Come fregarsene del giudizio degli altri?

La difficoltà di uscire allo scoperto
Vacuum
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Re: Come fregarsene del giudizio degli altri?

Messaggio da Vacuum » sabato 9 marzo 2013, 19:27

Oggi un mio compagno di classe, (probabilmente gay represso, che chiamerò Raffaele, nome inventato), chiede a me e a Paolo (altro nome inventato) che è dichiarato in classe, se facciamo quelle "cose" insieme :shock:
Raffaele è un deficiente che da Settembre prende in giro Paolo, per la sua effemminatezza.
Una volta voleva costringerlo in bagno a fare quelle cose, gli chiese la lista di tutti i gay della scuola e il primo giorno di scuola voleva sapere se io lo fossi.
E tutti i maschi della classe, un giorno, raggruppandosi intorno a Paolo, gli chiesero se io e lui stiamo insieme. Chiedendoglielo in un modo strano, divertito.

Sentìì un conflitto pressante in me, tra quello che sono (che voglio nascondere per paura) e la massa di gente.

La cosa che trovo strana, come mai a loro suscita così tanto interesse? Come l'avranno capito di me? Io mi reputo abbastanza normale negli atteggiamenti. Secondo me sono tutti gay repressi in quella classe e l'hanno capito grazie al gay radar.
Vacuum ha scritto: Un giorno ad esempio c'era tutta la scuola fuori e questi stro..i in classe con me, prendendomi di mira decisero di sputarmi, picchiarmi e insulti pesanti. Tutti gli altri che gridavano rissa, divertiti, come se fosse uno spettacolo divertente.
Io cercai di difendermi, mi uscì sangue. Me ne andai e tutti gli altri da lontano mi gridavano FR.CIO.
Un anno dopo mi chiesero alcuni: "Ei ma sei tu .........., quello a cui hanno spaccato la faccia?"
Comunque Raffaele è uno di quelli della mia scuola, che ancora dopo due anni, a volte mi parla di quell'episodio.
Naturalmente divertito come tutti gli altri str*** dalla faccia sporca.
E oggi, ad una mostra scolastica mi ha minacciato dicendomi che mi farà uscire ancora più sangue di quel giorno.
E in più mentre camminavo, mi seguiva, mi fissava. Con arroganza.

In quel momento mi sono sentito arrabbiato e depresso.
Tremavo, avevo un forte senso di tremolio, scaturito dalla sofferenza del passato.
Una ferita dentro che si apriva.
Mi sono sentito ferito anche da certe risatine di alcuni, amici di colui che mi picchiò, che in quel momento sembravano partecipare al gioco.

Stavo incominciando a sentirmi più menefreghista di queste merde, ma mi ha rievocato quel dolore. Quel dolore e quel sangue che scorrevano quel giorno.

Mi sento ingabbiato nel passato, perchè vivo ogni giorno con il rimpianto di non aver dato il meglio di me con certe persone. Per questo spero in una vendetta.
Intanto il mio presente sta andando a quel paese.
Penso che potrò soltanto finchè non troverò la mia strada, l'unica a darmi felicità.
Ma è dura riuscire a liberarsi dalle sofferenze del passato, perchè significa abbandonare quello per cui eri sempre abituato.
Ogni giorno vivo con questo chiodo fisso.

Io mi chiedo come fanno certe persone a non essere mai state ostacolate così.
Si, ci sono cose più gravi, ma immagino che per nessuno sia bello sentirsi presi di mira ed infastiditi, da gente a cui non hai mai fatto nulla.
Tra l'altro con divertimento e arroganza.
E derisi da mezza scuola che guarda lo "spettacolo" come in un patibolo.

Sono sbagliato io? O ho tutto il diritto di sentirmi a disagio?
Perchè con questa gente è così difficile sentirsi spontanei e tranquilli.

Voglio soltanto essere felice, sentirmi libero, mettere i paletti tra questo tipo di persone.. Ma ho notato che anche se le ignori, insistono. Con le loro idee, giudizi e cattiverie.
Siamo tutti quanti sottoposti a questo tipo di cose?
O solo chi è fortunato non lo è?
E per fortunato intendo coloro che hanno raggiunto la serenità e il fregarsene di tutti?
La più grande prigione in cui le persone vivono
è la paura di ciò che pensano gli altri.

Micky93
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Re: Come fregarsene del giudizio degli altri?

Messaggio da Micky93 » sabato 9 marzo 2013, 22:01

Vacuum, da quel che racconti sembra che la situazione stia volgendo verso il peggio. Ti trovi in una situazione terribile, perché sai che se non reagisci la situazione finirà male, ma al contempo sai che coinvolgendo una sovra-autorità come insegnanti e presidi si dovrebbe farne una questione molto visibile, e per te sarebbe come fare outing forzato. In psicologia questa situazione è detta paradosso, perché qualunque scelta si operi si giunge sempre a un risultato tendenzialmente negativo.

Non voglio dire che l'outing sia qualcosa di negativo, ma se una persona non vuole farlo e si ritrova a doverlo fare forzatamente può essere vissuto negativamente. Per aiutarti dovrei conoscerti personalmente, ma posso darti qualche dritta sulla scorta della mia esperienza.

Alle medie ho passato anche io un periodaccio. Ho reagito reprimendomi e passando per etero (sono un bravo attore). Al tempo un ragazzo che avevo in classe, uno di quelli che mi sfottevano molto, era finito in gruppo con me al laboratorio di informatica. In laboratorio era sempre buio, e lui un giorno ne ha approfittato per farmi toccare il suo pene in erezione con la scusa di prendergli le chiavi di casa. Oggi non ci cascherei ovviamente, ma allora ero un po' ingenuo...

Ti ho fatto quest'aneddoto per farti comprendere che verso di noi molti hanno un atteggiamento ambivalente. Significa che ci odiano ma sono incuriositi, ma soprattutto odiano il fatto di essere incuriositi, il fatto di non riuscire a ''odiarci'' totalmente. Immagino tu non sia uno di quelli con la lingua ''tagliente''. Nemmeno io lo ero. E al giorno d'oggi puoi avere tutti i muscoli che vuoi, ma ne ammazzi più con la lingua che coi pugni.

Premetto che la spiegazione e il suggerimento che sto per darti sono davvero riduttivi e inesaurienti. Ti sembreranno certamente cose campate per aria, ma in situazioni concrete a me sono serviti.

Io lo liquiderei prendendolo di petto in una situazione in cui tutti possano sentire. Come mai tutto questo desiderio di picchiare? Perché questo bisogno di contatto? La violenza è sì un contatto dirompente, ma è pur sempre un dover-venire-a-contatto con qualcosa. Faccio una gran fatica a spiegarti la tecnica che uso io con queste persone scrivendo; io da buon freudiano partirei chiedendogli cosa gli piace di più quando mi mena: toccarmi o godere delle mie urla? Se viene posto in evidenza il sadismo di un atto di fronte a molti, credimi, è difficile che poi questo si ripeta di fronte a quei tutti, servirebbe solo a confermare le mie ipotesi: che questa persona prova del piacere sessuale a menare un ragazzo gay. Una delle cose migliori da fare comunque è fare di continuo domande orientate a fargli ammettere che prova del piacere. Siamo tutti molto terrorizzati dalla sessualità e dal peccato, noi esserini umani.
Il guaio del caso Eichmann era che uomini come lui ce n'erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali.

Hannah Arendt.

barbara
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Re: Come fregarsene del giudizio degli altri?

Messaggio da barbara » sabato 9 marzo 2013, 22:07

Sono giunta alla stessa conclusione di Micky sul perchè a loro interessa tanto sapere se sei gay o no. Potrei dirti che durante l'adolescenza moltissimi ragazzi eterosessuali avvertono dentro di loro in modo più o meno consapevole delle pulsioni omosessuali. Questo fa parte della crescita ed è una caratteristica dell'adolescenza. Ovviamente sono sensazioni che spaventano molto questi ragazzi. La maggior parte di loro cerca di non pensarci, di negarle , ma il dubbio di essere o diventare gay esiste. Ci sono ragazzi che per scaricare l'ansia che vivono su questo aspetto hanno bisogno di mettere fuori di sè questa parte che temono. Perseguitare un gay significa un po' esorcizzare la paura di esserlo. Questa potrebbe essere una spiegazione dell'ossessione di quel tuo compagno.
La sua invadenza non ti lascia respiro, a quanto racconti. In effetti non è che ti senti perseguitato, ma lo sei veramente. Sentirsi invasi ogni giorno da questa pressione esterna è un'esperienza molto pesante e comprendo anche quando dici che ti senti in colpa per non essere riuscito a reagire come vorresti.
E' una reazione molto umana. Chi è vittima di una prevaricazione prova spesso questo. In un certo senso si ritiene responsabile per essere rimasto inerme di fronte all'aggressione . La vittima di bullismo comincia a pensare di essere un debole e pensa molto spesso alla vendetta , perchè sente il bisogno di pareggiare i conti. Tutto questo fa parte della situazione stressante che vivi.
E' difficile darti consigli, ma credo che già riuscire a descrivere ciò che ti succede sia molto importante . Ciò aiuta a prendere un po' le distanze da questa cosa e vederla meno enorme e minacciosa.
Cerca di fare anche il possibile per trovare dei momenti in cui non pensi a questo , momenti solo tuoi , nei quali riesci a liberare la mente e a concentrarti su altro. Solo tu puoi sapere in che modo e con quali sistemi riuscirci, ma sono certa che sia molto utile farlo.
Purtroppo sono tanti i ragazzi che vivono una situazione simile alla tua. E' stato proprio pensando a loro che tempo fa scrissi sul forum un racconto , che è dedicato proprio ai ragazzi come te, ragazzi che nel silenzio ogni giorno questa grande fatica.
ti lascio il link se vorrai leggerlo.
viewtopic.php?f=20&t=973
In bocca al lupo Vacuum e tienici aggiornati.

Machilosa
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Re: Come fregarsene del giudizio degli altri?

Messaggio da Machilosa » sabato 9 marzo 2013, 22:25

Vacuum ha scritto:Sono sbagliato io? O ho tutto il diritto di sentirmi a disagio?
Perchè con questa gente è così difficile sentirsi spontanei e tranquilli.
Caro Vacuum, NO, non sei sbagliato ed hai tutto il diritto di sentirti a disagio.
Vivere una situazione simile non è sicuramente piacevole, di fatto non sarebbe compito tuo cercare di opporti, bensì compito dei tuoi insegnanti cogliere la situazione e porvi rimedio; forse potresti parlarne con loro, è l'unica cosa che tu potresti fare, oltre ad aspettare che questo periodo finisca.
So bene quanto l'attesa possa essere snervante e quanto il tempo sembri molto più dilatato, durante l'adolescenza (compiuti vent'anni, non fai in tempo a rendertene conto che, improvvisamente ne hai già 25...), però non disperare. La scuola è una fase, relativamente breve della nostra vita. Di solito gli atti di bullismo si esauriscono lì, poi le persone crescono, quelle che restano indietro spesso fanno poca strada; in poche parole, o il bullo si fa furbo, o resta fesso.
Magra consolazione, forse, ma voglio raccontarti in poche parole quali siano le basi del bullismo, secondo alcune teorie psicologiche.
Il bullo non è il più forte, o quantomeno non è affatto qualcuno che si senta forte. L'atto di bullismo nasce per lo più da un senso di insicurezza, che spinge il bullo a cercare l'ammirazione degli altri per migliorare la propria (scarsa) autostima; una persona sicura di sè non ha bisogno di mostrare la propria forza prevaricando una vittima facile; per questo motivo, il bullo non attacca mai qualcuno di più forte o che non sia una vittima abbastanza facile. Il bullo difficilmente attacca la sua vittima in assenza di un pubblico adeguato, perchè l'atto di bullismo in sè ha senso solo nel momento in cui c'è una platea che possa gratificare il bullo. La gratificazione può derivare dalla partecipazione del pubblico all'atto di bullismo o anche semplicemente dall'assenza di reazione da parte del pubblico.
Non so quanto possa aiutarti, ma prova a guardare il bullo con una certa compassione; il suo modo di agire è oggettivamente sbagliato, ma non pensare che sia una persone migliore o tantomeno più felice.

Vacuum
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Re: Come fregarsene del giudizio degli altri?

Messaggio da Vacuum » giovedì 28 marzo 2013, 21:22

Molti a cui chiedo consigli, mi rispondono che devo avere più fiducia in me stesso.
Ma io non so che intendono loro per "fiducia in se stessi".
E' una cosa troppo astratta per essere messa in atto.


Quando vedo tutta quella massa di gente là fuori dalla finestra o quando esco (specialmente stasera per i sepolcri), sento venire a galla tutte le mie incertezze sul futuro, le tristezze del passato e il dubitare del mio valore.

So che ognuno di noi ha la sua strada e la sua individualità, ma quando vedo persone, completamente ESTRANEE, che magari ti chiamano per nome e cognome con il sorriso arrogante stampato in faccia, percepisci un certo desiderio da parte loro di offenderti e criticarti.
O magari essere presi in giro da altri con scherzi, imitazioni, risate e sentirsi presi per idioti dagli stessi, quando ti comporti in un modo normale, tranquillo.
E' da un pò di anni che soffro di agorafobia e fobia sociale, ho il timore di provare l'insicurezza quando mi trovo con gente che mi giudica e disprezza. Tutto perchè non voglio più rivivere il passato. Lo stesso passato che, paradossalmente non mi fa uscire fuori alla luce del sole e che mi sta rubando il presente.
Non è piacevole provare questa paura della gente lì fuori, delle loro cattiverie.
In mezzo agli altri mi sento contratto e innaturale nei movimenti, un vegetale, senza personalità. (La personalità che nascondo per paura che si ripetano le vessazioni del passato, non soltanto l'essere gay.)

Lo so, sono cose sciocche, a differenza di altri anni, quest'anno sono successe cose meno gravi.
MA CI RESTO UGUALMENTE MALE, SONO SENSIBILE A QUESTE COSE.
Mi da fastidio il modo in cui vengono fatti questi gesti, perchè penso: "ME LO MERITO DI ESSERE TRATTATO COSI'? FORSE SI', FORSE PERCHE' NON VALGO NIENTE COME ESSERE UMANO..."


Ti senti con qualcosa di mancante, rispetto agli altri.
Uno che merita soltanto di essere deriso e burlato.


Scusate se agli ultimi che hanno scritto non ho risposto, ma ho trovato tutto quanto condivisibile e non sapevo cosa rispondervi, perchè la penso come voi ..
La più grande prigione in cui le persone vivono
è la paura di ciò che pensano gli altri.

k-01

Re: Come fregarsene del giudizio degli altri?

Messaggio da k-01 » giovedì 28 marzo 2013, 21:47

Ma io non so che intendono loro per "fiducia in se stessi".
E' una cosa troppo astratta per essere messa in atto.
Significa imparare a volersi bene e accettarsi come si è. Dovresti cercare di migliorare la tua autostima che mi pare molto bassa.

Micky93
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Re: Come fregarsene del giudizio degli altri?

Messaggio da Micky93 » giovedì 28 marzo 2013, 22:00

Ragazzi, levatevi dal cervello che l'autostima sia qualcosa che può essere migliorato da soli nella vita, e soprattutto levatevi dal cervello che qualcuno possa farlo in una situazione del genere.

Il concetto di autostima è un gruppo gigantesco che racchiude in sè aspetti fisici, psicologici ed esistenziali immensi e dire a uno ''migliora la tua autostima'' è come dirgli ''cerca di convincerti che sei bello, che vali, che sei intelligente''. Sono cose che non si possono forzare, ma che vengono da sé, col tempo. Io riguardo questa cosa mi sono già espresso quando ho parlato di come il farsi una cultura di ampio respiro nel mio caso abbia fatto di me una persona resiliente. Non migliore di altri, ma nemmeno peggiore: semplicemente, resiliente.

Sappiamo benissimo che gli autoinganni non funzionano mai. Uno può vedersi bello quanto vuole, intelligente quanto vuole, importante quanto vuole, ma se non è un idiota e se l'ambiente attorno a lui non cambia il modo che ha di interagire con lui, il soggetto vive questi tentativi di autoconvincimento come semplici illusioni e finisce col sentirsi solo più stupido, più brutto e meno importante.

Io ho iniziato ad avere una certa... chiamiamola così: autostima, quando ho iniziato a circondarmi di persone che mi hanno fatto capire con gesti semplicissimi (un complimento, uno sguardo, delle belle parole, una telefonata) che io sono un essere umano e in quanto tale ho la forza di esistere. Ma mai nella vita avrei potuto capire tutto da solo: mi sono fatto, di pari passo con delle amicizie, una cultura filosofica e psicologica tali da darmi degli strumenti di analisi di realtà più oggettivi di certi pregiudizi infantili che avevo.

L' ''autostima'', come la volete chiamare voi, è un processo di crescita interiore. Io prima di approdare alla filosofia sono passato per la Wicca (avete presente le streghe di Salem?), per lo studio delle microespressioni facciali, per l'analisi transazionale, dopodichè sono arrivato a tutto il resto. All'età di Vacuum, lo ripeto, stavo male anche io. Ora riguardandomi indietro però vedo come tutto ciò mi abbia in qualche modo ''temprato'', reso flessibile e in quanto tale molto più forte di chi dice di sé di essere ''rigido'', duro, inamovibile.

Tutto quello che potevo dire, l'ho detto.
Il guaio del caso Eichmann era che uomini come lui ce n'erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali.

Hannah Arendt.

barbara
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Re: Come fregarsene del giudizio degli altri?

Messaggio da barbara » giovedì 28 marzo 2013, 22:14

Caro Vacuum, non sono cose sciocche quelle che vivi. Nessuno ha il diritto di giudicare le tue reazioni anche perchè non potrà mai capire fino in fondo quello che vivi.
Se hai questi vissuti, essi hanno un senso e non puoi fingere che non esistano.
Diversi ragazzi , come te, hanno sperimentato un disagio simile nel rapportarsi agli altri. Ognuno di loro ha poi trovato strade diverse per riacquistare la fiducia necessaria ad aprirsi agli altri. Qualcuno si è rivolto a uno psicologo, qualcun altro ha trovato aiuto in questo forum e in qualche buon amico , qualcun altro ancora si è appoggiato alla propria famiglia.
Si tratta di un percorso che ha bisogno di tempo . La paura si affronta poco per volta ogni giorno che passa. Non c'è ,credo , alcuna soluzione immediata o radicale. Ma ricordati che quello che vivi è davvero molto più comune di quanto pensi . Stare in mezzo agli altri, trovare buoni amici non è affatto una cosa semplice nè scontata, specialmente per un ragazzo giovane, perchè i coetanei possono essere anche parecchio intolleranti. Molti vivono con la fissazione di non passare per "sfigati" e proiettano sugli altri questa loro paura. Così diventano intolleranti e inconsapevolmente crudeli verso le persone più timide o semplicemente meno arroganti.
Crescendo si diventa forse meno insicuri e dunque più capaci di rispettare gli altri . Per cui tanti problemi si risolvono da soli. Ti auguro presto di avere qualche buon amico che ti restituisca il sorriso e ti faccia capire quanto puoi dare e ricevere dagli altri. :)

k-01

Re: Come fregarsene del giudizio degli altri?

Messaggio da k-01 » venerdì 29 marzo 2013, 13:15

Quando parlo di migliorare l'autostima mi riferisco al rapporto con se stessi.
So bene anche io che le esperienze vissute e il rapporto con gli altri
incidono molto, ma iniziare a liberarsi dai pensieri disfunzionali è un buon punto di partenza. Pensare che tutti ti disprezzino e che ce l'abbiano con te non è razionale!

Alyosha
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Re: Come fregarsene del giudizio degli altri?

Messaggio da Alyosha » venerdì 29 marzo 2013, 14:18

Vacuum meno male che di sconsigli tendo a non darne ;). Neanche secondo me avere più fiducia in se stessi significa nulla, nel senso che non vedo nessuna relazione tra la fiducia in se stessi e il dichiararsi. Io voglio solo dire una cosa chi non fa c.o. si preoccupa del giudizio della gente, ma anche chi fa c.o. si preoccupa del giudizio della gente. Nel tuo caso poi ho vita facile perché si vede chiaramente che ha una fobia per la gente. Quello è il punto liberarsi dal giudizio della gente, non permettere che questo giudizio che poi non è della "gente", ma è nostro su noi stessi, condizioni la nostra vita. Fare c.o. può portare, sotto certe condizioni a liberarsi da questo giudizio, ma allo stesso modo anche non farlo. Non voglio fare discorsi astratti sul c.o., ma solo farti capire che proprio nel tuo caso è evidente che vivi credendo che tutti abbiano gli occhi puntati addosso a te quando esci di casa, come se ci fosse un riflettore su di te e tutto il resto al buio. Non è così. Una volta feci un sogno, ero dentro un cinema e stavo guardano uno spettacolo, ad un tratto mi alzavo ed ero nudo, guardo meglio tra il pubblico e ad un tratto in mezzo alle fila vevo mio padre e mia madre. Fu lì che capii chi era questo pubblico anonimo che credevo giudicante nei miei confronti, rispetto al quale mi sentivo nudo e quindi indifeso e provavo vergogna. Poi ovviamente c'è voluto anche armeggiare con il paterno e il materno interiore, però insomma cerca di capire un pò la sostanza di quello che ti sto dicendo. Gli altri sono molto più dentro che fuori di noi. Se non ti liberi innanzitutto dell'idea che a qualcuno freghi qualcosa della tua omossessualità e che probabilmente è più importante per te dirlo che per gli altri saperlo, sbagli proprio approccio.
Penso che parlarne con delle persone che conosci, cui vuoi bene e che pensi possano capire, ha un senso, ma il senso che può avere il confidare ad un amico i proprio problemi o il rivelare aspetti importanti di sé. Parlarne con gente che di te non sa nulla secondo me già un pò meno, se però può servire a liberarti di questo peso ben venga (mi par eun metodo un pò "violento" però). Infine se capisco bene le tue intenzioni proprio eviterei di dirlo in famiglia, non finché non hai la certezza che sei libero indipendente. C'è il pericolo che ti rendano la vita più impossibile ancora, ma quel che è peggio che anche accettando la tua omosessualità i tuoi genitori aumentino comunque il controllo su di te. Rispetto ai genitori si deve arrivare ad un punto in cui i figli sono in grado di fare scelte autonome, che i genitori possono anche non condividere, ma che debbono accettare, perché accettano l'idea che i figli sono ormai grandi e altro rispetto a loro. In altre parole ssi può fare c.o. con la famiglia quando sarebbe perfettamente inutile farlo. In tutti i casi usare il c.o. per dissolvere dubbi interiori, migliorare le proprie condizioni o come nel tuo caso cercare di risolvere problemi che è chiaro vengono da altrove è persino contro producente.
Infine prima di capire come lo dovresti dire, hai pensato anche a chi e perchè ti piacerebbe dirglielo?

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