I RANDAGI

La realtà dei gay, storie ed esperienze di vita gay vissuta
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Gherardo
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RANDAGIO (LVIII)

Messaggio da Gherardo » martedì 30 agosto 2022, 15:26

Eri più dolce nei miei confronti. Del bel greco che usavano dirti e senza casa. Mentre a notte scioglievano le tue labbra i racconti e le traversie della mia vita. Al tuo sguardo di bimbo pareva cosa grande quest’inutile coraggio. Ma adesso, ancor più delle storie, è lontana la tua terra. Mentre in me resta come acceso il desiderio di San Nicola. E le sere in cui dovevo mettermi contro i tuoi molteplici inviti. Ed era aspro negarsi al tuo odore d'animale. Ma da me? Bel pugliese, che mai potrai avere? L’amore certo di una notte. Non l’affetto che cerchi di una vita. A me, mi fecero come lontano e senza mezzi. E non sai quanto piango il tuo mare e il pallore delle tue chiese. Già sento dirmi “resta” mentre con la mano mi afferri tosto al fondo del letto. Disperato di insegnarmi a saper tornare. Ma robusta presa al collo è il caso. Nella nostra vita come marea di sensi e solitudine. Anche per me è stata dannazione così bella il nostro sangue di meridione. E tu perciò mi vedi sempre fuggiasco, coi remi in mano, strinte ai pugni le funi di chissà quale altro imbarco. Oltre non potresti capire. Ché son stati comunque diversi i nostri vissuti. Tu forse tornerai al boschetto oltre il ponte di gravine. E certo ti darai a qualcun altro. Bramando un affetto che gli sconosciuti non ti sapranno mai veramente ridare indietro. Ma noi? ragazzi non siamo più. E le responsabilità di un uomo esigono forze ben più grandi. Facendoci scordare l'affanno del sesso.

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RANDAGIO (LIX)

Messaggio da Gherardo » venerdì 14 ottobre 2022, 23:25

È in quelle tue braccia. Braccia d’uomo e immense. Anche dopo il sudore di un rudimentale incontro. Che è come se tutto il dolore prendesse forma. Quel dolore di una vita. E avesse tra le tue mani senso aver sofferto. Vedo come paghi tutti i sacrifici e gli sterili pianti di un tempo. Mentre dài un bellissimo colore al mio sangue versato. E stando schiena contro schiena. È in te che trovo la mia unica speranza di una vita normale. In cui? Non è lotta ogni giorno per un impietoso niente. È verde panacea in ogni ferita. Come balsamo per ogni sgraffio presente. Anche quando vengono a dirmi che i tuoi passati amanti mi cercano. Io non so che farmene delle loro voglie. Il loro cercare il mio sesso. Ché per me il sesso più bello è quello che mi salva. Lontano dalle frodi del tempo e i raggiri degli uomini. Le infinite piramidi di scherno e paura che in ogni tratto di storia han sorretto. Ma noi che abbiamo da temere? Anche per me e te c’è possibilità di una vita normale. Ora che senza il riparo di una bella o di un figlio abbiamo scelto disarmati la nostra più intima natura. E andiamo scegliendoci in mezzo a tanta gente.

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Re: I RANDAGI

Messaggio da progettogayforum » sabato 15 ottobre 2022, 21:14

Ringrazio di cuore il Randagio per questo bellissimo post dal quale si capisce la potenza dell’amore, di un amore che salva, che cambia i destini individuali, che spezza i meccanismi distruttivi della coercizione e dell’inganno, che è il presente che relega nel passato lo stress e l’affanno senza risultato, che apre la strada di un futuro condiviso. C’è il senso di fondo di quello scegliersi che è seguire disarmati la nostra più intima natura, c’è il senso del costruire insieme una compensazione per il dolore patito e un riscatto per il futuro, c’è l’idea di aver finalmente trovato la strada giusta, la propria strada. La sofferenza non è più disperazione, appartiene ormai al passato, è il punto di partenza di una rinascita della quale sembrava perduta perfino la speranza. Non c’è un senso più bello per la parola amore del dare finalmente un senso alla vita. Grazie Randagio! Abbiamo tanto bisogno di messaggi positivi!

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I RANDAGI (LX)

Messaggio da Gherardo » lunedì 21 novembre 2022, 18:44

Andavo sporco d’uomo alle cene di famiglia. Segnato in volto ma con nessun pianto. E in me dicevo speriamo non se ne senta l’odore. Quando bevendo dai calici il vino non sapeva di niente. E gettato sulla sedia mi alienavo da quei ghigni intorno cercando un po’ di pace. Rammentavo sul collo il fiato di bestia caldo. E l’intenso odore di menta. Assieme alla mani contro di me. Come a lacerarmi la camicia bianca. Da cui trasudava tutto il mio odore di ragazzo. Anche quello era un modo per non morire. Rinchiuso al buio della strada dentro alla sua macchina. Mentre i gemiti mi riempivano le orecchie. Fosse venuto a costarmi la vita non credo mi sarebbe importato molto. Ché l’azzardo bastava a darmi quel poco di normalità che cercavo. Dopo quella sera non lo rividi più. Era uno dei ragazzi del porto.

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Re: I RANDAGI

Messaggio da progettogayforum » domenica 27 novembre 2022, 9:29

Bello! Certamente. Con quel tanto di ambiguità che suscita curiosità ma non dà risposte. Comunque bello!

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RANDAGIO (LXI)

Messaggio da Gherardo » martedì 29 novembre 2022, 23:29

Erano come un mare scuro i poggi e i colli a notte. Così sembrava alla vista. Come una distesa tetra e placida. Ai bordi della quale lucevano paesi ignoti e sconosciuti. Stalle e ristoranti persi nel lontano buiore. D’estate era bello sedersi sui gradoni rossi di medioevo e starsene a parlare. Bastava anche restare da soli. Con quella muta immensità davanti. A chiedersi dove finissero e incominciassero nuove costellazioni. E dalle vallate veniva rinfrescando l’odore dei capperi in fiore. Questo era forse la nostra estate. Ma ad oggi? quando fa così freddo è meglio morire. Gettati come fuori dal paradiso. Incontro ogni giorno a nuove insensate battaglie. E non c’è mai ora di quiete. Ma sempre le infuoca un’interminabile rissa. Io più non chiedo empirei e fatiscenti corone d’oro. Questo io lo lascio a quei davvero santi. A me vanno bene anche ali di pipistrello pur di volare. Poco mi importa di esser angelo.

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Re: I RANDAGI

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 30 novembre 2022, 3:02

Bellissima!! La poesia è sensazione più che concetto, evocazione, risveglio di un ricordo che si fa universale.

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RANDAGIO NUOVO

Messaggio da Gherardo » lunedì 6 marzo 2023, 22:29

Non son figlio di medici. Né i miei fratelli possono dirsi avvocati. Eppure vorrei sapere soltanto che si prova ad avere una gioia normale. Affannarsi, così, per cose di poco conto. Un 26 o un 30. Che pantaloncini portare in palestra. Da quali parenti andare a Natale. E non badare a mille doveri e responsabilità. C’è una sofferenza che rende saggi. Interessanti agli altri. Ammirati di una stima profonda. Ma ce n’è un’altra che rende solamente pazzi. Incomprensibili. Come bestie. Irrimediabilmente lontani dagli altri. Mi chiedo allora quale senso ha avuto torcersi la schiena nei campi. Per vedersi un po’ più sereni con la bottiglia d’olio in mano. E l’orto meno denso di erbacce. Alla mera età di vent’anni. Non è banale chiedersi come paragonarsi a chi ha avuto una vita normale. Lontana da inutili affanni e dolori. E saper raccontare storie semplici, che sanno d'infanzia. Forse, sarebbe meglio dire, coraggio a tutti quelli che sanno che è impossibile. Ma che ci provano comunque.

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Re: I RANDAGI

Messaggio da progettogayforum » lunedì 6 marzo 2023, 23:40

Gherardo, quando rileggo i tuoi post, dei post che sono la sintesi di una vita e di una reazione umanissima verso la vita, mi fermo a pensare a tutto quello che c’è dietro, al dolore che c’è dietro, a quel dolore che porta a una visione più sofferta e più acuta del tempo e degli uomini. Niente retorica, prendo esempio da te, il dolore che incide la carne, che crea sofferenza fisica, disagio, spasimo, allontana la faciloneria, l’ottimismo superficiale ed entusiastico, spazza le illusioni fantastiche e mostra che, se forse nella vita ci può anche essere gioia, c’è comunque il dolore, tanto dolore, e non è distribuito equamente, c’è chi ne sente soltanto parlare ma non lo ha mai conosciuto e c’è che ce l’ha come compagno quotidiano che non ti lascia neppure la notte. Come in tutte le cose che non abbiamo scelto, se il dolore è nostro compagno, dobbiamo conviverci per capirne i lati deboli e non farci schiacciare da lui. La resilienza non è solo una parola, per chi si porta appresso un dolore ostinato, la resilienza, più che una rivincita sul dolore, è la ricerca di un modo di accettarlo, per capire più a fondo il dolore degli altri. È vero che il dolore allontana da quelli che non lo conoscono, ma avvicina a quelli che ne fanno esperienza ogni giorno. Così matura un altro tipo di condivisione e di comprensione umana, che molte persone non riescono neppure ad immaginare ma che ha una incredibile profondità perché tocca le fibre più profonde dell’esistenza. Pure se sono vecchio, ho tante cose da imparare e le sto imparando giorno dopo giorno anche attraverso di te. Un forte abbraccio. Grazie di condividere anche il dolore.

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USCIRE DALLA GIUNGLA (RANDAGIO LXIII)

Messaggio da Gherardo » domenica 16 aprile 2023, 15:59

Ci son giorni che ti faccio molte domande. E so che a te sembra come se a fartele fosse Mowgli. In una sorta di libro della giungla. Forse è così che ti immagini la mia vita. Ma è inutile negarselo. Nella vita ci vuole strategia. In mezzo agli altri e così da soli. Bisogna imparare a difendersi ed ancor prima a dissimulare. Perché questo è. Dissimulare nel male e nel bene, ovunque ce ne sia il bisogno. Esser considerati da chiunque puliti ed onesti non giustifica l’esser ingenui. Perché questo costringe a fare errori e cortesie di troppo. Cose che son viste storpie dagli altri e come bambinate. Ma col crescere si comprende meglio che è pericoloso non mentire ed esser schietti, impetuosi nella propria correttezza. Ché gli altri vogliono esser lusingati sempre e non contraddetti, mai dialogati. Le conversazioni sono per lo più binomi di reciproche solitudini che non vogliono trovare un appiglio comune. E chi si tradisce, non agendo a questo modo, è un ragazzo cresciuto fra lupi ed orsi. Per la propria sopravvivenza bisogna adattarsi, anche alle regole di una società dove ognuno si sogna libero e rende schiavo l’altro. Altrimenti si finisce con l’essere i pazzi del villaggio. Quelli considerati come uomini grandi. Ma incapaci di star con gli altri. Per questo vanno volta per volta abbandonati Baloo e Bagheera. Riveduti con nostalgia i vecchi posti. E trinciate le liane che ingombrano il passaggio. Bisogna trovarsi dentro un compromesso valido. In modo tale da non svilirsi e non cadere nei tranelli dell’inferno degli altri. Senza rinunciare alla propria autentica autostima. Soltanto rimanendo fedeli a sé stessi ma con una scaltrezza esercitata giorno dopo giorno si può, alla fine, uscire dalla giungla.

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