Machilosa faceva notare che tra i ragazzi di una certa cultura (universitaria) l’omosessualità non è considerata un problema e un c.o. non sarebbe disastroso. Però attenzione: 1) non so se sia proprio vero ovunque e comunque (in ogni caso gli universitari sono una minoranza nel nostro Paese …); 2) la società è composta di persone che hanno età diversissime (anzi: i cd. “anziani” sono sempre di più …) ed educazioni e formazioni culturali altrettanto diverse e non si può pensare di vivere la propria vita solo tra i cd. giovani culturalmente aperti (lo potrà fare un ventenne universitario per il tempo in cui studia, ma persone di età più matura come te o come me no …). Tutto questo per dire che se è comprensibile il tuo desiderio di poterne parlare alle persone che ti sono più vicine e che sono eterosessuali, occorre considerare che queste persone potrebbero non essere appunto adeguatamente educate e informate e che dunque parlare di omosessualità riferendola a te stesso invece che arrecarti un bene, potrebbe rivelarsi veramente un boomerang. Ma credimi. Questo vale per chiunque sia omosessuale ... me compreso (io ad esempio con gli eterosessuali ho più di qualche volta nel passato parlato di omosessualità, sotto vari aspetti … ho trovato anche atteggiamenti aperti … ma non ho mai ritenuto utile per cercare di discutere riferirla immediatamente a me stesso … perché il rischio che l’atteggiamento, sia pure involontariamente, cambiasse c’era).
Insomma. Se può confortarti, non sei assolutamente solo.
Ecco perché, un confronto con persone che come te si sono scoperte omosessuali credo sia utile per rasserenarti l’animo e per acquisire consapevolezza che si può riuscire a trovare un certo equilibrio nella propria vita. Senza strappi e senza fughe verso non si sa dove.
Quanto all’accettazione dico questo: gli stati d’animo che hai elencato (paura, vergogna ecc.) credo che molti di noi li abbiano vissuti almeno una volta nella loro vita. Sono emozioni che però andrebbero, come dire, “educate” o se vogliamo “controllate” anche attraverso un minimo di letture sull’argomento. E guarda che questo forum e i blog, che garantiscono assoluta riservatezza e segretezza, sono veramente una miniera di informazioni se hai la pazienza di leggere.
Accenni ai figli. Ok. Chi si è scoperto omosessuale e non ha fatto il passo di sposarsi, è probabile che non avrà figli. Naturali ovviamente. Sulle adozioni lascerei perdere, non perché le adozioni non meritino attenzione rispetto al tema dell’omosessualità, ma perché è argomento che qui da noi in Italia ha poco senso affrontare se prima non vengono risolti a monte una miriade di altri problemi che riguardano i “fondamentali” dell’omosessualità: vale a dire il rispetto della dignità delle persone, il riconoscimento del valore di una vita di coppia ecc. ecc. Però dico questo: ci sono coppie e anche persone single eterosessuali che non hanno figli, ci sono persone che hanno scelto la vita religiosa che non hanno figli. Non mi pare che tutte queste siano automaticamente disperate o condannate all’infelicità.
E così arrivo alla conclusione. La felicità. Non esiste una strada da indicare. La devi trovare tu. Partendo da te stesso. Magari anche grazie al confronto con altri. Lascia stare, in questa fase, l’obiettivo di sentirti accettato da parte delle persone con cui ti relazioni quotidianamente. Parti da te stesso. Credimi, la possibilità di mettere, con gradualità, un po’ di ordine nella vita c’è. Ed è alla portata di tutti. Te compreso. Un forte abbraccio.

P.S. per boy-com. Perdonami. Talvolta le parole lasciano spazio ai fraintendimenti o forse sono io che leggo qualche volta rapidamente.
