Come promesso continuo con la parte finale mancante al precedente post.
Ci siamo lasciati. Sono stato malissimo per settimane. Non volevo nessun'altra persona. Non volevo più nulla. Volevo solamente sparire dalla faccia della Terra. Aprile 2015. Tutto aveva perso senso. Compresa la mia vita. Come spesso accade, dopo aver toccato il fondo, si accende una scintilla in noi stessi che ci sprona ad andare avanti e a rialzarci. Ok, sono stato male, ho pianto per giorni ma la mia vita non poteva essere soltanto dolore, tristezza, paura. Mi chiesi: cosa ho nella mia vita? Mi sono reso conto che ho degli amici, una famiglia e che tutto sommato la mia vita non sia poi così brutta come possa sembrare. Questa considerazione mi è stata utile: fondamentale, forse, direi. Constatato questo ho sfruttato un esame universitario per riscattarmi. Ho studiato al massimo. Presi il massimo. Giorno dopo giorno mi stavo rialzando, mi stavo riappropriando dei miei spazi, pensieri: di me stesso. Decisi di puntare in alto, al vertice: fare il maggior numero di esami possibili, preparare l'Erasmus, uscire anche con i miei amici.... in una parola: VIVERE.
Ancora una volta la mia vita stava cambiando. Può risultare sciocco ma quando si perde la gioia, la voglia di vivere l'avere un obiettivo, qualsiasi esso sia, può aiutarci tantissimo. Accanto a questo ho elaborato una riflessione: non volevo più trovare un ragazzo per una "storia seria" ma desideravo stare bene con me stesso. Per me stesso. Ho sempre considerato il poter avere un ragazzo requisito indispensabile per poter anche avere qualche approccio sessuale. Non sono il tipo che cambia ragazzo dal giorno alla notte ma ho pensato: l'amore ed il sesso sono sempre connessi? La risposta è NI. Sì, l'amore fatto con la persona che ami è impareggiabile, bellissimo, appagante. Avere un ragazzo con sé è una delle cose più belle della vita. Al tempo stesso, però, la risposta è anche No. No perché non per forza si deve desiderare una storia seria. Con le dovute precauzioni, usando la testa, ci si può permettere anche di divertirsi un po'. Credo sia una visione molto repressa quella dell'amore come unica via per la sessualità. A volte è bello fare sesso per il piacere di farlo. Mi ha totalmente sconvolto questo lato di me che non conoscevo. Eppure mi sono scoperto nuovo senza per questo rinnegare me stesso.
Dopo essermi rimesso in gioco per raggiungere i miei obiettivi ho provato a cambiare radicalmente approccio alla vita. Se prima sopravvivevo, adesso l'approccio adottato è quello di VIVERE. Se prima passavo le mie giornate sbuffando, adesso passo le mie giornate impegnandomi, pensando che tutto potrà andare per il meglio. Cerco di sorridere di più perché non vale la pena vivere una vita con il muso lungo. Ho provato ad essere maggiormente propositivo. Vi racconto un aneddoto: io e due amici dovevamo preparare un esame particolarmente difficile con pochi giorni disponibili. Ci siamo divisi il materiale in tre parti ed ognuno di noi ne ha studiato una parte. Lo abbiamo ripetuto l'un l'altro, sostenendo poi l'esame scritto. Sia la mia amica sia il mio amico erano un po' scoraggiati mentre io tenevo su il morale, ripentendo che ce l'avremmo fatta, che avremmo "cambiato verso", che non dovevamo cedere allo sconforto, paura. Risultato? Tutti e tre abbiamo passato l'esame. Con questo voglio dire che spesso è fondamentale anche il modo con cui ci rapportiamo alla vita: se ci aspettiamo che tutto vada male, tutto andrà male. Se ci aspettiamo il meglio, potranno anche verificarsi imprevisti che però dobbiamo essere in grado di superare con forza, grinta. Non voglio dire che con la nostra volontà si possa superare tutto. No. Voglio soltanto dire che sia necessaria energia per vivere. VIVERE.. Contestualmente ho frequentato qualche ragazzo ma senza implicazioni affettive: in pratica ho sperimentato un po'. In concomitanza con il mio stare meglio ho sentito in me un forte desiderio di sessualità, di vita, di slancio vitale. Sono stato con due, tre ragazzi. Per la prima volta andavo con qualcuno senza esserne innamorato. Con due non mi sono più visto perché non era andata granché mentre con un altro le cose sono andate meglio ed ogni tanto ci frequentiamo.
Ne parlo alla fine non perché sia una cosa poco importante, anzi. Ne parlo ora perché credo sia bello terminare questo mio post con la descrizione della giornata odierna. Dopo qualche giorno di letterale travaglio ho preso una decisione radicale. Impensabile fino a qualche mese fa. Impensabile rileggendo il mio primo post: andare al GAY PRIDE. Ebbene sì, Landon, quel ragazzo così timoroso è andato al GAY PRIDE. Inizio col ringraziare tutti coloro i quali ieri sera abbiamo speso minuti del loro tempo per incoraggiarmi ad andarci, ad affrontare le mie paure. Partiamo con ordine.
L'idea mi è balenata in mente qualche settimana fa. Improvvisamente. Come un fulmine a ciel sereno. Mi dissi: " voglio andare al gay pride". Lo dissi alla mia migliore amica, l'unica che sappesse di me. Lei mi rispose di sì, che non vi fossero problemi. Tutto è filato liscio fino a ieri quando mi disse che non sarebbe potuta venire per via di un esame. Mi è crollato il mondo addosso. Come era possibile? Lei, la mia migliore amica, non sarebbe venuta al Pride con me? No, non sarei andato. Sarei andato proprio perché vi era lei con il suo appoggio. Piagnucolai con me stesso perché non volevo andare. No, non potevo. Mi stavo opponendo al cambiamento.Stava parlando il vecchio Landon. Sì, ormai quei pensieri non mi appartenevano più. Decisamente. Ritornai in me. Pensai razionalmente che non potevo farmi bloccare da un imprevisto. No, non potevo. Dovevo andare al Pride non per la mia migliore amica ma, bensì, per me stesso. Ok, non sarebbe successo nulla se non fossi andato ma ci tenevo, tanto. Volevo mettermi alla prova. Volevo dimostrare d'essere cambiato. Mi chiesi: come farò in Erasmus da solo? Questa era una prova per me stesso. Mi armai di coraggio ed oggi andai. A dire il vero la parte più difficile è stata proprio il varcare le soglie di casa

. Presi la metropolitana ed arrivai. C'erano tante persone ed io ero da SOLO. Solo. Senza nessuno. Inizialmente non sapevo come fare. Volevo scappare, andarmene via. Mi sentivo male, non ero così, io non ero come loro. Io ero..... chi ero? Il Landon che continuava a farsi piacere le ragazze, a negare l'evidenza, a negare che fosse attratto dai ragazzi? No. Non lo ero più. Allora ero il Landon che viveva la sua vita senza prestare attenzione a ciò che le persone potessero pensare di lui? Nemmeno. Era un Landon che si è sentito come liberato, letteralmente, dalle catene del pregiudizio, liberato da se stesso, dalle sue paure. Come ho scritto prima: noi siamo più forti delle nostre paure

Ruppi il ghiaccio. Sapevo che se non avessi parlato con qualcuno me ne sarei andato. Ho fatto amicizia con una ragazza e con un suo amico, molto gay devo dire. Eppure non è successo nulla. Il me di anni prima sarebbe scappato. Invece no. Non mi sentivo molto a mio agio perché eravamo, in fondo, degli sconosciuti e ci siamo subito persi di vista. A questo punto riconobbi una ragazza della mia facoltà. Ci parlai e mi presentò i suoi amici. Iniziò la parata. Iniziai a camminare anch'io. Incredibile ma vero. Mi sentivo male, bene, triste, felice. Provavo un mix di emozioni. Ero felice perché ero riuscito a rompere questo muro dentro di me, ero confuso perché provavo felicità, gioia, paura, ansia, nervosismo, eccitazione, grinta, dolori allo stomaco, libertà. LIBERTÀ. Sì, proprio così. Per la prima volta mi sono sentito ME STESSO. Senza parentesi, senza virgolette: me stesso. Abbiamo camminato per tanto tempo, circa tre ore. Inizialmente ero terrorizzato dal fatto che qualcuno potesse fotografarmi, identificarmi. Mano a mano che camminavo mi sentivo più libero, felice. Ci hanno anche dato dei cartelli con un grande cuore e al suo interno un simbolo: uguale. Sì, sono uguale e diverso da tutti gli altri. Sono qui per manifestare la mia presenza, per rivendicare il diritto d'esistere. Anch'io merito gli stessi diritti, anch'io sono un cittadino italiano. Sono andato anche per chi non è potuto esserci, anche per tutti coloro che si vergognano di loro stessi e che non hanno il coraggio d'ammettere d'essere gay. Sono andato per far sentire la mia piccola voce in una festa collettiva. La festa di tutti: lesbiche, gay, eterosessuali, transessuali, bisessuali. Sì, il gay pride è anche quello che si vede in televisione: carri, persone seminude, in costume, a petto nudo ma anche quello fatto da persone in jeans e maglietta, persone in giacca, persone allegre, col muso, tutto. Il gay pride è di tutti, è per tutti. Grandi, piccolini, adolescenti, studenti, pensionati: tutto ed il contrario di tutto. Non trovo parole per descrivere quello che ho vissuto. Mi ha destabilizzato, totalmente. Questa volta in senso positivo. E' stato forte per me stesso ma anche bello. Sapevo che se non fossi stato presente avrei avuto un enorme rimorso. Qual era la regola numero uno? ZERO RIMORSI. Sì alla VITA, sì a ME STESSO. Forse saranno solamente slogan ma riassumono la mia vita. Cambiamento, immobilismo, ottimismo, pessimismo: tutto viaggia in me con velocità impressionante. Mi sono sentito finalmente VIVO, capace d'esprimermi. Ok, la mia vita non cambierà perché sono stato ad un gay pride. Ma sono consapevole anche che oggi, 13 giugno 2015, Landon ha visto chiudere un'epoca della sua vita. Definitivamente. Si è aperto un nuovo capitolo. Non so proprio cosa mi attenderà ma nulla sarà come prima. La mia vita sta cambiando. Lo percepisco ed al contempo sembra che tutto rimanga uguale. Che io sia rimasto lo stesso. Che nulla sia cambiato. Ho provato un senso di libertà, voglia di dire che sono gay al mondo, di liberarmi dalle mie catene, paure. Forse il gay pride è un mix di tutto questo: ognuno trova un suo significato. Fino a qualche anno fa lo ritenevo una carnevalata, dannoso per chi voleva diritti. Adesso credo che sì, le persone non accettano i gay anche vedendo le immagini dal gay pride. Ma dirò di più: se anche tutti, gay, etero, bisex, transessuali, lesbiche, reclamassero pari diritti in giacca e cravatta le persone direbbero di no ugualmente perché il matrimonio è soltanto fra "un uomo ed una donna". Il gay pride è una festa. Ė la festa della diversità, dell'uguaglianza perché soltanto chi riesce ad accettare l'altro da sé accetta se stesso. Vedendo tanti ragazzi molto femminili, con vestiti femminili, drag queen ho sentito rimbalzare dentro me stesso i pregiudizi introiettati nella vita. Hanno scosso le fondamenta di me stesso. Mi hanno fatto capire che ancora ho tanta omofobia interiorizzata ma che ognuno sia libero di vivere per quello che è. Se stesso. Oggi sono andato al gay pride per me stesso, da solo, anche se poi non sono stato solo. Ė stata una prova per me stesso ma anche una conferma. Prova perché volevo dimostrarmi quanto fossi cambiato. Conferma perché sapevo che fossi cambiato con o senza gaypride.
Voglio ringraziare me stesso, ed anche tanto, per essermi concesso l'opportunità non scontata di andare al Pride. Per potere VIVERE. Utilizzerò degli slogan fatti, triti e ritriti ma che rendono l'idea: Landon " #cambiaverso". Il mondo sta cambiando. L'Italia sta cambiando. Io sto cambiando. Non è un punto di arrivo per me stesso né un inizio. Ė semplicemente una opportunità che ho colto, per me stesso, con me stesso.
P.S: Durante la parata mi si è avvicinato un ragazzo che, in inglese, mi ha chiesto se fossi single. Ho risposto affermativamente e mi ha chiesto se mi potesse baciare

E gli ho risposto: No ahahah

Poi l'ho visto che si baciava qua e là con altri ahah
Per XUP e PROJECT:
Sono bellissime parole quelle che avete scritto, veramente! Sì, con quel ragazzo è andata male ma credo che vi sia un perché se le cose vadano in un modo piuttosto che in un altro

A volte mi chiedo se io sia cambiato, se io sia ancora quel ragazzo che si vedeva sdoppiato: un lato bello, etero, ed il lato "oscuro", gay. Oggi sono stato me stesso, letteralmente

Sì, la sessualità è una grande forza. Non sai per quanti anni, Project, l'ho vissuta come una cosa da reprimere, nascondere. Mi sono stancato. Non voglio di certo andare con migliaia di ragazzi ma voglio essere libero di fare quello che mi sento: scegliere se avere una relazione oppure andare con un ragazzo anche per il semplice fatto di passare una serata.