La confessione del monsignore: sono gay ed ho un compagno

La difficoltà di uscire allo scoperto
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Stampy
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La confessione del monsignore: sono gay ed ho un compagno

Messaggio da Stampy » lunedì 5 ottobre 2015, 11:32

Mi pare strano che nessuno abbia scritto di questa cosa, ma il coming-out di Monsignor Charamsa è stata una bella bomba mediatica!
qui l'articolo del corriere
La confessione del monsignore: "Sono gay e ho un compagno", ed ancora "Il Sant’Uffizio è il cuore dell'omofobia".
Ovviamente verrà fatto sparire nel giro di poco, e la gente si dimenticherà di lui e del suo tentativo di lotta...ma, la bomba l'ha sganciata, e grossa.
Che ne dite?
La vera misura di un uomo si vede da come tratta qualcuno da cui non può ricevere assolutamente nulla in cambio.
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progettogayforum
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Re: La confessione del monsignore: sono gay ed ho un compagn

Messaggio da progettogayforum » lunedì 5 ottobre 2015, 15:37

Direi che prima di pensare al CO del monsignore bisognerebbe rispondere ad altre domande, in primo luogo (e qui la risposta può essere solo strettamente personale) quale peso si annette a quello che la Chiesa dice sui gay, in secondo luogo, se si annette un peso a quello che la Chiesa dice, che cosa ci si aspetta di nuovo dalla Chiesa, in terzo luogo, ammesso che ci si aspetti qualcosa, quale sia la strada migliore per ottenere le risposte desiderate in tempi non biblici. Personalmente ho smesso da anni di annettere un peso ai giudizi della Chiesa sui gay; dalla Chiesa non mi aspetto assolutamente nulla di nuovo, quindi penso che non sia una questione di strategie o di tempismi. Il monsignore ha fatto il suo CO, e questo è certamente un bene, perché la verità è una cosa positiva in sé, ma la storia della Chiesa in tempi recenti è ricca di episodi comparabili con questo, che sono “tutti” finiti rapidamente al dimenticatoio a seguito della riduzione allo stato laicale e della conseguente espulsione dall’organismo della chiesa gerarchica. Francamente non credo che si possa essere “onestamente e insieme” gay e cattolici, le due cose sono inconciliabili e qui non è questione di perdono o di misericordia che si può risolvere con un giubileo. Un gay non può certo pentirsi di essere quello che è. Ho commesso molti errori nella mia vita e le mie colpe ce le ho, ma non hanno nulla a che vedere col fatto di essere gay, anzi, se devo essere sincero, è proprio l’accettare quello che sono che mi ha dato una dignità. Insomma, un gay che chiede perdono, non capisco proprio di che cosa debba sentirsi in colpa. Tanto premesso, tutta la mia simpatia al monsignore gay, ma resto dell’idea che questo CO non possa portare, almeno in tempi brevi, l’ormai ex-monsignore ad una posizione sostanzialmente laica ma al massimo all’ennesimo tentativo di conciliare l’inconciliabile cioè l’omosessualità e la Chiesa. Non dico che omosessualità e Cristianesimo siano inconciliabili, ci sono diverse confessioni cristiane che hanno sulla omosessualità posizioni lontanissime da quella della Chiesa cattolica, parlo proprio di omosessualità e Chiesa, intesa come autorità (o magistero) e dottrina cattolica di tipo catechistico. I Vangeli sono libri profondi perché presentano un messaggio e non una dottrina che dia risposta a tutte le domande e regoli tutte le questioni. La Chiesa, come tipica istituzione con aspirazioni globali, vuole invece dare una risposta definitiva a tutto partendo proprio dal messaggio evangelico che viene così interpretato nei modi più vari e fuorvianti (Galileo docet). Vargas Losa (premio Nobel per la letteratura) nel difendere il disegno di legge sulle nozze gay attualmente in discussione nel Parlamento di Lima ha affermato che l’approvazione della legge ci dà «l’opportunità di fare un altro passo avanti sul cammino della cultura della libertà, lasciandoci dietro una delle forme più estese e praticate della barbarie, cioè l’omofobia». Vargas Losa ha sottolineato che i vescovi peruviani hanno respinto la nuova legge con un «comunicato cavernicolo e di una ignoranza crassa», nel quale dicevano che l’omosessualità è «contraria all’ordine naturale» e rappresenta «un attentato alla dignità umana» nonché «al sano orientamento dei bambini». Secondo Vargas Losa, la Chiesa si «sta confinando nei margini retrogradi» della società per la sua «testarda adesione a una tradizione intollerante e dogmatica.» Francamente penso che Vargas Losa abbia ragione. Chi ha orecchio per intendere intenda!

Alyosha
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Re: La confessione del monsignore: sono gay ed ho un compagn

Messaggio da Alyosha » lunedì 5 ottobre 2015, 17:36

Devo essere sincero non sono molto contento dell'atteggiamento di questo signore, lo giudico molto contraddittorio. Non sono cattolico e critico fortemente l'atteggiamento della chiesa cattolica, la sua presunzione di universalità, in quanto nasconde una certa violenza, che è poi la violenza tipica dell'uomo occidentale che dovunque vada impone la sua visione e non ammette che ce ne siano altre. Non ammettere che ci siano punti di vista alternativi e che esista un unico Dio sia per chi crede che per chi non crede, che l'unico Dio che esiste è quello cattolico e che le altre manifestazioni religiose siano tracce di verità, insomma lo troppo a dir poco arrogante. Da questo punto di vista meglio il Dio degli Ebrei, che almeno è solo degli ebrei, parla solo con loro ecc. ecc.
In questo caso però la questione è diversa, si parla di un vescovo che ha scelto come sacramento la castità e che può essere gay o etero quanto vuole, ma ha siglato un patto col suo Dio e con la sua Chiesa, nella quale lui espressamente crede. Avrebbe dovuto spogliarsi dell'abito e fare quello che gli pare non farsi cacciare, perché la violazione delle condizioni è nel suo stesso atto.
Personalmente penso che non si possano preconfezionare religioni fai da te, interpretare la Bibbia a modo proprio, se uno si professa cattolico, quello dice il cattolicesimo è questo, piaccia o non piaccia. Ci sono state notevoli apertura, rispetto alla condizione dell'omosessuale, che non è più considerata in sé un problema. Questo papà non ha il chiodo fisso dei gay e del matrimonio come quello precedente e tuttavia se si è gay e cattolici bisognerebbe praticare l'astinenza, così come se si è etero e separati. Non lo si fa? Si commette peccato per chi ci crede e amen. Ma un prete non può dire di essere gay, di avere un compagno e continuare ad esercitare il proprio ministero, non potrebbe neanche dire di essere etero e avere una compagna, perché ci si dovrebbe sposare, cosa che non può fare restando prete.

tobias
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Re: La confessione del monsignore: sono gay ed ho un compagn

Messaggio da tobias » lunedì 5 ottobre 2015, 22:37

A mio parere il gesto di Krzysztof Charamsa non andrebbe eccessivamente "eroicizzato", ma ovviamente non lo ritengo neppure un gesto deplorevole! Come dice giustamente Stampy, quella che ha lanciato è una vera bomba, a cui il Papa dovrà comunque rispondere in qualche modo...ma concordo con Project, sarebbe un po' ingenuo pensare che la Chiesa, improvvisamente, si dichiari veramente tollerante nei confronti dell'omosessualità. Da tempo ho smesso di sperare che la Chiesa possa cambiare così tanto. Penso che quello che tutt'al più si può sperare è che l'appello del Papà alla misericordia trovi una sua concreta attuazione. Vero che il problema di fondo rimane (la misericordia è rivolta a presunti "peccatori" ...), ma secondo me sarebbe già un passo avanti, per quanto piccolo, se all'odio e al disprezzo totale si sostituisse un atteggiamento misericordioso.

Alyosha ha scritto:Non sono cattolico e critico fortemente l'atteggiamento della chiesa cattolica, la sua presunzione di universalità, in quanto nasconde una certa violenza, che è poi la violenza tipica dell'uomo occidentale che dovunque vada impone la sua visione e non ammette che ce ne siano altre.
scusate se esco fuori dall'argomento....Alyosha, che la cultura occidentale in passato si sia comportata in maniera violenta ed etnocentrica nei confronti di altre culture è un dato oggettivo. Da come ti esprimi sembra però che ancora oggi l'Occidente di comporti in tale modo....beh, un altro dato oggettivo è che fortunatamente le cose sono migliorate, principi come la tolleranza e l'accettazione del diverso si sono diffusi nelle nostre società.

Alyosha
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Re: La confessione del monsignore: sono gay ed ho un compagn

Messaggio da Alyosha » martedì 6 ottobre 2015, 0:34

Per carità non volevo aprire discussione su quello che Massimo Fini definì "vizio oscuro dell'occidente", trovando questa formula sintetica e quanto mai efficace, per definire le dinamiche intrinseche di assoggettamento, riduzione all'identico e cancellazione delle differenze, proprie dell'occidente sin dai tempi di Roma. C'è però, a mio avviso, una violenza consociata all'universalismo cattolico, che poi travasa anche nelle concezioni laiche della morale. Per il cattolico siamo tutti figli di un Dio a prescindere da cosa noi ne pensiamo, che è poi il motivo per cui lui viene a farsi i fatti tuoi senza che tu glielo abbia chiesto. Ti dirò di più e in nome di questo stesso universalismo che critichiamo la Chiesa e nella misura in cui la critichiamo gli riconosciamo l'universalità del suo ministero. Cosa me ne frega infondo di cosa pensa il papa sull'omosessualità, se non lo riconosco come autorità morale? E infatti personalmente non me ne frega nulla. Nella misura in cui crea un dibattito pubblico può persino farmi piacere, ma perché pretendere dalla Chiesa ciò che non è, quando si può semplicemente prendere le distanze da certe posizioni? Questo è un dubbio che mi pongo da non credente ovviamente.
Per concludere se ci pensi già parole come "tollerare" o "accettare" presuppongono un dislivello di fondo tra l'identico e il diverso e implicano più che una condizione in cui tutte le diversità sono su uno stesso piano, un dislivello una piramide.

dannyb
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Re: La confessione del monsignore: sono gay ed ho un compagn

Messaggio da dannyb » martedì 6 ottobre 2015, 18:36

A questo riguardo posto questo video con le candide considerazioni di Monsignor Charamsa sulla chiesa cattolica e i gay, sottotitolate in inglese (mi spiace ma non sono riuscito a trovare in italiano).

https://www.youtube.com/watch?v=_Sr2Ph_l904

Per certi versi riflette proprio il pensiero del forum, e comunque resta molto significativo e per certi versi sbalorditivo che a parlare così sia un alto prelato del Vaticano.

Hospes91
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Re: La confessione del monsignore: sono gay ed ho un compagn

Messaggio da Hospes91 » giovedì 23 giugno 2016, 16:34

A me fa piacere che sia venuto allo scoperto, perché è comunque una testimonianza di un fatto che esiste. Poco importa se avrà risonanza mediatica o no. Considerando che sono passati parecchi mesi e tutto sembra non essere mai avvenuto, non credo che il caso Charamsa sarà dibattuto oltre, però.
Molti hanno criticato questo monsignore tacciandolo di incoerenza, dicendo che nessuno l'ha obbligato ad intraprendere il suo percorso religioso. Verissimo, tuttavia come possiamo noi non capire che anche un sacerdote può ritenere di essersi sbagliato? Probabilmente costui avrà sofferto un sacco nella prima giovinezza giovinezza lottando contro sé stesso e, sforzandosi di adeguarsi a quella che gli veniva insegnata essere la verità, si sarà fatto forza dicendosi che Dio lo avrebbe aiutato a superare le tentazioni ,e, al di là di ciò, posso pensare benissimo che un omosessuale senta una vocazione religiosa, proprio come un etero: secondo me la religiosità non conosce orientamento sessuale. Il problema è che è relativamente facile sperare di dominare per sempre il bisogno di amore di coppia quando non sei innamorato o sei ancora molto giovane, mai poi,tanto per un prete etero che omosessuale, tutto può cambiare. è facile supporre che sia andata proprio così,ma magari sbaglio, non conoscendo la sua storia.
Io comunque preferisco non giudicarlo e basta, ciascuno deve rispondere alla propria coscienza.

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