Una lettera al mio compagno ...

La difficoltà di uscire allo scoperto
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Light
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Una lettera al mio compagno ...

Messaggio da Light » sabato 23 febbraio 2013, 1:56

Vi riporto una lettera che ho scritto al mio compagno, felice dell'esito del coming-out con le nostre famiglie. Perché serva da incoraggiamento a tutti coloro che stanno ponderando da tempo la nostra stessa decisione, ma non osano farla.
I nostri genitori ci hanno accettato, e ci reputiamo fortunati per questo. Non tutte le coppie hanno la stessa fortuna. Possiamo incontrarci anche a casa, e soprattutto la mia famiglia ritiene che D. sia un bravo ragazzo, e che abbia fatto una buona scelta. Lo stesso vale per i suoi genitori, nonostante mi stiano ancora "studiando".

Detto questo, buona lettura:

Ciao D!
Mi è ancora quasi impossibile credere a quanto tu sia diventato parte integrante e ormai irrinunciabile della mia vita in appena poche settimane. Sei la prima persona a cui sia riuscito davvero ad aprire il mio cuore, io, sì, proprio io, solitamente tanto freddo, diffidente ...e silenzioso.
Sono davvero molto felice dei grandi traguardi che abbiamo raggiunto in così poco tempo, fino a qualche tempo fa la sola idea di prenderti la mano in un luogo che non fosse casa nostra mi riempiva di sconforto e paura. Una più attenta riflessione mi ha aiutato a comprendere che nasconderci e comportarci come latitanti, come se amarsi fosse un crimine, è quanto di più sbagliato potessimo fare.
Di quale colpa potremmo essere accusati? Di ...volerci bene, forse?
I tempi sono ormai maturi per un cambiamento. La società sta iniziando a comprendere che non c'è nulla di sbagliato in tutto ciò, che l'amore può presentarsi in molte forme, e nessuna di queste è meno meravigliosa dell'altra. Le coscienze stanno risvegliandosi, finalmente.
E chiunque la pensi diversamente, non solo non è degno della nostra amicizia, ma neanche lontanamente della nostra considerazione.
E così, oggi abbiamo compiuto forse il passo più grande: ufficializzare la nostra unione, al di là di amici stretti e parenti.
"Sii il cambiamento che vuoi vedere nella società".
E' stata proprio questa frase a farmi optare per il "sì" definitivo. Come possiamo desiderare una società dove amarsi liberamente, senza essere i primi ad essere protagonisti di tale cambiamento?
Non ho paura, D., non più.
Saremo felici, indipendentemente dal giudizio altrui, e dalle regole della società. Lotteremo perché ci vengano riconosciuti i diritti delle coppie etero, e se non ci riusciremo, se le nostre voci, insieme a quelle di migliaia di altri, non saranno abbastanza, non sarà certo perché non ci avremo provato. Sperando che, nel frattempo, altri ragazzi come noi, vedendoci tranquilli e non reprimerci, prendano esempio eleggendoci a modelli da imitare, e trovino il coraggio di fare questo grande passo.
Insieme, finché saremo insieme, nulla potrà fermarci.
Ti amo! Grazie di esserci!
Il tuo Light, P.
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Gio92
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Re: Una lettera al mio compagno ...

Messaggio da Gio92 » sabato 23 febbraio 2013, 12:37

non mi commuovo più facilmente perchè ormai mi sono fortificato e so gestire bene anche le mie emozioni senza farmici trasportare troppo, però devo dire che questa lettera è bellissima e piena di positività. Si vede che sei un ragazzo che non ha piu nulla da temere e che ha capito tante cose di se.

Io sono ancora lontano da questo passo perchè mi sono appena accettato come omosessuale e non ho ancora un compagno, ma sono sicuro che un giorno anche io farò come te, sarò così talmente sicuro di me stesso che non avrò piu paura di nessuno.

Complimenti Light, sei un ragazzo in gamba! :) e tanti auguri a te e al tuo ragazzo! :)

un abbraccio
Non è forte chi non cade, ma chi cade ed ha la forza per rialzarsi!

875
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Re: Una lettera al mio compagno ...

Messaggio da 875 » sabato 23 febbraio 2013, 14:16

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Ultima modifica di 875 il sabato 29 agosto 2020, 15:44, modificato 1 volta in totale.

arrofus
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Re: Una lettera al mio compagno ...

Messaggio da arrofus » sabato 23 febbraio 2013, 14:22

Light, ma tu a dicembre non dicevi che avresti dovuto reprimerti per tutta la vita e che i tuoi genitori ti avrebbero cacciato di casa?

Che due settimane fa diceva che era impossibile avere una vita normale perché per "gli altri(?)" non è una cosa normale che esista un altro orientamento sessuale oltre all'eterosessualità? Che era sensato e giudizioso nascondersi, fare finta di essere soltanto amici con il tuo ragazzo, dato che laggente ti avrebbe dato problemi e ti avrebbe condizionato la vita?


:D
Sono felice per te!
Auguri!

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Light
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Re: Una lettera al mio compagno ...

Messaggio da Light » sabato 23 febbraio 2013, 15:32

Grazie a tutti degli auguri!
Light, ma tu a dicembre non dicevi che avresti dovuto reprimerti per tutta la vita e che i tuoi genitori ti avrebbero cacciato di casa?

Che due settimane fa diceva che era impossibile avere una vita normale perché per "gli altri(?)" non è una cosa normale che esista un altro orientamento sessuale oltre all'eterosessualità? Che era sensato e giudizioso nascondersi, fare finta di essere soltanto amici con il tuo ragazzo, dato che laggente ti avrebbe dato problemi e ti avrebbe condizionato la vita?
Hai detto bene. Dicevo. E sottolineo il tempo che hai usato: l'imperfetto! Condizione vera nel passato, ma non più corrispondente alla realtà.
Poi mi sono reso conto che, così come ho combattuto e vinto altre battaglie nella mia vita, prima fra tutte imparare a convivere con la mia indole schiva e trovare un mio equilibrio, ce l'avrei fatta anche questa volta.

E' normale avere paura ed essere confusi, ma una riflessione più razionale mi ha portato ad una decisione di cui, ad oggi, non mi sono ancora pentito e penso non mi pentirò mai. La paura porta a distorcere la reale prospettiva delle cose.

I miei genitori, pur essendo cattolici praticanti, sono felici per me, accettano il mio compagno e lo trattano già come un membro della famiglia.
Forse anche perché mi hanno sempre visto così solo, triste e solitario, e sono contenti che abbia finalmente trovato la mia felicità!

Ciao Light, ieri sera non ho avuto il tempo di farti gli auguri in chat...hai iniziato il tuo cammino passo a passo e l aiuto esterno ti ha giovato! Sei molto fortuna ma anche intelligente! Ancora auguri!!!
Ti ringrazio. :)
Si vede che sei un ragazzo che non ha piu nulla da temere e che ha capito tante cose di se.

Io sono ancora lontano da questo passo perchè mi sono appena accettato come omosessuale e non ho ancora un compagno, ma sono sicuro che un giorno anche io farò come te, sarò così talmente sicuro di me stesso che non avrò piu paura di nessuno.
Fortunatamente, sì. Un tempo ero molto insicuro, ma come ho già detto nella mia presentazione, ho imparato a non avere nulla da temere. Ho vinto questa battaglia, ma non la guerra. Ma non ho paura di combattere, e spero di vivere abbastanza per vedermi riconosciuto il (a mio parere sacrosanto) diritto di poter semplicemente amare senza essere discriminato.

Ti auguro di riuscirci anche tu. Non accadrà da un giorno all'altro, ma tramite una lenta presa di coscienza, e quando sarà completa, e riuscirai a fare questo grande passo, da solo o in compagnia di chi ti ama, ti sentirai finalmente libero e felice. Come se ti fossi finalmente liberato di un male interiore, senza nome.
Soltanto un idiota potrebbe avere paura di vedere due persone amarsi.

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arrofus
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Re: Una lettera al mio compagno ...

Messaggio da arrofus » sabato 23 febbraio 2013, 17:45

Come nomi del male interiore a cui hai accennato suggerirei omofobia interiorizzata o repressione del sè giustificata.

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Re: Una lettera al mio compagno ...

Messaggio da Light » sabato 23 febbraio 2013, 17:56

Io la chiamerei semplicemente paura.
Soltanto un idiota potrebbe avere paura di vedere due persone amarsi.

Omofobia? Detesto la parola omofobia. Tu non sei spaventato. Tu sei solo uno stronzo!

arrofus
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Re: Una lettera al mio compagno ...

Messaggio da arrofus » sabato 23 febbraio 2013, 18:46

Light ha scritto:Io la chiamerei semplicemente paura.
La mia ansia definitoria si fa sentire e mi scuso.
Paura mi pare troppo generico in questo contesto, ma è questione di gusti :-)

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Re: Una lettera al mio compagno ...

Messaggio da Light » sabato 23 febbraio 2013, 22:26

Generico ma efficace. E' paura, insicurezza, terrore di essere perseguitati.
Soltanto un idiota potrebbe avere paura di vedere due persone amarsi.

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marc090
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Re: Una lettera al mio compagno ...

Messaggio da marc090 » domenica 24 febbraio 2013, 16:29

La mia ansia definitoria si fa sentire e mi scuso.
Paura mi pare troppo generico in questo contesto, ma è questione di gusti
Light
Inviato: ieri, 17:56
Io la chiamerei semplicemente paura.
arrofus
Inviato: ieri, 17:45
Come nomi del male interiore a cui hai accennato suggerirei omofobia interiorizzata o repressione del sè giustificata
La questione è sempre la stessa arrofus, scusa se intervengo nuovamente sul tema...

Il pregiudizio, l'omofobia, esistono, sono realtà che non puoi rimettere in discussione così, sono di fronte a te...

Quello che sono andato a suggerire io però, per trovare la via di mezzo tra quello che dici tu e come la vedo io... E' sapere distinguere, fra chi fa parte del nostro mondo, chi ci può ostacolarci e crearci problemi, e viceversa, e al tempo stesso come rapportarci con queste altre persone.

Quello che dici tu non ha alcuna valenza in generale, ma vale se riesci invece a contestualizzarlo; esattamente come ha fatto Light.
Altro che omofobia interiorizzata, guardati intorno e nota come l'italia sia indietro su tutta la linea, fosse solo politicamente parlando... Guarda nei paesi interni qual'è l'idea diffusa e cerca nelle strade se vedi qualche coppietta gay (poi confronta quei pochi che avrai visto in vita tua col resto delle coppiette).

Ti rendi vittima di te stesso se ti accusi di un fenomeno, che invece ha stretta valenza culturale...(e mille altre ragioni associate). Tu non puoi essere, ne tantomeno sei, la causa delle discriminazione altrui... E lo dico per te, perchè ti fai del male a perpetuare un atteggiamento così autocritico, che non va oltre la tua persona.

Il contesto è quello che è; essere forti produce risultati, ma non è che chi non mette in gioco se stesso per quell'idea, è un debole (o peggio, represso, o che altro).
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
Martin Niemoller


Marc090 -- Amministrazione di ProgettoGay

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