La mia vita da gay dichiarato
La mia vita da gay dichiarato
Visto che non ho proprio niente di meglio da fare, vorrei parlare di com'è la mia vita da gay quasi del tutto dichiarato. Scusate per la forma, ho fatto un esame oggi e uno ieri e sono un po' esaurito.
Il mio primo CO è stato con una mia amica, la mia attuale coinquilina. È stata piuttosto sconvolta di questa cosa ma ora è diventato un fatto normalissimo, direi fin troppo. Vi confesso che guardiamo spesso film porno insieme. Lei mi chiama abbastanza abitualmente "frocio di merda", il che è quasi un complimento per me. Il fatto di poterci scherzare secondo me è il massimo segno di accettazione, si può fare solo quando cade anche il rispetto che si deve a un "diverso". Un mio amico di colore per prendere in giro le persone le chiama "brutto negro"!
A parte lei i miei amici sono quasi tutti maschi etero. L'hanno saputo pochissimo dopo e anche loro hanno reagito benissimo, a parte un po' di comprensibile imbarazzo iniziale. Una cosa che ho notato è che i maschi ci tengono a poter parlare di cose "da uomini". Credo che troverebbero seccante se non gli dessi ragione quando sbavano perché passa una gnocca, ma d'altra parte gli occhi per vedere se una è figa o è un cesso li ho anche io. Parliamo abitualmente sia di situazioni sentimentali (e non penso ci siano molte differenze tra gay e etero in questo) sia di sesso, sesso etero e sesso gay. Il pregiudizio praticamente non esiste e vorrei raccontare un episodio a riguardo. Due anni fa andammo in vacanza a Roma, eravamo 3 maschi e 3 femmine. Decidemmo di fare 2 stanze da 3, maschi e femmine divisi, ciascuna stanza aveva un letto matrimoniale e un singolo. Mi ha stupito moltissimo quando i miei amici hanno deciso di tirare a sorte chi dovesse andare sul singolo, senza minimamente pensare che ci fosse qualcosa di "strano" a condividere il letto con un gay e che fosse meglio evitare.
Gli altri miei coinquilini l'hanno scoperto dopo che uno ha trovato me e il mio ragazzo in atteggiamenti... molto intimi hihi! C'è stato circa un mesetto di gelo, uno dei due era il classico ingegnere omofobo, ma poi le cose si sono molto sciolte e ora direi che non ci sono proprio problemi. Anche con lui si parla tranquillamente di tutto, compreso il sesso. Anche alcuni suoi amici molto omofobi l'han saputo ma in generale han fatto finta di niente. Credo che se ci si mostra tranquilli (o menefreghisti),non ci si dà troppo peso e non ci si comporta troppo "da gay" la reazione dopo un'ora e un paio di birre è sempre tipo questa.
Chiaramente tutta questa genete non conosceva nessun gay dichiarato prima di me. Ci sono alcuni amici "secondari" che non lo sanno e penso che continuerò a non dirglielo per ragioni di convenienza.
All'università lo sanno praticamente tutti ma l'impressione è che in realtà non interessi a nessuno. Mi ricordo che all'inizio ero quasi offeso del fatto che una cosa così importante per me fosse così di poco conto per gli altri!
Coi genitori è stato più difficile. Mia mamma non perde occasione di ripetre che sarebbe molto più contenta se fossi etero, mio padre fa finta di non saperlo nemmeno. Lui lo scoprì per caso e furono pianti infiniti, poveraccio. Comunque la vita di tutti i giorni prosegue esattamente come prima. Mia nonna non lo sa, è troppo affezionata a me e nonostante sia di mentalità apertissima non voglio farle subire anche questo colpo. La reazione di mio fratello è sovrapponibile a quella dei miei amici.
Essere dichiarato mi ha permesso anche di frequentare qualche ambiente esplicitamente gay e ho conosciuto un sacco di bravissimi ragazzi che vedo molto spesso. In conclusione... è stato molto più difficile per me che per gli altri.
Decisamente ne valsa la pena.
Il mio primo CO è stato con una mia amica, la mia attuale coinquilina. È stata piuttosto sconvolta di questa cosa ma ora è diventato un fatto normalissimo, direi fin troppo. Vi confesso che guardiamo spesso film porno insieme. Lei mi chiama abbastanza abitualmente "frocio di merda", il che è quasi un complimento per me. Il fatto di poterci scherzare secondo me è il massimo segno di accettazione, si può fare solo quando cade anche il rispetto che si deve a un "diverso". Un mio amico di colore per prendere in giro le persone le chiama "brutto negro"!
A parte lei i miei amici sono quasi tutti maschi etero. L'hanno saputo pochissimo dopo e anche loro hanno reagito benissimo, a parte un po' di comprensibile imbarazzo iniziale. Una cosa che ho notato è che i maschi ci tengono a poter parlare di cose "da uomini". Credo che troverebbero seccante se non gli dessi ragione quando sbavano perché passa una gnocca, ma d'altra parte gli occhi per vedere se una è figa o è un cesso li ho anche io. Parliamo abitualmente sia di situazioni sentimentali (e non penso ci siano molte differenze tra gay e etero in questo) sia di sesso, sesso etero e sesso gay. Il pregiudizio praticamente non esiste e vorrei raccontare un episodio a riguardo. Due anni fa andammo in vacanza a Roma, eravamo 3 maschi e 3 femmine. Decidemmo di fare 2 stanze da 3, maschi e femmine divisi, ciascuna stanza aveva un letto matrimoniale e un singolo. Mi ha stupito moltissimo quando i miei amici hanno deciso di tirare a sorte chi dovesse andare sul singolo, senza minimamente pensare che ci fosse qualcosa di "strano" a condividere il letto con un gay e che fosse meglio evitare.
Gli altri miei coinquilini l'hanno scoperto dopo che uno ha trovato me e il mio ragazzo in atteggiamenti... molto intimi hihi! C'è stato circa un mesetto di gelo, uno dei due era il classico ingegnere omofobo, ma poi le cose si sono molto sciolte e ora direi che non ci sono proprio problemi. Anche con lui si parla tranquillamente di tutto, compreso il sesso. Anche alcuni suoi amici molto omofobi l'han saputo ma in generale han fatto finta di niente. Credo che se ci si mostra tranquilli (o menefreghisti),non ci si dà troppo peso e non ci si comporta troppo "da gay" la reazione dopo un'ora e un paio di birre è sempre tipo questa.
Chiaramente tutta questa genete non conosceva nessun gay dichiarato prima di me. Ci sono alcuni amici "secondari" che non lo sanno e penso che continuerò a non dirglielo per ragioni di convenienza.
All'università lo sanno praticamente tutti ma l'impressione è che in realtà non interessi a nessuno. Mi ricordo che all'inizio ero quasi offeso del fatto che una cosa così importante per me fosse così di poco conto per gli altri!
Coi genitori è stato più difficile. Mia mamma non perde occasione di ripetre che sarebbe molto più contenta se fossi etero, mio padre fa finta di non saperlo nemmeno. Lui lo scoprì per caso e furono pianti infiniti, poveraccio. Comunque la vita di tutti i giorni prosegue esattamente come prima. Mia nonna non lo sa, è troppo affezionata a me e nonostante sia di mentalità apertissima non voglio farle subire anche questo colpo. La reazione di mio fratello è sovrapponibile a quella dei miei amici.
Essere dichiarato mi ha permesso anche di frequentare qualche ambiente esplicitamente gay e ho conosciuto un sacco di bravissimi ragazzi che vedo molto spesso. In conclusione... è stato molto più difficile per me che per gli altri.
Decisamente ne valsa la pena.
Re: La mia vita da gay dichiarato
sono contento per te aster, almeno tu puoi avere un pò di pace interiore!
io invece non sono mai in pace con me stesso!
l'unica volta che ero davvero in pace, è stato all'inizio di quest'anno!
prima che succedesse il finimondo, quanto vorrei ritornare a quei giorni, ero così beato!
studiavo, ero felice, uscivo anche e mi divertivo! cavolo che nostalgia!
io invece non sono mai in pace con me stesso!
l'unica volta che ero davvero in pace, è stato all'inizio di quest'anno!
prima che succedesse il finimondo, quanto vorrei ritornare a quei giorni, ero così beato!
studiavo, ero felice, uscivo anche e mi divertivo! cavolo che nostalgia!
Re: La mia vita da gay dichiarato
Aster quanta invidia!!!
il fatto che tu sia fuori casa cmq aiuta moltissimo... non hai la famiglia che ti condiziona...
in effetti, all'università c'è un tipo gay dichiarato che anche se è molto effemminato nessuno lo caga! o meglio... non è il pettegolezzo del momento... vabbè se si va a finire sul discorso ci sono sempre le battutine (alle quali, sono onesto e mi vergogno come un ladro, ogni tanto rido per non far insospettire gli altri -che schifo!-)
cmq secondo me la gente parla così quando non conosce direttamente persone gay... penso che anch'io riuscirei a mantenere un bel rapporto con i miei amici una volta dichiaratomi, forse sarei più libero nel parlare con loro, potrei dire la mia in qualsiasi momento...
...e in ogni caso gli amici te li scegli, i parenti purtroppo no!
guy18: perchè prima che succedesse il finimondo?
il fatto che tu sia fuori casa cmq aiuta moltissimo... non hai la famiglia che ti condiziona...
in effetti, all'università c'è un tipo gay dichiarato che anche se è molto effemminato nessuno lo caga! o meglio... non è il pettegolezzo del momento... vabbè se si va a finire sul discorso ci sono sempre le battutine (alle quali, sono onesto e mi vergogno come un ladro, ogni tanto rido per non far insospettire gli altri -che schifo!-)
cmq secondo me la gente parla così quando non conosce direttamente persone gay... penso che anch'io riuscirei a mantenere un bel rapporto con i miei amici una volta dichiaratomi, forse sarei più libero nel parlare con loro, potrei dire la mia in qualsiasi momento...
...e in ogni caso gli amici te li scegli, i parenti purtroppo no!
guy18: perchè prima che succedesse il finimondo?
Re: La mia vita da gay dichiarato
cioè prima che mi innamorassi di un ragazzo!
Re: La mia vita da gay dichiarato
Vivere fuori casa aiuta di certo e non solo in queste cose, anzi! Per me dopo i 18... via se si può, è proprio una benedizione! Io anche rido dei gay tante volte, ma non capisco proprio perché uno uno si debba sentire "sospettabile" se invece li difende. Credo che se fossi etero la penserei esattamente come la penso ora a riguardo l'omosessualità e il trattamento da riservare ai gay.
È quel che dico io, confermato in pieno dalla mia esperienza. La sfilata del Gay Pride non serve quasi a niente, quello che fa cambiare idea alle persone è conoscere i gay veri, nella vita di tutti i giorni.cmq secondo me la gente parla così quando non conosce direttamente persone gay
Re: La mia vita da gay dichiarato
giusto!La sfilata del Gay Pride non serve quasi a niente, quello che fa cambiare idea alle persone è conoscere i gay veri, nella vita di tutti i giorni.
Re: La mia vita da gay dichiarato
Per favore!
Non spariamole troppo grosse, almeno tra noi omosessuali!
Quella del Gay Pride NON E' un "sfilata" ma una "manifestazione". E le manifestzioni sono uno dei pochi strumenti che ci sono rimasti per dimostrare qualcosa, per dimostrare che esistiamo e che non siamo "cattivi"!
Ogni tanto sento parlare del Pride come di una baracconata e la cosa mi ferisce, dal momento che io ci vado sempre e ci trovo sempre gente normale, tranquilla, educata e solare. Ci trovi dentisti, meccanici, musicisti, ballerine, operai, cassiere, informatici... tutti normalmente omosessuali, tutti in mostra per dire alla gente: "guardateci, siamo come voi, lavoriamo come voi, paghiamo le tasse, andiamo al supermercato ecc... non tutti vanno in giro paillettes o piume di struzzo... ma se a qualcuno piace, a voi che fastidio da?.. Avete mai chiesto al vostro impiegato alla banca se la notte dorme con una donna o con un uomo? Se glielo chiedeste e vi rispondesse 'con un uomo' i rapporti tra di voi cambierebbero? i soldi che vi da avrebbero meno valore? sarebbero più sfigati?"...
Al gay Pride ci sono anche un sacco di ragazzi e ragazze eccentricamente truccati e vestiti. E' normale: è una manifestazione, bisogna imporsi.
Alle manifestazioni dei metalmeccanici (prendo in considerazione solo questa categoria perché è quella a cui appartengo e quindi so di non sparare cavolate...ma suppongo valga anche per tutte le altre), dicevo alle manifestazioni dei metalmeccanici, di solito si va con striscioni, tamburi, trombette e megafoni... ma nessuno ha mai pensato che nelle fabbriche gli operai suonino trombette e tamburi. E' una manifestazione, si esagera! E se non si esagera, nessuno ti nota... e noi omosessuali DOBBIAMO farci notare, perché attualmente stiamo proprio nelle fogne più nere. Senza che nemmeno i gay stessi se ne accorgano!
Non spariamole troppo grosse, almeno tra noi omosessuali!
Quella del Gay Pride NON E' un "sfilata" ma una "manifestazione". E le manifestzioni sono uno dei pochi strumenti che ci sono rimasti per dimostrare qualcosa, per dimostrare che esistiamo e che non siamo "cattivi"!
Ogni tanto sento parlare del Pride come di una baracconata e la cosa mi ferisce, dal momento che io ci vado sempre e ci trovo sempre gente normale, tranquilla, educata e solare. Ci trovi dentisti, meccanici, musicisti, ballerine, operai, cassiere, informatici... tutti normalmente omosessuali, tutti in mostra per dire alla gente: "guardateci, siamo come voi, lavoriamo come voi, paghiamo le tasse, andiamo al supermercato ecc... non tutti vanno in giro paillettes o piume di struzzo... ma se a qualcuno piace, a voi che fastidio da?.. Avete mai chiesto al vostro impiegato alla banca se la notte dorme con una donna o con un uomo? Se glielo chiedeste e vi rispondesse 'con un uomo' i rapporti tra di voi cambierebbero? i soldi che vi da avrebbero meno valore? sarebbero più sfigati?"...
Al gay Pride ci sono anche un sacco di ragazzi e ragazze eccentricamente truccati e vestiti. E' normale: è una manifestazione, bisogna imporsi.
Alle manifestazioni dei metalmeccanici (prendo in considerazione solo questa categoria perché è quella a cui appartengo e quindi so di non sparare cavolate...ma suppongo valga anche per tutte le altre), dicevo alle manifestazioni dei metalmeccanici, di solito si va con striscioni, tamburi, trombette e megafoni... ma nessuno ha mai pensato che nelle fabbriche gli operai suonino trombette e tamburi. E' una manifestazione, si esagera! E se non si esagera, nessuno ti nota... e noi omosessuali DOBBIAMO farci notare, perché attualmente stiamo proprio nelle fogne più nere. Senza che nemmeno i gay stessi se ne accorgano!
- il principe
- Messaggi: 191
- Iscritto il: venerdì 20 novembre 2009, 15:21
Re: La mia vita da gay dichiarato
Aster, quanto sei fortunato... ç_ç
Quella che stai vivendo sarebbe la vita dei miei sogni...
...
...
...
...Facciamo cambio ?
Quella che stai vivendo sarebbe la vita dei miei sogni...
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...
...Facciamo cambio ?
"Warping the minds of men and shepherding the masses has always been your church's domain. You lure sheep with empty miracles and a dead god".
Sydney Losstarot - Vagrant Story
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Re: La mia vita da gay dichiarato
Io tutto questo senso di appartenenza alla "classe gay" non lo sento, nè mi sento rappresentato dai personaggi che si fanno promotori dei gay pride: sento che tra me e un gay c'è la stessa distanza che tra me e un etero.
E poi, di fatto, il messaggio che arriva alla gente è quello della baracconata, che lo si voglia o no.
Tutta questa militanza, questo "dobbiamo", "facciamo", "andiamo" lo sento più che altro come un'imposizione, un tentativo di esorcizzare insieme delle paure comuni: da un parte questo fa bene, ma da un'altra rischia anche di isolare e ghettizzare, se troppo enfatizzato, e pure di creare conformismo.
E poi pride di che? io non mi sento orgoglioso di essere gay.
E poi, di fatto, il messaggio che arriva alla gente è quello della baracconata, che lo si voglia o no.
Tutta questa militanza, questo "dobbiamo", "facciamo", "andiamo" lo sento più che altro come un'imposizione, un tentativo di esorcizzare insieme delle paure comuni: da un parte questo fa bene, ma da un'altra rischia anche di isolare e ghettizzare, se troppo enfatizzato, e pure di creare conformismo.
E poi pride di che? io non mi sento orgoglioso di essere gay.
- il principe
- Messaggi: 191
- Iscritto il: venerdì 20 novembre 2009, 15:21
Re: La mia vita da gay dichiarato
Esattamente come la penso io.jack89 ha scritto:Io tutto questo senso di appartenenza alla "classe gay" non lo sento, nè mi sento rappresentato dai personaggi che si fanno promotori dei gay pride: sento che tra me e un gay c'è la stessa distanza che tra me e un etero.
E poi, di fatto, il messaggio che arriva alla gente è quello della baracconata, che lo si voglia o no.
Tutta questa militanza, questo "dobbiamo", "facciamo", "andiamo" lo sento più che altro come un'imposizione, un tentativo di esorcizzare insieme delle paure comuni: da un parte questo fa bene, ma da un'altra rischia anche di isolare e ghettizzare, se troppo enfatizzato, e pure di creare conformismo.
E poi pride di che? io non mi sento orgoglioso di essere gay.
"Warping the minds of men and shepherding the masses has always been your church's domain. You lure sheep with empty miracles and a dead god".
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