La solita vechia storia della famiglia che non accetta...

La difficoltà di uscire allo scoperto
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drew23
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La solita vechia storia della famiglia che non accetta...

Messaggio da drew23 » mercoledì 10 agosto 2011, 10:48

ciao a tutti!mi sono appena iscritto e mi andava di condividere un mio problema he è diventato centrale nella mia vita....tutto è nato 3 anni fa quando i miei scoprirono di me per caso....in realtà sa di me solo mia madre mentre mio padre di sicuro lo sa xke gliel ha detto mia madre ma fa finta di niente.....da quanfo l hanno scoperto tutto è cambiato, all inizio mia madre(burattino tra le mani di mani di mia madre)non faceva altro che dirmi cose orrende del tipo "Non ti fccio piu andare a scuola,non ti faccio andare all università...ci dobbiamo chiudere in casa xke poi ti vedono....sei egoista perche pensi solo a te e non pensi a noi quando lo sapranno" cose di questo tipo e altre cose ben peggiori....se il loro non accettare fosse semplicemente passivo allora me ne farei una ragione(tristemente) ma loro mi ostacolano in qualsiasi cosa io voglia fare xke la pensano collegata al mondo gay!!all inizio avevo problemi anche ad uscire con amici e amiche che conoscevo io e anche loro da una vita xke secondo la loro mente assurda questi miei amici mi fornivano la scappatoia per evadere i miei genitori e portarmi nel mondo gay(quando poi di loro non c era bisogno xke facevo tutto da solo)..dopo tanto tempo alla fine posso uscire di sera con amici come un comune mortale anche se cmq stanno a chiamarmi continuamente con l ansia a chiedermi quando torno...e se per uscire fanno sto casino figuriamoci quando devo andare in vacanza o dormire a casa di amici!!ho 21 anni e non sono mai andato in vacanza ne da solo ne con amici per causa loro e io gliel ho permesso!trovo assurdo il fatto che un ragazzo di 21 anni non se ne possa andare in vacanza con amici o dormire a casa di amici xke per loro è tutto losco, tutto ha a che fare con gli stereotipi piu neri del mondo gay!!è abbastanza pesante vedere gente che vive normalmente la propria vita e io che devo sottostare alle loro regole e alla loro pressione e ricatti psicologici per non parlare del numero di volte in cui mi hanno offerto un auto in cambio dell eterosessualita!dopo 3 anni sono arrivato ad annullare ogni forma di emozione e conversazione con loro!viviamo nella stessa casa ma non parliamo se non per dirci "buongiorno"...sinceramente non sopporto piu questa situazione, 3 anni di inferno sono stati troppi, vorrei ritornare a vedere la "luce" ma non so come fare...spero tanto che qualcuno possa consigliarmi, magari se ha affrontato una situazione del genere!grazie a chi risponderà!
Andrea

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progettogayforum
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Re: La solita vechia storia della famiglia che non accetta..

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 10 agosto 2011, 11:08

Ciao Andrea.
Parto dal presupposto che ai problemi veri bisogna trovare una soluzione vera e che lamentarsi non serve a nulla, per quanto la situazione che descrivi sia tipica di un ambiente molto arretrato ciò che conta non è come affrontare un ambiente del genere ma come uscirne. Che cosa fai nella vita? Studi? Lavori? Nella grande maggioranza dei casi il passaggio all’università rappresenta un passaggio fondamentale, specialmente se studi fuori sede e quindi lontano da casa. In alcuni casi la presenza dei genitori si è spinta anche nei luoghi di studio nella presupposizione di chissà quali trucchi diabolici che nascondono le cose più losche, ma in genere il distacco dalla famiglia nel senso della interruzione della convivenza permette di migliorare di molto i rapporti con i genitori. Quando ti vedono poco si devono abituare a pensare che hai un tuo mondo e una tua vita, vita che non ha niente a che vedere con quello che loro si immaginano ma che esiste e che deve essere preservata ad ogni costo. È possibile per te staccarti da casa, magari per motivi di studio o di lavoro? Anche in condizioni oggettivamente difficili sarebbe comunque la scelta migliore. Se tu avessi genitori che non vivono solo di pregiudizi potrebbe anche avere un senso provare a parlare con loro, ma se non è così e se il dialogo è di fatto mancato per tre anni, c’è poco da fare e bisogna a tutti i costi cercare la strada dell’autonomia. È possibile realizzarla? Se lo fosse, a qualunque costo, bisognerebbe provarci, senza tagliare i ponti con la famiglia ma guardando al futuro.

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Telemaco
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Re: La solita vechia storia della famiglia che non accetta..

Messaggio da Telemaco » mercoledì 10 agosto 2011, 13:45

Ciao drews3, la situazione che vivi tu è in realtà non infrequente.

Premesso che l'ideale sarebbe poter riuscire a far vedere ai genitori quanto l'omosessualità non significhi nient'altro che innamorarsi di una persona del proprio sesso...

...una volta constata l'impossibilità di instaurare un dialogo sensato con i genitori, cioè quando le loro risposte ai tuoi quesiti diventano null'altro che una chiusura isterico-paranoide a qualunque ipotesi di pensare diversamente da ciò che hanno deciso di pensare (nella loro pressocchè totale ignoranza sull'argomento omosessualità), e vi è quindi un loro rifiuto categorico anche solo di ascoltare che cosa hai da dire sul significato dell'omosessualità...

...Si può agire su due fronti:

Sotto un primo punto di vista, quando si verificano situazioni del genere
drew23 ha scritto:all inizio mia madre(burattino tra le mani di mani di mia madre)non faceva altro che dirmi cose orrende del tipo "Non ti fccio piu andare a scuola,non ti faccio andare all università...ci dobbiamo chiudere in casa xke poi ti vedono....sei egoista perche pensi solo a te e non pensi a noi quando lo sapranno"
Ricorda ai tuoi genitori che potrebbe balenarti l'idea di raccontare il trattamento che ti riservano su spazi di confronto pubblico come giornali o comunque ad altre organizzazioni o associazioni: una tale minaccia può aver l'effetto di placare gli animi troppo omofobi perchè di solito i genitori di questo tipo sono ossessivamente terrorizzati dall'aspetto formale della faccenda, che essi preferirebbero insabbiare fral e mura domestiche.

Se ciò non li fa desistere dalla loro omofobia attiva, allora tu comincia magari anche solo scherzosamente a parlare in termini giuridici, sottolineando che se essi creano deliberatamente un clima invivibile e la situazione assume connotati gravi, essa inizia a rilevare dal punto di vista del Diritto Penale, sulla base dell'art 610 c.p. (Violenza Privata) [con l'aggravante del rapporto di parentela, ma vabbè non scendiamo troppo nei dettagli].
E' chiaro che dovrà trattarsi di costrizioni gravi, connotate da violenza o minaccia, tuttavia un discorsetto del genere può far capire che ti stai informando su come reagire ai loro eccessi e può quindi fungere da interessante... deterrente.

Da un secondo punto di vista decisamente più concreto e soddisfacente, avendo tu ormai 21 anni, come già diceva project, puoi anche iniziare a progettare un distacco dalla famiglia, scegliendo di andare a studiare in una città lontana, o di andare ad abitare con amici altrove; una volta trovati i mezzi economici per farlo, questa non è un'ipotesi così improbabile, e certamente ti aiuterà a renderti psicologicamente indipendente e distaccato dal clima oppressivo che percepisci in famiglia.

Beninteso, io ho parlato di una ipotetica situazione potenzialmente molto grave, ma non bisogna dimenticare che un minimo di apprensione e un certo bisogno di controllo li possiedono tutti i genitori, quindi fino ad un certo punto si può considerare "comune" anche la tua situazione, almeno nei termini in cui l'hai posta, nel senso che anche in diverse famiglie eterosessuali il controllo pervasivo dei genitori sulla vita sociale dei figli si manifesta come tu hai raccontato. (Non che ciò sia una cosa positiva, ovviamente).
# Non basta un giorno di freddo per gelare un fiume profondo.
(Gǔlǎo de zhōngguó yànyǔ)

drew23
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Re: La solita vechia storia della famiglia che non accetta..

Messaggio da drew23 » mercoledì 10 agosto 2011, 13:52

progettogayforum ha scritto:Ciao Andrea.
Parto dal presupposto che ai problemi veri bisogna trovare una soluzione vera e che lamentarsi non serve a nulla, per quanto la situazione che descrivi sia tipica di un ambiente molto arretrato ciò che conta non è come affrontare un ambiente del genere ma come uscirne. Che cosa fai nella vita? Studi? Lavori? Nella grande maggioranza dei casi il passaggio all’università rappresenta un passaggio fondamentale, specialmente se studi fuori sede e quindi lontano da casa. In alcuni casi la presenza dei genitori si è spinta anche nei luoghi di studio nella presupposizione di chissà quali trucchi diabolici che nascondono le cose più losche, ma in genere il distacco dalla famiglia nel senso della interruzione della convivenza permette di migliorare di molto i rapporti con i genitori. Quando ti vedono poco si devono abituare a pensare che hai un tuo mondo e una tua vita, vita che non ha niente a che vedere con quello che loro si immaginano ma che esiste e che deve essere preservata ad ogni costo. È possibile per te staccarti da casa, magari per motivi di studio o di lavoro? Anche in condizioni oggettivamente difficili sarebbe comunque la scelta migliore. Se tu avessi genitori che non vivono solo di pregiudizi potrebbe anche avere un senso provare a parlare con loro, ma se non è così e se il dialogo è di fatto mancato per tre anni, c’è poco da fare e bisogna a tutti i costi cercare la strada dell’autonomia. È possibile realizzarla? Se lo fosse, a qualunque costo, bisognerebbe provarci, senza tagliare i ponti con la famiglia ma guardando al futuro.
non lo avevo specificato ma ad ogni modo ho 21 anni e dovrei andare al 4 anno di medicina!!spesso avevo pensato a come realizzare un distacco dalla famiglia ma la "scusa" di studiare e andare via di casa non è tanto fattibile visto che ho l uni a circa 30-40 min da casa....ogni volta che cerco di trovare una sottospecie di soluzione, quella di andare via di casa sembra l unica accettabile ma di fatto davvero difficile da realizzare!e in tutto ciò ho un fidanzato che da 3 anni non so come fa a sopportare tutta questa situazione assurda con i miei(una relazione di 3 anni e non siamo mai andati afare un viaggio insieme e abbiamo si e no dormito un paio d volte insieme...e questo a mio avviso è davvero difficile da sopportare)...vorrei tanto avere come ultimissima risorsa il dover andare via, ma il mio carattere speranzoso di un qualcosa di migliore sempre e comunque mi spinge a sperare che accettino magari cercando di parlarci con loro!

drew23
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Re: La solita vechia storia della famiglia che non accetta..

Messaggio da drew23 » mercoledì 10 agosto 2011, 14:22

Telemaco ha scritto:Ciao drews3, la situazione che vivi tu è in realtà non infrequente.

Premesso che l'ideale sarebbe poter riuscire a far vedere ai genitori quanto l'omosessualità non significhi nient'altro che innamorarsi di una persona del proprio sesso...

...una volta constata l'impossibilità di instaurare un dialogo sensato con i genitori, cioè quando le loro risposte ai tuoi quesiti diventano null'altro che una chiusura isterico-paranoide a qualunque ipotesi di pensare diversamente da ciò che hanno deciso di pensare (nella loro pressocchè totale ignoranza sull'argomento omosessualità), e vi è quindi un loro rifiuto categorico anche solo di ascoltare che cosa hai da dire sul significato dell'omosessualità...

...Si può agire su due fronti:

Sotto un primo punto di vista, quando si verificano situazioni del genere
drew23 ha scritto:all inizio mia madre(burattino tra le mani di mani di mia madre)non faceva altro che dirmi cose orrende del tipo "Non ti fccio piu andare a scuola,non ti faccio andare all università...ci dobbiamo chiudere in casa xke poi ti vedono....sei egoista perche pensi solo a te e non pensi a noi quando lo sapranno"
Ricorda ai tuoi genitori che potrebbe balenarti l'idea di raccontare il trattamento che ti riservano su spazi di confronto pubblico come giornali o comunque ad altre organizzazioni o associazioni: una tale minaccia può aver l'effetto di placare gli animi troppo omofobi perchè di solito i genitori di questo tipo sono ossessivamente terrorizzati dall'aspetto formale della faccenda, che essi preferirebbero insabbiare fral e mura domestiche.

Se ciò non li fa desistere dalla loro omofobia attiva, allora tu comincia magari anche solo scherzosamente a parlare in termini giuridici, sottolineando che se essi creano deliberatamente un clima invivibile e la situazione assume connotati gravi, essa inizia a rilevare dal punto di vista del Diritto Penale, sulla base dell'art 610 c.p. (Violenza Privata) [con l'aggravante del rapporto di parentela, ma vabbè non scendiamo troppo nei dettagli].
E' chiaro che dovrà trattarsi di costrizioni gravi, connotate da violenza o minaccia, tuttavia un discorsetto del genere può far capire che ti stai informando su come reagire ai loro eccessi e può quindi fungere da interessante... deterrente.

Da un secondo punto di vista decisamente più concreto e soddisfacente, avendo tu ormai 21 anni, come già diceva project, puoi anche iniziare a progettare un distacco dalla famiglia, scegliendo di andare a studiare in una città lontana, o di andare ad abitare con amici altrove; una volta trovati i mezzi economici per farlo, questa non è un'ipotesi così improbabile, e certamente ti aiuterà a renderti psicologicamente indipendente e distaccato dal clima oppressivo che percepisci in famiglia.

Beninteso, io ho parlato di una ipotetica situazione potenzialmente molto grave, ma non bisogna dimenticare che un minimo di apprensione e un certo bisogno di controllo li possiedono tutti i genitori, quindi fino ad un certo punto si può considerare "comune" anche la tua situazione, almeno nei termini in cui l'hai posta, nel senso che anche in diverse famiglie eterosessuali il controllo pervasivo dei genitori sulla vita sociale dei figli si manifesta come tu hai raccontato. (Non che ciò sia una cosa positiva, ovviamente).
sono contento di ricevere commenti di persone intelligenti e mature, comunque Telemaco alcune cose le ho meglio specificate nell altro messaggio che ho scritto poco dopo al tuo...Giusto per chiarezza io ragiono con cognizione di causa, non mi ritengo una vittima dei miei genitori solo perchè gay ma semplicemente noto un "leggera" differenza dei loro atteggiamenti nei miei confronti e nei confronti di mio fratello che è di qualche anno piu grande e non ricordo affatto che loro avessero avuto problemi a farlo andare a londra a 17 anni o a farlo tornare alle 5 di mattina(questo anche quando lui aveva la mia età attuale, la loro è palese omofobia)

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Re: La solita vechia storia della famiglia che non accetta..

Messaggio da Telemaco » mercoledì 10 agosto 2011, 15:29

drew ha scritto:non lo avevo specificato ma ad ogni modo ho 21 anni e dovrei andare al 4 anno di medicina!
Ah bè ti capisco molto bene ho la tua stessa età. Uhm, se studi medicina hai decisamente bisogno dell'appoggio della famiglia fino almeno al sesto anno, perchè se vuoi fare le cose per bene non puoi accollarti il peso di vivere da solo col rischio di compromettere la serenità e l'efficienza degli studi; forse durante la specializzazione, ricevendo un parziale stipendio, potrai concederti il luso di pagarti un tuo affitto, o almeno di pagarti una vacanza senza dover chiedere i soldi (e quindi il permesso!) ai tuoi. Se la situazione è come ho specificato, allora devi giostrarti un po' sul compromesso: continui ad avere la comodità di stare dai tuoi, pagandola al prezzo di non poter essere del tutto libero di gestire la tua vita sociale.

Non penso sia del tutto impossibile riuscire comunque ad incontrare gli amici quando desideri, i tuoi spazi li devi esigere in ogni caso, indipendentemente dal tuo orientamento sessuale, cioè anche se tu fossi etero il loro comportamento non sarebbe giustificabile, e perciò, siccome sanno che sei gay, non ti resta che tentare col dialogo, cioè cercando di sfatare tutta la devastante quantità di pregiudizi e stereotipi che aleggia sul concetto di gay, se vedi che c'è un minimo di possibilità di dialogo da parte loro.

Se invece le porte sono sbarrate e i tuoi non lasciano scampo nemmeno al buon senso, ti rinvio alle minacce che ho esposto nel mio post precedente.

Insomma vedi un po' se per riuscire a vivere più serenamente i tuoi prossimi tre anni di studio è sufficiente un po' di labor limae contro la loro ottusità, oppure si richiede una misura più drastica di allontanamento (Residenze universitarie non ce ne sono nella città in cui studi? Collegi? Studentati? Il tuo ragazzo vive anche lui dai suoi?)

Dico tre anni perchè se durante i 4 o 5 anni di specializzazione non sei andato ancora a convivere col tuo ragazzo ti caccio io da casa dei tuoi :lol: :D
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drew23
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Re: La solita vechia storia della famiglia che non accetta..

Messaggio da drew23 » mercoledì 10 agosto 2011, 17:19

Telemaco ha scritto:
drew ha scritto:non lo avevo specificato ma ad ogni modo ho 21 anni e dovrei andare al 4 anno di medicina!
Ah bè ti capisco molto bene ho la tua stessa età. Uhm, se studi medicina hai decisamente bisogno dell'appoggio della famiglia fino almeno al sesto anno, perchè se vuoi fare le cose per bene non puoi accollarti il peso di vivere da solo col rischio di compromettere la serenità e l'efficienza degli studi; forse durante la specializzazione, ricevendo un parziale stipendio, potrai concederti il luso di pagarti un tuo affitto, o almeno di pagarti una vacanza senza dover chiedere i soldi (e quindi il permesso!) ai tuoi. Se la situazione è come ho specificato, allora devi giostrarti un po' sul compromesso: continui ad avere la comodità di stare dai tuoi, pagandola al prezzo di non poter essere del tutto libero di gestire la tua vita sociale.

Non penso sia del tutto impossibile riuscire comunque ad incontrare gli amici quando desideri, i tuoi spazi li devi esigere in ogni caso, indipendentemente dal tuo orientamento sessuale, cioè anche se tu fossi etero il loro comportamento non sarebbe giustificabile, e perciò, siccome sanno che sei gay, non ti resta che tentare col dialogo, cioè cercando di sfatare tutta la devastante quantità di pregiudizi e stereotipi che aleggia sul concetto di gay, se vedi che c'è un minimo di possibilità di dialogo da parte loro.

Se invece le porte sono sbarrate e i tuoi non lasciano scampo nemmeno al buon senso, ti rinvio alle minacce che ho esposto nel mio post precedente.

Insomma vedi un po' se per riuscire a vivere più serenamente i tuoi prossimi tre anni di studio è sufficiente un po' di labor limae contro la loro ottusità, oppure si richiede una misura più drastica di allontanamento (Residenze universitarie non ce ne sono nella città in cui studi? Collegi? Studentati? Il tuo ragazzo vive anche lui dai suoi?)

Dico tre anni perchè se durante i 4 o 5 anni di specializzazione non sei andato ancora a convivere col tuo ragazzo ti caccio io da casa dei tuoi :lol: :D
hai centrato ogni punto!sembra quasi che stai nella mia testa!!diciamo che il mio obiettivo era evitare di continuare a vivere gli anni di inferno vissuti finora xke fra 3 anni,una votla laureato, a costo di stare a pane e acqua me ne andrò di casa se la situazione sarà la stessa la specializzazione che la faccia qui da me è in antartide me ne andrò di qua!!come ho detto prima la mia università è abbastanza vicina quindi non ho la possibilità di chiedergli di andare in uno studentato(che ci sta) per via degli orari assurdi che impiegherei a frequentare i corsi!come hai detto tu non è giustificabile che io non possa manco vedere i miei amici -__- e un altra cosa che pure hai centrato era il fatto di non tenere segregate nella mura domestiche le cose che dicono e fanno...perchè cosi è piu facile "controllare" qualcuno se il tutto rimane nascosto e non detto(un po come quanto succede negli stupri che il tutto rimane nascosto, anche se è una cosa completamente diversa). I miei genitori oltre ch eessere abbastanza ipocriti sanno nascondere bene lo sporco sotto al tappeto e se la cosa continua lo farò gentilmente notare a tutta la famiglia quanto "la mia casa sia sporca". grazie per la risposta!:) eh spero tanto di convivere col mio ragazzo fra diversi anni!!:D

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Re: La solita vechia storia della famiglia che non accetta..

Messaggio da Telemaco » mercoledì 17 agosto 2011, 0:31

come ho detto prima la mia università è abbastanza vicina quindi non ho la possibilità di chiedergli di andare in uno studentato(che ci sta)
Eh cazz... è la sfiga dello studente "in sede" o "non sufficientemente pendolare"... la conosco bene :? :lol:
come hai detto tu non è giustificabile che io non possa manco vedere i miei amici

No alla fine un genitore può sbraitare quanto vuole contro il figlio, ma quando quest'ultimo è una persona che agisce razionalmente e va semplicemente a divertirsi con gli amici qualche sera, l'insensatezza della paranoia del genitore si denuncia da sola e non merita nemmeno di essere ribattuta... solo ignorata (se appunto, non c'è dialogo).
non tenere segregate nella mura domestiche le cose che dicono e fanno...perchè cosi è piu facile "controllare" qualcuno se il tutto rimane nascosto e non detto
Ho notato che è un fenomeno particolarmente tipico delle famiglie omofobiche l'innescarsi di questo ricatto psicologico contro il figlio gay: << io genitore omofobo ti sarò ostile finchè non avrò una qualche miracolosa smentita del fatto che tu non sei gay... e se questa smentita tardasse o non dovesse arrivare, nel frattempo è bene che ti sia vietato vivere tranquillamente come gli altri ragazzi della tua età perchè faresti una ""disdicevole vita da gay"">>.
E questo tentativo di controllo non può che poggiare sullo smanioso desiderio che la cosa sia insabbiata, che non se ne parli, che si taccia! :? :? :?
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Re: La solita vechia storia della famiglia che non accetta..

Messaggio da drew23 » giovedì 18 agosto 2011, 21:52

Telemaco ha scritto:
come ho detto prima la mia università è abbastanza vicina quindi non ho la possibilità di chiedergli di andare in uno studentato(che ci sta)
Eh cazz... è la sfiga dello studente "in sede" o "non sufficientemente pendolare"... la conosco bene :? :lol:
come hai detto tu non è giustificabile che io non possa manco vedere i miei amici

No alla fine un genitore può sbraitare quanto vuole contro il figlio, ma quando quest'ultimo è una persona che agisce razionalmente e va semplicemente a divertirsi con gli amici qualche sera, l'insensatezza della paranoia del genitore si denuncia da sola e non merita nemmeno di essere ribattuta... solo ignorata (se appunto, non c'è dialogo).
non tenere segregate nella mura domestiche le cose che dicono e fanno...perchè cosi è piu facile "controllare" qualcuno se il tutto rimane nascosto e non detto
Ho notato che è un fenomeno particolarmente tipico delle famiglie omofobiche l'innescarsi di questo ricatto psicologico contro il figlio gay: << io genitore omofobo ti sarò ostile finchè non avrò una qualche miracolosa smentita del fatto che tu non sei gay... e se questa smentita tardasse o non dovesse arrivare, nel frattempo è bene che ti sia vietato vivere tranquillamente come gli altri ragazzi della tua età perchè faresti una ""disdicevole vita da gay"">>.
E questo tentativo di controllo non può che poggiare sullo smanioso desiderio che la cosa sia insabbiata, che non se ne parli, che si taccia! :? :? :?
sull ultimo punto hai ragionissima in tutto e per tutto!!ogni cosa del vivere la mia vita normalmente per loro ha a che fare con i gay AIDS e stereotipi del genere :S e nonostante con loro io ci parli poco e siano dei trogloditi peggio dei contadini delle campagne medioevali(senza offesa eh!) il mio ragazzo mi ha persuaso a scrivere una lettera in cui scrivo le cose senza urlarle in faccia!spero che almeno cosi funzioni e che una minima cosa positiva ne esca!let's hope!:S

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Re: La solita vechia storia della famiglia che non accetta..

Messaggio da Telemaco » venerdì 19 agosto 2011, 17:42

Ottima l'idea della lettera. Permette di stendere giu' un argomento senza la concitazione di un confronto faccia a faccia e senza la rabbia per le reazioni isteriche di un interlocutore prevenuto. Speriamo solo che la loro omofobia non li abbia resi anche volontariamente analfabeti. :(
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