Chi sono veramente?

L'accettazione dell'identità gay, capire di essere gay
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ConnorWalsh
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Chi sono veramente?

Messaggio da ConnorWalsh » giovedì 12 febbraio 2015, 21:38

Un saluto di nuovo a tutti, ecco la mia (incasinata) storia, cercherò di essere breve e coinciso. Sono sempre stato attratto dalle ragazze, per loro ho provato gioia e dolore ed il sesso mi ha sempre soddisfatto. La mia "croce" inizia due anni fa, sul posto di lavoro. Avevo una tresca con una collega, mi sentivo fortemente attratto da lei, ci frequentavamo da qualche mese e le cose stavano andando bene. Iniziò a serpeggiare a lavoro la voce che ero bisex, questo (credo) per alcuni miei commenti su colleghi maschi, ma io non ci avevo mai fatto caso al tempo. Le colleghe cominciarono a dirmi cose come "e i ragazzi a Santo Domingo come erano? Sappiamo che guardi anche i ragazzi" oppure "non sai neanche tu cosa vuoi" e la cosa iniziò a darmi fastidio. Nel frattempo nacque una simpatia per un'altra collega, fidanzata con un altro collega dello stesso ufficio. Quando glielo feci capire, lei lo racconto al ragazzo, che non la prese bene. Lo sentivo borbottare una frase, qualche scrivania più in là, "frocio di merda", sempre più insistentemente. Io capivo che era diretta a me, ma non capivo perché mi stesse dando dell'omosessuale, perché il suo non era solo un insulto, ma qualcosa di più, proprio nello specifico. Quando chiesi spiegazioni, mi sentii rispondere, da lui, che dovevo farmi vedere da qualcuno. Cominciai a prendere lo Xanax su consiglio del medico di base, mi sentivo depresso e giù di morale e un giorno mi presentai al lavoro dopo averlo preso. Avevo una "strana faccia", così bisbigliavano i colleghi. Sentivo frasi come "é gay", "é frocio, si vede" e la collega con la quale mi frequentavo disse "no, é bisex". Tutto per la mia espressione facciale "strana". Fatto sta che al lavoro il clima divenne per me insostenibile e mi presi un periodo di aspettativa. Cominciavo a sentire le voci anche quando non c'era nessuno oltre me nella stanza, quella frase, "frocio di merda", mi era entrata in testa e la sentivo come se qualcuno la stesse pronunciando. La sento tutt'ora. Andai prima da uno psicologo, che mi parlò di un periodo di confusione. E che non sapevo cosa volevo davvero, anche lui. Mi rivolsi ad uno psichiatra, che mi prescrisse degli antipsicotici (che prendo regolarmente anche oggi) e mi indirizzò verso una psicoterapeuta. La psicoterapeuta pensa sia una cosa prettamente mentale, ma io ho i miei seri dubbi. Nel senso che adesso, rispetto a prima, quando vedo un bel ragazzo penso frasi del tipo "che figo assurdo", pensieri che mai mi avevano sfiorato prima. Con le ragazze invece il pensiero é più "ragionato", nel senso che non é più istintivo ed automatico come prima. Pensavo a questo punto di essere bisex, ma mi svegliavo la mattina con un pensiero fisso "sono gay", e lo penso ancora oggi. Al pensiero di avere una relazione con un uomo mi viene ansia, per non parlare del sesso. Ho scoperto anche sul Web una patologia dal nome "DOC omosex", ovvero l'ossessione di essere gay. Ho sempre avuto una perversione per i transessuali, questo può vuol dire qualcosa? Ultimamente nella masturbazione penso anche a due uomini (durante la masturbazione alle donne a dir la verità non penso più da una vita). Nel frattempo al lavoro sono tornato da più di un anno e, sebbene abbia cambiato ufficio, con i miei vecchi colleghi qualche volta ci faccio la pausa pranzo. E quando si parla di omosessualità (ovviamente in modo dispregiativo e canzonatorio) o di donne, mi sento a disagio. Ora, alla luce dei fatti esposti, secondo voi, potrei essermi riscoperto gay? La mia é sempre stata una cosa latente, che all'improvviso é venuta fuori in un momento di stress? Dimenticavo di dirvi che ho scoperto di avere un debole per un attore in particolare, Jack Falahee, che mi fa letteralmente impazzire. Come faccio ad avere la certezza di essere gay? Aiuto!

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progettogayforum
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Re: Chi sono veramente?

Messaggio da progettogayforum » sabato 21 febbraio 2015, 12:02

Ciao Connor,
innanzitutto mi scuso con te per aver reso accessibile il tuo post sul forum solo ora, cioè dopo diversi giorni da quando tu lo avevi scritto, ma è successo perché ultimamente accedo meno al forum a causa di altri problemi. Lo ripeto, ti chiedo scusa. Ora vengo allo specifico.
È molto difficile darti una risposta che sia nello stesso tempo seria e definitiva. In primo luogo sei in terapia farmacologica e quindi il terreno è particolarmente delicato e le valutazioni di tipo individuale devono essere lasciate agli specialisti, che possono avere il quadro complessivo della situazione ed hanno le competenze per interpretarlo. Quindi cercherò di risponderti, tenendomi sulle generali, sulla base dell’esperienza maturata in Progetto Gay, dove arrivano non solo gay ma anche ragazzi che hanno disturbi ossessivi legati all’idea di essere omosessuali, cosa che, tra l’altro, è più comune di quanto si possa credere.
Parto da una premessa. Il tuo problema si è manifestato a causa o nel quadro di un ambiente di lavoro poco rispettoso e omofobico, in cui le persone si arrogano il diritto di giudicare e, quello che è peggio, di fare commenti, su cose delle quali molto probabilmente non sanno assolutamente nulla. È pure vero che il tutto può essere stato provocato dal fatto che avevi manifestato il tuo interesse ad una ragazza fidanzata e, mi pare evidente, non interessata. Quindi l’omofobia sociale ha un peso, se non necessariamente nella genesi, almeno nello scatenarsi di queste ansie.
Chiaramente il fatto che ti abbiano dato farmaci antipsicotici lascia pensare che chi te li ha dati ritenga che l’omofobia sociale non sia l’unica causa del pensiero ossessivo, però è comunque un elemento importante e qui vale la pena di fermarsi a riflettere. Anche se siamo abituati a usare le categorie di etero e gay, come se fossero cose assolute, in realtà l’orientamento sessuale è una realtà estremamente complessa sulla quale influiscono sia fattori genetici che epigenetici, ma anche ambientali, sociali e familiari. In ogni caso un singolo individuo ha una sua sessualità che non può essere racchiusa in nessuna definizione. Tra un gay e un altro gay ci sono differenze anche molto forti nel modo di concepire e di vivere la sessualità, e lo stesso vale tra due etero. La categoria di normalità è di tipo statistico, è normale ciò che avviene di norma, cioè ciò che si osserva con maggiore frequenza, ma ciò che non è normale in senso statistico non è per questo patologico. Essere gay non è la norma, cioè non è quello che si registra nella maggioranza dei casi, ma è una variante non patologica della sessualità umana.Circa il 92% della popolazione è eterosessuale (situazione statisticamente normale) e circa l’8% è omosessuale, situazione che costituisce una variante non patologica della sessualità umana, ma ovviamente tra questi due modi di essere ci sono infinite varianti intermedie che non hanno di per sé nulla di patologico, anche se sono oggettivamente più rare. La questione di fondo è un’altra, quando si parla di malattia, la malattia implica “di per sé” una sofferenza o è oggettivamente predisponente verso evoluzioni che conducono a stati di sofferenza. Un gay, in un ambiente non omofobico vive benissimo, può stare a disagio in un ambiente dove domina l’omofobia, questo è vero, ma lì il disagio non dipende dalla omosessualità ma dalla ignoranza degli altri.
Hai alle spalle una storia etero molto netta, resta però il fatto che la masturbazione è da tempo in chiave gay cosa che potrebbe anche essere di origine reattiva, specialmente se la masturbazione non fosse realmente gratificante. In ogni caso, e questo va sottolineato con forza, non sarebbe un dramma né l’essere gay né il mantenere una masturbazione in chiave gay, nonostante una vita sessuale precedente nettamente etero, sono cose che accadono e non sono nemmeno rare eccezioni. Con questo non dico che tu sia gay o meno, ma insisto nel sottolineare che quello ce conta è l’individuo singolo e il suo benessere e non la maggiore o minore conformità a un modello astratto di comportamento. Il vero problema è l’approccio ansioso a queste cose, il vederle come problemi quando in realtà, considerate con un certo distacco e senza farsi condizionare dall’ambiente sociale, non sono affatto problemi, anche perché non devi dare spiegazioni a nessuno e la tua vita puoi viverla come vuoi. Cerca di evitare l’idea di classificarti per forza. Un consiglio solo mi sento di darti e cioè: non ti isolare, cerca di avere una vita sociale quanto più possibile vivace e varia e non concentrarti troppo su te stesso e sulle tue reazioni. La sessualità, a qualsiasi livello, deve essere un piacere, non un problema, quindi rimetti le cose in una dimensione realistica e vedrai che molti problemi svaniranno da sé.

barbara
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Re: Chi sono veramente?

Messaggio da barbara » domenica 22 febbraio 2015, 12:35

Ciao Connor, benvenuto! Vorrei esprimerti la mia solidarietà per quello che stai vivendo sul posto di lavoro. Purtroppo al giorno d'oggi avere un lavoro è quasi un lusso, ma se così non fosse , la cosa migliore sarebbe quella di cambiare ambiente. Non mi pare che ci sia in questo luogo un rispetto adeguato fra colleghi da quanto mi racconti , e questo può condizionare la serenità di chi ci lavora. Purtroppo certe aziende sono pervase da un clima negativo e ostile , che spesso è la conseguenza dei ritmi di lavoro o dell'insoddisfazione per il tipo di lavoro che sei tenuto a fare. Oppure a volte si è sfortunati e si capita con colleghi veramente imbecilli. Il fatto è che al lavoro ci andiamo tutti i giorni e si viene logorati a lungo andare. Per questo motivo ci sono leggi per contrastare il mobbing e fenomeni simili, proprio perché le conseguenze sulla salute sono importanti. La solitudine del lavoratore è la cosa che più pesa, quindi fai bene a cercare all'esterno persone che possano essere tuoi alleati e che ti aiutino a capire cosa ti sta succedendo. Spero che ben presto le cose si risolvano e che tu possa ritrovare la tua serenità. Che tu sia etero o gay, quello che importa è che sei una persona assai migliore di certi tuoi colleghi. :)

ConnorWalsh
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Re: Chi sono veramente?

Messaggio da ConnorWalsh » martedì 3 marzo 2015, 20:41

Cari Project e Barbara, grazie per il vostro messaggio. Adesso la situazione al lavoro é molto più serena, ho cambiato ufficio e ho a che fare con colleghi che non pensano che io sia "frocio perso" (uso un termine forte, usato da quel famoso collega nei miei confronti). Con quei colleghi ci faccio a volte la pausa pranzo, e come detto quando si parla di omosessualità o di donne, e ci sono anche loro, mi trovo parecchio a disagio. Il mio problema é che voglio un'etichetta a tutti i costi, é diventata una ossessione che é sfociata in una psicosi a tutti gli effetti (certificata dal mio psichiatra). Non aiuta il fatto di sentire nella mia testa quella frase omofoba ogni volta che guardo una ragazza o che salgo sull'autobus, anche se ora grazie ai farmaci molto meno assillante di prima. Quello che mi chiedo é: come fa ad essere una cosa prettamente mentale quando ho manifestato più volte, fra me e me, attrazione (almeno credo) verso uomini? Ad esempio l'altro giorno c'era sull'autobus un ragazzo abbastanza fisicato, ed io non riuscivo a staccare gli occhi dalle sue braccia, dalle sue gambe ecc. Un ragazzo che ha sempre avuto esperienze etero, può riscoprirsi gay? Dimenticavo un aneddoto che mi succedeva agli inizi di questa storia, avevo una "mini" crisi d'ansia non appena vedevo belle ragazze. Cosa poteva significare secondo voi? Gli specialisti non mi hanno saputo dare una spiegazione. Comunque se alla fine mi riscoprissi gay adesso penso che lo accetterei, certo sarebbe una cosa non facile da far accettare a chi conosco, ma io la accetterei.

Speriamo che me la cavo. :D

Ken
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Re: Chi sono veramente?

Messaggio da Ken » venerdì 6 marzo 2015, 15:42

Ciao Connor, anche io ebbi 9 anni fa una crisi psicotica, adesso passata da tempo...Tutto quello che mi sento di dirti, è che non devi dare peso al pensiero della gente, che molto spesso, parla e sparla senza pensare...
Quello su cui più ti devi concentrare sono i tuoi, sogni, e non farti condizionare da nessuna norma sociale, o qualunque.
Quello che è più importante in una persona, sono i propri sogni e desideri, che vanno soddisfatti. Elimina un po' alla volta, i sensi di colpa che puoi incontrare durante il cammino, e vedrai, poco alla volta, la tua psicosi regredirà.
Ovviamente non ci sono solo i sensi di colpa, ma anche dinamiche familiari, passate e presenti, da risolvere. Quindi è bene che tu intraprenda un percorso terapeutico, se possibile, con un esperto.
Vedrai, ci vorrà del tempo, ma un giorno spero per te, riuscirai, a farcela, e vivere la tua vita in modo sereno.
Alla fine si sta male, e si "impazzisce", (uso un termine forte), perchè non si può scegliere la propria felicità! :)

barbara
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Re: Chi sono veramente?

Messaggio da barbara » domenica 8 marzo 2015, 16:17

Penso che molte persone etero abbiano a volte anche sei desideri di questo tipo.
Il fatto è che se ne abbiamo paura, essi possono diventare una fissazione.
La cosa migliore, come dici, è accettarci per come siamo. Il resto verrà da sè.

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