dottor money

L'accettazione dell'identità gay, capire di essere gay
Rispondi
Avatar utente
janax
Messaggi: 14
Iscritto il: giovedì 7 febbraio 2013, 1:05

dottor money

Messaggio da janax » mercoledì 13 febbraio 2013, 1:42

Ciao a tutti volevo proporre questa storia (non l'ho trovata nel forum)

http://www.promiseland.it/2005/12/08/st ... lle-bimba/

Mi sono imbattuto quando mi stavo informando riguardo le terapie riparative
il perchè le guardo sta nel fatto che i miei famigliari, di stampo cattolico doc conservatore, per quanto non mi hanno fatto pesare e mi vogliono bene lo stesso (io quasi credevo di fare già le valige :D ) quando ho comunicato loro di essere gay/bisex, mi spingono ad almeno a provarle, prima di dire subito noo.

A parte la mia rabbia che mi sale immediatamente (dopo essermi informato discretamente su cosa fanno che approccio usano che dal mio punto di vista presentano una verità distorta in alcune occasioni) per il fatto che i famigliari mi propongono queste cose senza sapere poco niente di omosessualità se non per quello che hanno sentito in giro; vorrei comunque quasi buttarmi lo stesso per poter conoscere qualcuno come me, che nonostante i miei sforzi (per via anche del lavoro che mi limita il tempo libero) non riesco a trovare un luogo dove incontrare qualcuno all'incirca della mia età (forse dovrei fare CO pubblico... ma devo ancora trovare un coraggio bestiale)

Tornando alla storia ho notato che un psicoterapeuta riparativo mi aveva mostrato questa triste storia per farmi capire che una persona che nasce come maschio è portato, anche se cambi il sesso, a essere un maschio, di conseguenza uomo e quindi eterosessuale
Invece mi ha aiutato ad accettarmi di più in quando l'ho vista come una prova che quella "base psichica" che ognuno ha è tendenzialmente immodificabile,
voi che ne pensate ?

Avatar utente
Yoseph
Membro dello Staff
Messaggi: 369
Iscritto il: giovedì 23 agosto 2012, 22:49

Re: dottor money

Messaggio da Yoseph » mercoledì 13 febbraio 2013, 2:19

conoscevo già la storia ed è orribile. Per certi versi mi ricorda il film La pelle che abito di Pedro Almodòvar, dove un ragazzo viene operato per essere trasformato in donna dopo essere stato rapito... Se ci pensi a quel bambino avevano distrutto il pene, il danno era quello, il cambio di sesso non aveva alcun senso, non ha fatto altro che portarlo al suicidio.
Tornando alla storia ho notato che un psicoterapeuta riparativo mi aveva mostrato questa triste storia per farmi capire che una persona che nasce come maschio è portato, anche se cambi il sesso, a essere un maschio, di conseguenza uomo e quindi eterosessuale
Invece mi ha aiutato ad accettarmi di più in quando l'ho vista come una prova che quella "base psichica" che ognuno ha è tendenzialmente immodificabile
Non so se ho capito bene, ma è stato uno psicoterapeuta riparativo a parlarti di questa storia? E per giunta questo racconto ti ha portato ad accettarti? C'é qualcosa che non mi quadra perché da quanto ho capito il compito di questo terapeuta dovrebbe essere quello di convincerti ad essere eterosessuale, tu invece hai accettao la tua omosessualità. Se è così meglio per te, ma non credo sia una buona idea fare queste terapie, non mi sembra ragionevole andarvi per conoscere altri omosessuali, piuttosto avresti bisogno di conoscere persone che stanno bene con se stesse e ti possono dare una visione positiva dell'omosessualità. Chi vuole cambiare orientamento ha un disagio e più che esserti di conforto è lui stesso che avrebbe bisogno di un aiuto per accettarsi. Capisco molto bene la difficoltà a trovare persone con cui frequentarsi specialmente se uno lavora tanto come te ed é magari lontano dai luoghi di ritrovo. Io pure abito in una zona abbastanza decentrata, i luoghi di incontro per gay sono lontani e tra lo studio e altri impegni proprio non posso permettermi di frequentarli. Cerca magari di andare nei luoghi che a te son più vicini nel poco tempo libero che hai, anche stringere un'amicizia con persone eterosessuali che ti sappiano capire si può rivelare un'esperienza preziosa, l'importante è che non ti isoli, infine ricorda che i gay stanno dovunque, non solo in determinati locali, se non vivi in un paese troppo piccolo vedrai che non è un'impresa impossibile!

barbara
Utenti Storici
Messaggi: 2864
Iscritto il: mercoledì 14 aprile 2010, 9:22

Re: dottor money

Messaggio da barbara » mercoledì 13 febbraio 2013, 8:51

scusa janax, vorrei essere sicura di aver capito bene. Veramente uno psicoterapeuta ti ha mostrato questo video dicendoti che è la dimostrazione ecc ecc? in Italia? Intanto hai verificato se è iscritto all'ordine degli psicologi?

Alyosha
Utenti Storici
Messaggi: 2477
Iscritto il: mercoledì 20 ottobre 2010, 0:41

Re: dottor money

Messaggio da Alyosha » mercoledì 13 febbraio 2013, 15:16

janax è così facile obiettare a certe cose che quasi mi scoccia farlo, non saprei neanche da dove cominciare per prima. Ti scrivo per punti così se ti scoccia leggere tutto, come a me scoccia rispondere a queste persone, ne prendi uno a caso, che tanto ne basta e avanza uno solo. Dunque vediamo un pò... Partiamo dalle premesse al racconto partorite da un perfetto deficiente che non sa nulla o quasi ne di movimento femminista e omosessuale, ne nulla in genere:
1) Natura e cultura non si contraddicono mai o quasi nell'uomo, per questo la domanda si è gay per natura o per cultura fa molto "è nato prima l'uovo o la gallina": si è gay per natura e per cultura? Chiunque sa che le predisposizioni genetiche sono sempre un complesso di interazioni biologiche (natura) e ambientali (cultura).
2) Se anche fosse che esiste una distinzione tra natura e cultura, per cui non si ha nulla di meglio da fare che decidere se è nato prima l'uovo o la gallina, l'esperimento andrebbe assolutamente a vantaggio della tesi dei gay, i quali di gran lunga pensano che si è gay per natura. Non maschi o femmine per natura in effetti, visto che orientamento sessuale e orientamento di genere sono cose diverse. In altre parole quella specie di spermatozo/ovuolo non duplicatosi, ha completamente frainteso la tesi degli omosessuali e l'ha sovrapposta a quella più famosa del femminismo. Certi comportamenti o modi di fare che di fatto sono neutri acquista colore (rosa o azzurro) per via di convenzioni sociali (la stessa che affibbia un colore "forte" ai maschi e uno "debole" alle femmine). La nostra società maschilista, dipinge la donan come fragile, indifesa, dedita alla casa ecc. ecc. non perché la donna non sa fare le cose che fa l'uomo e gli sia quindi inferiore, ma perché è stata educata fin da bambina a fare la bambina. Cosa centra questo con l'orientamento sessuale? Io non lo so quindi non chiedetelo a me e neanche al tipo che ha scritto l'articolo, perché è del tutto evidente che l'unico neurone che ha è impegnato a sparare cazzate.

Ora veniamo alla storia in se:
3.1) Un solo caso, se anche fosse valido tutto l'esperiemento, non fa teoria. Qualunque esperimento è tale se è sempre ripetibile da chiunque in qualunque momento e può essere assunto come prova se da sempre lo stesso risultato. Provate a fare cadere un grave se cade sempre giù in linea retta l'esperimento v'è riuscito. Poi ci vuole anche una teoria che spieghi perché quel fenomeno accade, ma non complichiamo troppo la vita al povero spermatozoo. In altre parole la cazzata fatta dal dottore non è affatto un esperimento, ma per l'appunto una cazzata.
3.2) C'è di più un solo caso non può neanche fare statistica. Servirebbe avere una percentuale di maschi evirati per capire cosa diventano (e ce ne già una buona quota per patologie correlate al testicolo, magari qualcuno gemello omozigote si trova pure, senza bisogno di evirarne di nuovi).
3.3) L'identita genetica dei gemelli non prova alcunché rispetto allo sviluppo della personalità. Se oggi clonassimo Einstein, diventerebbe nuovamente il genio della scienza che abbiamo conosciuto? Probabilmete si, realisticamente invece no. Era un genio in potenza, nel passaggio all'atto intercorre la storia, il suo vissuto personale ecc. ecc. Rispetto all'atteggiamento "mascolino" in pratica l'esperiemento non dice nulla neanche come "caso clinico".
4) Per la gioa del maschioXmaschio, omosessualità non è sinonimo di Fminatezza, direi che non c'è nessuna correlazione specie specifica. Visto che ci sono gay che non sono Fminati ed etero che lo sono. Del resto neanche femminile è correlato a donna, visto che ci sono donne etero per nulla femminili e lesbiche che invece lo sono.
5) Il bambino in questione non viene evirato alla nascita e cresciuto come donna, ma evirato già bello sviluppato, per cui aveva già interiorizzato modelli culturali "maschili". I bambini affetti da mosaicismo genetico, venivano operati dalla nascita, il che significa che il genitore era chiamato a decidere se crescerlo come maschio o come femmina. Per cui anche in quel caso si disponeva di un numero cospicuo di casi, senza bisogno di evirarne di nuovi. Il che rende l'esperimento del dott. ancora più inutile e chi lo riporta ancora più deficiente. Oggi tuttavia siccome s'è capito che comunque è una tronzata decidere alla nascita al posto del diretto interessato, si cerca di non intervenire subito, ma aspettare che il bambino cresca e vedere cosa preferisce fare (tanta gente resta per com'è?). Da non confedere è invece la situazione in cui il cariotipo diverge dal fenotipo (geneticamete è in un modo, ma si è sviluppato in unìaltro). In quel caso sono subbentrati squilibri ormonali e si cerc a quindi di intervenire il più tempestivamente possibile a ricalibrare il fenotipo (anche chirurgicamente).
7) Dubito che la storia sia vera, dottori che cambiano in corso d'opera, macchine che si guastano... sento puzza di tronzata.

Come vedi certa spazzatura si fa prima a cestinarla che a rispondere.
Ultimo punto, ha ragione Barbara uno psicoterapeuta "riparativo" ti ha fatto vedere sta cosa e gli ha dato un minimo di credibilità scientifica? Io lo rimanderei alle elementari prima che radiarlo dall'albo, giusto per cercare di riparare all'errore fatto dalle sue maestre allora (forse ancora prima dai genitori che avrebbero dovuto mandarlo a zappare).

Avatar utente
janax
Messaggi: 14
Iscritto il: giovedì 7 febbraio 2013, 1:05

Re: dottor money

Messaggio da janax » giovedì 14 febbraio 2013, 1:58

Questo psicoterapeuta l'ha trovato mia madre, ho parlato con lui al telefono per una presentazione, ho fatto la recita del ragazzo impacciato, insicuro e a disagio per non condizionarlo e mi ha tirato fuori nel discorso questa storia,
ho scoperto poi che dista da me più di due ore di strada quindi direi che non mi scomodo neanche di andare per una prima seduta effettiva, la cosa che mi rattrista un pò è che mia madre dà più adito a questo tipo (e altri simili) che a quello che gli racconto io, sarà che non voglia accettare che il suo unico figlio maschio sia omosessuale.

Alyosha
Utenti Storici
Messaggi: 2477
Iscritto il: mercoledì 20 ottobre 2010, 0:41

Re: dottor money

Messaggio da Alyosha » giovedì 14 febbraio 2013, 2:29

Scusami non avevo capito la situazione, pensavo ti riferissi a roba passata. Non so bene cosa consigliarti perché purtroppo il problema più che avercelo con il terapeuta, che insisto rimanderei alle scuole elementari, ce l'hai con tua madre. Vedi la questione di fondo è che omosessualità o meno, quella da lei operata è un invasione di campo. Al momento non ragionerei affatto sulla questione omosessualità, lei può pensare serenamente quel che gli pare, ma sul fatto che queste devono essere decisioni tue, perché la vita è la tua. Se proprio insiste sul terapeuta proponigli che vada lei in uno che gli cerchi tu. Ci sono tanti psicologi che possono aiutarla ad accettare un figlio gay, vedi cosa ti risponde e qualunque sia la risposta, rigiragliela per la prossima volta che ti chiederà di andare dal terapeuta. Questo è assolutamente il punto che devi tenere fermo. Se anche fosse che si potesse "guarire" dovresti scegliere tu. E' più su questo piano che dovreste ragionare. Ovviamente che abbia accettato la cosa non me la sento di dire per niente, quasi quasi meglio la caciara che questo. E' ovvio che non accettato alcunché se preferisce un figlio "riparato" a quello che c'ha già. La brutta situazione in cui ti ha messo è che se non accetti la sua proposta se un figlio "cattivo" che almeno non prova a fare qualcosa per rendere la madre felice. Cerca se puoi di stanare questa bruttissima impostazione della faccenda innanzitutto. Provare a convincerla che si nasce gay non ha alcun senso invece, se s'è scomodata a cercare uno psicologo "riparatore" qualche ricerca l'avrà fatta e saprà già da sola che la maggior parte degli psicoterapeuti è contraria.
Io dico una cosa però, perché tutta sta fretta di fare c.o. in famiglia, che ve ne importa cosa pensano i vostri genitori? Meglio che non sappiano nulla. I genitori sono creature fatte per allarmarsi su tutto, invadenti e prepotenti, meglio che non abbiano alcuna idea di cosa gli combinate dietro le spalle. Quando poi siete indipentendi da loro fate tutti i c.o. che volete
Ultima modifica di Alyosha il giovedì 14 febbraio 2013, 12:53, modificato 1 volta in totale.

Avatar utente
janax
Messaggi: 14
Iscritto il: giovedì 7 febbraio 2013, 1:05

Re: dottor money

Messaggio da janax » giovedì 14 febbraio 2013, 4:05

Hai ragione Alyosha quando dici
Alyosha ha scritto: La brutta situazione in cui ti ha messo è che se non accetti la sua proposta se un figlio "cattivo" che almeno non prova a fare qualcosa per rendere la madre felice.
per di più quando ho preso la decisione di non andare più a messa mi sono subito sentito la pecora nera che brucerà all'inferno.

Ho già provato a dirle in un paio di occasioni come hai consigliato anche tu di andare lei da un terapeuta (orecchie da mercante).
Hai ragione prossima volta che si presenta l'occasione staro fermo su questo punto in maniera più decisiva.

Per quanto riguarda il c.o. in famiglia per me è stata una liberazione notevole, subito al primo impatto è stato spiacevole ma, dopo poco tempo mi ha aiutato a tranquillizzarmi e a essere più indipendente e tanti altri vantaggi soprattutto non dover più fingere in mille situazioni diverse che pian piano mi logoravano dentro, sono passato da schiavo obbediente a essere libero di pensare e manifestare i miei pensieri, sono contento di averlo fatto però con la maggior età e una indipendenza economica; altrimenti dal "riparatore" ci finivo di sicuro.
Quello che vivo ora è il male minore, me ne andrei fuori casa se non mi sentissi in colpa di lasciare i miei senza un entrata monetaria (dato che sono disoccupati), oltre la discreta paura della solitudine di vivere da solo e rischiare di ritornare in depressione (ora che ho raggiunto un po di stabilità :roll: )

Ilex
Messaggi: 162
Iscritto il: venerdì 6 maggio 2011, 0:25

Re: dottor money

Messaggio da Ilex » giovedì 14 febbraio 2013, 11:38

Cercando un confronto con un sacerdote, per conoscere In modo meno superficiale di quanto ne sapessi allora, le posizioni dei rappresentanti della Chiesa Cattolica circa l'omosessualità, e le motivazioni che ne stanno alla base, prima di schierarmi nella completa ignoranza contro di essa, mi è stata suggerita una terapia riparativa. Credo che sia stato un suggerimento in totale buona fede, supportato da una casistica, in verità molto ristretta, di successi terapeutici.
Si trattava di persone tormentate, con trascorsi drammatici, segnati da indelebili traumi, come nel caso, forse più conosciuto di altri, di Luca Di Tolve, autore del libro "Ero gay". Ragazzo disinibito e libertino, dedito a sesso occasionale e stupefacenti, che conosce la depressione in seguito alla diagnosi di HIV positività. Anche nel caso qui postato ritrovo, in misura certamente ancor maggiore, l'esperienza di un trauma fisico e psicologico, aggravato dalla convivenza di un fratello gemello omozigote che ha potuto sviluppare in modo relativamente più libero la propria sessualità
Probabilmente per Di Tolve la fede e la terapia riparativa sono state l'ancora di salvezza dalla disperazione, probabilmente x Brenda l'educazione forzata da un'identità di genere che non gli apparteneva, hanno fatto nascere in lui il rifiuto di un'immagine che ossessivamente le veniva cucita addosso, fino al gesto estremo.

La differenza tra me e queste persone decisamente più sfortunate, è che la mia identità non mi ha lacerato dentro, come pare sia ritenuto inevitabile da quel sacerdote, anzi, nel momento in cui ho capito che era un valore e non un handicap, mi sono sentito più vicino a Dio. Semmai quello che mi lacera è questa paura del confronto, e la pretesa di conoscere meglio di Dio la natura dell'uomo
Ultima modifica di Ilex il giovedì 14 febbraio 2013, 22:23, modificato 1 volta in totale.

Alyosha
Utenti Storici
Messaggi: 2477
Iscritto il: mercoledì 20 ottobre 2010, 0:41

Re: dottor money

Messaggio da Alyosha » giovedì 14 febbraio 2013, 12:26

Bene janax mi pare ci sei quanto alla reazione. Cerca soltanto di tenere il punto e di reggere ai sensi di colpa, sono un modo tiranno e subdolo di persuadere a fare delle cose, sono il segno profondo di un rapporto sbilanciato, in cui c'è una "vittima" che è quella che ti fa sentire in colpa, che pare stare sotto e invece sta sopra, perché è nelle condizioni di muoverti a fare delle cose.
Sul c.o. in famiglia non saprei proprio dire noto un confine labilissimo, tra il dirlo per rendere partecipe la famiglia e il dirlo per autororizzarsi a fare delle cose e certo è che bisogna stare molto attenti a questo discrimine. Io penso solo che esiste un momento nella crescita dell'adolescente in cui è essenziale per lui ricavarsi spazi di autonomia, di intimità con se stesso e di relazioni affettive separate da quelle dei genitori, per cui che i genitori non sappiano dell'omosessualità del figlio è quasi un vantaggio. Che questa fase di distacco sia vissuta con enorme preoccupazione dai genitori, che tendono per contro a caricare con le proprio angosce i figli è altrettanto ovvio. E' un periodo molto delicato perché il ragazzo può o tenere il punto finché i genitori se ne fanno una ragione e accettano che il figlio è cresciuto ed è diventato altro da loro oppure tornare sui suoi passi impaurito. Per cui occorre capire con che stato d'animo uno fa c.o., se lo quasi quasi per chiedere un permesso a fare delle cose, un'autorizzazione che egli stesso da solo non si sa dare o per segnare definitivamente una distanza rispetto ai genitori (in un percorso di maturazione ormai avvenuto interiormente). E' ovvio che se glielo dici a prescindere da tutto stai subito meglio, perché probabilmente le preoccupazioni rispetto al tuo stato d'animo non erano le tue. Però rischi nei fatti di dargli un'autorizzazione a impicciarsi dei fatti tuoi. Prima che tu mi possa replicare che adolescente non sei più da mò, ti rispondo dicendo che in effetti l'adolescenza è un'età mentale, che oggi un pò per i tempi che corrono, che difficilmente permettono l'idipendenza economica, un pò per le famiglie matriarcali è facile restare incastrati dentro la propria adolescenza, prolungarla praticamente all'infinito. Per cui data la tua età ancora di più ti consiglio di marcare la differenza tra te e lei e rivendicare la tua autonomia rispetto al suo modo di pensare. Queste dinamiche sono abbastsanza normali anche per gli etero, quando iniziano a staccarsi da casa e quando hanno genitori troppo apprensivi, che non lasciano i figli liberi di esprimersi. In queste situazioni probabilmente è necessario creare delle barriere, dei confini, tra il sé e loro, che servono a proteggersi, a non farsi invadere e probabilmente il fatto che non sappiano nulla di nulla sul proprio orientamento sessuale può essere persino un vantaggio. Purtroppo troppe volte si ragiona in modo ideologico sul c.o. si divendono le idee e scompaiono le persone sulle cui gambe quelle idee dovrebbero camminare.
Ad ogni modo questi sono solo discorsi teorici che lasciano il tempo che trovano non badarci troppo, nel tuo caso il fatto e fatto e poca importanza hanno queste mie considerazioni. E' fondamentale che tua madre si faccia la madre e non la confidente o l'amica, certe cose è giusto che i genitori non le sappiano. Certe cose si confidano agli amici non ai genitori, che possono solo mostrarsi disponibili ad ascoltare non pretendere di sapere, che è diverso.
E' ovvio che le ragioni per cui lei non va dallo psicologo sono le stesse per cui non vai tu, rispondigli esattamente con le stesse parole. Cerca, in altri termini, di guadagnare per quel che ti riesce un confronto alla pari, un dialogo a tu per tu. Chi distribuisce sensi di colpa solitamente è in una posizione di vantaggio, se riequilibri il rapporto probabilmente scompaiono anche i sensi di colpa e i ricatti morali. Certo è una cosa che devi far pian piano, non è roba che si fa dall'alba alla mattina.

Avatar utente
progettogayforum
Amministratore
Messaggi: 5970
Iscritto il: sabato 9 maggio 2009, 22:05

Re: dottor money

Messaggio da progettogayforum » giovedì 14 febbraio 2013, 14:42

Ciao Janax, mi permetto di suggerirti la lettura di un articolo interessantissimo di Davide Varì sulle terapie riparative. L'articolo completo è ormai introvabile ed è sparito perfino del sito del giornale che lo aveva pubblicato, ma ne ho salvato una copia:
http://progettogaytest.altervista.org/t ... rative.htm

Rispondi