precludersi viaggi ed esperienze se non c'è la cricca dietro. Risultato? Ho fatto un sacco di belle esperienze che serbo nel cuore, e le persone spesso, quando non le cerchi, arrivano da sole e fai nuove conoscenze.

Ti appoggio in pieno quando dici che non vuoi arrivare a 50 anni a cercare la compagnia di ragazzini, quindi fai bene ad organizzarti ora e ad aprirti a questa dimensione.
In bocca al lupo. ;)
Ultima modifica di Hospes91 il sabato 19 novembre 2016, 0:16, modificato 1 volta in totale.

nexus80
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da nexus80 » giovedì 14 luglio 2016, 0:15

grazie tantissimo Hospes91 per il tuo bel messaggio, mi spiace di aver tempo solo ora di rispondere e colgo l'occasione per aggiornare un po' questo mio diario di vita che ha usurpato un topic già presente :-D

sono iscritto a progetto da 7 mesi circa e questi mesi sono stati fitti di cambiamenti e tante situazioni. Ho conosciuto tante belle persone qui su Progetto (alcune anche di persona), mi son fatto tante amicizie importanti con cui sono sempre in contatto e ho rafforzato le amicizie che avevo prima di intraprendere questa strada, con il gruppo di amici della mia città sono dichiarato, mi vogliono tutti bene e il rapporto è ancora più vivo e sincero di prima.
Chi l'avrebbe mai detto che sarebbe nato tutto questo da un semplice pulsante di submit (del mio primo post su GP) cliccato alle 3 di mattina a fine dicembre 2015 :-D
e ho imparato a conoscermi tantissimo.
È stato un percorso davvero difficile, sono partito tanto sfiduciato, che non avrei conosciuto nessuno, che non sarei piaciuto a nessuno, che non mi sarei capito, che non sarebbe cambiato nulla.

Sto frequentando l'associazione gay della mia città, facendo conoscenze anche tramite le app, partecipo a eventi per conoscere persone, sono ancora in viaggio per trovare la mia metà e me stesso al 100% ma non sono più da solo e non più in preda all'ansia. Prendo la vita come viene e che ogni giorno andrà meglio.
Avrei solo voluto e dovuto occuparmene prima di tutto questo!

In 7 mesi ho fatto tanto, il raduno di GP a Roma, tanti viaggetti a Milano, il pride di Milano, feste e flashmob qui nella mia Bolzano e Trento, qualche incontro interessante tramite app (qualcuno meno interessante ma fa esperienza !!!!), diciamo il cammino è lungo ma non sono più da solo a piedi nel deserto in cerca di un'oasi, spero di aver un po' reso l'idea.

Ho superato tanto la timidezza, quella che mi faceva dire che certe esperienze non conviene farle da solo, perché ora penso che non ha senso affrontare le situazioni con ansia o paura se non hai qualcuno che ti tiene per mano, io posso decidere se andare a una festa o in un locale o da qualche parte per passare il tempo, per divertirmi, per incontrare o tutte e tre le cose e se succede qualcosa bene, male che vada ho solo perso tempo.
Ho smesso di uscire dall'ufficio o di andare a dormire con l'ansia come se fossi un latitante che sta per essere arrestato.

La mancanza di una persona al mio fianco con cui condividere appieno la vita c'è, la paura di non trovarla anche se non copre il 100% della mia mente rimane, ma si va avanti giorno per giorno.

Grazie a te Hospes91 e tutti coloro qui su Progetto che magari leggeranno questo messaggio e in particolare a chi mi conosce di persona, davvero grazie che esistete!


Hospes91 ha scritto:Nexus80, tu almeno ti sei abbandonato al pianto in un vicolo della città degli innamorati, mentre io feci la stessa cosa (con somma vergogna perché non era da me piangere) nel cesso di un ristorante ad un passo dalla Maturità, mentre tutta la mia classe (in cui c'era pure il ragazzo che non capivo di amare) se la spassava alla grande nel salone attiguo.

Be', anche se i tuoi amici non trombassero faresti benissimo a non accettare di startene a brindare con i tuoi genitori, lo capisco benissimo perché la provavo anche io questa sensazione di inopportunità fin dall'adolescenza, e non per semplice ribellione, è come un non sentirsi sviluppati.

è positivo che ti stia dando da fare invece che piangerti addosso e basta, però ti prego non dire che certe esperienze non avrebbe senso farle da solo! è una cosa che mi sforzo di far capire a tutti: meglio con gli altri, ma spesso questi sono delle zavorre oppure non ci sono, chi fa da sé fa per tre e non possiamo far dipendere le nostre felicità e realizzazione dalla presenza altrui, se no è veramente finita, è un investimento che non vale la pena effettuare! Io da solo mi sono imposto di andare in vacanza, in locali e pure al Pride, ripetendomi che non era da sfigati, anzi: ci vuole più coraggio e spirito d'iniziativa nell'andare senza nessuno, da sfigati è elemosinare la compagnia altrui o precludersi viaggi ed esperienze se non c'è la cricca dietro. Risultato? Ho fatto un sacco di belle esperienze che serbo nel cuore, e le persone spesso, quando non le cerchi, arrivano da sole e fai nuove conoscenze.

Ti appoggio in pieno quando dici che non vuoi arrivare a 50 anni a cercare la compagnia di ragazzini, quindi fai bene ad organizzarti ora e ad aprirti a questa dimensione.
In bocca al lupo. ;)

Hospes91
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da Hospes91 » giovedì 14 luglio 2016, 13:28

In generale diciamo che mi sono reso conto di quanto sia estremamente più facile affrontare le difficoltà se non si è obbligati a nasconderle: il semplice fatto di poterle tirare fuori e di imporsi di non vergognarsene le rende immediatamente più gestibili. Non so perché ma io ho sperimentato questo sulla mia stessa pelle, e se da una parte sono felicissimo di essere giunto a questa consapevolezza, dall'altra mi tormento al pensiero di quanto tempo abbia sprecato e di quanto sarebbe stato più semplice e veloce affrontarle apertamente. Non significa raccontare i fatti propri a chiunque, ma il semplice non celarli quando ci si trova davanti a persone a posto o che, comunque, non potrebbero farci del male. L'avessi capito prima!

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