30 anni e non capisco

L'accettazione dell'identità gay, capire di essere gay
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Alyosha
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Re: 30 anni e non capisco

Messaggio da Alyosha » martedì 30 ottobre 2012, 20:20

Sinceramente non so dirti, ma questa cosa che scrivi mi convince poco. Mescoli troppe cose fra loro e fanno cortocircuito per questo. Un pò pare che tu debba saperlo per salvare un rapporto che pare scricchiolare, l'altro pò per fare contenta tua madre e infini vieni tu, che non si capisce se subisci un pò queste pressioni o te le porti dietro da chi sà dove. Magari stai pensando che hai interrotto il rapporto con la lei per cercare un lui e che di conseguenza interromperai il rapporto con il lui per cercare una lei. Ma tenere queste paure come cose astratte però non serve a granché se non a montare ansia. Capisco queste preoccupazioni, ma non mi paiono fondate su basi oggettive. Non capisco perché il tuo ragazzo insista sul dire che c'è qualcosa che non va è un tipo di pressione che non ti fa bene, temo che alla base stia nascendo un incompatibilità fra voi e in questo ti suggerisco di separe bene le due questioni, perché l'accettazione di sé è un percorso assolutamente personale, le relazioni no. Intendo dire che non ha senso forzarsi in una categoria se uno non se la ssente di starci dentro, mentre pare che tu ti veda costretto a farlo. Vale la pena chiedertelo, ma con questo ragazzo tu ci stai bene? E sopratutto lui con te?
Vedi parlo molto per esperienza capovolta, in genere quando ad una ragazza dici di essere gay o bisessuale o vedi tu a lei non importa molto, tende ad assimilarti ad un etero se hai comportamenti etero. Qua ci sono milioni di ragazzi che si innamorano di etero e restano persuasi contro ogni rigore sscientifico che sono gay. Insomma se io avessi un ragazzo che viene dalla tua storia non starei certo lì a sollevare la questione.... A meno che nel frattempo tu ti comporti in modo "carente" a questo punto però la questione diventa un altra... Tu gli stai bene per quello che sei? O vorrebbe che tu fossi altro? Questo problema non vale solo per la questione gay o bisex, ma per tanto altro. La gente spesso forza il partner ad essere quello che non è.... Voglio dire se lui fosse pienamente soddisfatto del rapporto starebbe lì a tergiversare sulla definizione terminologica di quello che sei? E questo problema come mai non è nato subito? Non è che dopo due anni quello che ti sta chiedendo è capire cosa siete tu e lui, piuttosto che quello che sei tu e basta?... Una lunghissima discussione a cercare di capire cosa sei tu, ma voi due cosa siete? Lo ami? Ti va di condividere la tua vita con lui? O forse è solo la persona che ti ha tirato fuori dalla trappola nella quale t'eri rintanato, l'unica oggettivamente disponibile in un paesino, ma niente niente la cosa finisce lì. Piuttosto che torturarsi sulla propria omossessualità, vale la pena essere franchi innanzitutto con se stessi in quesste cose. Ovviamente per parte sua anche lui dovrebbe fare lo stesso. Perché l'impressione che si ha leggendoti è che il problema centrale sia questo qui e non giova ne a te ne a lui spostarlo altrove. Sei bisessuale dichiarato, sapeva a cosa andava incontro fin dall'inizio. Tengo a precisare che tutte queste riflessisoni potrebbero semplicemente portarti a capire che è solo ansia e che alla bassa stai bene con lui. Però al momento è su questo che dovresti concetrare l'attenzione. Potresti essere gay tutto d'un pezzo e non volere più stare con lui lo stesso insomma o al contrario succedere che sei bisex, ma lui è l'unico maschi che ti piace sulla faccia della terra.
Solo dopo che hai risolto questa questione con lui, tornerei a chiedermi qual'è il mio orientamento sesssuale, ammesso e non concesso che per allora abbia ancora importanza per te.

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