Come una barca in un mare in tempesta

L'accettazione dell'identità gay, capire di essere gay
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xup
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da xup » domenica 14 giugno 2015, 21:27

Ho letto di gusto quanto hai scritto! La tua crescita interiore è impressionante, e adesso che conosci il gusto della libertà, non potrai più farne a meno ;)

Non vedo l'ora di conoscere il prossimo capitolo della tua vita, se vorrai raccontarcelo, perché hai messo le basi affinché sia veramente autentico, vissuto a pieno e felice.

Un abbraccione

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Sciamano
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da Sciamano » lunedì 15 giugno 2015, 1:02

Aggiungo al racconto un video sul gay pride 2015 https://www.youtube.com/watch?v=JTp7DS5uwpE, al quale sono stato anch'io (senza sapere che c'era pure Landon, in seguito abbiamo parlato :) ), ci sono andato con due amiche e poi qualcun altro che ho incontrato lí.

È la prima volta che partecipo per intero al gay pride.

Ho provato sensazioni simili alle tue Landon, come ti ho detto, la prima volta che andai al gay village, ovvero un misto di timore, felicità, voglia di andar via, curiosità, che però sono passate presto. Ho vissuto il pride molto serenamente, addirittura ero con un'amica trans! (cosa che mai avrei immaginato anni addietro) e complessivamente mi ha fatto piacere.

Riguardo il tuo vissuto, vedo che fai passi sempre piú coraggiosi, ti confesso che qualche preoccupazione in relazione alla tua famiglia, di cui conosco la forte resistenza (per non dire altro), mi viene. Speriamo sempre bene! Al tempo stesso mi pare che, non dico la totale visibilità, ma il poter essere se stessi senza nessuna remora (e ho conosciuto persone cosí, tra l'altro di quelle che devono dirtelo, altrimenti non lo si sospetterebbe mai ‒ il contesto era tale per cui l'ho saputo) hanno una serenità e disinvoltura che raramente vedo in chi deve ricorre a filtri, fare attenzione a dove va, inventare giustificazioni, ecc.

Come ho detto altre volte, non c'è una ricetta per tutti, però mi rendo conto che i sempre piú frequenti coming out (col tempo questo accade), ancora piú del gay pride ci portano verso una dimensione di normalità (culturalmente parlando, ...certamente gli effetti sono lenti e i casi in cui tocca proprio evitarlo non mancano).
Cercare la felicità rispettando gli altri, sarebbe una grande conquista per l'umanità!

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Maxx86
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da Maxx86 » lunedì 6 luglio 2015, 21:53

Ciao Landon, ho letto la tua storia ed è incredibile come tu sia riuscito a cambiare in meglio e a crescere così tanto. In molti punti sembra di rivedere me stesso, quelle paure e quei blocchi che hai descritto sono parte di un percorso che sono sicuro ti porteranno a vivere sempre meglio. Anche se sono agli "inizi" e sicuramente non posso parlare per esperienza, ti auguro di continuare su questa strada ;)

nexus80
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da nexus80 » mercoledì 16 dicembre 2015, 3:31

Sono contento di aver trovato questo forum con tanti racconti di crescita ed esperienze di vita, mi ha fatto sentire meno triste e meno solo in questo momento per me non facile.

Questo è il mio primo post, mi presento, vivo in Alto Adige e ho 35 anni, chi più di me può dire tanto di cappello a Landon che pensava a 18 anni di essere in ritardo nel trovare se stesso e la sua strada.
Desidero dire che mi sono identificato quasi totalmente nei racconti che ho letto in questa discussione e mi hanno aiutato ad avere più coraggio e forza, e sento il bisogno di raccontare la mia esperienza per chiedere a tutti voi dei consigli, spero di non sbagliare il luogo dove scrivere questo, ma sono nuovo.

Io ho capito che qualcosa in me non andava alla fine delle superiori, verso i 18/19 anni, ma in modo molto sfocato e confuso. Pur avendo avuto delle belle amicizie all’interno della sfera scolastica, la mia vita sociale all’epoca era praticamente zero, sempre chiuso in casa e l’unica socialità era proprio la scuola, infatti i 3 mesi di vacanze estive da tutti ambiti io li vivevo come un regime di arresti domiciliari. Frequentando una scuola all’epoca diciamo totalmente maschile ed essendo la scuola l’unico momento sociale extra-familiare non è che avessi molte chanches di capire o approfondire la mia sessualità.
Quando mi trovavo a qualche festa con i compagni e c’erano le ragazze ero totalmente impacciato e terrorizzato che gli altri potessero sospettare qualcosa e prendermi in giro. Non ho comunque mai subito atti di bullismo o prese in giro, ma la mia paura era quella. Qualche volta ho anche abbracciato e ballato con ragazze ma senza provare un accidenti.
I ragazzi? Si ammetto che mi piaceva guardare quelli più carini ma tutto lì, bella adolescenza no?!
L’estate tra la maturità e l’università è stato il primo momento “duro” della mia vita, nessuna vera amicizia stabile, la sensazione di essere solo coi miei problemi e gravi dubbi di chi fossi, il trovarmi in 3 mesi di limbo tra la fine di un capitolo (la scuola) e l’inizio del successivo (l’università).
All’università ho stretto importanti amicizie e avendo auto e patente ho acquisito un po’ più di indipendenza, non tanto economica visto che continuavo comunque a vivere a casa coi miei genitori ma sociale diciamo, iniziavo ad uscire dal “nido” (~quando a scuola studiavo il nido di Pascoli mi sembrava di leggere la mia biografia~).
Per la prima volta vivevo delle vere amicizie e momenti di condivisione e iniziavo ad assaporare il mondo fuori di casa per me sconosciuto. Molti dei miei amici avevano la ragazza o comunque si parlava dell’argomento, alle feste e nelle serate c’era chi le corteggiava, ecc.
In sostanza a 22 anni io che mi sentivo orgoglioso già solo per aver iniziato a scoprire il mondo mi trovavo a relazionarmi con persone molto più mature e complete di me, che vivevano e facevano le loro esperienze anche affettive/amorose/sessuali. Mi sentivo molto più asessuale che gay, disinteressato o incapace di provare qualcosa che andasse oltre l’amicizia verso maschi o femmine che fossero; sentirmi così a metà era fonte di grande disagio esistenziale.
Proprio all’università in una compagnia di persone della mia stessa città, ho iniziato a stringere un forte legame con un ragazzo della mia età, si usciva assieme con altri amici, si facevano viaggi ed escursioni anche noi due soli ecc., anche se etero e fidanzato, più lo frequentavo più mi attaccavo a lui fino a che ho capito (dopo molto tempo) che l’amicizia si era trasformata in amore, un amore fortissimo, il primo amore.
Ci è voluto molto per capire che quel sentimento era amore, vista la mia origine di persona molto isolata pensavo che quello che provavo fosse profondo trasporto verso una persona che mi aveva tirato fuori, portato a conoscere la bellezza del mondo, salvato! Lo schema mentale di autoconvincimento mi portava a vedere solo quello che volevo vedere, ad esempio lo guardavo in faccia e pensavo “no! non riuscirei mai a baciarlo, a fare del sesso con lui ecc.”, è solo un’attrazione platonica. “E allora perché non sento attrazione verso le ragazze?” => “Beh sono così impacciato con gli amici, figurarsi con l’altro sesso, è per forza un blocco che passerà”.
Ovviamente stavo malissimo, se vivevo una tale confusione a 22 solo un miracolo mi avrebbe potuto dare una vita “normale” come quella di tutti gli altri.
Le notti specie quelle calde estive mi svegliavo con tachicardia, attacchi di panico, apnee.
Ho provato così tanta paura e disperazione da dubitare o temere per la mia salute mentale, fino a che forse per uno strano meccanismo di autodifesa, dopo mesi di disagio, tutto è passato, quasi fosse un raffreddore.
Vivo vari mesi di tranquillità fino allo “scalino” successivo, e cioè la scoperta di provare anche attrazione fisica non solo platonica per questo mio amico.
Ricordo quasi l’ora, il giorno e il luogo di quando così per puro scherzo mi ha toccato una gamba, e ho sentito un brivido dal collo fino ai piedi, una vera scossa elettrica. Capitavano così per scherzo dei contatti fisici e io provavo brividi piacevoli ed erezioni; e di nuovo sensazione di terrore a cui seguiva l’accettazione. Ero felice in quei momenti e spesso fantasticavo che forse anche a lui piacevo, che forse saremmo stati assieme, un mix di amore platonico e coccole strano ma che mi faceva sentire felice e completo, perché rovinare tutto dichiarandomi.

Con lui ho condiviso importanti esperienze della mia vita, sono sicuramente diventato una persona migliore, ed è stato in quegli anni che ho stretto le importanti amicizie che coltivo ancora oggi, un periodo che è riuscito a cancellare il ricordo nero e infruttuoso delle superiori. Si dice che nella vita si hanno pochi veri amici e tanti conoscenti, io devo dire la verità non ho una rubrica con centinaia di contatti ma più della metà sono amici veri.

Nell’unica vacanza al mare che abbiamo trascorso assieme, io, lui ed altre persone, una sera che eravamo a chiacchierare da soli a un certo punto ho preso fiato e gli ho detto “Ti amo” seguito dal suo nome. Ho notato che si è un attimo bloccato, ma la cosa non ha avuto alcun seguito e comunque siamo rimasti amici e ci vediamo ancora.

Dopo l’università, pur rimanendo nella stessa città, abbiamo intrapreso percorsi lavorativi differenti e abbiamo iniziato a vederci di meno, diciamo non più dieci ore al giorno tutti i giorni. Il mio sentimento che fino ad allora credevo unico, non replicabile e intramontabile è andato a sopirsi assieme alle mie preoccupazioni esistenziali, d’altra parte non volevo provare altro dolore inutilmente.
Continuavo però a pensare di aver provato tanto dolore per niente, pensavo che la realizzazione lavorativa sarebbe stata l’unica cosa piacevole della mia vita, che non mi sarei dovuto illudere di avere nient’altro. A furia di rimuginare ho iniziato anche a soffrire d’attacchi di panico.
A più riprese mi sono rivolto a psicologi che hanno fatto la loro parte, ma non ho mai affrontato per davvero la mia sessualità, ci giravo intorno, pensavo che tutto dipendesse dalla mia timidezza patologica, in sostanza nel periodo dai 19 ai 26 anni la migliore conclusione a cui ero arrivato era il credere di essere un etero bloccato dai mille problemi di fondo e di cercare lo sfogo affettivo verso chi mi era amico, in sostanza ero ad anni-luce dal risolvere la mia situazione!

Passato il primo amore e sentendomi più forte nei rapporti sociali, rinchiudo per l’ennesima in fondo a un cassetto i fantasmi del passato, questo anche grazie alle soddisfazioni e alle nuove amicizie in ambiente lavorativo, alla vita sociale attiva dell’epoca, alle varie esperienze che mi distraevano.
Vivevo con rassegnazione la consapevolezza che non mi sarei mai sposato e non avrei mai avuto figli, ma al tempo stesso sentivo che tanta sofferenza mi aveva come rafforzato, facendomi apprezzare le soddisfazioni e condurre una vita in modo sereno senza psicologi e ansiolitici.

Il 2007 e il 2008 sono gli anni in cui mi sono divertito di più viaggiando ecc., e poi pian piano ho iniziato a legare molto con un mio collega, tanto per cambiare senza accorgermi neanche lontanamente che stavo di nuovo ricadendo nel secondo innamoramento di un etero!

Ci ricasco completamente, altra crisi nel 2012 a 32 anni dove ho scoperto più di una cosa:

1. mi sono reinnamorato, col cavolo che il primo e unico amore della mia vita era stata solo un’eccezione, ergo a me piacciono i maschi;
2. internet che nella mia adolescenza non esisteva ora offre di tutto, storie scritte, video cortometraggi con storie d’amore, pornografia ecc. e tutte queste cose mi eccitavano, a differenza di storie d’amore e pornografia eterosessuale che mi lasciavano indifferente

Passato il grande smarrimento iniziale di questa ennesima scoperta, “A 32 ANNI” arrivo alla conclusione “non sono confuso, non sono bloccato, sono gay”, ora faccio coming-out, lo dico al mio amico, lo dico alla famiglia, lo dico al mondo, vivo la mia vita.

Ma poi la paura e i continui dubbi mi hanno nuovamente bloccato, di giorno frequentavo sempre il mio amico e anche gli altri, la sera quando mi andava guardavo qualche video gay e tanti saluti.
La forza scaturiva dalla consapevolezza di non essere una persona a metà benché il mio stile di vita non fosse cambiato gran ché e dal fatto che provare di nuovo quel sentimento (anche se in totale segreto) mi faceva sentire vivo.
Perché di nuovo rimettere in gioco tutto se effettivamente stavo bene, non avevo di certo una storia d’amore appagante e corrisposta, ma stavo bene.

Un mese fa e siamo al 2015 questo mio amico si mette con una ragazza, e all’inizio l’ho pure presa bene, ho pensato, ci sono già passato nel morire dietro a un amico etero, stavolta non faccio lo stesso errore, anzi la prendo come un’opportunità per vivere appieno la mia vita una volta per tutte, meno male che è successo adesso che ho ancora 35 anni, anzi forse mi sto svegliando pure in ritardo per vivere!

Questa apparente forza e tranquillità sono durate qualche giorno, ora sento un grande vuoto e una paura profonda per il futuro, non sono ripiombato nel periodo di ansia e depressione di qualche anno fa, al lavoro o in una qualsiasi situazione dove non sono da solo riesco a fare quello che ho sempre fatto, a ridere ed essere propositivo.
Ma quando torno a casa la sera e ancor più nei weekend vedo quanto sono solo, è difficile da descrivere viste le grandi amicizie che ho, sono solo perché non so dove andare, sono solo perché non so con chi passare il tempo, sono solo perché nessuno sa della mia situazione, sono solo perché guardando su internet tanti forum la maggiorparte dei ragazzi che scrive cose simili alle mie ha 17 anni non 35, sono solo perché non so cosa fare.

Mentre sono in ufficio mi sparo in cuffia musica per rilassare la mente (a me piace tantissimo la vocal-trance melodica che mi fa tanto viaggiare), a me piace un sacco interessarmi di tecnologia e cose del genere ma ultimamente quando sono a casa non mi appassiona più nulla, o finisco sdraiato sul divano davanti alla tv o piglio e vado in giro a caso. Uscire con la compagnia della mia città non è di molto aiuto, visto che la felicità degli altri a confronto con la mia situazione è come mischiare benzina col fuoco.

Qualche weekend fa, in un pomeriggio dove stare a casa mi sembrava di soffocare, ho dato un occhio su internet, ho cercato un locale gay e mi sono diretto verso Verona, senza alcuna pretesa o idea di alcun tipo, tanto per farlo. Mi sparo questo viaggio epico nella musica, mi sento “grande” solo perché sto facendo una cosa da solo e decisa da me, perché sto andando in un posto che è una vera città diversa dall’atmosfera di provincia del mio Alto Adige (che comunque amo molto) e dove non mi conosce nessuno. Mi piaceva sentire che stavo facendo un grande passo anche se in fin dei conti era un giro come un altro. Sentivo di amare persino il traffico, l’eternità dei semafori rossi veronesi e pure la nebbia! Mi fiondo nell’atmosfera natalizia della piazza dell’arena, faccio un giro veloce visto che comunque per cena mi aspettavano a casa a 150km da lì ma prima di tornare entro in questo locale gay-friendly! C’era solo il barista e due tipi seduti a un tavolo, piglio una birra e ogni tanto tiro un occhio ai due ragazzi seduti al tavolo, che potevano essere benissimo due amici etero o una coppia per quanto ne sapessi.

Non li ho fissati con fare maniacale, ma quando uno di loro mi ha tirato una occhiata ho pensato fosse il caso di togliere il disturbo, ho anche fantasticato su quello che potrebbe aver pensato, “ca**o guardi, omofobo” oppure “ca**o guardi il mio ragazzo” oppure “ca**o guardi, non siamo una coppia gay, mica è colpa nostra se questo era l’unico locale con dei tavoli liberi” !!!

Vabbeh una volta uscito da lì pensando fossero una coppia mi è salita una profonda tristezza, ho iniziato a pensare “guarda almeno loro sono in due, stanno insieme, io so cosa vuol dire amare e quanto bello sia ma a differenza loro non ho nessuno con cui condividerlo, nella mia vita ho solo assaporato la felicità, sono solo come un cane che non sa dove andare, non sa cosa fare, con la faccia ancora dolorante per tutte le porte che la vita mi ha sbattuto in faccia”, e così mi sono infilato nel primo vicolo buio e deserto che ho trovato, mi sono quasi accasciato per terra e avrò pianto per mezzora.
Prima di andarmene ho chiesto alla città dell’amore (di Shakespeare) di fare qualcosa anche per me e lì ho veramente capito che l’unica strada che ho per essere felice è affrontare questa cosa una volta per tutte e trovare qualcuno che mi possa amare.

E vedendola in modo razionale le possibilità sono tre
1. ignoro tutto per l’ennesima volta e accetto la solitudine
2. affronto la cosa una volta per tutte e però non riesco a trovare l’amore
3. affronto e trovo l’amore.
Ho il 33% di probabilità di vivere una vita degna di questo nome.

Andare lì mi ha dato forza e coraggio, ora so chi sono e so quale è il mio obiettivo ma non ho la più pallida idea di come fare, non voglio arrovellarmi per mesi per poi rimettere la testa sotto la sabbia come ho sempre fatto.
Sono tremendamente attanagliato dai dubbi e da cosa fare nel mio immediato futuro, è evidente che così non posso e non voglio andare avanti: ho tanti amici e dei genitori che mi vogliono bene, non mi giudicano e mi stanno vicino, ma nessuno sa della mia situazione, quando sono giù di morale e qualcuno se ne accorge non posso dire il perché; salvo quando qualche amico organizza una pizza o un cinema non ho neanche nessuno da chiamare per dire “ci facciamo in giro” visto che sono tutti impegnati e non voglio “stalkare” nessuno, non ho alcuna conoscenza del mondo gay se così lo si può definire, non ho mai corteggiato nessuno e le uniche due grandi “storie” d’amore che ho descritto sono nate dopo anni di conoscenza e di affiatamento reciproco, non certo perché avessi l’obiettivo di mettermi insieme con qualcuno; il contatto con le persone di cui mi sono innamorato era inevitabile, dato da motivi di frequentare la stessa compagnia o di lavorare assieme; non sono il tipo di andare in un locale gay e attaccare bottone col primo che mi capita ammesso che qualcuno mi si fili (che brutto termine). Non sono orribile ma non sono neanche un adone col codazzo di ragazze o ragazzi che mi viene dietro, non ho alcuna compagnia al di fuori del mondo etero, non so dove andare, con chi andare e cosa fare. Sono totalmente spaesato.

So di essere gay, ho capito di provare piacere a entrare in contatto fisico con un maschio, ho provato due amori importanti, mi sono eccitato a leggere storie su internet (contenuti non solo porno) e non provo attrazione per le donne, quindi almeno il quadro è chiaro (cavolo sono passato dal negare di essere gay al ripetermi di esserlo!), ma a parte questo ho seri dubbi su come potrei iniziare un qualsiasi rapporto. A volte di qualcuno che vedo in strada o in bus penso “ma io mi potrei mettere con quello?” Sono impaurito e totalmente inesperto e me ne vergogno tanto a 35 anni, non ne ho 50 ma neanche 14! Cerco di guadagnare qualcosa visto che ne dimostro 30 :-D ^____^

So solo che sono stanco di vedere documentari di bei posti o sentire amici che hanno fatto un bel viaggio da qualche parte e l’unico pensiero che mi viene in mente è che non ci andrò mai perché che senso ha andarci da solo, sono stanco di sentirmi ridicolo e insignificante quando dopo giornate di sofferenza esco con gli amici e li vedo tutti belli realizzati a differenza del sottoscritto, non voglio ridurmi a 50 anni a scrivere su un sito di incontri “cerco ventenni che mi fanno sognare” e robe del genere.

A parte l’xp svago-veronese e leggere e scrivere su questo forum, le uniche mosse che mi sono venute in mente per l’immediato sono:

- non voglio passare il capodanno da solo per brindare a mezzanotte coi miei mentre i miei amici trombano (scusate la volgare franchezza), ho prenotato un weekend al capodanno LGBT a Pisa (senza alcuna pretesa, è solo per fare una esperienza originale)
- sto pensando seriamente di fare coming-out almeno col mio amico più caro (quello conosciuto sul lavoro) omettendo che mi ero innamorato di lui (vada come vada tanto prima o poi lo saprà comunque e almeno avrò qualcuno che mi starà vicino se potrà/vorrà)
- ho preso appuntamento con l’associazione LGBT della mia città, ci vado stasera.

Non voglio certo partire sfiduciato in partenza però si dice anche “aiutati che Dio ti aiuta”, cioè ci devi mettere del tuo, è solo che con tutta la buona volontà non riesco a capire cosa potrei fare di pratico per migliorare davvero questa situazione e non rimetterla nel cassetto non appena l’agitazione e la tristezza si allevieranno.
Non posso dire che il coming-out non mi spaventi ma mi spaventa molto di più la solitudine, che magari potrò stare bene tra un po’ per qualche mese o qualche anno per poi ritrovarmi a 40anni allo stesso punto di prima e sarà sempre peggio.
Non mi spaventa se dovrò andare fino a Brescia per camminare mano nella mano con chi amo perché a Trento storgono il naso, non mi spaventano gli insulti o le derisioni, mi spaventa molto di più una vita non vissuta.

Vi ringrazio per tutte le belle info che scrivete su questo forum e che mi hanno dato forza, mi scuso per la prolissità di questo messaggio ma avevo bisogno di liberarmi e descrivere bene la mia situazione, e faccio appello a chiunque di voi per qualsiasi consiglio.

Grazie

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progettogayforum
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 16 dicembre 2015, 21:29

Benvenuto Nexus80!! Quello che hai scritto dimostra che stai passando momenti di svolta che possono anche essere rischiosi. Francamente, non consiglierei a nessuno di frequentare locali gay, per quanto riguarda il discorso delle associazioni, beh c'è veramente di tutto, ma devi tenere presente che le associazioni possono essere gestite nei modi più vari, e ho visto veramente tutto e il contrario di tutto e comunque frequentare un'associazione gay equivale a dichiararsi pubblicamente. Personalmente credo, per aver visto tanti problemi sorgere dal comiung out pubblico, che bisognerebbe pensarci mille volte prima di fare una cosa simile, e bisognerebbe capire che mentre è molto probabile che ne vengano dei problemi, è molto ma molto difficile che ne possa derivare un vero cambiamento di prospettive per te. Sono convinto, e anche qui sulla base delle tante esperienze che vedo, che la cosa fondamentale per un gay sia avere della amicizie vere e serie con altri gay, ma senza nessuna finalità di coppia, parlo di sola amicizia, ed è una cosa possibile, ma va costruita con molta prudenza. Mi fermo su un punto che penso sia fondamentale. Tra i gay pubblicamente dichiarati e quelli non pubblicamente dichiarati c'è una differenza di mentalità notevolissima, si tratta di due modi diversi di vedere la vita, per gli uni è assolutamente fondamentale essere accettati socialmente, per gli altri la vita affettiva è una dimensione privata.
Ti direi di non aspettarti la soluzione dei tuoi problemi dalle associazioni o dai locali gay, tieni presente che le soluzioni facili e le scelte fatte in momenti di esasperazione sono in genere quelle meno prudenti. In pratica si scappa da qualcosa e si rischia di cadere dalla padella nella brace. Naturalmente parlo a partire da dati statistici e magari potrai trovare stasera la soluzione dei tuoi problemi in un'associazione, ma francamente mi sembra più che una ricerca una fuga dal carcere.
Cerca di essere molto prudente, non correre troppo verso cose che non conosci e tieni anche sempre ben presente che anche se per un gay della tua età può sembrare un sogno, un contatto sessuale con una persona di cui non si sa nulla comporta l'assunzione di un rischio molto serio che non è assolutamente il caso di correre. E anche il sogno dell'amicizia gay, ok, è possibile, ma anche tra i gay ci sono persone che è meglio perdere che trovare, così come tra tutti i gruppi di popolazione, quindi: prudenza, andare avanti, sì, ma senza credere che la soluzione si possa trovare facilmente in posti dove c'è l'etichetta gay sulla porta. Se uno crede molto di poter cambiare le cose facilmente o con scelte poco ponderate o reattive, alla fine rischia molto seriamente delusioni profonde.
Per il momento ti ringrazio del tuo post che ti deve aver richiesto un coraggio enorme e che è veramente unico perché è scritto a cuore aperto. Spero tanto che i ragazzi ti rispondano qui sul forum, e poi mi chiedo, ma perché non entri nella chat di Progetto gay (si accede dalla home del forum) lì una possibilità di parlare anche seriamente con un gruppetto di ragazzi gay c'è e c'è anche la certezza della privacy che in altre situazioni non c'è affatto.
Spero di risentirti al più presto e di poter parlare con te in chat o su skype, per il momento mi limito a dirti, ancora una volta: coraggio sì, ma anche tanta prudenza!!

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Hugh
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da Hugh » mercoledì 16 dicembre 2015, 22:24

Nexus80... che testimonianza! :P
E' uno degli "sfoghi" più belli e sinceri (forse il più lungo, sì!) che ho letto su PG, e non sei stato prolisso, ma liberatorio come hai scritto! E per te era importante!
Applausi! :D
Mi ritrovo in tante delle tappe della tua vita: non scoraggiarti affatto, io ho avuto un periodo di 'meditazione ed elaborazione' della mia condizione umana più duraturo del tuo. ;)
Sei molto avanti: hai persino prenotato il capodanno LGBT :D :D vedo che ti lanci! 8-)
Un abbraccio e un sincero in bocca al lupo per la tua vita! :idea:
La lotta spirituale è dura quanto la guerra tra uomini
(Arthur Rimbaud, Una stagione all'inferno )

Nekit
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da Nekit » mercoledì 16 dicembre 2015, 23:28

Nexus80 che dirti ...mi sono rivisto parecchio nella tua storia che a tratti veramente sembrava la mia...asessualita per buona parte dell adolescenza, solitudine, alienamento. Io peró a 27 anni ho capito di essere come dire nn etero, per la prima volta é venuto a galla e l ho affrontato anche se di li a accettarlo c ho messo ancora qualche altro anno. Io a differenza tua non mi é mai successo di essermi innamorato di un ragazzo anche se provavo attrazione fisica x loro ma bensi mi é successo con una ragazza con la quale sono stato otto anni ...che poi fosse amore, affetto o cosa nn lo so, di certo sono sicuro che senza d lei sarebbero stati anni di solitudine. Alla fine quando le cose tra noi sono finite ecco che mi sono ritrovato faccia a faccia con cio che avevo rinviato per anni e che ora nn potevo piu evitare e far finta di nulla. Cosi , seppur con difficoltá, mi sono accettato e mi sono ritrovato ora a 32 anni nella stessa tua situazione (da diversi mesi ormai) ti senti disorientato , non sai dove sbattere la testa, e nn sai cosa fare della tua vita. Di certo proprio come te sono determinato a viverla a pieno d ora in avanti, a non semtirmi piu in dovere di cercare l approvazione degli altri o della famiglia, o di sentirmi in colpa per qualcosa, voglio semplicemente vivere la mia vita e sentirmi d fare ció che voglio punto. Certamente come te anch io aspiro a trovare una persona da amare, é tutta la vita che la cerco anche se non lo sapevo prima , non é facile anzi é molto difficile ma proprio perché ci ho messo cosi tanto per arrivare a dove sono aspiro a trovare qualcosa di veramente autentico e vero.
Capisco la tua voglia impellente di confrontarti, lo capisco bene perché ce l ho anch io peró come ti ha detto project nei locali o associazioni varie non troverai tante risposte alle tue domande, tra l universo non dichiarato e quello dichiarato c é un abisso e io personalmente non mi ci trovo affatto col secondo. Secondo me la cosa fondamentale in questa fase sono dichiararsi se possibile con le persone veramente amiche e cercare d selezionare delle amicizie in questo nuovo mondo. Io come te non avevo amici non etero quindi mi sono buttato sul famoso social (che non voglio fare pubblicità ma ha a che fare con la famosa citta shakespeariana) e su questa chat del progetto se fai parecchia selezione e metti in conto una bella scorta di delusioni puoi trovare persone serie con cui confrontarti che é una cosa importantissima.In ogni caso un grosso in bocca al lupo che siamo in tanti sulla tua stessa barca e non mollare che credo fermamente che il futuro con un po di buona volonta ci riserverá delle buone sorprese anche per noi, mentre per quanto riguarda il passato quello é morto e sepolto almeno cosi mi dico sempre. Un salutone.

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progettogayforum
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da progettogayforum » giovedì 17 dicembre 2015, 0:14

Ciao Nexus80, ti vedo adesso sul forum, se mi leggi, ti aspetto in chat.

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Stampy
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da Stampy » giovedì 17 dicembre 2015, 1:11

Davvero bella questa descrizione della tua vita...e sinceramente mi sembra che tu voglia davvero prendere in mano la tua vita, soprattutto nelle azioni che hai programmato (arcigay di Bz, capodanno lgbt, ecc).
In molte cose mi rivedo, ma non ho ancora trovato le palle per passare all'azione concreta.
Da trentino che sono, posso capirti comunque.
Tieni duro e vai avanti...e passa di qui quando vuoi!
ciao
La vera misura di un uomo si vede da come tratta qualcuno da cui non può ricevere assolutamente nulla in cambio.
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Re: Come una barca in un mare in tempesta

Messaggio da 875 » giovedì 17 dicembre 2015, 1:14

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Ultima modifica di 875 il sabato 10 novembre 2018, 18:42, modificato 1 volta in totale.

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