Un abbraccio!

No, la vendetta non è mai la cosa migliore da fare a mio parere perché stai male tu a pensare a come far del male agli altri, cosa che sicuramente non è nelle tue corde fare. In questo modo poi dai loro importanza, cosa che invece per la tua vita, essi non hanno. Secondo me l'indifferenza è la cosa migliore: proseguire per la propria vita e non considerare nemmeno chi ti ha fatto del male. Ovviamente reagire se tornano, ma in sè proseguire a testa alta e non calcolarli. Io l'ho fatto e lo faccio e devo dire che credo sia per loro la punizione migliore e lo vedo, leggo i loro comportamenti: si trovano in un'estrema soggezione del sottoscritto (e va bene così)Landon ha scritto:Ma siamo proprio sicuri che la vendetta sia la cosa migliore da fare? Dopo molti mesi di conflitti interiori e di conflitti con il mondo,sono arrivato ad una conclusione: no. Nessuno ha il diritto di distruggere la mia felicità.
Concordo, prenditi tutto il tempo che vuoi, in questo modo ti sarà sicuramente utile e continuerai a maturare. Solo non diventare troppo "cerebrale" e bloccarti in elucubrazioni che è il versante opposto della medaglia.Landon ha scritto: Ancora oggi faccio tanta fatica a lasciarmi alle spalle tutte quelle idee [...] Penso che l’unica soluzione sia quella di aspettare che il tempo passi,continuando a riflettere su me stesso.
Hai proprio ragione: ho soltanto bisogno di tempo per me stesso. Non nego di sentirmi meno forte di qualche mese fa. Durante l'estate,non lo nego,mi sentivo alquanto strafottente nei confronti di tutto il mondo e solamente in questo ultimo mese si è ridimensionato notevolmente. Penso,ad ogni modo,che quell'atteggiamento fosse dovuto ad una stanchezza mentale nei confronti di tutto l'ambiente in cui vivo. Attualmente mi sento molto più riflessivo ed introverso e,in qualche modo,ho paura di cadere in una staticità dovuta ad un eccesso di pensiero ma,forse,è proprio quello che voglio in questo periodo. Sai,spesso sento come un senso di vuoto nel non andare più in Chiesa ogni domenica e,in qualche modo,mi sento anche un po' "peccatore". Purtroppo,però,quella mia decisione,ovvero non andare più a messa,è stata un passaggio obbligato e necessario volto ad acquisire una mia indipendenza di pensiero. Ci credi se io ti dicessi che,da quando mi sono distaccato da quella realtà,ho mutato parere su innumerevoli argomenti? Prima ero molto più propenso a giudicare il prossimo,le persone che non andavo a messa,le donne che decidevano di abortire,i divorziati,la masturbazione e molti altri argomenti. Ero in una simbiosi totale con quell'ambiente e,ovviamente,non avevo una mia indipendenza di pensiero. Forse il difetto di questa mia nuova libertà è stato cadere nel polo opposto; cominciare ad essere favorevole a tutto quello a cui la Chiesa era sfavorevole. In questo ultimo periodo sto arrivando ad una sintesi molto più moderata ma,nonostante tutto,sono felice d'essere riuscito a pensare ancora con la mia testa. Però sento anche la mia vita,come dire,vuota. Forse esagererò,però trovo nella mia vita un po' di nichilismo e ne sono anche spaventato. Sento la decadenza di un mio vecchio schema mentale e sento la nascita di nuove idee,progetti ma,al contempo,non mi sento motivato a tirarle fuori. Ho paura di questa sorta di "Decadentismo" ma penso che sia una fase inevitabile. Spero,un giorno,di riuscire a superarla. Infatti ho accettato,più o meno,d'essere omosessuale e non c'è più alcun tipo di tentativo,se non remoto,di reprimere me stesso ma non riesco a sentirmi più a mio agio con la parte più intima di me. Ho paura di quello che potrei diventare e,inconsciamente,sento come un rimpianto nei confronti del passato. C'è da aggiungere,però,che anche il rapporto con la mia famiglia è mutato notevolmente. Essendo molto cattolica,il punto di vista dei miei familiari è fortemente influenzato dalla Chiesa,soprattutto mia madre. Non mi dilungo a scrivere tutte i sensi di colpa che sia riuscita a scatenare in me mia madre,del tipo: "perché non vieni più in Chiesa? Devi venire a messa per Dio,non per la Chiesa". La mia risposta,comunque,è stata inamovibile. Non posso permettere a nessuno di distruggere quello che io sia riuscito a creare. Quindi,da un lato,sono spaventato da quello che potrebbe essere il nuovo me stesso e,dall'altro lato,ho voglia di fermarmi ma non tornare indietro perché,tornando indietro,commetterei un clamoroso errore dal momento in cui,dopo,dovrei tornare e risolvere tutto quello che sono riuscito a costruire.Torrismondo ha scritto:Concordo, prenditi tutto il tempo che vuoi, in questo modo ti sarà sicuramente utile e continuerai a maturare. Solo non diventare troppo "cerebrale" e bloccarti in elucubrazioni che è il versante opposto della medaglia.
Purtroppo anche io penso che siano due visioni antitetiche ed inconciliabili della vita. Sai,ho provato tanta rabbia nel fatto che la Chiesa si sia opposta,e lo continui a fare ancora,al riconoscimento giuridico delle unioni civili o del matrimonio gay. Provavo talmente tanta rabbia dal farmi corrodere interiormente perché,io,non potevo fare nulla per cambiare le cose. Non voglio esprimermi molto sul riconoscimento delle coppie gay e lesbiche in Italia perché aprirei un argomento delicato e,a me personalmente,crea anche un po' di rabbia. Non c'è nemmeno uno straccio di legge contro l'omofobia. Comunque sia,non ho intenzione di preoccuparmene più. L'Italia non riuscirà mai ad adeguarsi alla modernità? Pazienza. Per quanto possa dispiacermi,io devo costruire la mia vita e basta. Forse ti potrai pensare al fatto che non bisogni farsi coinvolgere troppo da tutto questo. Hai perfettamente ragione nel pensarlo. Odio molto la definizione di "persona sensibile" perché non mi piace affatto come qualità che viene molto apprezzata dagli altri e,quasi tutte le persone accanto a me,mi attribuiscono questa qualità che,però,a me non piace.progettogayforum ha scritto:Quanto al problema del rapporto tra l’omosessualità intesa come valore e non come vizio e la chiesa cattolica c’è poco da dire, si tratta die due visioni inconciliabili
Credo sia normale Landon, eri abituato a certe cose e certi pensieri che ora hai percepito essere 'errati' per te. Sul fatto di sentirti «peccatore» forse ti senti ancora influenzato dal giudizio che la Chiesa e chi attorno ad essa gràvita può avere verso di te. Se manterrai un'autonomia di pensiero - che è in continuo evolversi, non si acquisisce una volta per sempre: è una sfida continua - sicuramente col tempo riuscirai a sentirti più a tuo agio.Landon ha scritto:Sai,spesso sento come un senso di vuoto nel non andare più in Chiesa ogni domenica e,in qualche modo,mi sento anche un po' "peccatore". [...]
Sì ci credo perché è successo anche a me e molto di recente. Solo che prima, come hai ben detto tu, non c'era indipendenza di pensiero che, come t'ho detto, (secondo la mia visione) si acquisisce col tempo e maturando. Certo come scrivi in seguitoLandon ha scritto: Ci credi se io ti dicessi che,da quando mi sono distaccato da quella realtà,ho mutato parere su innumerevoli argomenti? Prima ero molto più propenso a giudicare il prossimo [...] Ero in una simbiosi totale con quell'ambiente e,ovviamente,non avevo una mia indipendenza di pensiero.
Questo è importante! Non lasciarsi prendere dall' "eccesso" opposto, e da quello che scrivi secondo me riuscirai anche ben presto ad ottenere un tuo equilibrio. Il che vorrà dire essere se stessi ed avere un proprio pensiero e una propria opinione su quello che ci circonda.Landon ha scritto: Forse il difetto di questa mia nuova libertà è stato cadere nel polo opposto; cominciare ad essere favorevole a tutto quello a cui la Chiesa era sfavorevole. In questo ultimo periodo sto arrivando ad una sintesi molto più moderata ma,nonostante tutto,sono felice d'essere riuscito a pensare ancora con la mia testa.
Mi sa di sìLandon ha scritto:Ho fiducia nel futuro e,comunque sia,sono arrivato alla conclusione che,nella realtà,le cose vadano nel modo opposto rispetto ai propri progetti. Quello che sarà,sarà.