Vorrei cominciare ad essere me stesso.......

La difficoltà di uscire allo scoperto
Avatar utente
forseumano
Messaggi: 22
Iscritto il: lunedì 21 gennaio 2013, 12:57

Re: Vorrei cominciare ad essere me stesso.......

Messaggio da forseumano » domenica 27 gennaio 2013, 22:35

Potrebbe non aver detto quello che voleva dire, il tuo psicologo, però questa tesi non mi convince molto... Anche se è un discorso il suo che non condivido sul tema di valori, potrebbe comunque essere abbastanza (non completamente) verosimile, però, spogliato della forse erronea idea "è giusto così".
Mi spiego.
Avrei potuto condividere un discorso "leggermente" diverso, del tipo:

Sei in un ambiente che sai non ti accetterebbe facilmente.
Questo potrebbe anche suscitarti erronei sensi di colpa e di inadeguatezza.
Potresti quindi anche sentire di non aver la forza di lottare per affermare la tua persona, le tue preferenze e quello che desideri per tè stesso.
Forse pensi quindi, che una affermazione "socialmente accettabile" potrebbe dare a te la sicurezza di cui hai bisogno e agli altri l'idea che "in fondo non c'è nulla di male, guarda come se la cava bene".
Però non è del tutto realistico questo.
L'affermazione personale non ha niente a che fare con il fare "quello che gli altri si aspettano".
E i pregiudizi che le persone hanno, li superano e li possono superare a prescindere di quanto "socialmente" rispondano agli altri requisiti di "persona perbene" le persone che essi pregiudicano.
Detto questo, non è forse più importante accettare sè stessi, piuttosto che farsi accettare dalle altre persone?

Alyosha
Utenti Storici
Messaggi: 2475
Iscritto il: mercoledì 20 ottobre 2010, 0:41

Re: Vorrei cominciare ad essere me stesso.......

Messaggio da Alyosha » domenica 27 gennaio 2013, 22:50

Caro gio ho dato un'occhiata un pò a tutta la discussione, è ovvio che ti chiarirai direttamente con il tuo psicologo. La rispota che ti ha dato a me ha suggerito proprio altro tipo di considerazione. Accettarsi in quanto gay vuol dire far sparire il fatto di essere gay dal novero dei problemi, quello che pensano di te gli altri resta un problema degli altri e non più un problema tuo in quanto il giudizio degli altri ha effetti su di te. Se un gay ha accettato la sua omosessualità ha con questo risolto i suoi problemi? Cosa gli resterebbe da fare per essere felice se non realizzare se stesso in quanto persona non in quanto gay. In questo senso se uno considera l'essere gay una normalità i problemi che si pone sono altri. Un etero che accetta la sua eterosessualità è perciò stesso felice, sa essere sempre se stesso? Intendo dire per il fatto stesso di esssere gay. Uno probabilmente si accetta come gay quando il problema dell'essere gay sparisce, non lo si vive più come un problema.

arrofus
Messaggi: 151
Iscritto il: mercoledì 29 settembre 2010, 1:06

Re: Vorrei cominciare ad essere me stesso.......

Messaggio da arrofus » venerdì 1 febbraio 2013, 16:35

Allora, io non so quasi nulla di psicologia. Ti posso però dire che ho parlato con uno psichiatra-neurologo molto serio, non perché avessi problemi sull'omosessualità (almeno, ormai non ne avevo più) ma perché i miei genitori mi hanno costretto ad andarci perché volevano parlarci loro.

Da ciò che ho capito di quello che ha detto lo psicologo, ecco la mia opinione:

Questo psicologo dice cose senza senso secondo il mio parere. Per me questa è omofobia. E non dire mai: "bello quel ragazzo" non è discrezione, è repressione. Io non conosco una persona eterosessuale, dico una, che non parli mai di ragazze con amici, parenti (bada bene, amici, non dico di sventolare per strada le cose). Per me questo è uno psicologo omofobo, probabilmente cattolico beghino, e io lo avrei già salutato.
Sono d'accordo solo col fatto che dice che ti vergogni, ti senti in colpa, incolpi gli altri ecc. ecc, ma su questo non ci vuole un dottorato ad Harvard in psicologia e un post doc a Cambridge, è una cosa che succede a tutti gli omosessuali, grazie anche a "professionisti" della salute mentale come lui. Il problema NON ESISTE, non c'è, è un falso problema, che tu vedi solo a causa di un lavaggio del cervello che è partito quando sei diventato cosciente di essere vivo (tra i 18 e i 24 mesi) e continua ancora ora. Scusa i toni ma sono francamente sconvolto, sto cercando di scrivere con calma.
Ti consiglio di non far parlare MAI questo psicologo con i tuoi genitori perché potrebbe convincerli che devi nasconderti fino a quando sei "affermato". Dopo di che sarebbe un punto di non ritorno. Affermato? Ma cosa c'è di più affermato che appartenere a sé stessi con tutti? Poteva suggerirti direttamente di aspettare anche di avere una moglie e due figli, e poi "dichiaravi" di essere gay.

Lo psichiatra che ha parlato con i miei genitori ha detto che non esiste nessun problema, che non devo nascondere niente perché non ho nulla da nascondere, che non devo pensare agli altri, che non ha senso pensare "studio, mi trovo un lavoro e poi mi dichiaro" come dice mia mamma, e che anche l'idea di "andarsene" perché si è omosessuali è un'idiozia. Ci si allontana per lavoro se serve.
Lo ha detto ai miei genitori, non si tratta di chiacchiere di incoraggiamento che ha detto a me.
Io sto facendo così, e sai quanti problemi ho avuto? Nessuno, tranne i miei genitori, ma si abitueranno. Soddisfazioni? Infinite, anche dai miei genitori.

Volevo scrivere un post in un'altra sezione per ringraziare tutti del supporto datomi in questi anni, parlare di come vanno molto meglio le cose ora, ma ho visto questo e mi sono infervorato. Lo farò la prossima volta, ora sono nervoso.

E che nessuno scriva che io non posso parlare perché non sono uno psicologo: se quello deve aiutarti io allora sono Platone. Al limite ti aiuterà nella misura in cui tu metterai in discussione quello che dice. Dirlo quando ci si sente pronti sì, ma stare a sentire un tizio che pensa che la gente aspetti che ti "sistemi" per accettare che sei omosessuale...vabbè non ho più parole. La gente penserà solo: ma a quest'età impazzisce e diventa gay? è malato? La "gente", questo ipotetico mostro a cui noi pensiamo sempre con terrore e timore reverenziale ma a cui in realtà, in fondo, non interessa niente di noi, parla sempre, critica sempre, esattamente come noi (che facciamo parte della "gente" per gli altri) esprimiamo e critichiamo altre persone, ma poi non ci interessa nulla di loro, meno di zero. Chi vuole vivere in funzione della gente, però, è il benvenuto, nessuno glielo impedisce, non si può legiferare su questo (non ancora, almeno).
Cerca di chiarire con lo psicologo questa cosa, non evitare di parlare e di chiedere di fronte a cose (in questo momento) così importanti, tanto la tomba ti darà tutto il tempo che vuoi per stare in silenzio.
Poi se si riferiva a "studia, fatti un lavoro ecc" in senso assoluto, al di là dell'essere omosessuale, rimangio tutto quello che ho detto, e sono d'accordo con lui. Proprio perché essere omosessuali non è NIENTE.

Alyosha, noto che cominciamo a pensarla in modo più simile, o almeno così sembra dal tuo ultimo post.

william27
Messaggi: 92
Iscritto il: sabato 27 ottobre 2012, 15:07

Re: Vorrei cominciare ad essere me stesso.......

Messaggio da william27 » sabato 2 febbraio 2013, 13:16

Ovviamente, nemmeno io sono uno psicologo, ma mi piacerebbe dire la mia perchè è una situazione che sto attraversando anch'io e proprio ora...
Io penso che, se si sono raggiunti un buon livello di consapevolezza ed un certo grado di serenità interiore, iniziare a dichiararsi con POCA gente FIDATA è un'ottima spinta....ok, molti diranno: "il CO non è obbligatorio, attenzione, bla bla bla..." e questo lo pensavo anch'io fino a poco fa.....
Ma se siamo noi i primi ad aver paura anche solo di dire: "sono gay", da questa situazione non se ne esce....proprio perchè si tratta di una cosa normale, iniziare ad aprirsi all'inizio con amici veri aiuta moltissimo, anche perchè, a meno che non sia gente proprio retrograda, alcuni sono abbastanza aperti...
Io per ora mi sono dichiarato con un amico ed un'amica, e l'ho trovato molto liberatorio...e soprattutto, dopo anni di guerre contro me stesso, spontaneo, naturale...come a dire: ok, facciamo crollare questa barriera, ho voglia di essere me stesso e mostrarvi anche questo lato di me.."
Poi, una volta che si è iniziato con una cerchia ristretta, se capitasse l'occasione, non ci sarebbe nulla di male nel dichiararsi anche con altri...se continuiamo con questa paura, allora significa che stiamo accettando la discriminazione!! o che siamo i primi a vedere l'omosessualità come un qualcosa di troppo particolare, di troppo diverso, troppo poco normale per dirlo agli altri!! Io ancora non ho raggiunto al 100% la serenità interiore, ma inizio a rendermi conto del fatto che agli altri non interessa nulla se mi piacciono i ragazzi o le ragazze..sono sempre io!!
E se dovessero guardarmi diversamente, allora sarebbe un problema loro!!
Tutto questo per dire che secondo me aspettare di laurearsi, affermarsi nel lavoro ecc... per ammettere agli altri la propria omosessualità, se dentro di noi non abbiamo più problemi con questo aspetto, mi sembra troppo...anch'io ho fatto ragionamenti del genere, ma è davvero avvilente prefissarsi delle tappe per essere se stessi...
Anche perchè: E se il lavoro non lo si trovasse subito? E se non si riuscisse ad essere indipendenti? O se si riuscisse a lavorare stabilmente ma in un ambiente ristretto per dire, o in cui sei subordinato ai voleri di qualcuno che tu pensi che se sapesse di te potrebbe farti uno sgambetto? In tutti questi casi cosa si dovrebbe fare, continuare a nascondersi?? :shock:
E comunque, alla fine di tutto questo mio discorsone, che ho sentito l'esigenza di scrivere, anche per me stesso visto che me lo sono fatto più volte anch'io e non senza crisi, vorrei anche precisare che io l'ho fatto perchè ho la fortuna di vivere in una grande città e di avere intorno gente matura e con un po' di cervello, probabilmente anche risultato di una cernita portata avanti nel tempo 8-) .....se vivessi in una piccola città, o avessi amici ristretti mentalmente, non so se sarei arrivato alle stesse conclusioni...quindi, che non prendiate il mio discorso come: "questo fino a ieri diceva di non dirlo a nessuno, e ora fa una propaganda pro-coming out!!" :D :D :D

PS: ciao arrofus, ripensandoci, dopo tempo sono arrivato alle tue stesse conclusioni forse, chi l'avrebbe mai detto? :o ;)
Anche se io, per ora, sono solo nella fase iniziale!! ^^

Salvatoreh
Messaggi: 3
Iscritto il: venerdì 18 gennaio 2013, 15:25

Re: Vorrei cominciare ad essere me stesso.......

Messaggio da Salvatoreh » sabato 2 febbraio 2013, 14:51

Ero un adolescente quando presi coscienza del mio orientamento sessuale, non mi posi il problema di doverlo dichiarare o meno, sapevo che i miei sentimenti erano sinceri, e mi limitai a vivere la mia condizione senza sventolare bandiere, ma soprattuto senza reprimermi. Non sono tenuto a fare coming-out con altre persone che non fanno parte della mia vita, ma voglio presentare il mio compagno come tale, punto, senza doverlo nascondere in un sottoscala. Credo che oggi il problema sia nello stato e nella chiesa, che non si adoperano per identificare l'omosessuale, per dire che dichiararsi serve veramente a poco. Parlando con un sacerdote che difendeva le posizioni del papa, mentre io criticavo la sua omertà verso i reati di omofobia, mi disse che il magistero non può valutare una persona secondo il suo orientamento sessuale, differenziando la tendenza dal comportamento omosessuale, e io rimasi allibito, rispondendo che io mi riferivo a quegli individui che hanno già preso coscienza di se stessi, e ai relativi diritti che vanno riconosciuti, e che il magistero è complice dell'intolleranza e delle fisime che appartengono solo al nostro paese.
In sintesi, è inutile urlare ai quattro venti la propria condizione sessuale, il sistema non ci riconosce, si limita a dire che ci tollera perchè non esistiamo proprio.

Salvatoreh

william27
Messaggi: 92
Iscritto il: sabato 27 ottobre 2012, 15:07

Re: Vorrei cominciare ad essere me stesso.......

Messaggio da william27 » sabato 2 febbraio 2013, 15:44

e comunque, per chiarire, perchè potrei essere frainteso, io non intendevo nemmeno sbandierare a tutti indistintamente il proprio orientamento sessuale...semplicemente, se dovesse capitare il discorso "gay", o se dovessero farmi battute tipo: "hai visto che figa quella? perchè non ci provi?"..beh...anzichè tergiversare e inventarmi cavolate, direi che potrei iniziare a parlare!! :D
E poi, si parla spesso di battute, e ho l'impressione che l'idea che giri è che se uno non commenta ad alta voce che un ragazzo è carino è un omofobo interiorizzato o un gay represso ecc..io non la penso così..nemmeno se fossi etero farei commenti del genere.....è ovvio che non critico chi li fa, gay o etero non ha importanza, ma gli occhi ce li abbiamo tutti, e il fatto che uno non commenti ad alta voce, per me sì.....potrebbe significare semplicemente che si è un tipo discreto!! ^^
L'ultima parte l'ho messa x riprendere l'opinione della psicologa :)

Alyosha
Utenti Storici
Messaggi: 2475
Iscritto il: mercoledì 20 ottobre 2010, 0:41

Re: Vorrei cominciare ad essere me stesso.......

Messaggio da Alyosha » sabato 2 febbraio 2013, 16:04

Mi accodo ai non esperti di psicologia così facciamo filotto :lol:. Ho letto il discorso fatto in modo penso nettamente diverso da quello che aveva dato gio92 tutto qui. Per il resto mi preme ricordare che psichiatra e psicologo non sono affatto la stessa cosa, come non lo sono lo psicologo clinico e lo psicanalista e che tante volte si mette tutto nel mucchio come fossero la stessa cosa. La psicoanalisi è una metodologia specifica, con le sue mille sfumature e approcci terapeutici, tra l'altro attriti con il proprio terapeuta sono abbastanza normali, per tutta una serie di meccanismi che non sto qui a spiegare. Fa parte un pò dell'evoluzione della terapia e non me ne preoccuperei più di tanto. Tante volte la psicoanalisi da l'impressione di restare fermi, perché i cambiamenti sono molto lenti, la destrutturazione avviene dall'interno, poi succede che ci si confronta un pò con il passato o anche con le altre persone e ci si accorge che qualcosa lentamente è proprio cambiato.
Se poi diciamo che l'omosessualità non è una patologia non ci lamentiamo se in ambito psicoterapeutico non venga presa in considerazione più di tanto. La psicoanalisi risolve problemi, non finti problemi e il problema dell'accettazione è innegabilmente un problema legato al contesto (un gay che ha problemi nell'accettarsi è perfettamente sano, visto che si trova dentro un contesto omofobo per intenderci).
Ultima modifica di Alyosha il domenica 3 febbraio 2013, 15:41, modificato 1 volta in totale.

arrofus
Messaggi: 151
Iscritto il: mercoledì 29 settembre 2010, 1:06

Re: Vorrei cominciare ad essere me stesso.......

Messaggio da arrofus » domenica 3 febbraio 2013, 14:36

Salvatoreh, hai indubbiamente ragione che ci siano problemi nella Chiesa e nello Stato, ma il primo problema siamo noi, per stare bene con noi stessi dobbiamo lavorare su di noi. Inutile lamentarci e piangerci addosso. In Spagna e in Canada sicuramente sono stati in condizioni simili a quella attuale in Italia prima di arrivare a come stanno ora.

William27, magari se fossi vissuto in un piccolo paese ci avresti messo più tempo a raggiungere queste conclusioni, o forse chissà, meno tempo perché sarebbe stato più facile fare amicizie profonde e durature. Non proiettiamo sempre tutto sull'ambiente, direi, specialmente le cose positive. Un mio amico che vive in una grande grande città si lamenta che io sono più fortunato a vivere in un minuscolo paese, dicendo che sto in una situazione molto migliore in termini di amicizie e rapporti. Io sono completamente libero, in termini di coming out, e lui è completamente oppresso. Io non concordo con questa sua visione della situazione, ma te la riporto per dirti che si può dire tutto e il contrario di tutto, ma quello che conta è lavorare su di noi (fin quando non stiamo in un posto come l'Iran o in posti in cui ti aggrediscono fisicamente).

william27
Messaggi: 92
Iscritto il: sabato 27 ottobre 2012, 15:07

Re: Vorrei cominciare ad essere me stesso.......

Messaggio da william27 » domenica 3 febbraio 2013, 15:33

Concordo arrofus, e pensare che prima ti andavo pesantemente contro!! :D
Secondo me nascondersi in eterno non solo è frustrante, ma addirittura è una condizione in cui siamo noi a voler rimanere, a meno che, ovviamente, non si rischi il linciaggio o chissà quali altre pesanti ripercussioni!!
Tra l'altro, io sono dell'idea che dopo il CO anche la qualità delle relazioni migliori profondamente, perchè io ci sono argomenti/situazioni/confidenze che evito accuratamente, proprio per evitare di dire di me, col risultato che, ovviamente, su certi argomenti non dico mai la mia, al massimo mi limito ad ascoltare, e questo penso sia limitante per un rapporto che crediamo sia degno di importanza!! :)

Avatar utente
Gio92
Utenti Storici
Messaggi: 633
Iscritto il: domenica 6 settembre 2009, 18:19

Re: Vorrei cominciare ad essere me stesso.......

Messaggio da Gio92 » domenica 3 febbraio 2013, 19:10

arrofus ha scritto:Allora, io non so quasi nulla di psicologia. Ti posso però dire che ho parlato con uno psichiatra-neurologo molto serio, non perché avessi problemi sull'omosessualità (almeno, ormai non ne avevo più) ma perché i miei genitori mi hanno costretto ad andarci perché volevano parlarci loro.

Da ciò che ho capito di quello che ha detto lo psicologo, ecco la mia opinione:

Questo psicologo dice cose senza senso secondo il mio parere. Per me questa è omofobia. E non dire mai: "bello quel ragazzo" non è discrezione, è repressione. Io non conosco una persona eterosessuale, dico una, che non parli mai di ragazze con amici, parenti (bada bene, amici, non dico di sventolare per strada le cose). Per me questo è uno psicologo omofobo, probabilmente cattolico beghino, e io lo avrei già salutato.
Sono d'accordo solo col fatto che dice che ti vergogni, ti senti in colpa, incolpi gli altri ecc. ecc, ma su questo non ci vuole un dottorato ad Harvard in psicologia e un post doc a Cambridge, è una cosa che succede a tutti gli omosessuali, grazie anche a "professionisti" della salute mentale come lui. Il problema NON ESISTE, non c'è, è un falso problema, che tu vedi solo a causa di un lavaggio del cervello che è partito quando sei diventato cosciente di essere vivo (tra i 18 e i 24 mesi) e continua ancora ora. Scusa i toni ma sono francamente sconvolto, sto cercando di scrivere con calma.
Ti consiglio di non far parlare MAI questo psicologo con i tuoi genitori perché potrebbe convincerli che devi nasconderti fino a quando sei "affermato". Dopo di che sarebbe un punto di non ritorno. Affermato? Ma cosa c'è di più affermato che appartenere a sé stessi con tutti? Poteva suggerirti direttamente di aspettare anche di avere una moglie e due figli, e poi "dichiaravi" di essere gay.

Lo psichiatra che ha parlato con i miei genitori ha detto che non esiste nessun problema, che non devo nascondere niente perché non ho nulla da nascondere, che non devo pensare agli altri, che non ha senso pensare "studio, mi trovo un lavoro e poi mi dichiaro" come dice mia mamma, e che anche l'idea di "andarsene" perché si è omosessuali è un'idiozia. Ci si allontana per lavoro se serve.
Lo ha detto ai miei genitori, non si tratta di chiacchiere di incoraggiamento che ha detto a me.
Io sto facendo così, e sai quanti problemi ho avuto? Nessuno, tranne i miei genitori, ma si abitueranno. Soddisfazioni? Infinite, anche dai miei genitori.

Volevo scrivere un post in un'altra sezione per ringraziare tutti del supporto datomi in questi anni, parlare di come vanno molto meglio le cose ora, ma ho visto questo e mi sono infervorato. Lo farò la prossima volta, ora sono nervoso.

E che nessuno scriva che io non posso parlare perché non sono uno psicologo: se quello deve aiutarti io allora sono Platone. Al limite ti aiuterà nella misura in cui tu metterai in discussione quello che dice. Dirlo quando ci si sente pronti sì, ma stare a sentire un tizio che pensa che la gente aspetti che ti "sistemi" per accettare che sei omosessuale...vabbè non ho più parole. La gente penserà solo: ma a quest'età impazzisce e diventa gay? è malato? La "gente", questo ipotetico mostro a cui noi pensiamo sempre con terrore e timore reverenziale ma a cui in realtà, in fondo, non interessa niente di noi, parla sempre, critica sempre, esattamente come noi (che facciamo parte della "gente" per gli altri) esprimiamo e critichiamo altre persone, ma poi non ci interessa nulla di loro, meno di zero. Chi vuole vivere in funzione della gente, però, è il benvenuto, nessuno glielo impedisce, non si può legiferare su questo (non ancora, almeno).
Cerca di chiarire con lo psicologo questa cosa, non evitare di parlare e di chiedere di fronte a cose (in questo momento) così importanti, tanto la tomba ti darà tutto il tempo che vuoi per stare in silenzio.
Poi se si riferiva a "studia, fatti un lavoro ecc" in senso assoluto, al di là dell'essere omosessuale, rimangio tutto quello che ho detto, e sono d'accordo con lui. Proprio perché essere omosessuali non è NIENTE.

Alyosha, noto che cominciamo a pensarla in modo più simile, o almeno così sembra dal tuo ultimo post.
caro arrofus,
il fatto che ti sei innervosito non è una giustificazione per offendere il mio psicologo;

1)neanche lo conosci.

2)Non è cattolico beghino come hai detto tu.

3)tu hai scritto "sono d'accordo solo col fatto che dice che ti vergogni, ti senti in colpa, incolpi gli altri ecc. ecc, ma su questo non ci vuole un dottorato ad Harvard in psicologia e un post doc a Cambridge, è una cosa che succede a tutti gli omosessuali, grazie anche a "professionisti" della salute mentale come lui."

Tu non sai com'è complessa la psiche umana. In alcuni casi (la maggior parte) serve uno psicologo per mettere a posto le cose. E inoltre ti consiglio di non fare di tutta l'erba un fascio, perchè se alcuni psicologi non sanno fare il proprio mestiere, ma non significa che TUTTI gli psicologi sono incompetenti. Questo stereotipo mi da troppo fastidio.

4) Non è assolutamente omofobo, ANZI... lui è stato il primo nella mia vita che mi ha aiutato ad accettare la mia omosessualità grazie a ore e ore di seduta con lui, abbiamo parlato dell'omosessualità in tutte le sue sfaccettature.

5)hai scritto ancora: E che nessuno scriva che io non posso parlare perché non sono uno psicologo: se quello deve aiutarti io allora sono Platone.

Certo che puoi parlare, in modalità più gentili ed educate, cortesemente. E "QUELLO", come lo hai chiamato tu, sicuramente è una persona intelligente ed equilibrata, a differenza tua.

6)Cerca di contenerti perchè la tua impulsività mi ha dato molto fastidio.

E concludo dicendo: non dico che il mio psicologo ha ragione, ma di certo non perdo le staffe con lui, cerchiamo di ragionare con calma in terapia, nessuno è perfetto.
Non è forte chi non cade, ma chi cade ed ha la forza per rialzarsi!

Rispondi