Mi ricollego a tutta una serie di commenti davvero interessanti venuti fuori in un altro topic (viewtopic.php?f=6&t=1592) che non volevo intasare dato che l'argomento era un altro :
Project, in più di un occasione ho letto i tuoi consigli alla prudenza riguardo i Coming Out. In linea di massima condivido le tue opinioni, e non mi sognerei mai di contraddirti data la tua grande esperienza.progettogayforum ha scritto:il coming out non è un dovere e bisogna stare molto attenti a non farsi trasportare dagli entusiasmi in particolare se le condizioni ambientali non sono del tutto favorevoli. Il coming out è una scelta irreversibile e può incidere molto pesantemente e molto spesso in negativo sulla vita di un ragazzo gay (io parlo di un coming out pubblico o che rischia di diventarlo perché fatto con persone inaffidabili). Se la stragrande maggioranza dei gay non si dichiara non è certo per immaturità. I rischi sono concreti e l’utilità e dubbia e per di più tra i gay dichiarati e quelli non dichiarati c’è una barriera invisibile. Chi non è dichiarato, se frequenta ragazzi pubblicamente dichiarati fa implicitamente il suo coming out pubblico e viene etichettato. Un gay dichiarato ha certo più possibilità di conoscere altri gay “dichiarati” ma i non dichiarati si terranno bene alla larga.
Ma una cosa te la chiedo: quando parli di condizioni ambientali sfavorevoli, ti riferisci unicamente a un ragazzo gay ancora economicamente legato alla famiglia, o anche ad altre situazioni?
Perché, vedi, questo del dipendere ancora dai genitori è davvero l'unico motivo per cui ritengo sia giusto NON dirlo in famiglia.
Per quanto riguarda, invece, la barriera invisibile fra un gay dichiarato e uno non dichiarato... è vero, esiste. Ma, personalmente, non baserei MAI una scelta tanto importante come quella del Coming Out sull'eventualità che un ragazzo con cui potrei stare in futuro possa aver "paura" di farsi vedere con me.
Boy-Com, intanto mi dispiace per l'esperienza non proprio positiva che ci hai raccontato.boy-com ha scritto:Volevo raccontarvi la mia storia in proposito, forse può servire visto che ha subito una svolta di recente. Raccontarla e basta senza tirare somme perché è un tema quello del c.o. che lascia molti lati dubbi a me per primo. Perché da un lato mi dico che il c.o. è stato fondamentale per segnare il passaggio, dall'altro lato ho pensato che in realtà questi che sto facendo adesso non sono affatto i primi. La prima persona a cui l'ho detto 11 anni fa è stata una mia compagna di classe e poi alla mia ragazza di allora. Dirlo ai tempi non ha affatto segnato nessuna svolta però dacché ho continuato a negarmi la possibilità di vivermi le mie cose per molto altro tempo (11 anni per l'esattezza). Tuttavia è successa un'altra cosa, che ho già avuto modo di raccontare. Questa mia ex, in preda alla rabbia più cieca (dopo avergli detto che ero bisessuale mi ero fidanzato un'altra ragazza), si ando a confidare con il suo ragazzo di allora (una storiella da poco) che però frequentava la mia stessa università. Dissse non tanto che pensava che fossi gay o che gliene avessi parlato, ma raccontò proprio di quell'unica notte in cui allora mi sperimentai con un ragazzo e di quello che avevo fatto (sesso orale per intenderci). Di questa cosa non seppi nulla. Mi ritorno tre anni dopo quando lasciata la seconda ragazza attorno a me si respirava un atomosfera strana. In pratica era successo che il gruppo di colleghi che frequentavo io (io compreso) si era avvicinato al gruppo di colleghi che frequentava quest'altro ragazzo, che nel frattempo aveva raccontato a tutti i suoi amici di questa cosa. Per cui i miei di amici cominciarono a parlare (diciamo sottovoce) di questo evento finché non arrivò a me, in modo strano. Mi dissero che si diceva adi me che fossi gay, ma nessuno mi venne a dire mai esattamente quello che avevano saputo. Un giorno poi un ragazzo che conoscevo appena mi incontrò nel corridoio e mi disse letteralmente facendo gesti volgari "ti piace succhiare il c*** la mattina vero?". Restai così perplesso allora. Voglio dire che di me si vedesse (non che fossi gay, perché a testa mia allora non lo ero, ma che avessi atteggiamenti effeminati a tal punto da far pensare gli altri che lo fossi) ero sempre statto incerto ma fino a tal punto da indurre certi atteggiaamenti e certi sospetti diffusi proprio mai. Seppi più tardi cos'era effettivamente successo. Allora tutto per me passò in fretta. La gente non capì bene se crederci o no. Ricordo pure che ricevetti un sms da un numero sconosciuto che mi chiedeva un appuntamento (neanche quello era mai successo). Allora ero in crisi per una storia che stava finendo tutto impegnato a riavere quella ragazza e non me ne fregò molto. La gente non saopeva che pensare e credo che ognuno si fece la sua idea.
A distanza di 7 anni ho ripreso contatti con questa ragazza e la cosa che miè successa da poco è che so che ci sono ex colleghi in particolare che sono assolutamente certi che con lei non ci ritornerò perché sono gay e lo hanno capito perché hanno ricollegato tutto.
Ora non mi da tanto fastidio questo perché la gente che frequentavo allora e che frequento adesso continua a non avere problemi in proposito. Il problema è che adesso mi da proprio fastidio quello che è successo allora... Voglio dire erano i miei dubbi e il mio tormento di una vita... che volevano fare? e se a quel messaggio avessi rispossto di "si vediamoci", che avrebbero fatto? Quegli stronzi si sarebbero concessi due grasse risate sul mio dolore giusto per passarsi una serata? Sono le mie cose e sono passate di bocca in bocca finché non mi sono arrivate espresse in quel modo volgare ("ti piace succhiarlo la mattina"). Ecco come mi sono sentito quando dopo sette anni ho saputo sempre per fonti indirette che i miei colleghi di allora OGGi pensano di me questa cosa. E nessuno di loro per quanto sono certo al mille per mille gli freghi nulla, mi ha mai parlato di questa cosa ne allora ne adesso. Nessuno mi ha mai detto guarda che di te si dice questa cosa, ma a me sappi non me ne fraga nulla, oppure semplicemente vuoi parlarne.... E penso a quella ragazza quanto mi sentissi in colpa allora perché non riuscivo a starci benché mi sentissi fermamente innamorato. A quanto è stata cattiva nel scendere così nel dettaglio con un perfetto sconosciuto.
Capiscte che intendo? Quella confessione fatta 11 anni fa mi ritorna indietro a fare danno. Praticamente tutti sapevano là dentro tranne io che dovevo ancora scoprirlo. E quello era un abiente favorevole e si sono comportati a quel modo (tra l'altro vedi che profonda ipocrisia nel mostrarsi aperti se poi ci si deve comportare così). Figurati in altri ambienti cosa potrebeb succedere...
Ecco volevo solo raccontare questa cosa...
Adesso ho in testa l'ultima ragazza con cui sono stato e con cui ho detto di me. Anche quella di fatto è una mina vagante... Insomma allora non mi pesava neanche che sapessero, perché ero sempre fidanzato (con ragazze) e quindi diciamo così protetto, ora sinceramente mi da fastidio.... Questo si lo posso dire...
Non sono preoccupato perché voglio dire ho un'età tale da poter gestire qualunque difficoltà concreta potessse verificarsi, ma sono tutti combinati come me? E sopratutto allora mi è servito a nulla dirlo senza preoccuparmi di trovarmi una persosna realmente fidata?
Però, secondo me, la persona alla quale lo hai detto non era per nulla né fidata né degna di saperlo! Tutti i guai successivi, a mio avviso, sono derivati da questo.
Alla fine lei si è comportata da st...za e ha fatto outing su di te, alle tue spalle per giunta!
Per quanto riguarda i tuoi amici che hanno parlato di questa cosa senza MAI venire da te... bé, io "amici" non li chiamerei PER NULLA! Hanno lasciato che le voci corressero, senza avvisarti, informarti, provare a prendere le tue parti... bella prova d'amicizia!!!
Per quanto riguarda il deficiente che ti ha lanciato quel commento nel corridoio... lasciali davvero perdere quelli! Ti cito pure Dante: "Non ragioniam di lor, ma guarda e passa". Davvero, gente del genere non merita la minima considerazione.
Io, personalmente li ignoro. L'indifferenza è la migliore arma contro certi idioti. O magari contrattacca con ironia ("ti piace succhiarlo la mattina" - "sì, ma solo bagnato nel caffélatte!")
Comunque... alla fine, credo, il punto centrale sta qui: scegliere BENE (ma veramente bene) quelli a cui dirlo.
Perché (e qui parlo per esperienza personale), con persone il cui affetto è sincero, poter parlare finalmente liberamente è la sensazione più appagante al mondo!