Come una barca in un mare in tempesta

L'accettazione dell'identità gay, capire di essere gay
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Landon
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Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da Landon » domenica 22 aprile 2012, 22:59

Questa è,più o meno,la situazione in cui mi trovo adesso.
Ho passato gran parte della mia adolescenza nella finzione: pensavo,o mi era più facile pensare,d’essere etero.Vivendo in un ambiente omofobo pensavo che essere gay fosse una patologia da curare,un “qualcosa di sbagliato in sé”. La mia famiglia è profondamente cattolica e con una mentalità chiusa e questo non ha di certo favorito la mia accettazione. Sono stato fidanzato con qualche ragazza ma vivevo il tutto più come un’imposizione che come un qualcosa di positivo. Mi sentivo come imprigionato,chiuso in una gabbia e,inevitabilmente,finivo per lasciarle. In un primo momento pensai di non aver trovato la ragazza giusta per me e,quindi,continuavo nella mia ricerca. Forse,più che ricerca,la dovrei definire come una “prova della mia eterosessualità”. Ovviamente sentivo la pressione,anche se dura tuttora,del dover trovare,a tutti i costi,una ragazza con la quale stare. Anche le domande,sempre più ambigue,della mia famiglia contribuivano ad accrescere l’ansia in cui quotidianamente vivevo. “ Perché non ti fidanzi? Quella tua amica mi piace tanto: a te no? Hai qualcosa che non va?”. E così via. Mi davo sempre la colpa del fatto d’essere stato troppo timido e del non essere come tutti gli altri ragazzi. Trovandomi una ragazza avrei fatto contenta la mia famiglia ma non me stesso. Spesso pensavo, fra me e me: “ vedrai che,una volta trovata una ragazza,questa brutta storia passerà,definitivamente”. Ne ero profondamente convinto.
Tutto questo è andato avanti fino ai 17 anni e mezzo circa. Ad un certo punto mi sono stufato di mentire a me stesso ed ho accettato,con rassegnazione,il mio stato(anche se,per un periodo,pensavo d’essere bisessuale). Ovviamente soltanto fra me e me. Non nascondo,però,che desideravo fortemente avere una famiglia,come tutti gli altri,con una moglie e con dei bambini. La mia ricerca di una ragazza era,fortunatamente,finita e con essa gran parte dell’ansia.
Arrivato adesso,a 18 anni,sono stanco di mentire agli altri,alla mia famiglia,ai miei amici ma anche a me stesso. Finalmente alcuni episodi della mia infanzia cominciano ad avere un senso e soltanto adesso capisco il mio non interesse verso le ragazze. Forzarmi eterosessuale era un bisogno esterno più che interno. Con l'accettazione della mia omosessualità sono subentrate la paura e l'incertezza. Non sapevo a chi rivolgermi né cosa fare. Alla fine sono arrivato alla conclusione che non l’avrei mai detto a nessuno. Non so se questo sia un bene o un male ma penso che la mia famiglia non capirebbe.In questo periodo vivo alcuni momenti di stabilità,nei quali sono contento d’essere così,ed altri di profonda instabilità nei quali vorrei essere etero. Alcune mattine vorrei svegliarmi e vedere che tutto questo è stato soltanto un incubo. Vorrei piangere ma non ci riesco. Il problema,però, non sono io ma gli altri. Forse dovrei fregarmene del giudizio altrui ma ancora non ci riesco. Alcuni giorni,poi,faccio fatica a guardarmi allo specchio e penso :” perché proprio a me?”. Fortunatamente,poco dopo,la mia parte razionale subentra e stabilisce nuovamente il controllo : “ essere gay non è mica una colpa!”.
Nonostante gli innumerevoli ostacoli che la vita quotidianamente presenta, non voglio perdere la fiducia in un futuro migliore :) Ho scritto questo post perché avevo l’esigenza di sfogarmi un po’ e non tenere tutto dentro me stesso. Il problema principale è il fatto di non trovare nessun ragazzo gay con cui instaurare un’amicizia e la tremenda paura di rimanere da solo per tutta la vita. In alcuni momenti penso che non troverò mai nessuno con cui stare e che rimarrò da solo per sempre. Non ho la benché minima intenzione di andare in qualche locale gay o in qualche sito d’incontro perché andrei soltanto contro me stesso. Sono destinato,inevitabilmente,a passare tutta la mia vita da solo? Finirà,un giorno,tutta questa sofferenza? Adesso non posso saperlo.

Ps: Avrei voluto scrivere qualcosa di più profondo ma proprio non ci sono riuscito. Grazie a tutti quelli che leggeranno questo post ;)
Ultima modifica di Landon il martedì 22 maggio 2012, 16:25, modificato 2 volte in totale.

barbara
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da barbara » domenica 22 aprile 2012, 23:32

Una barca in un mare in tempesta, hai reso molto bene l'idea. Il tuo racconto mi ha incuriosito , perché parli come se tu avessi perso un sacco di tempo e invece hai solo 18 anni. Per quel che ne so, sono molti i ragazzi che alla tua età non hanno ancora incontrato il primo amore. Credo che tu invece abbia fatto molta strada in tutto questo tempo . Sapere chi siamo è la cosa più importante e viene prima di poter capire dove vogliamo andare. Certo adesso hai davanti tutto un mondo di cose da affrontare e guardarle tutte assieme non è una bella sensazione.
Ma sai, un altro ragazzo arrivò qui dicendo di essere reduce da un naufragio , infatti il suo nick è naufrago.
Aveva circa la tua età. Quando lo sento adesso che è passato poco più di un anno mi sembra un'altra persona . E' la stessa cosa che auguro a te, che tu possa un giorno svegliarti orgoglioso di quel che sei . E il resto verrà da sé. :)

lallo
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da lallo » lunedì 23 aprile 2012, 0:35

Ciao Landon, in qualche cosa che hai scritto mi è sembrato di rileggere cose che avrei detto anche io.
Landon ha scritto:Trovandomi una ragazza avrei fatto contentala mia famiglia ma non me stesso. Spesso pensavo, fra me e me: “ vedrai che,una volta trovata una ragazza,questa brutta storia passerà,definitivamente”. Ne ero profondamente convinto.
Lo pensavo anche io ed era una di quelle cose che contribuiva a tenermi una benda sugli occhi e le manette ai polsi, ma sopratutto mi teneva distante dalla possibilità di essere me stesso.
Landon, non è che io ti possa dare grossi consigli perchè non mi sento adattissimo, ho un milione di incertezze :D ti direi che bisogna trovare dei punti di equilibrio e di stabilità, non per restarci fermi e immobili sopratutto adesso che siamo in cerca di qualcosa di nuovo...quando dici che hai paura di restare solo, di non incontrare mai nessuno dai voce solo alla tua parte emotiva, alla tua pancia, ma devi dare voce anche alla tua testa, all'aspetto razionale e sai che certe cose non si possono prevedere. Prova a cercarlo questo equilibrio, a oscillare tra pancia e testa, emozione e razionalità, forse è l'unico modo che c'è per non rimanere imprigionati nell'una o nell'altra. Quella che frega è l'impazienza, forse ci sentiamo privati di troppe cose e vorremmo che il cambiamento fosse brusco e completo, però il più delle volte non può essere così e questo inevitabilmente alimenta il senso di frustrazione.
E sicuramente il migliore consiglio e la migliore iniziativa l'hai già detta tu:
Landon ha scritto:Nonostante gli innumerevoli ostacoli che la vita quotidianamente presenta, non voglio perdere la fiducia in un futuro migliore :)
La farfalla che volteggia intorno alla lampada finché non muore è più ammirevole della talpa che vive in un buio cunicolo.

Alyosha
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da Alyosha » lunedì 23 aprile 2012, 10:34

Ok mi aggiungo alla lista di quelli che pensava che non appena avrei trovato la ragazza giusta tutto si sarebbe risolto :mrgreen:. Ho trovato veramente molto lucida la descrizione dello stato d'animo di un gay che finisce con il cercare di stare con le ragazze. Credo infatti che vada necessariamente aggiunto il rapporto con la propria famiglia per capire qual'è la ragione che spinge un gay stare con una ragazza e anche il suo stato d'animo. Sembra una vera e propria gabbia in effetti. Ancora più brutto poi è convincersi di aver trovato quella giusta e accorgersi di non essere felici lo stesso. Landon il lato positivo è che comunque sei ancora molto giovane. Il problema che poni alla fine credo sia un pò il problema di tutti. Certe vole proprio me lo chiedo come sia possibile che tutti soffriamo sta solitudine e poi nei fatti nessuno fa niente per sistemare le cose. Detto ciò io nei locali gay ho intenzione di cominciare ad andare, appena posso e nella misura in cui posso. Lo ritengo un passo importante e non per quello che ci troverò, ma per l'idea di stare varcando una soglia. Si organizzerà il gaypride è ho intenzione di partecipare anche a quello. Proprio non ho capito per quale motivo uno debba porsi tanti problemi a fare le cose. Il problema dei luoghi è che i luoghi sono fatti di persone e sono fermamente convinto che ognuno ci trova dentro quello che vuole. Fosse anche solo per dire che non mi piacciono, per me è importante sciogliere certi vincoli dentro di me.
Premessa questa cosa che ha più a che fare con le mie personali convinzioni, sei sicuro che cambiando la "a" con la "o", ci sia poi tutta questa gran differenza e che vivere nella convinzione che un ragazzO sistemerà tutto sia meglio che vivere nella convinzione che lo faccia una ragazzA. Perché, per come la vedo io, la storia anche così posta non cambia di molto. C'è di fondo la convinzione che si debba aspettare qualcosa perché le situazioni cambino e che infondo questo qualcosa non dipenda da noi, quasi l'idea di una magia. Temo non funzioni affatto così. Non ci vuole molto a capire che se stando con una ragazza ti sentivi in gabbia è perché in effetti sei già dentro una gabbia e quel tipo di relazione, che è poi la relazione che i tuoi genitori avevano in testa per te, non fa altro che renderti evidente la condizione nella quale ti trovi.
Serve indipendenza economica e sopratutto affettiva dalla propria famiglia per poter stare bene e crescere da uomini adulti. A volte essere etero può essere solo una condanna, perché non ci si accorge di non crescere mai, di trovarsi mogli che sembrano madri per esempio. Insomma il fatto che certe gabbie per noi siano semplicemente insopportabili forse è una benedizione, la promessa che si potrà solo vivere una vita autentica o ahimé non vivere affatto.

Machilosa
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da Machilosa » lunedì 23 aprile 2012, 20:44

Il tuo post mi è piaciuto molto! Spontaneo, lucido, fiducioso; a leggerti, sembra davvero che tu sia più grande! Non ti abbattere; il nostro non è un "problema" insormontabile, nè il peggiore, soprattutto se parti con quella forza di spirito; sei giovanissimo e già avere piena coscienza di te è un grosso passo in avanti! Io ci sono arrivato ben dopo, per esempio... prima o poi l'amore busserà anche alla tua porta, non disperare! Se ti consola, conosco una marea di eterosessuali disperatamente single... ed una marea di gay felicemente accoppiati! Se proseguirai gli studi o inizierai a lavorare, cerca di avvicinarti ad una città che ti consenta d'essere distante abbastanza da poterti esprimere senza troppa paura d'essere scoperto, oppure che possa fornirti possibilità di contatto con altri ragazzi gay. Anche io guardavo i locali gay con estremo sospetto, ma ora che ho saggiato davvero di che cosa si tratta in realtà, ti dico che non sono poi così terribili; esistono i locali inquietanti con "dark room", "paradise hole" ed altre robe simili (non il mio genere, decisamente), ma me ne tengo bene alla larga! La maggior parte sono normalissimi locali che offrono aperitivi e serate danzanti, in cui la popolazione omosessuale predomina, oppure locali che periodicamente organizzano la festa gay, con spettacolini di drag queen e simili, il tutto in maniera molta goliardica e auto-ironica, meno volgare di tante discoteche etero; puoi trovarci di tutto, dalla persona seria e tranquilla come me e il mio gruppetto di amici, allo scopatore seriale; l'associazionismo tipo Arcigay è un'ottima soluzione per conoscere ragazzi in un ambiente tranquillo. Non temere, siamo almeno il 10%, mica così pochi! Troverai sicuramente la tua scarpa, senza fretta!

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Shooter
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da Shooter » martedì 24 aprile 2012, 15:56

Alcune mattine vorrei svegliarmi e vedere che tutto questo è stato soltanto un incubo.
perché proprio a me?
No sai quante volte l’ho pensato anch’io!
Il problema principale è il fatto di non trovare nessun ragazzo gay con cui instaurare un’amicizia e la tremenda paura di rimanere da solo per tutta la vita.
Il tema della solitudine mi tocca particolarmente. Trovare amici o un bravo ragazzo con cui stare non è un’impresa impossibile (cerca anche su Internet, ma non ci perdere troppo tempo perché trovare il ragazzo giusto in rete è come trovare un ago nel pagliaio; forse è meglio cercare nei locali, ma non so consigliarti perché non sono un frequentatore di locali). Quindi, per quanto riguarda la questione fidanzato e amici, sta’ tranquillo ché qualcosa salta fuori. Piuttosto, cerca di risolvere la questione dei figli che non avrai mai. Adesso hai 18 anni, forse vai ancora a scuola e i figli sono un argomento che per il momento non ti tocca. Arriverà tuttavia un momento in cui ti mancherà qualcosa: sarà come svegliarti e scoprire che 10 anni prima ti hanno amputato un braccio. Se qualcuno ti dirà: “Non te la prendere, ci sono tante coppie etero che non hanno figli!”, tu mandalo pure affanc*** (chiedo scusa a tutti per l’espressione). Gli etero scelgono di non avere figli, noi non scegliamo. A questo non c’è soluzione. L’unica cosa che ti auguro è di non avere l’istinto paterno. Per il resto, essere omosessuali è come essere eterosessuali, solo che la strada è sempre in salita.

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Landon
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da Landon » domenica 29 aprile 2012, 22:10

Barbara ha scritto:E' la stessa cosa che auguro a te, che tu possa un giorno svegliarti orgoglioso di quel che sei . E il resto verrà da sé.
Lo spero anche io :) Forse un giorno riuscirò a svegliarmi ed essere fiero di quello che sono ;)
lallo ha scritto:Quella che frega è l'impazienza, forse ci sentiamo privati di troppe cose e vorremmo che il cambiamento fosse brusco e completo, però il più delle volte non può essere così e questo inevitabilmente alimenta il senso di frustrazione.
Hai assolutamente ragione ;) I cambiamenti che avvengono in noi devono essere lenti e graduali altrimenti ci sentiremmo subito persi. Non avrei mai pensato di fare cosi' tanti passi in avanti e non ho assolutamente intenzione di fermarmi qui :)
boy-com ha scritto:Proprio non ho capito per quale motivo uno debba porsi tanti problemi a fare le cose. Il problema dei luoghi è che i luoghi sono fatti di persone e sono fermamente convinto che ognuno ci trova dentro quello che vuole. Fosse anche solo per dire che non mi piacciono, per me è importante sciogliere certi vincoli dentro di me.
Non sai quanto ti ammiro. Spero di trovare anche io,un giorno,questa forza per poter essere,finalmente,me stesso. Forse ci arriverò o forse no,ma quello che più importa è non perdere la determinazione nel voler migliorare la propria vita.
boy-com ha scritto:Non ci vuole molto a capire che se stando con una ragazza ti sentivi in gabbia è perché in effetti sei già dentro una gabbia e quel tipo di relazione, che è poi la relazione che i tuoi genitori avevano in testa per te, non fa altro che renderti evidente la condizione nella quale ti trovi.
Purtroppo sono condizionato anche dalle aspettative che hanno di me i miei genitori. So per certo una cosa:questa è la mia vita e la voglio vivere come meglio credo e non come gli altri si aspettino che io faccia.
Machilosa ha scritto:Non ti abbattere; il nostro non è un "problema" insormontabile, nè il peggiore.
Quanto hai ragione :) Purtroppo è la società che ci fa sentire come dei "malati","sbagliati" soltanto perché non amiamo una persona dell'altro sesso.
Machilosa ha scritto:Troverai sicuramente la tua scarpa, senza fretta!
Lo spero :) Poi,se alla fine,non arriverà nulla,pazienza ahah :D
Shooter ha scritto:Arriverà tuttavia un momento in cui ti mancherà qualcosa: sarà come svegliarti e scoprire che 10 anni prima ti hanno amputato un braccio.
Purtroppo è vero. Questo è uno degli aspetti che non ho ancora del tutto accettato.Preferisco,tuttavia,non avere figli che averli ma stare con una donna che non si può amare.

Vorrei ringraziarvi per le risposte che mi avete dato :) Sono importantissime per me,in questo momento. Fortunatamente mi sento un po' meglio dal giorno in cui ho scritto questo post. L'accettazione è un percorso,almeno per me,abbastanza lungo ma sono sicuro di una cosa: d'essere sulla strada giusta. Nonostante i mille problemi che questa situazione comporta sono felice d'essere riuscito a sbarazzarmi di tanti pregiudizi,false convinzioni che avevo. Molto spesso penso al fatto che,se non fossi stato gay,non avrei mai saputo molto di tutto questo e,forse,sarei stato anche io una persona omofoba.

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Landon
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da Landon » martedì 22 maggio 2012, 16:46

Continuo ad utilizzare questo mio post perché volevo condividere con voi altri pensieri che mi sono passati nella mia mente in tutto questo periodo. Da quando sono in questo forum ho fatto tanti passi in avanti,come ho già detto e non smetterò mai di ringraziare project per tutto il lavoro che fa,eppure in queste ultime settimane sto vivendo come una tornare indietro nel tempo. Ero riuscito,finalmente,a tranquillizzarmi all’idea d’essere gay ma adesso sono caduto,nuovamente,in tutti i dubbi,le incertezze e le paure che avevo.
Pochi giorni fa pensavo alla mia nuova consapevolezza(nuova? Ho sempre saputo d’essere gay ma ho fatto in modo di nasconderlo,reprimerlo per paura)d’essere gay e pensavo al fatto che,volente o nolente,in questo momento,io mi trovi come ad un bivio: è un po’ come essere arrivati alla fine di una strada e trovarci soltanto un burrone. Ci sono soltanto due cose da fare: tornare indietro e continuare a vivere nella finzione e mentire a se stessi nonostante si sappia che tutto ciò ci renderà soltanto infelici. Ma c’è anche un’altra soluzione: gettarsi nel vuoto. Sì,proprio nel vuoto. Non possiamo conoscere quello che ci accadrà anche se vale proprio la pena compiere questo salto. Alla fine,tornando indietro,si è destinati all’infelicità perché ci si dovrà adeguare ai modelli di società in cui viviamo. Gettandosi nel vuoto,nonostante l’incertezza, si avrà una qualche possibilità d’essere felici. Magari non arriveremo lo stesso la felicità ma almeno abbiamo fatto un tentativo. Ė molto facile a dirlo: ma sì,gettiamoci nel vuoto e,forse,ci andrà bene. Ci si sente,però, trattenuti dalla paura. Sì,questo è proprio lo stato d’animo in cui vivo. I modelli offerti dalla società,nonostante non ci piacciano,ci fanno sentire al sicuro. Spesso ho come l’impressione che la mia vita sia stata programmata dai miei familiari o persone a me care. Si nasce,si cresce,si va a scuola,ci si laurea,ci si trova un lavoro(nonostante la crisi),ci si fidanza,ci si sposa,si fanno dei figli e si diventa nonni. Io mi sento intrappolato in questo schema: non è quello che voglio. Io non voglio sposarmi,ingannare una ragazza,mettere al mondo dei figli,non voglio vivere una vita prefabbricata ma voglio vivere una vita creata da me stesso,anche se con degli errori. Mi trovo ad essere oppresso dalle mille aspettative che tutti hanno di me. Non è così che io voglio vivere. No. Voglio vivere ed essere fiero di me stesso: voglio camminare a testa alta. Mi dispiace usare questo tono,un po’arrabbiato ma sono veramente stufo. Stanco di dover sentire i discorsi omofobi dei miei amici,se così si possono definire,familiari ed anche di parenti. Sono stanco di tutta le pressione che subisco per quanto riguarda trovare una ragazza. Aver fatto emergere il vero me stesso,che tenevo nascosto in un angolo buio,è stato positivo ma anche frustrante perché adesso non sopporto veramente più tutta l’ipocrisia che mi circonda. Forse il mondo che sogno è utopico e non si realizzerà mai ma non riesco più a tollerare tutte questo. Mi sento un alieno.
Il mio è un grido interiore perché non riesco veramente a vedere un filo di luce in tutta questa situazione. Essere gay non è la fine del mondo ma a me fa soffrire. Piuttosto dovrei dire che mi fa soffrire soltanto perché gli altri non lo approvano. Soffro perché so che,in questo modo,deluderò tutte le aspettative che gli altri hanno di me ma non mi importa veramente più niente. Alla fine sto distruggendo la mia vita,me stesso per cosa? Per gli altri?. Adesso,però,mi sono stancato:io sono così e chi non mi accetta è liberissimo di andarsene via dalla mia vita. Mi faccio troppi problemi per gli altri quando,alla fine,ciò che conta è soltanto la mia felicità. Forse ho dimenticato,un po’ come diceva Oscar Wilde,che il dover più grande che noi abbiamo è quello nei confronti di noi stessi.
Porto tutto questo dentro me stesso ma,inevitabilmente,finisco per esplodere. Arriverà un momento in cui uscirà un po’ di sole? Perché è così difficile essere fieri di quello che si è?

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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da progettogayforum » martedì 22 maggio 2012, 18:55

Beh, Landon, diciamola tutta, senza questa consapevolezza e senza questo disagio, adesso, rischieretsi di trovarti, dopo, in pasticci veramente grossi, in cui non si tratta più di quello che gli altri si aspettano da te ma di vincoli che rischiano di essere strettissimi e insuperabili. Non pensare che l'essere gay sia come gerrarsi nel vuoto, no! E' una cosa che può richiedere una carte fatica, specialmente all'inizio, ma la possibilità di realizzarti ce l'avrai eccome. Il primo obiettivo è l'indipendenza economica, senza di quella la libertà è comunque molto relativa. Hai eccome la possibilità di costruirti un futuro come lo desideri e ci riusicrai!!

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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da Machilosa » martedì 22 maggio 2012, 20:51

Vivere più o meno allo scoperto è molto bello, ma devi tenere in considerazione molte cose. Il lancio è nel vuoto fino ad un certo punto: se fai i tuoi calcoli, se studi bene l'ambiente e le persone che ti stanno intorno puoi lanciarti con un po' più di consapevolezza e atterrare in piedi con maggior probabilità. Uscire allo scoperto quando non è necessario e l'ambiente non sembra nei migliori è solo deleterio; tanto più che non hai un ragazzo nè una vita parallela da tenere nascosti. Non credere che appiccicandoti il cartello "gay" sulla fronte, i ragazzi inizieranno a piovere a palate!
Valuta bene, ma se, come lasci intendere, riceverai quasi sicuramente un rifiuto, lascia perdere e rimanda a quando avrai le spalle più grosse o la possibilità di spostarti!

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