Ci vuole tempo e coraggio

L'accettazione dell'identità gay, capire di essere gay
barbara
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Re: Ci vuole tempo e coraggio

Messaggio da barbara » mercoledì 12 giugno 2013, 14:54

No, non sono lesbica ,ma sono decisamente troppo grande per te... ;)
Se hai notato qui c'è una sezione per la scrittura. Potresti anche postare un pezzettino del racconto che hai scritto. Magari poi ti viene la motivazione di finirlo.
Anche dipingere è una bella esperienza . Iscriviti magari a un corso, se hai tempo. L'arte, quella vera, aiuta molto a esprimere ciò che abbiamo dentro.

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Barbino Dago
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Re: Ci vuole tempo e coraggio

Messaggio da Barbino Dago » giovedì 13 giugno 2013, 16:37

Ciao Dany, scusami se rispondo solo adesso, sono molto impegnato per via dell'università e non controllo il forum da un po!
Vengo subito al dunque: io non penso che tu sia gay, ma proprio per niente. Non colgo, nelle tue parole, alcun segnale di attrazione genuina verso i maschi. Vivi ogni tuo pensiero (che sia fantasia o impressione o quel che è) nei confronti dei maschi come una forzatura. E amplifichi le sensazioni che provi (o che ti sembra di provare) per i maschi per confermare qualche tuo sospetto.
Quanto a me, in effetti nella mia storia parlo di invidia o ammirazione o emulazione, e pare che anche Blackout vivesse una situazione simile. Però, diversamente da te, io ero consapevole di quanto queste giustificazioni fossero fragili. Io i ragazzi li guardavo proprio, ma tanto tanto! :)
Hai fatto bene a rivolgerti ad una psicologa, e l'unico modo per fare chiarezza è lavorare con lei.
Ho visto che altre persone del forum hanno saputo consigliarti abbondantemente, io non posso fare altro che unirmi a loro e dirti: stai calmo, prenditi il tempo necessario per capire, ascoltati senza forzare troppo quello che le sensazioni che provi ti comunicano.
Altro consiglio (e su questo sono d'accordo con Barbara) è quello di utilizzare la tua fantasia per creare qualcosa, perché può essere rilassante e divertente, ma sopratutto soddisfacente. ;)
Infine: cerca di non inquadrare troppo gli uomini e le donne in schemi che sono il risultato di tue proiezioni soggettive. Il concetto di donna ha per te una connotazione negativa e noto che spesso gli affianchi parole come: frustrazione, sfruttamento, odio, castrazione. Ora, fai tabula rasa, avvicinati alle persone cercando di vederle come individui senza caricare di significato tutto quel che ti succede. Se c'è qualcos'altro non esitare a scrivere!
Buona fortuna! ;)

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Dany
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Re: Ci vuole tempo e coraggio

Messaggio da Dany » venerdì 14 giugno 2013, 3:03

@Barbino dago: non ti preoccupare, anzi grazie della pazienza a leggere tutto.. :)
il punto è che, in seguito a traumi nel rapporto con mio padre, nella fantasia sono emerse, durante la masturbazione in piena l'adolescenza, rare fantasie omosessuali (ma con eccitazioni potenti) o immedesimazione nel corpo della donna... cioè a tratti emerge una parte di me (aumenta una strana sensazione nell'ano) che deve farsi male (associata a rabbia contro me stesso e trasgressione) e far eccitare tutto ciò a cui dico 'no', cioè mentre mi masturbavo con la donna il cervello deviava verso immagini intrusive: io in atti omosessuali, cuckold, ciuccio peni, mi picchiano, la donna per cui sbavo mi umilia e non me la 'da'... nella prima fantasia omosessuale/masochista (io passivo) sentivo che c'era qualcosa con mio padre... mi eccitai come per fare un dispetto a lui dato che sono suo figlio (in quel periodo lo odiavo e rimasi deluso da un pò di cose), boh... per poi sentire come attrazione (o invidia con ansia non so) verso alcuni ragazzi che le ragazze ammiravano al posto mio o che sceglievano al posto mio (vedevo un me stesso vincente), ma che prima non notavo nemmeno e ci parlavo ogni giorno... Vedevo in loro l'immagine di mio fratello maggiore e mi sentivo sicuro... però poi mi avvicinavo (con paura) e sto male (pelle, odore, qualcosa non va)... altre volte è successo ma mi fermavo sempre, non volevo orgasmi gay in quanto stavo male dopo o non mi ci vedevo...
Te quando guardavi i cartoni animato da piccolo e i telefilm di quale figure ti innamoravi? Al momento sembra che si sia ribaltato tutto rispetto all'infanzia, provando a guardare gli anime (tipo Goldrake, Mazinger) invece della belle gambe e della dolcezza femminile l'occhio va verso la sicurezza, il fascino e il desiderio di protezione del personaggio maschile, ma non ho erezione come da piccolo.... la cosa buffa è che oggi sono stato all'uni: due miei amici gay si sono baciati e abbracciati davanti a me... per me sembrerebbe assurdo... mi sono chiesto "ma come fanno?"... sarò suggestionato dalle mie paure? Boh... le ragazze a tratti mi dicono poco e niente (oltre agli aspetti negativi come la tristezza) e non mi stanno attirando più di tanto, anzi l'occhio va verso i ragazzi ma non ho capito per fare cosa... stando a quanto dice la psico è una mia illusione e vorrei, paradossalmente, stare con un ragazzo per una sorta di rifugio dato che non sono stato deluso dal sesso maschile, ma dalle ragazze (e dalle donne che "me lo hanno tagliato")... mi sembra un pò particolare come cosa: da quello che sento in giro difficilmente un bambino che si riscopre gay si innamora di bambine/ragazze (o si masturba spontaneamente con mamme di amici o sorelle) e personaggi infantili dei telefilm o degli anime... poi non lo so, forse sono bisex e il mio periodo "etero" è finito... so solo che qualcosa in questo periodo la sento, ma non so cosa sia... sparisce subito appena devo concretizzare con un ragazzo o quando sono distratto torna tutto come prima... insomma non mi limito più a dire "non sono gay"... qualcosa dice che potrei innamorarmi di un ragazzo... non so... sinceramente vorrei tornare a vederli come prima... puzzano un pò (come me, ma il mio odore ovviamente mi piace)!

@barbara: sto preparando gli esami e la storia appena la trovo nell'hard disk esterno la pubblico...

se non penso è meglio... fuori dalla mia camera diventa più o meno come prima... anche se le gambe delle ragazze le noto molto di meno... non mi eccito più come una volta... Buonanotte a tutti
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Blackout
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Re: Ci vuole tempo e coraggio

Messaggio da Blackout » venerdì 14 giugno 2013, 22:34

Allora, parlo chiaramente della mia esperienza e di quella delle persone che conosco ma non sempre una persona è pronta ad eccitarsi, che sia gay o etero. Specie per chi è riflessivo come te (o me) ci sono momenti anche lunghi dove i nostri desideri sono annebbiati e assopiti da un certo modo di pensare e se questo modo è negativo di noi stessi e/o dell ambiente circostante, la frustrazione ci porta ad una insensibilità che diventa anche fisica. Tu considera che ho passato lunghi periodi (mesi) dove i miei desideri sessuali erano rari, assai confusi e segnati da una mia convinzione di essere inadatto al rapporto fisico, il tutto perchè ne ero straconvinto e certo ma sono riuscito a mettere chiarezza. Ci ho messo tanto tempo e a volte la pazienza se la svignava, ho avuto bisogno della psicoterapia anche se i benefici li ho sempre capiti molto dopo, però alla fine ho chiarito la mia situazione.
Scusa se te lo dico così ma sono cose per cui sono passato e certo non mi hanno lasciato bei ricordi: mi pare che ti fissi troppo sui particolari, ogni singolo elemento viene da te analizzato e scomposto, influenzato poi dalla tua visione assume contorni confusi e che non ti portano a nulla. Questo modo di pensare riflessivo non cambierà mai, si sa, però se elimini i background negativi che l esperienza ti ha portato, potrai riflettere con un modo più positivo e libero. Sono sicuro che se hai pazienza, continui la terapia fin quando vorrai e impari a ridare spazio a tutte le cose che compongono una vita (quindi non solo il sesso) troverai la risposta che cerchi.
Il vero Io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te. (P. Coelho)

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e^ip+1=0
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Re: Ci vuole tempo e coraggio

Messaggio da e^ip+1=0 » sabato 15 giugno 2013, 0:07

Ciao Dany, e ciao a tutti, scusate la lunga assenza ma ho avuto una serie di incastri e impegni che mi hanno tenuto un po'fuori da tutto. @ Dany Quel poco che posso aggiungere a ciò che gli altri utenti ti hanno detto (e sono d'accordissimo con loro) è questo: il problema non è quello che tu ti poni. Il problema non è essere (eventualmente) omosessuale, è che tu non ti accetti per come sei e, soprattutto, ti incastri in dei ragionamenti che ti fanno solo del male (secondo me). è normale che tu sia ansioso, e stai affrontando difficoltà notevoli, però anch'io ho la netta percezione che tu ti stia isolando in una serie di pensieri che non portano molto lontano. Quando racconti le tue sensazioni fisiche, il rapporto con tuo padre etc., racconti tutto, almeno così mi è parso, con il desiderio di poter dire: "è così ma non voglio che lo sia". Forse te ne vergogni, ed è normale, anche se non è niente di cui vergognarsi davvero. E magari te ne vergogni soprattutto di fronte a te stesso. Magari desidereresti che tutto ciò non fosse mai avvenuto. Quel che posso consigliarti è questo: guarda tutti questi ricordi, queste sensazioni, anche spiacevoli, per quello che sono. Accetta il fatto che sono avvenute. Poi fai autocritica costruttiva: prendile come un'occasione per fare passi avanti, per vedere tutto con meno ansie ed in modo più sereno. Ognuno di noi ha dei ricordi brutti, delle sensazioni di cui si vergogna. E allora? Se si riesce ad accettare tutto, a vedere tutto alla luce del sole, se ci si mette nell'ottica di non mentire a se stessi, quei fantasmi svaniscono. E quando si è imparato a gestire certe difficoltà con maggiore serenità, proprio vedendole per quello che sono, senza crocifiggersi o perdersi in analisi strane (ed è difficile, lo so per esperienza) si avrà un'arma in più quando i problemi torneranno, eventualmente. Oppure, in un clima di maggiore sicurezza interiore, certe ansia non torneranno neppure a far capolino. Spero che questo discorso sia comprensibile, è tardi e sto crollando sul computer, mi tengo su con un paranco ;) . Però ci tenevo a scriverti quello che ho scritto. E concludo con questa cosa, meno banale di quanto possa apparire: l'importante quando abbiamo difficoltà con noi stessi, Dany, è voler bene a noi stessi. Non scontata come cosa.

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Dany
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Re: Ci vuole tempo e coraggio

Messaggio da Dany » sabato 15 giugno 2013, 4:43

Grazie delle risposte e dell'interessamento ragazzi... oggi sono uscito da casa (mi son portato i libri in biblioteca) e sono riuscito a star fermo con le mani... se ci riesco per almeno 10 giorni potrò ricontattare la mia psico e continuare... :D
Quando racconti le tue sensazioni fisiche, il rapporto con tuo padre etc., racconti tutto, almeno così mi è parso, con il desiderio di poter dire: "è così ma non voglio che lo sia". Forse te ne vergogni, ed è normale, anche se non è niente di cui vergognarsi davvero. E magari te ne vergogni soprattutto di fronte a te stesso. Magari desidereresti che tutto ciò non fosse mai avvenuto. Quel che posso consigliarti è questo: guarda tutti questi ricordi, queste sensazioni, anche spiacevoli, per quello che sono. Accetta il fatto che sono avvenute. Poi fai autocritica costruttiva: prendile come un'occasione per fare passi avanti, per vedere tutto con meno ansie ed in modo più sereno. Ognuno di noi ha dei ricordi brutti, delle sensazioni di cui si vergogna. E allora? Se si riesce ad accettare tutto, a vedere tutto alla luce del sole, se ci si mette nell'ottica di non mentire a se stessi, quei fantasmi svaniscono.
Sì, è vero, avrei preferito che non fosse successo, in quanto non è facile crescere con il piacere erotico e affettivo nei confronti del sesso femminile e poi inizi a sbandare lungo il percorso e sei anche stato influenzato... cioè un conto è scoprirsi gay da piccoli o saperlo avere pulsioni omosessuali sin dall'infanzia e nasconderle... ma provare sentimenti ed eros per le donne e poi bruciar tutto per stupidità non è facile da digerire (in un certo senso diventarlo)... Nei primi due casi ti abitui a vedere l'omosessualità come parte integrante di te, nel terzo invece devi ricostruire un'immagine di te: sarebbe un cambiamento radicale difficile da digerire secondo me... Ed è triste perchè sembra un ripiego inconscio e piano piano me lo sto facendo piacere.... Insomma il mio atteggiamento dev'essere qualcosa del tipo "Visto che non ho avuto quello che volevo prima non lo voglio più"... ma è più forte di me....
Cioè inizio a non vedermi più con una donna (mi è passata la voglia).

Il punto è che quando penso "ora se vedo quel ragazzo mi piace" e sembra quasi che mi piaccia... mi sento a disagio, ma sembra assurda come cosa... se son distratto o con la mente altrove nemmeno ci faccio caso e riguardo gambe scoperte e curve femminili (forse per abitudine). Sento che manca qualcosa dentro di me: una parte maschile che una volta avevo e ora non ho, infatti la proietto sugli altri (se poi sono più in gamba e più belli di me, parte quella strana sensazione). Ho l'abitudine di sopravvalutare e gli altri e sottovalutare me stesso... probabile che sia questo il nocciolo... in ogni caso avete ragione... probabile che la confusione stessa sia un meccanismo per nascondere a me stesse l'omosessualità emersa in adolescenza e repressa inconsciamente... La cosa strana questa sera l'occhio tendeva ad andare a ragazzi appena mi facevo domande, poi entro in una gelateria, trovo turiste a gambe scoperte e le guardo con tristezza.. Mi viene la fantasia di essere in spiaggia con loro che mi dicono "andiamo, vieni con noi..." sale dell'energia positiva dalla pancia (la stessa che avevo quando mi illudevo che "è fatta"), sento un pò di gioia e parte erezione.... tornano i vecchi desideri (anche se molto deboli), poi una parte di me dice "ma dove vai? non ce la farai... è tutto finto... pensa alle pulsioni omo nella masturbazione" e rieccomi che dopo altri 5 secondi "si riabbassa"... Un'ora dopo sono andato a far pipì nel parco e ho visto due ragazze che si calavano le mutande (per far pipì anche loro) dietro un cespuglio ed ecco l'altra erezione e imbarazzo (non so che fare, vorrei quasi guardare ma ho paura di qualcosa e sposto lo sguardo).. Per ora cerco di star fermo con le mani e con il porno... Domani forse mi vedo con una tipa che ho conosciuto tempo fa... ovviamente se capita l'occasione non mi butto come un cane per verificare o confermare una presunta eterosessualità (visto che qualche piacere ancora ce l'ho) ma continuo a frequentarla come persona e vediamo che succede...
Una cosa è sicura: se sono gay, almeno una volta con una donna ci voglio andare (e poi mi rassegno). Se sono etero vediamo come mi sento dopo che l'avrò scoperto con una donna... se avrò ancora dubbi forse frequenterò qualche locale gay e vedere che succede... la vita è una.. Per ora come dite punto a buttar giù l'ansia e a fare esami...
Buonanotte ragazzi.. :)
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Re: Ci vuole tempo e coraggio

Messaggio da progettogayforum » sabato 15 giugno 2013, 12:21

Ciao Dany,
solo due parole per chiarire un concetto importante: se per essere etero bastasse girarsi a guardare una ragazza i gay non esisterebbero proprio, ma non solo, un terzo circa dei ragazzi che finiscono per considerarsi gay in modo esclusivo hanno avuto esperienze affettive e anche sessuali etero, non sono diventati gay, lo sono sempre stati e hanno avuto una sessualità etero prevalentemente indotta dall’esterno o un imprinting etero molto anticipato. Ci sono gay che si sposano, cioè che arrivano a ritenersi etero o quasi etero, ma sono gay e lo sono sempre stati, intendo dire che hanno avuto da sempre una masturbazione (cioè una sessualità spontanea) gratificante autenticamente gay . Essere gay ha delle implicazioni sessuali, certo, un gay ha fantasie sui ragazzi e si masturba pensando ai ragazzi ma questo non vuol dire affatto che non possa andare in erezione nei momenti in cui si trova in intimità di una ragazza o che non possa avere rapporti sessuali con una ragazza, significa invece che tenderà comunque e sempre a preferire la compagnia di un ragazzo e a innamorarsi di ragazzi. Tra l’altro, da quello che scrivi, si capisce che hai in mente dei modelli di rapporto sessuale gay che sono decisamente poco realistici, in sostanza non hai chiaro in mente come possa nascere un rapporto, prima di tutto affettivo e poi anche sessuale, tra due ragazzi e tendi a riferirti ai modelli più diffusi nel mondo etero. Non metterti in mente di avere un problema da risolvere e che stai andando incontro a cambiamenti radicali, tutto questo non è assolutamente realistico, ma aggiungo una cosa, tutto sommato prendi le cose anche in modo simpatico e con una certa autoironia, senza atteggiamenti catastrofistici. Francamente nelle cose che scrivi non c’è proprio nulla di gay. Sei in un forum gay e qui un confronto su questi temi lo puoi trovare eccome ma l’essenziale è fare funzionare insieme e armonicamente tutti gli elementi della personalità. Sarò banale, ma lo studio, le prospettive di lavoro e di autonomia economica e quindi anche di libertà sostanziale, sono le migliori ”terapie” se vogliamo proprio usare questo termine. Più la vita si svuota di relazionalità reale più il cervello gira a vuoto sul sé e finisce per creare problemi e per enfatizzarli. Pensa innanzitutto a stare tranquillo e a lavorare su cose concrete: studio, esami… e vedrai che tanti altri cosiddetti problemi si ridimensioneranno notevolmente. In bocca al lupo!

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Dany
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Re: Ci vuole tempo e coraggio

Messaggio da Dany » sabato 15 giugno 2013, 13:40

Si più o meno sto rientrando nell'ottica del "fare altro"... è che ho di fronte due realtà che si alternano... una delle due e vera l'altra è nella mia mente (con effetti reali sulla percezione tipo eccitazione nella masturbazione o a tratti ti attraggono più i ragazzi delle ragazze), ma bisogna capire quale dato che quella gay diventa intensa in periodi di paranoia e sparisce in periodi felici della mia vita (anche se mi portavo dietro la frustrazione di sbavare per le ragazze e non averle)...
Ci sono gay che si sposano, cioè che arrivano a ritenersi etero o quasi etero, ma sono gay e lo sono sempre stati, intendo dire che hanno avuto da sempre una masturbazione (cioè una sessualità spontanea) gratificante autenticamente gay
E' su questo punto che gira l'incertezza... le mie fantasie tendono a cambiare, ma non so se corrisponde a realtà (mi sembra un pò assurdo, ma forse perchè mi conviene)..
un gay ha fantasie sui ragazzi e si masturba pensando ai ragazzi ma questo non vuol dire affatto che non possa andare in erezione nei momenti in cui si trova in intimità di una ragazza o che non possa avere rapporti sessuali con una ragazza, significa invece che tenderà comunque e sempre a preferire la compagnia di un ragazzo e a innamorarsi di ragazzi.
in altre situazioni della vita la bellezza di un ragazzo scatenava invidia ma da lì al fantasticare ce ne voleva... e gli incoraggiamenti o qualche abbraccio amichevole lo gradivo, ma se l'amico (bello o no) non c'era non era tutta questa mancanza... ora invece a momenti sembra che mi piaccia guardarli come prima guardavo le ragazze (infatti mi vien voglia di andare in un locale gay e vedere che succede, ma aspetto che passi il periodo di paranoia)...

Qualche volta vedendo la ragazza che si appoggia sul petto del ragazzo mi sono chiesto cosa sentisse (magari protezione) e ho fantasticato che forse sarebbe piaciuta a me... l'ho fatto pure, non è male ma nemmeno come immaginavo... è come se avessi un lato femminile e uno maschile che si alternano... quello femminile nei momenti di insicurezza è più elevato (e immagini che sarebbe comodo avere qualcuno che ti dà protezione ma poi da lì al concretizzare)... invece nei momenti di sicurezza e autostima emerge il lato maschile che vorrebbe "proteggere" qualcuno... una volta trovavo tutto questo fantasticando su donne più grandi di me... boh.. Succede anche nelle fantasie sessuali, ma ovviamente non mi masturbo volentieri su ragazzi (anche se ho dei tratti di eccitazione molto forte)...

Devo fare un lavoro di pulizia del cervello (risolvendo altre cose per aumentare autostima) e vedere che rimane...

Vabbè, male che vada mi trovo un ragazzo e una ragazza, e usciamo in tre... :D

Ciao Project, grazie. :)
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Re: Ci vuole tempo e coraggio

Messaggio da progettogayforum » sabato 15 giugno 2013, 15:20

Dany, tieni presente che la sessualità deve essere spontanea, cioè i ragionamenti, la ricerca dei perché e dei significati sono cose che non hanno molto a che vedere con la sessualità. Se dici a qualcuno che pensare ad un elefante giallo è una cosa anomala e che bisogna capirne bene il significato perché l’elefante giallo ti può cambiare la vita, puoi stare certo che quel qualcuno se, quando sta bene con se stesso, a tutto pensa meno che all’elefante giallo, quando si sentirà solo, deluso, in balia di se stesso e avrà bisogno di darsi spiegazioni, prima o poi comincerà a ragionare sull’elefante giallo e ci troverà le ragioni della sua solitudine e della sua delusione. Cerchiamo di evitare di dare troppo peso alle cose, la masturbazione è una realtà che dovrebbe essere gratificante ma se cominci a ragionarci sopra e a chiederti il senso di questo e di quello ne rovini la spontaneità, le fantasie di un ragazzo etero potrebbero inclinare anche in un altro campo? Al limite, in periodi di stress sì, come succede ai ragazzi gay molto stressati di cercare rifugio in una realtà etero che a loro non appartiene. Tutto questo è un problema? No!! Non lo è affatto!! Non sta crollando nulla. Un’altra osservazione: tendi a identificare il mondo gay con i locali gay che è una identificazione che un gay non farebbe. A parte il fatto che un gay non ha bisogno di sperimentare locali o persone per sapere di essere gay, lo sa in modo spontaneo, istintivo. In genere un gay ha piena consapevolezza di quello che è già a 14 anni, ma anche prima. Altra cosa da notare: tendi a sovrapporre le categorie di maschile e femminile con quelle di etero a gay, cosa che per un gay non ha senso. Un gay non assume nessun ruolo rispetto al partner, in un rapporto gay, al di là delle leggende metropolitane, non ci sono ruoli, un gay non cerca la protezione di nessuno e non protegge nessuno, un rapporto gay è per sua natura paritario. Un gay è un ragazzo che si innamora di un ragazzo in quanto ragazzo e questo con le categorie tipiche dei rapporti etero non ha nulla a che vedere, ma è proprio con quelle categorie che cerchi di interpretare la realtà gay, che evidentemente ti è estranea.

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Re: Ci vuole tempo e coraggio

Messaggio da Dany » sabato 15 giugno 2013, 15:39

Beh può essere... tieni conto che ho fatto una vita da etero con qualche raro orgasmo omosessuale e una fissa fallica(almeno nelle fantasie)... quindi potrei aver acquisito gli stereotipi di un ragazzo etero... cmq il tempo e la distrazione fa la sua parte... devo pensar di meno: ho pensato troppo...
Ne tengo conto di quello che hai scritto, ormai può essere tutto tra cui la sola materializzazione di paure amplificate non superate nei rapporti con le ragazze.
Tengo conto di ciò che succede senza meditarci: che ormai gli orgasmi (anche forti) tendono verso la passività (tutto ciò che può piacere alla donna sembra che mi piaccia), solo che dopo, come già detto, mi lasciano un vuoto (con la femmina è più "colorata" la scena ma eccita pochissimo la vagina della donna, non più come una volta)... anche la sera a volte la coda dell'occhio va verso il ragazzi (anche se per pochi secondi), e nelle ragazze tendo a notarne i difetti e ad allontanarmi quasi (mi fanno paura)...

Provo a non spiegarmi tutto. Il tempo fa la sua parte. Ciao
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