GAY E COMING OUT COME TENTAZIONE PERICOLOSA

La difficoltà di uscire allo scoperto
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GAY E COMING OUT COME TENTAZIONE PERICOLOSA

Messaggio da progettogayforum » sabato 15 ottobre 2011, 14:26

Caro Project mi chiamo F., ho 26 anni e sono di siciliano.
Ho scoperto il tuo sito qualche mese fa e l'ho subito messo tra i preferiti, per poterci tornare quando avrei avuto un pò di tempo per leggerlo con calma. Dopo averlo fatto oggi ho deciso di scriverti, per raccontarti la mia storia e per fare del bene a me stesso... Project più passano gli anni più mi rendo conto che ho sempre saputo di essere gay, sin alla più tenera età. I primi ricordi che mi vengono in mente risalgono a quando avevo più o meno 6 anni, ed ero affascinato del migliore amico di mio fratello un ragazzo bellissimo che ha
quasi 10 anni più di me. Ho in mente un flash di quel periodo in cui lui, mio fratello e altri ragazzi, erano fuori casa mia, lui scherzava e coccolava un mio compagno di scuola di allora ed io avrei voluto essere al suo posto. Questo ragazzo (l'amico di mio fratello) mi ha sempre messo in imbarazzo anche oggi quando lo vedo nonostante non abbia mai avuto fantasie su di lui di alcun tipo, oggi è padre di 2 splendidi figli, è una grande persona e in un certo senso mi fa piacere pensare che sin da piccolissimo avevo un ottimo fiuto
nell'interessarmi alle persone giuste ;). Scherzi a parte non ho affatto un ottimo fiuto anzi... lasciamo perdere, la pubertà e l'adolescenza sono stati 2 crocevia importanti per la conoscenza di me stesso. Ho scoperto il sesso (quello riguardante la pornografia) molto presto all'età di soli 12 anni, appena ho cominciato a sentire i primi impulsi sessuali, scoprii delle video cassette di film porno dei miei fratelli e quindi le cominciai a guardare segretamente. Sin da subito l'attrazione era verso il corpo maschile per quanto io cercassi di far finta di nulla tale era, col senno di poi credo che dentro di me non abbia mai represso più di tanto la mia vera natura al contrario di quanto abbia fatto e continuo a fare con il resto del mondo. C'è stato un periodo verso i 14/18 anni in cui immaginavo e prospettavo un futuro sentimentale con un'ipotetica ragazza (o anche ragazze reali ) poi ho cominciato ad immaginare prima con qualche resistenza, un futuro, un rapporto con un ipotetico ragazzo. Passo dopo passo anno dopo anno ho smesso di chiedermi se ci fosse in me qualcosa che non andava, ho smesso di colpevolizzarmi, ho smesso di
odiarmi, ho smesso di vergognarmi e ho imparato a capirmi e soprattutto ad amarmi. Fondamentalmente io oggi con me stesso non ho alcun problema, e ogni giorno che passa sento sempre più il bisogno di togliermi questa maschera e vivere liberamente la mia vita. Eppure non lo faccio... con la mia famiglia, i
miei amici, persino i miei colleghi di lavoro fingo di essere ciò che non sono e cioè un "normale" ragazzo etero con una vita sessuale strabordante, mi reputano quasi uno sciupafemmine, per le boiate pazzesche che racconto loro, sta di fatto che non ho mai avuto rapporti sessuali per il semplice fatto che non ho mai avuto le palle di essere me stesso fino in fondo. Eppure con il sesso teoricamente non ho mai avuto problemi anzi sono arrivato spesso li li con il farlo con delle ragazze, ma la mia "coscienza" gay mi ha sempre frenato, mentre non ho mai avuto occasione di poter avere rapporti con un ragazzo, che è
poi la cosa che desidero. Ho sprecato troppo tempo, troppi anni in questa situazione di stallo Project, mi sbatterei la testa al muro per il rimorso che provo per questo motivo, per aver perso tanto tempo prezioso. Se potessi tornerei indietro e cambierei tutto, cerco la forza di cambiare oggi eppure non ci riesco, o più semplicemente sono troppo vigliacco per volerci realmente riuscire. Ho pensato che il problema fossero i miei, 2 persone stupende ma che non capirebbero e soffrirebbero in maniera assurda la mia "confessione" e l'ultima cosa che voglio è farli soffrire. Ho paura che i miei amici possano guardarmi con occhi diversi, ed io ho lottato tutta la vita per non essere considerato diverso e non lo sopporterei. Ho pensato che cambiare città stare da solo potrebbe aiutarmi ma adesso non posso permettermelo, e allora cosa
fare? restare così e arrivare a 40 anni pieno di rimorsi ed esaurito? No! non ci penso nemmeno che debba finire così, io voglio amare, essere amato perchè so che ho tantissimo da dare e me lo merito anche. Reputo che il peccato più grande che si possa fare in vita è proprio quello di non viverla appieno, non innamorarsi, non fare l'amore, non creare qualcosa che duri e rimanga, altrimenti che si è vissuti a fare? Io ho paura di non poter mai provare tutto questo... So cosa significa infatuarsi di qualcuno l'ho provato a 20 anni con un mio amico, sono sicuro che anche lui provasse qualcosa per me, ma non abbiamo mai approfondito, lui era fidanzato, io ero lontanissimo da un possibile coming-out. La mia città è una città che non aiuta gli omosessuali, nel senso che questa realtà è vissuta nel privato totalmente repressa, tutti sanno se "X" è gay e lo nasconde, o cmq non lo rende pubblico e tutti però devono far finta di niente, ecco più o meno è questa la realtà in cui vivo. Mi capita ormai sempre più spesso, quando esco se sono a prendere un caffè al bar, o a ballare etc di accorgermi che un ragazzo mi guardi con insistenza e allora penso beh magari è gay potrei provarci ... ma no ho mai il coraggio di farlo, anche perchè penso che il famoso radar gay per quanto mi riguarda funzioni malissimo, ci avrò beccato si e o 2 volte. Ho paura anche di non trovare quello che cerco, ossia un ragazzo che sia maschio nel vero senso della parola, non effeminato, o cose varie. Ho insomma paura che ciò che sono in realtà non possa mai uscir fuori.
Project ti ho scritto questa lunga mail per capirne di più, ho bisogno sincero del tuo aiuto perchè non sta in terra che io debba vivere tutta la vita come un'ombra non ci voglio e non ci posso pensare.
PS se vuoi pubblica pure la mia mail se credi che possa servire a qualcuno, ti prego solo di mantenere l'anonimato, il mio indirizzo di msn è [omissis] se ti va aggiungimi,
un abbraccio F.,
e perdona la lunghezza eccesiva della mail, avevo molto da dire ;)

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Re: GAY E COMING OUT COME TENTAZIONE PERICOLOSA

Messaggio da progettogayforum » sabato 15 ottobre 2011, 15:17

Ciao,
la tua mail rappresenta lo stato d’animo di moltissimi ragazzi, ragazzi con la testa sul collo, ragazzi che vogliono vivere la loro vita ma che sentono fortissimo il freno dell’ambiente e della famiglia che li trattiene da ogni forma di manifestazione esterna che possa identificarli come gay. In situazioni come queste l’idea di stare letteralmente buttando via la giovinezza può venire in modo spontaneo, ma l’alternativa “reale” cioè quella praticabile, non solo sognabile, di fatto non si vede. Parliamoci chiaro, nelle rare situazioni in cui il comung out può non essere solo un pericolo, può avere, al limite, senso parlarne, ma c’è anche un fortissimo mito intorno al coming out: chi non c’è passato crede che si tratti di una svolta positiva nella vita che aprirà le porte di chissà quale paradiso terrestre e permetterà di risolvere tutti i problemi, ma la realtà è esattamente di segno opposto. Ci sono ragazzi che per avere fatto coming out in famiglia hanno visto deteriorarsi irrimediabilmente i rapporti con i genitori che si sono fatti solo formali, c’è addirittura chi non è più riuscito a tollerare, dopo, l’ambiente domestico. Per non dire del coming out nei luoghi di studio o di lavoro, che rischia di determinante la necessità di allontanarsi definitivamente da quegli ambienti. Mettersi a combattere contro l’ignoranza e il pregiudizio esponendosi in prima persona significa rischiare moltissimo e, in ambienti in cui il pregiudizio domina, la possibilità di ottenere qualche risultato è praticamente nulla, come se uno volesse rompere un muro a testate, il muro non lo romperà ma la testa se la romperà di certo. I gay dichiarati sono una ristretta minoranza e non è un caso che sia così. Tu stesso, se fino a 26 anni ti sei ben guardato dal dichiararti non lo hai fatto perché sei un vigliacco ma perché hai sale in zucca e quando ti metti a fare un bilancio di rischi enormi e benefici praticamente nulli del dichiararsi arrivi automaticamente alla conclusione che il gioco non vale la candela. Conosco tanti ragazzi gay che vivono in coppia stabile e vivono bene, ma che sono una coppia gay lo sanno solo pochi e serissimi amici, per gli altri sono due amici qualunque e spessissimo questo vale anche per la famiglia. Quando un ragazzo si dichiara in una famiglia che non è pronta a capire realmente di che si sta parlando non fa che mettersi nei guai e nel mettere nei guai anche i genitori che si trovano del tutto impreparati a gestire cose che non sono in grado di capire. Puoi vivere la tua vita benissimo e senza correre rischi troppo grossi, senza entrare in giri di ambienti particolari. Il mondo è pieno di ragazzi gay, in una scuola con 1000 studenti ce ne sono 80! Insomma perché questi ragazzi non si mettono in piazza? Hanno paura? Sì! Non paura di essere picchiati o simili, anche quello qualche volta, ma soprattutto paura di non essere capiti e accettati per quello che sono, e questa è una paura ben concreta. Insomma, certo, essere se stessi, non fare finta, con se stessi, di essere etero, non pensare di potersi anche innamorare di una ragazza, questo va benissimo, ma non bisogna rischiare sulla propria pelle in ambienti in cui non è proprio il caso di farlo. Ci sono associazioni gay che consigliano ai ragazzi di fare certamente coming out, perché questo aiuterebbe la santa causa gay, ma se per giovare alla santa causa gay si devono fare martiri, cioè ci deve essere gente che vive peggio di prima, allora la santa causa può aspettare, a me interessa il benessere dei ragazzi gay, qui e ora, dei grandi principi che si realizzeranno in un futuro ancora tutto da sognare non mi posso sentire paladino. Te lo dico con la massima partecipazione: il coming out è una strada senza ritorno e per sbagliare c’è sempre tempo. Se ne possono conoscere di ragazzi gay senza dichiararsi? Certo e molto più che dichiarandosi. Se ti dichiari i dichiarati ti accolgono bene ma i non dichiarati, che sono la grande maggioranza invisibile dei gay, ti evitano per non vedersi cucita addosso l’etichetta gay in un ambiente in cui portare quell’etichetta è un problema.

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