i primi veri dubbi...parlarne o no?

La difficoltà di uscire allo scoperto
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lallo
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i primi veri dubbi...parlarne o no?

Messaggio da lallo » lunedì 25 luglio 2011, 9:52

Immagino che ne avrete già sentito parlare, ma sollevo ugualmente la questione visto che al momento mi sta molto a cuore.

So bene che il CO vero e proprio richiede molta cautela e personalmente non riesco a focalizzare questo termine, cioè ad inserirlo in una qualche parte della mia vita futura. Forse, io non farò mai il vero e proprio coming out, l’ammissione pubblica, “sincrona” a tutte le persone che conosco. Nella mia vita non c’è mai stato qualcosa che abbia funzionato così: ci sono sempre state persone che sapevano delle cose di me e tante altre che non sapevano e ritengo che sia importante tenere questa barriera tra chi sa e chi non sa.

Detto questo, il motivo del post deriva dal fatto che negli ultimi tempi ho sentito molto forte l’impulso di parlare, di dire tutto e vuotarmi completamente (ovviamente con delle persone che ritengo affidabili, che non trasformino il mio <<CO>> in outing- e ho letto il topic di Nicomaco in cui è citato Manzoni :) ), ma, allo stesso tempo, non ci sono riuscito…sento che mi avvicino sempre più, dico delle cose che possono lasciare intendere una parte di verità (e l’aspetto positivo è che quasi non mi pongo più il problema di cosa possa pensare il mio interlocutore, ovvero non sento il peso dell’eventuale giudizio…questo sarà frutto dell’accettazione!?), ma mi mantengo sempre ambivalente.
Ecco, volevo chiedervi se anche voi avete provato questa ambivalenza…se avendo preso la quasi- decisione di fare un passo così, ugualmente non ci siete riusciti e che cosa questo blocco abbia generato in voi; come convivete con questa latenza, che a me, finora, non ha dato grandi problemi (sono mesi che dico che la mia priorità attuale non è far sapere di me, ma “far sapere di me a me stesso”, cioè conoscermi e capirmi meglio), ma non nascondo che, ultimamente, mi sono fermato a riflettere su quanto possa essere complesso trovarsi con le persone più importanti per te (tra amici e parenti) e non potergli dire cosa hai, se ti vedono un po’ più pensieroso del solito…è faticoso dover inventare qualcosa per sviare la loro attenzione, che poi è un’attenzione assolutamente benevola.
In linea generale, voi cosa pensate sia meglio? iniziare ad aprirsi autenticamente, anche a mo’ di confidenza (quindi con la massima cautela, trovando una via di mezzo tra il dire tutto o il dire nulla), oppure continuare a “trattenere” decisamente tutto dentro di sé, senza possibilità alcuna di far emergere una parte così significativa della propria persona?
Per finire, io sono sono sollevato dal non aver agito di impulso e contento di prendermi ancora del tempo per riflettere, però mi interessa sapere le vostre opinioni perchè credo che una parziale confidenza con qualcuno potrebbe non tardare ad arrivare nella mia vita.
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Nicomaco
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Re: i primi veri dubbi...parlarne o no?

Messaggio da Nicomaco » lunedì 25 luglio 2011, 17:30

Caro lallo, visto che mi hai citato (grazie ;) ) e il tuo post di presentazione mi ha molto colpito per la semplicità (che per me è sempre stato un “biglietto da visita” di grande valore) e la serietà con cui ti sei raccontato, cerco di risponderti partendo dalla mia esperienza.
Anch’io ho avvertito, quando ero molto più giovane (avevo qualche hanno più di te), il desiderio di confidarmi con qualcuno, perché sentivo l’esigenza di essere pienamente me stesso almeno con qualche altra persona. Quindi stai certo che non sei affatto l’unico: è un desiderio umanissimo e credo che molti altri potranno confermare di avere avuto intenzioni simili alla tua.
Poi però anch’io mi sono come te bloccato ed è stato un bene nel mio caso perché avrei rischiato di farlo con persone sbagliate (che poi, mi sono reso conto, non avrebbero capito e mi avrebbero probabilmente messo alla berlina perché, come dice spesso Project, c’è un’ignoranza sconcertante in materia di omosessualità, frutto di secoli e secoli di oscurantismo).
Quel che ho fatto è cercare di informarmi (con i pochi strumenti che a quell’epoca c’erano: ho ad esempio parlato in un mio post di un film che mi ha molto aiutato: “Maurice” di Ivory) e poi di parlare con un amico di omosessualità e problemi morali connessi come se non mi riguardassero in prima persona. Ed averne parlato anche solo così (esperienza che per me, in quel periodo, è stata una cosa che neanche lontanamente credevo potesse avvenire) mi ha comunque fatto stare meglio e mi ha molto aiutato ad accettarmi e a pensare questa parte di me come un dono (tieni conto che quindici anni fa non esisteva internet o comunque non era ancora diffuso e in ogni caso non esisteva ancora PG).
Cosa posso dirti.
Tenere dentro tutto, per partito preso, no di certo. Soprattutto oggi che le cose stanno cambiando. Quel che dovresti fare è capire che cosa dire e a chi dirlo. E questo puoi farlo solo tu, tanto più che personalmente non credo che si possa dire in internet ad uno di aprirsi senz’altro: sarebbe disonesto perché siamo e restiamo persone in parte sconosciute e le confidenze nella vita reale sono esperienze molto delicate e pericolosamente ambivalenti: Manzoni docet come hai visto!
In ogni caso, qui ti stai già confrontando e non è poco. Penso inoltre che sarebbe altrettanto auspicabile per te poterlo dire prima di tutto a persone in carne ed ossa che vivono una situazione simile alla tua, perché il confronto tra gay (non dichiarati) è una cosa estremamente importante per essere più forti di fronte agli altri, come anche PG insegna e come anch’io ho cercato di fare nella vita reale moltissimi anni fa, senza risultati apprezzabili peraltro (i gay non dichiarati sono molto sfuggenti, per mille ragioni, per paura, per mancata accettazione di se ecc.). Ma anche qui sei tu che devi valutare se ci sono le condizioni per poterlo fare. E ti auguro davvero che questa seconda strada possa aprirsi presto.
Non serve infine che ti dica di tenere sempre i piedi ben saldi a terra, perché il tuo modo di scrivere mi pare riflettere un certo equilibrio interiore e una certa capacità di autocontrollo che ti sarà senz’altro utile nella vita anche al di la del tuo orientamento sessuale. ;)
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Alyosha
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Re: i primi veri dubbi...parlarne o no?

Messaggio da Alyosha » lunedì 25 luglio 2011, 18:09

Nicomaco mi piace molto la tua posizione. La trovo molto conciliante rispetto ad esigenze oggettivamente opposte. Per i ragazzi della nostra generazione non è facile districarsi bene, perché comunque come dici tu le cose stanno cambiando. Una certa accettazione, almeno di facciata, ormai sembra d'obbligo. Di omosessualità (in maniera sbagliata magari) se ne parla sempre più e in questo i "divieti" cominciano un pò a cadere da soli. Io sincerament ein una situazioni in cui nessuno sa di me non ci saprei vivere, qualcuno deve sapere e le persone fidate che non lo direbbero mai esistono. Bisogna non farsi prendere dall'ansia di dirlo a tutti. Per quella che è la mia esperienza ricordo che i primi c.o. li feci con messaggi. COn le ragazze è stato tutto molto più semplice con i ragazzi molto più complicato. Allo stato attuale sono pochi quelli che sanno di me, però quando è successo ho proprioa vuto la netta sensazione di non aver comunicato nulla. Questo da un lato è bello perché ti fa capire che all'altro proprio non gliene poteva fregare di meno, dall'altro un pò di delude perchè dentro pensi "e allora questo cambiamento epocale dove sta?". Io personalmente penso che cercherò di essere quanto più spontaneo posso rispetto a questa cosa, non lo ritengo il segreto del secolo, ma neanche una cosa da spiattellare così.

Nicomaco
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Re: i primi veri dubbi...parlarne o no?

Messaggio da Nicomaco » lunedì 25 luglio 2011, 20:59

Grazie boy-com.
Anche la tua testimonianza mi pare confermi che forse è più importante e prioritario condividere discretamente con altre persone simili a noi la nostra condizione piuttosto che renderla nota a chi è "fuori del giro" e potrebbe veramente non capire.
Ovviamente non voglio generalizzare.
In ogni caso le confidenze vanno sempre ben ponderate. Tanto più che stiamo parlando di comunicare ad altri una componente molto intima della nostra personalità e che i famosi pregiudizi sono ancora piuttosto diffusi.
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Machilosa
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Re: i primi veri dubbi...parlarne o no?

Messaggio da Machilosa » lunedì 25 luglio 2011, 22:31

Io mi trovo esattamente in questa fase di stallo; la volontà di raccontarmi, di poter buttare un po' di maschere e il timore che tutto possa andare storto; persino la paura (o l'inconscia speranza, forse) di potermi risvegliare etero dopo un c.o., facendo una figura da cioccolatino. Le mie giornate vacillano dal "sono gay, le Sue lettere sono ogni volta un colpo al cuore" al "perchè dovrei lasciare la mia ragazza? Non ci sto male assieme. Se la lascia cosa le racconto?"
E nel frattempo esploro le pagine di Progetto e mi spingo anche altrove,(http://www.lastessamedaglia.com/2011/01 ... y-normali/) leggo esperienze di c.o. disastrosi e ricevo consigli preziosi che mi invitano alla prudenza (mi riferisco anche te, Boy-Com).
Ho scritto un paio di lettere, una per la mia lei attuale, una per il Lui di cui mi sono innamorato, che, se non altro, ha fatto ammettere a me stesso la mia vera natura.
Il vero motivo del mio blocco è che sono ancora indietro nel percorso di accettazione; ho trovato un bell'articolo sull'argomento:
http://www.educarealrispetto.org/approf ... ttarsi.asp
Ecco, io ritengo di essere al punto II di questa classificazione del livello di accettazione: posso accettare l'idea di essere omosessuale, ma non riesco a immaginarmi nel pieno di una vita omosessuale; l'idea di me che passeggio per manina con un uomo mi fa un po' senso, benchè provi una forte tenerezza ed invidia ogni volta che vedo due gay liberi di mostrarsi in pubblico.
Ho avuto un'esperienza in gran segreto, ma il negarla di fronte agli altri era per la mia coscienza quasi come non viverla, tanto che in quel periodo non credevo neppure di essere gay, pensa un po' il paradosso.
Ed ora, dopo un momento di euforia in cui m'era preso l'istinto di dirlo a tutti, mi sono placato, indeciso sul da farsi.
Per motivo di studio sono lontano dai miei amici più stretti, ma ancora per poco. Ho paura di fronteggiarli, perchè non riesco ad immaginare come potrei comportarmi. Già la mia ragazza, che subodora, continua a tartassarmi di domande sui miei malumori, sulle mie voci malinconiche, ma voglio parlarle di persona (di cosa non so ancora) e non lasciarla per telefono, specie non a pochi giorni dal suo ultimo esame.
Un'altra cosa che mi trattiene dal dichiararmi, specie ai miei, che, credo, sarebbero comprensivi, è l'assenza di un ragazzo. Ho paura che mi dicano: "Ma se non ce l'hai come puoi dirti gay?" E' un ragionamento stupido, ma mi frulla in testa. Almeno posso dire di avere provato una donna e di non aver trovato l'appagamento necessario. Ma non posso neppure dire di averlo ancora trovato con un uomo.
D'altra perte percepisco un'altra esigenza: fondare nuove amicizie su una base di verità; ma non è neppure una volontà sensata, perchè così come nessuno si presenta: "piacere sono Luca, etero", sarebbe ridicolo "piacere Pietro, frocio."

Il mio commento non risolve nulla, ma sfoga la mia volontà di esprimermi.
Scusami se non aggiungo nulla di intelligente. Non sono capace di dare bei consigli, come molti che bazzicano per il forum.

lallo
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Re: i primi veri dubbi...parlarne o no?

Messaggio da lallo » martedì 26 luglio 2011, 12:25

Intanto vi ringrazio per queste risposte :) ho riflettuto ulteriormente e vi confermo che anche per me il CO, attualmente, continua ad avere una importanza relativamente secondaria; come dice boy-com, meglio non caricare di eccessive aspettative questo momento, che potrebbe arrivare tra qualche settimana, tra mesi o anche tra anni :) Ammetto che l'impulso di parlare l'ho sentito nei giorni scorsi; probabilmente, ci sono andato parecchio vicino. Allo stesso tempo sentivo che quel passo non sarebbe stato pienamente naturale e spontaneo e, pertanto, oggi dico <<meglio che mi sia fermato lì>>.
Machilosa ha scritto parte della sua esperienza (grazie per averla condivisa ;) ), ma ha anche linkato una pagina molto interessante su cui credo poserò la mia attenzione; condivido molto questa visione delle cose che si sviluppano e si raggiungono con gradualità, senza frenesia, sebbene anche io sia passato (e credo di esserci ancora un po' dentro) per una fase in cui ho cercato di accelerare i tempi. Non me ne faccio una colpa visto il mio tormentato rapporto con il tempo che scorre (di cui credo vi scriverò qualcosa in un altro topic ;) ), però sto entrando sempre più nell'ottica del "meglio un passo per volta"...da quello che mi avete consigliato, credo che condividiate anche voi :)
Nicomaco ha scritto:Penso inoltre che sarebbe altrettanto auspicabile per te poterlo dire prima di tutto a persone in carne ed ossa che vivono una situazione simile alla tua, perché il confronto tra gay (non dichiarati) è una cosa estremamente importante per essere più forti di fronte agli altri
Nicomaco, grazie del consiglio...lo condivido e mi sembra una tra le cose più naturali da fare...purtroppo per me, sono entrato in contatto con questa realtà solo da pochi mesi. Ho passato gli anni dell'adolescenza in un contesto prettamente etero (e forse potrei dire addirittura eterosessista); in questo sono nate belle amicizie (che non rinnego), ma, allo stesso tempo, ritengo sia responsabilità di esso (in parte) se ho percepito un profondo senso di alienazione, se ho sempre concepito la diversità come qualcosa di indefinito e non semplicemente come "diversità da loro", cosa che sarebbe potuta essere anche una qualità...come se non appartenessi a nessun genere e questo è successo perchè non mi rivedevo in loro, ma ugualmente non avevo nessun altro modello a cui raffrontarmi. Quindi, ben vengano questi buoni propositi...non desidero altro se non confrontarmi, parlare e "darmi voce" (come ho già detto), virtualmente, ma anche personalmente se ce ne sarà l'occasione. Quindi grazie dell'augurio! :D

Mi piacerebbe anche leggere di qualcuno, se c'è, che vuole argomentare su quanto sia positivo il CO...nicomaco e boy-com sono molto misurati in tal senso e io mi ritrovo parecchio in quello che dicono. Sarebbe interessante leggere l'opinione di chi, invece, ha dato moltissimo peso a questo passo e ne ha tratto grandi benefici...ovviamente, con il massimo della spontaneità, se vi va di parlarne :)
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Re: i primi veri dubbi...parlarne o no?

Messaggio da Nicomaco » martedì 26 luglio 2011, 13:17

Ma che bel confronto si sta sviluppando! :D Serio e pacato …
Aggiungo due parole sulle amicizie gay che Machilosa ritiene impossibili o difficili nel momento che sta vivendo.
Innanzitutto il momento che stai vivendo Machilosa è, per l’appunto, solo uno dei tanti che comporranno la tua vita ... quindi non bisogna disperare ;)
Poi sottolineerei o ribadirei un concetto già espresso in PG, partendo ancora dalla mia esperienza.
Non ho mai ritenuto che farsi una amicizia gay nel mondo reale significasse presentarsi come gay o frocio.
Tanto più che quest’ultima parola mi è stata affibiata più di qualche volta quando ero alle superiori, perché non ero esuberante come alcuni miei compagni-bulletti e mi faceva soffrire parecchio … anche se ho avuto per un breve periodo una fidanzatina verso la quale peraltro non ho mai sperimentato quel trasporto che ci si aspettava … e lei se ne rese conto ben presto.
Nel mio piccolo, a partire dall’università, ho sempre cercato di relazionarmi, quelle pochissime volte in cui ci sono riuscito, cercando di sondare in modo discreto e rispettoso i gusti affettivi e sessuali dell’interlocutore e confrontandoli con i miei. Cosa difficilissima perché, tenuto conto del tempo in cui viviamo, l’interlocutore non è mai un libro aperto e anche quando si apre un po’ potrebbe chiudersi improvvisamente.
Ed infatti io sono rimasto pressoché “a bocca asciutta” quelle pochissime volte in cui c’ho provato (salvo la mia esperienza amorosa del primo anno di università, che, malgrado tutti i limiti che ha avuto, mi ha letteralmente salvato la vita e mi ha fatto scoprire definitivamente me stesso).
Il metodo è quindi astrattamente sensato, ma anche estremamente aleatorio.
Oggi però ci sono altri modi per relazionarsi. Internet ad esempio è uno di questi.
Ci vuole grande prudenza ovviamente (PG lo ribadisce spessissimo e ha ragione), ma questo mezzo mi pare possa aiutare a incontrare prima virtualmente persone che hanno esperienze comuni e poi magari passare alla vita reale (come qualcuno forse sa sono persuaso che una persona sia sempre fusione inscindibile di anima e corpo ;) ).
Comunque, a prescindere da internet, credo occorra avere un po’ di pazienza e poi, anche tu, come lallo, dimostrate di essere intelligenti.
Inoltre siete giovani e avete tutta la vita davanti.
Che bella età la vostra!
E lo dico nonostante la mia condizione di splendido quarantenne (vedi mia presentazione) :lol:
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Re: i primi veri dubbi...parlarne o no?

Messaggio da Alyosha » martedì 26 luglio 2011, 15:13

Machilosa si vede chiaramente un travaglio interiore un periodo di gestazione che stai attraversando ed è a quel punto che mi viene da dire che "gatta frettolosa...". Le cose che scrivi sono molto belle e a volte l'unico vero consiglio che si può dare è raccontare la propria esperienza esattamente per come la si è vissuta fino a quel momento.
Per il resto non vorrei affatto darti l'impressione di essere un blocco monolitico sul punto, sono in evoluzione pure io. L'invito alla prudenza nella tua situazione mi pareva una cosa scontata da dirti, proprio perché le prime fasi sono le più complicate e uno rischia di farsi prendere dal panico e dall'ansia. Per il resto farai i tuoi percorsi e arriverai alle tue conclusioni. Intanto cerca di vedere i passi positivi che stai facendo, le tue considerazioni cambiano a vista d'occhio e piano piano vedo emergere una maggiore consapevolezza. Quando la strada è lunga conviene sempre girarsi un attimino dietro a guardare il percorso già fatto, giusto per tirarsi un attimino su. Per il resto vedo da parte tua una fretta per così dire di chiudere il cerchio, arrivare subito alla quadra e proietti troppo in avanti le tue aspettative. Questo ti genera evidentemente angoscia e ansia di fare, per risolvere presto e subito il "problema". L'ansia rischi molto di avvitarsi su se stessa a ipotizzare situazioni fittizzie che più che non avere aderenza con la realtà la dipingono sempre nel peggiore dei modi. A parte la questione di un rapporto che dovresti interrompere se hai capito che la natura dei tuoi sentimenti è diversa dalla sua (a prescindere per adesso dal motivo per cui lo fai), per il resto mi vivrei tutto con molta calma. Non essere innamorati è già una spiegazione in sé, non è necessario aggiungere altro e per adesso non hai nessuno motivo per dirlo agli amici. Certo ti chideranno anche loro perché la lassci, ma ai maschi basta dire "stava diventando troppo seria e non me la sentivo" ti giuro che funziona semrpe come sspiegazizone :lol:. Lasciarsi attraversare dalle cose, permettere che scorrano un pò dentro secondo me è la prima cosa da fare. Per il resto continaure a confrontare le tue idee e il tuo punto di vista con quello degli altri la vedo come una cosa fondamentale, che può aiutare davvero tanto.

P.S.: Si il taglio della discussione piace anche a me, confrontarsi su questo problema è una cosa per me fondamentale. Anche ascoltare punti diversi dai miei come giustamente dice lallo.

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Re: i primi veri dubbi...parlarne o no?

Messaggio da lallo » martedì 26 luglio 2011, 23:12

Nicomaco ha scritto:Il metodo è quindi astrattamente sensato, ma anche estremamente aleatorio.
Nicomaco, hai fatto bene a precisare. E' giusto crederci, io stesso penso che se c'è un punto da cui vorrei iniziare sarebbe proprio il relazionarmi con altri ragazzi gay (come consigli tu ;) ), però, mi rendo conto che non tutti vivono ugualmente, non tutti sono pronti alla stessa maniera. Purtroppo, non è detto che sia sufficiente condividere la stessa situazione, percepire lo stesso senso di alienazione per essere parimenti spinti ad un avvicinamento (anche solo intellettuale). Diciamo che, secondo la mia ottica, ritengo sia probabile, ma non assolutamente certo ed è bene rifletterci, sia per evitare grandi batoste che per rapportarsi in modo rispettoso con l'altro. Quindi, mi aggrego, senza dubbi, a ciò che dici tu ;)
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Re: i primi veri dubbi...parlarne o no?

Messaggio da Machilosa » venerdì 29 luglio 2011, 0:09

@ Boy-com: hai ragione sul dire che sono frettoloso; me ne rendo conto e cerco di frenarmi da solo; ho apprezzato molto i vostri inviti alla prudenza, credo che abbiate pienamente ragione. E' solo che mi sento come chiuso in una stanza buia: so benissimo dov'è l'uscita, ma non riesco a figurarmi il percorso per raggiungerla ed ho paura di inciampare il mignolino ad ogni spigolo.
Ed ora eccomi qua, di nuovo in patria, al termine del mio percorso di studi all'estero. Domani rivedrò la mia ragazza; è così felice! Ed io sono combattuto; ho piacere di rivederla, così come ho piacere di rivedere una cara amica con cui ho tanto in comune, ma so dove andrà a finire la serata ed ho paura di quel momento.
Come reagiranno i miei ormoni? In un caso, saremo delusi entrambi ed io sarò depresso, abbattuto nel mio senso di inadeguata virilità; nell'altro ne sarò ringalluzzito, ma mi metterà ancora più dubbi addosso, mentre lei sarà soddisfatta. Non so in cosa sperare; mi si prospetta comunque una conclusione fallimentare.
Se ho fretta, è perchè ho voglia di vivere i miei istinti, di seguire i miei sentimenti. Non ho desidero sesso casuale; nella mia unica esperienza omo non ne sono stato appagato, benchè fosse con un amico, di cui però non ero minimante innamorato; tantomeno credo che lo troverei appagante con gente sconosciuta. Però, ora che il mio subconscio è crollato, non ho più tregua: addocchio bei ragazzi ad ogni piè sospinto e m'è addirittura capitato di invaghirmi di un amico di amici, conosciuto nei pochissimi giorni antecedenti la mia partenza; l'intesa è stata molto forte sin da subito ed ho avuto pure l'impressione che a tratti mi sorridesse, che i nostri sguardi si incrociassero più spesso del normale; ma non ho alcun indizio sulla sua sessualità, senza contare che lui è rimasto là ed io sono rientrato.
Con ciò voglio dire che sento il bisogno forte una relazione soddisfacente, per questo "vorrei chiudere il cerchio" in fretta.
Crearmi un giro d'amicizie gay è molto invitante, ma non so come. Ho letto anche su altri siti, apparentemente affidabili, che le associazione Arci-gay possono aiutare in tal senso; a Torino, dove studio, organizzano incontri settimanali in un locale d'aperitivi normale, ma mi sento combattuto; presentarmi da solo mi fa strano, non saprei come approcciarmi ai presenti; ho anche paura di chi potrei trovare; non riesco a scacciarmi dalla testa l'idea di quelle checche da film, un po' inquietanti, per la verità. Ho intravisto qualcosa tipo caffè letterari, un qualcosa che scremerebbe già un po', forse. Chissà, si vedrà col riprendere delle lezioni, a fine settembre.

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