STORIA DI DUE COMING OUT
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STORIA DI DUE COMING OUT
Pubblico qui sul Forum un vecchio post già pubblicato il 27/12/2007 sui blog di Progetto Gay.
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Ciao ragazzi,
bel blog e begli interventi. Mi chiamo Andrea, 24 anni, centro Italia. Sul coming out vi racconto la mia esperienza. I miei non sapevano niente di me fino a 19 anni anche se io a quell’età avevo fatto le mie esperienze e avevo un ragazzo (della mia stessa età), lo stesso che ho anche ora e che penso sarà per me il compagno della vita, perché non credo che sapremmo vivere l’uno senza l’altro (Ciao Andrea!) [si chiama come me!]. Ci eravamo conosciuti a scuola, lui non era mio compagno di classe. Ci eravamo conosciuti a una gita scolastica. Lui era timidissimo, quasi più di me, che è tutto dire. Vi risparmio la trafila: esitazioni, incertezze, è gay o non è gay, ecc. ecc., tutto durante la gita, poi un giorno mi prende la mano, io sento come un brivido, ci guardiamo negli occhi... E’ cominciata così. Il 15 Aprile 2002, l’ultima notte della gita scolastica, abbiamo dormito insieme (avevamo camere doppie), non eravamo molto convinti, né lui né io, l’idea ci attirava molto ma io pensavo che dopo lo avrei perso, non lo so, una cosa del genere, come se il sesso potesse rovinare tutto tra noi, lui invece, che non si è mai considerato un bel ragazzo, aveva paura di potermi deludere, e invece siamo stati benissimo, abbracciati stretti sotto le coperte oramai completamente abbandonati uno nelle braccia dell’altro. Penso che sappiate di che cosa sto parlando, non è nemmeno una cosa propriamente di sesso, ma di tenerezza, una cosa molto dolce. Dopo abbiamo avuto un po’ di problemi a dire che una cosa del genere non poteva rimanere una cosa unica, ma ne abbiamo parlato... e non c’è stato nessun imbarazzo. Quando siamo tornati a casa siamo stati tutti e due malissimo, era stata la prima esperienza sia per me che per lui e adesso stavamo di nuovo separati. Dovevamo trovare un modo per vederci e per stare insieme, non ne potevamo fare a meno. Abbiamo cominciato a studiare insieme ma stavamo in classi diverse e la cosa veniva male. Ci vedevamo il pomeriggio una volta da lui e una volta da me, era una cosa bella, ma al massimo ci poteva scappare una carezza, ma potevano entrare persone e non c’era nemmeno un minimo di libertà e poi a stare vicini, anche solo a toccarci la mano, ci veniva l’erezione, tra noi non era un problema, anzi, ma quando dovevamo uscire dalla stanza era un problema eccome. Abbiamo passato così quasi un mese, ci vedevamo tutti giorni ma non ci potevamo mai abbracciare, figuratevi fare l’amore. Ma noi lo volevamo fare. Credo che mi possiate capire, quando sei stato a letto col ragazzo che ami e poi non puoi fare più l’amore con lui è una tortura, vabbe’ per la cosa fisiologica ti masturbi pensando a lui, però ti manca da matti, voglio dire che la fantasia può bastare quando con un ragazzo non ci sei stato veramente, ma noi che cosa vuol dire abbracciarsi stretti sotto le coperte lo sapevamo. Cioè quella di fare l’amore diventava un’esigenza assoluta, pensavamo solo a quello, un sistema lo dovevamo trovare. Cose complicate come andare in albergo non erano pensabili perché dove viviamo noi è una città piccola ed è pericoloso fare una cosa del genere, andare in un’altra città sarebbe stato troppo complicato... unica soluzione possibile ce ne andavamo in una casetta che i miei avevano al paese (non posso dire quale), che era la casetta dei miei bisnonni. Vicino c’è un grande bosco e la scusa della passeggiata naturalistica era in fondo plausibile. Si poteva fare al massimo una volta alla settimana, veramente troppo poco per due ragazzi come noi che erano (e sono) inseparabili, ma siamo andati avanti così per due mesi ma era complicatissimo, viaggio in macchina di quasi 100 Km, casa gelida, necessità di portarsi tutto cucinato, perché la domenica lì non c’è niente. Una notte insieme sì, e poi alle quattro del pomeriggio tutto il trambusto del ritorno. Allora a lui viene l’alzata di ingegno di dire ai nostri come stanno esattamente le cose. Io coi miei in effetti non avevo mai avuto particolari problemi e pensavo che l’avrebbero presa bene. Lui era molto più esitante. Però avevamo 19 anni, un po’ incoscienti eravamo e la bravata l’abbiamo fatta. I miei all’apparenza non hanno reagito molto male... un po’ freddini però, non mi hanno abbracciato, niente di tutto questo, ma almeno all’apparenza sembrava che non fosse poi un disastro. Ad Andrea invece le cose sono andate malissimo. In casa gelo totale, i genitori lo volevano mandare dallo psicologo, lui non ha voluto ed è crollato il mondo. Era disperato, quando ci vedevamo piangeva in continuazione di rabbia e quando doveva tornare a casa per lui era un’autentica tortura. A un certo punto io ne ho parlato con i miei perché c’è la stanza di mio fratello grande, e Andrea, secondo me, si sarebbe potuto sistemare lì. Probabilmente io allora ero terribilmente ingenuo. I miei non ne hanno voluto assolutamente sapere di prendere Andrea in casa e per me è cominciato l’inferno. Andrea era esasperato, usciva da casa sua la mattina prestissimo e tornava a notte alta per non incontrare il padre e la madre, a casa mia non ci veniva perché si sentiva rifiutato pure dai miei e passava la giornata in giro al freddo come un vagabondo. Io gli portavo da mangiare e lui passava la giornata così. A scuola stavano arrivando gli esami, lui non faceva più nulla, era convinto che lo avrebbero bocciato, però a scuola ci andava, almeno la mattina stava al chiuso. Scuola era aperta fino alle 18.00 e noi il nostro tempo lo passavamo lì, ma c’era gente, un sacco di casotto, non ti puoi mettere da una parte, sembra strano, e poi ti devi difendere pure a scuola. Sono stati mesi terribili. Poi abbiamo fatto gli esami, la commissione era di manica larga ed è andato tutto bene. Andrea aveva fatto domanda per trovare un lavoro e la domanda l’avevo fatta pure io anche se non pensavo affatto di rinunciare all’università, poi abbiamo trovato su Internet che ci avevano chiamato dal primo Agosto vicino Bologna. Andrea ci sarebbe andato comunque perché non poteva sopravvivere a casa sua, anche a costo di rinunciare a proseguire gli studi. Io non sapevo che fare, è stata la prima volta che mi sono trovato in grossissima difficoltà con me stesso. Mi dicevo che, se amavo veramente Andrea, non potevo farlo partire da solo, e io lo amavo veramente. I miei nel frattempo il boccone amaro lo avevano digerito e mi avevano trovato un posto dove potevo stare (un mini appartamento) in una città dell’Italia centrale dove avrei studiato Ingegneria. In fondo era il nostro progetto da sempre, perché dove sto io gli studi di Ingegneria si possono fare solo andando fuori sede, però non nego di avere pensato che i miei in quel modo mi avrebbero allontanato, non da loro, ma dalla nostra cittadina e soprattutto dai pettegolezzi dei genitori di Andrea. Allora sono andato dai miei e ho detto: “Io Andrea non lo lascio... me ne vado a lavorare con lui.” Mio padre è rimasto un po’ perplesso poi mi ha detto: “Noi ti possiamo dare al massimo 800 euro al mese e ti paghiamo l’appartamentino... poi con chi ci stai a noi non ce lo devi dire...”. E mio padre mi ha abbracciato, poi mi hanno detto di fare venire Andrea a casa, lui non ci voleva venire ma poi è venuto e mio padre gli ha detto: “Lo so che vi volete bene... ma dovete essere prudenti... lì più di qui...”. Ecco questo è tutto. Andrea coi suoi genitori non ha avuto più rapporti e noi adesso viviamo da soli in un piccolissimo appartamento per studenti in una piccola città dell’Italia centrale. L’anno venturo dovremmo prendere la laurea specialistica. Non abbiamo fatto solo l’amore, abbiamo pure studiato come matti. Dire famiglia non significa niente, bisogna vedere che cosa vuol dire in concreto ma io e Andrea ci sentiamo veramente una famiglia.
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Ciao ragazzi,
bel blog e begli interventi. Mi chiamo Andrea, 24 anni, centro Italia. Sul coming out vi racconto la mia esperienza. I miei non sapevano niente di me fino a 19 anni anche se io a quell’età avevo fatto le mie esperienze e avevo un ragazzo (della mia stessa età), lo stesso che ho anche ora e che penso sarà per me il compagno della vita, perché non credo che sapremmo vivere l’uno senza l’altro (Ciao Andrea!) [si chiama come me!]. Ci eravamo conosciuti a scuola, lui non era mio compagno di classe. Ci eravamo conosciuti a una gita scolastica. Lui era timidissimo, quasi più di me, che è tutto dire. Vi risparmio la trafila: esitazioni, incertezze, è gay o non è gay, ecc. ecc., tutto durante la gita, poi un giorno mi prende la mano, io sento come un brivido, ci guardiamo negli occhi... E’ cominciata così. Il 15 Aprile 2002, l’ultima notte della gita scolastica, abbiamo dormito insieme (avevamo camere doppie), non eravamo molto convinti, né lui né io, l’idea ci attirava molto ma io pensavo che dopo lo avrei perso, non lo so, una cosa del genere, come se il sesso potesse rovinare tutto tra noi, lui invece, che non si è mai considerato un bel ragazzo, aveva paura di potermi deludere, e invece siamo stati benissimo, abbracciati stretti sotto le coperte oramai completamente abbandonati uno nelle braccia dell’altro. Penso che sappiate di che cosa sto parlando, non è nemmeno una cosa propriamente di sesso, ma di tenerezza, una cosa molto dolce. Dopo abbiamo avuto un po’ di problemi a dire che una cosa del genere non poteva rimanere una cosa unica, ma ne abbiamo parlato... e non c’è stato nessun imbarazzo. Quando siamo tornati a casa siamo stati tutti e due malissimo, era stata la prima esperienza sia per me che per lui e adesso stavamo di nuovo separati. Dovevamo trovare un modo per vederci e per stare insieme, non ne potevamo fare a meno. Abbiamo cominciato a studiare insieme ma stavamo in classi diverse e la cosa veniva male. Ci vedevamo il pomeriggio una volta da lui e una volta da me, era una cosa bella, ma al massimo ci poteva scappare una carezza, ma potevano entrare persone e non c’era nemmeno un minimo di libertà e poi a stare vicini, anche solo a toccarci la mano, ci veniva l’erezione, tra noi non era un problema, anzi, ma quando dovevamo uscire dalla stanza era un problema eccome. Abbiamo passato così quasi un mese, ci vedevamo tutti giorni ma non ci potevamo mai abbracciare, figuratevi fare l’amore. Ma noi lo volevamo fare. Credo che mi possiate capire, quando sei stato a letto col ragazzo che ami e poi non puoi fare più l’amore con lui è una tortura, vabbe’ per la cosa fisiologica ti masturbi pensando a lui, però ti manca da matti, voglio dire che la fantasia può bastare quando con un ragazzo non ci sei stato veramente, ma noi che cosa vuol dire abbracciarsi stretti sotto le coperte lo sapevamo. Cioè quella di fare l’amore diventava un’esigenza assoluta, pensavamo solo a quello, un sistema lo dovevamo trovare. Cose complicate come andare in albergo non erano pensabili perché dove viviamo noi è una città piccola ed è pericoloso fare una cosa del genere, andare in un’altra città sarebbe stato troppo complicato... unica soluzione possibile ce ne andavamo in una casetta che i miei avevano al paese (non posso dire quale), che era la casetta dei miei bisnonni. Vicino c’è un grande bosco e la scusa della passeggiata naturalistica era in fondo plausibile. Si poteva fare al massimo una volta alla settimana, veramente troppo poco per due ragazzi come noi che erano (e sono) inseparabili, ma siamo andati avanti così per due mesi ma era complicatissimo, viaggio in macchina di quasi 100 Km, casa gelida, necessità di portarsi tutto cucinato, perché la domenica lì non c’è niente. Una notte insieme sì, e poi alle quattro del pomeriggio tutto il trambusto del ritorno. Allora a lui viene l’alzata di ingegno di dire ai nostri come stanno esattamente le cose. Io coi miei in effetti non avevo mai avuto particolari problemi e pensavo che l’avrebbero presa bene. Lui era molto più esitante. Però avevamo 19 anni, un po’ incoscienti eravamo e la bravata l’abbiamo fatta. I miei all’apparenza non hanno reagito molto male... un po’ freddini però, non mi hanno abbracciato, niente di tutto questo, ma almeno all’apparenza sembrava che non fosse poi un disastro. Ad Andrea invece le cose sono andate malissimo. In casa gelo totale, i genitori lo volevano mandare dallo psicologo, lui non ha voluto ed è crollato il mondo. Era disperato, quando ci vedevamo piangeva in continuazione di rabbia e quando doveva tornare a casa per lui era un’autentica tortura. A un certo punto io ne ho parlato con i miei perché c’è la stanza di mio fratello grande, e Andrea, secondo me, si sarebbe potuto sistemare lì. Probabilmente io allora ero terribilmente ingenuo. I miei non ne hanno voluto assolutamente sapere di prendere Andrea in casa e per me è cominciato l’inferno. Andrea era esasperato, usciva da casa sua la mattina prestissimo e tornava a notte alta per non incontrare il padre e la madre, a casa mia non ci veniva perché si sentiva rifiutato pure dai miei e passava la giornata in giro al freddo come un vagabondo. Io gli portavo da mangiare e lui passava la giornata così. A scuola stavano arrivando gli esami, lui non faceva più nulla, era convinto che lo avrebbero bocciato, però a scuola ci andava, almeno la mattina stava al chiuso. Scuola era aperta fino alle 18.00 e noi il nostro tempo lo passavamo lì, ma c’era gente, un sacco di casotto, non ti puoi mettere da una parte, sembra strano, e poi ti devi difendere pure a scuola. Sono stati mesi terribili. Poi abbiamo fatto gli esami, la commissione era di manica larga ed è andato tutto bene. Andrea aveva fatto domanda per trovare un lavoro e la domanda l’avevo fatta pure io anche se non pensavo affatto di rinunciare all’università, poi abbiamo trovato su Internet che ci avevano chiamato dal primo Agosto vicino Bologna. Andrea ci sarebbe andato comunque perché non poteva sopravvivere a casa sua, anche a costo di rinunciare a proseguire gli studi. Io non sapevo che fare, è stata la prima volta che mi sono trovato in grossissima difficoltà con me stesso. Mi dicevo che, se amavo veramente Andrea, non potevo farlo partire da solo, e io lo amavo veramente. I miei nel frattempo il boccone amaro lo avevano digerito e mi avevano trovato un posto dove potevo stare (un mini appartamento) in una città dell’Italia centrale dove avrei studiato Ingegneria. In fondo era il nostro progetto da sempre, perché dove sto io gli studi di Ingegneria si possono fare solo andando fuori sede, però non nego di avere pensato che i miei in quel modo mi avrebbero allontanato, non da loro, ma dalla nostra cittadina e soprattutto dai pettegolezzi dei genitori di Andrea. Allora sono andato dai miei e ho detto: “Io Andrea non lo lascio... me ne vado a lavorare con lui.” Mio padre è rimasto un po’ perplesso poi mi ha detto: “Noi ti possiamo dare al massimo 800 euro al mese e ti paghiamo l’appartamentino... poi con chi ci stai a noi non ce lo devi dire...”. E mio padre mi ha abbracciato, poi mi hanno detto di fare venire Andrea a casa, lui non ci voleva venire ma poi è venuto e mio padre gli ha detto: “Lo so che vi volete bene... ma dovete essere prudenti... lì più di qui...”. Ecco questo è tutto. Andrea coi suoi genitori non ha avuto più rapporti e noi adesso viviamo da soli in un piccolissimo appartamento per studenti in una piccola città dell’Italia centrale. L’anno venturo dovremmo prendere la laurea specialistica. Non abbiamo fatto solo l’amore, abbiamo pure studiato come matti. Dire famiglia non significa niente, bisogna vedere che cosa vuol dire in concreto ma io e Andrea ci sentiamo veramente una famiglia.
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- konigdernacht
- Moderatore Globale
- Messaggi: 939
- Iscritto il: giovedì 25 giugno 2009, 0:27
Re: STORIA DI DUE COMING OUT
Una storia davvero molto bella :') credo una delle poche che mi abbiano veramente emozionato
Tantissimi auguri di felicità e di amore
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Zerchmettert, zernichtet ist unsere Macht
wir alle gestürzt in ewige Nacht
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- serpentera
- Messaggi: 430
- Iscritto il: martedì 24 agosto 2010, 19:37
Re: STORIA DI DUE COMING OUT
Commovente davvero questa storia...
Mi dispiace per Andrea2,il ragazzo di chi ha scritto sul forum...L'egoismo dei suoi genitori(e io ne so qualcosa di padri e madri del genere...) ha fatto sì che la situazione degenerasse fino a chiudere completamente i rapporti...Evidentemente non gli volevano veramente bene!!
Auguro loro di vivere serenamente la propria vita perchè anche questa è una famiglia,meno ipocrita sicuramente di quella in cui Andrea2 viveva!!
Un abbraccio ad entrambi!!
Mi dispiace per Andrea2,il ragazzo di chi ha scritto sul forum...L'egoismo dei suoi genitori(e io ne so qualcosa di padri e madri del genere...) ha fatto sì che la situazione degenerasse fino a chiudere completamente i rapporti...Evidentemente non gli volevano veramente bene!!
Auguro loro di vivere serenamente la propria vita perchè anche questa è una famiglia,meno ipocrita sicuramente di quella in cui Andrea2 viveva!!
Un abbraccio ad entrambi!!
Re: STORIA DI DUE COMING OUT
Konig e serpentera hanno detto tutto: è una bellissima storia che mi ha veramente commosso. Auguri di felicità ai due Andrea!!
Re: STORIA DI DUE COMING OUT
Mamma mia brividi lungo la schiena!!! Che storia meravigliosa...
- naufrago18
- Messaggi: 139
- Iscritto il: mercoledì 27 ottobre 2010, 16:33
Re: STORIA DI DUE COMING OUT
devo dire la verità...una storia che a me sembra molto vera, reale, capace di emozionare ma al tempo stesso di far riflettere su come effettivamente si instaura un rapporto sentimentale nella vita di tutti i giorni per un giovanissimo ragazzo omosessuale...certo la gita è solo un modo per vivere più liberamente, lontano dai paesi o dall'ambiente chiuso del luogo in cui viviamo, dal nido familiare, un modo per esprimersi al meglio...e proprio cosi che si trova l'amore nella vita, è proprio nell'essere se stessi che si puo vivere bene anche con gli altri...a volte invece ci creiamo troppe paure, dovute all'ambiente che ci circonda certo, ma anche a quelle inspiegabili come ad esempio il rigetto di chi ci vuole bene...solo perdendo queste persone ci si rende conto che non era poi cosi male chi ci circondava...
Panta rei. Sarà, ma io mi sento sempre lo stesso.
Re: STORIA DI DUE COMING OUT
naufrago18... ma hai letto bene?
non mi pare che siano stati particolarmente
teneri i genitori di entrambi.
non mi pare che siano stati particolarmente
teneri i genitori di entrambi.
# Non basta un giorno di freddo per gelare un fiume profondo.
(Gǔlǎo de zhōngguó yànyǔ)
(Gǔlǎo de zhōngguó yànyǔ)
Re: STORIA DI DUE COMING OUT
=]
..."corriiii Forrest... corriiiiiiiii"
sono così i nostri amori... diversi e difficili... ma coraggiosi e testardi!
..."corriiii Forrest... corriiiiiiiii"
sono così i nostri amori... diversi e difficili... ma coraggiosi e testardi!
- francesco90
- Messaggi: 9
- Iscritto il: martedì 11 gennaio 2011, 19:23
Re: STORIA DI DUE COMING OUT
Che storia bellissima!! Tanti auguri di felicità.
- Volonté Duvall
- Messaggi: 195
- Iscritto il: domenica 9 gennaio 2011, 10:34
Re: STORIA DI DUE COMING OUT
Bravo kikko =) commento sintetico ma tutt'altro che banale...non concordo tanto sull'aggettivo diverso: é sempre amore tra esseri umani, no? che ci sia in ballo poi la famiglia o la procreazione, poco importa, secondo me.kikko ha scritto:=]
..."corriiii Forrest... corriiiiiiiii"
sono così i nostri amori... diversi e difficili... ma coraggiosi e testardi!
Invece mi trovo d'accordo sull'aggettivo difficili: trovare un ragazzo come noi é difficile, poi, in ITALIA...fiuuuh, hai voglia caro! =) come cercare un mancino in un mondo di destri, dove la sinistra viene vista come la mano diabolica...difficilissimo, ma qualche ribelle, qualche ''bastian contrario'' lo trovi.
Viva la diversità, e viva noi Bastian contrari!! ^^
Scoprii di essere un Nessuno...di non essere completo.
Proprio come tutti loro, ero venuto al mondo senza un cuore.
Avrebbe fatto qualche differenza?
Se avessi un cuore...allora sarei "qualcuno"?
http://shufflecoffee.blogspot.com/
Proprio come tutti loro, ero venuto al mondo senza un cuore.
Avrebbe fatto qualche differenza?
Se avessi un cuore...allora sarei "qualcuno"?
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