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da barbara » lunedì 22 luglio 2013, 20:26
Questo tuo commento, Candido, mi ha fatto riflettere . A volte diamo un po’ per scontate certe cose che invece sono molto importanti e dunque mi è stato utile ripensare ai concetti che hai espresso a partire dalla mia esperienza.
Rispetto all’argomento mi trovo d’accordo sia con le tue riflessioni che con quelle che sono state scritte finora.
Quanto al concetto di “piacere” credo forse di ripetermi, ma penso che sia importante ricordare che la nostra cultura religiosa lega il piacere al peccato. Ciò danneggia parecchio l’idea che abbiamo del piacere, specie sessuale, e obbliga molti nell’arco della loro vita a dover faticare per recuperare la naturalezza e la spontaneità di questa esperienza, che purtroppo è vissuta con sensi di colpa e vergogna.
Altre volte il giudizio non è tanto legato al peccato e quindi alla negazione del piacere, ma si colloca all’estremo opposto, cioè all’imperativo del piacere, che mi fa dire : “devo” provare e provocare piacere.
Ma anche qui: come faccio a lasciarmi andare se ho paura di fallire, di non essere “bravo” abbastanza?
La sessualità insomma ci interroga, ci mostra aspetti di noi che spesso non conosciamo . Il nostro corpo a volte ci stupisce : possiamo temere di essere più freddi di quanto in realtà poi capiterà o al contrario possiamo credere di essere più disinibiti di quanto scopriremo .Lo sapremo solo quando ci metteremo alla prova!
“Il corpo non mente” si diceva una volta ; ed è proprio così. E quando ci troviamo di fronte a un blocco ,a una difficoltà nella sessualità, questa cosa in qualche modo ci aiuta a decidere di cambiare anche il nostro modo di pensare e di vivere .
L’altro aspetto importante è quello della fiducia. Sarà banale dirlo, ma per fare sesso ci si spoglia.
Ora, a meno che non siamo vissuti in una famiglia di nudisti, esporre allo sguardo altrui qualcosa che si è stati educati a nascondere non è cosa semplice. Questa è una prima prova di fiducia, un gesto che decido di riservare a quella persona e non ad altre.
Per farlo metto in gioco la mia autostima, e so di rischiare la disapprovazione altrui , per cui mi espongo su qualcosa che mi rende in quel momento molto vulnerabile, come se rivelassi un segreto che mi può danneggiare.
Ma in gioco non c’è solo la paura di deludere l’altro ; c’è anche la paura di provare male, e che l’altro (anche senza volere) mi faccia fisicamente del male, e c’è la paura che l’altro mi faccia psicologicamente del male, rifiutandomi per esempio.
Dunque all’intimità è necessaria una fiducia altissima, che nelle relazioni umane abituali è raro sperimentare.
Questo è l’aspetto che più mi rende difficile comprendere come certe persone riescano a fare sesso con dei perfetti sconosciuti. Mi chiedo se per riuscire a farlo sia forse necessaria una certe dose di incoscienza , una scelta deliberata di esporsi al rischio ,e quindi di non tutelarsi veramente.
L’altro elemento secondo me importante è la reciprocità: il fatto cioè di dare e ricevere. Questo non è un concetto semplice né da capire né tantomeno da vivere. Diciamo che è qualcosa che si impara nella coppia. Si impara a chiedere e a pretendere per esempio il piacere dall’altra persona, e si impara anche a prestare attenzione all’altra persona per assicurarsi che sia andato tutto come desiderava. Niente di più complicato…, perché qui entra in gioco un’altra cosa , che è la sincerità.
Ma se spesso non siamo sinceri con noi stessi, figuriamoci con gli altri. E’ noto che molte donne “fingano” piuttosto che lamentarsi, ma anche un uomo può dirsi soddisfatto anche se non lo è affatto.
L’ultimo concetto che mi viene in mente (ultimo ,ma non di importanza! ) è il ritrovarsi.
Quando si è una coppia e ci si conosce un po’ meglio; quando si è andati oltre la prova della fiducia e della sincerità, allora si costruisce un legame che renderà il corpo dell’altro, in ogni suo particolare, di forma, di odore, di consistenza, come qualcosa di riconoscibile, di familiare, di rassicurante .E allora non c’è nulla che offra rifugio come quel luogo.. Che sia per un bacio o un abbraccio o qualcosa di più, ogni volta sarà come tornare a casa .