Io e miei capelli

La realtà dei gay, storie ed esperienze di vita gay vissuta
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Alyosha
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Io e miei capelli

Messaggio da Alyosha » venerdì 19 novembre 2010, 23:58

Per adesso ho deciso di scrivere un libro molto particolare. Titolo "I bruchi e le farfalle". Mi sono accorto che tra diari, poesie e lettere mai date, tutto questo percoso ha lasciato una traccia scritta. Fatico a ricordare il mio passato. Volta per volta l'ho dimenticato e davvero ricordo poco. Il libro è in realtà una introspezione utile solo a me che la scrivo un pretesto per rileggere con attenzione le cose che scrissi e ragionarci su. Quello che vi offro è il commento ad un episodio che ricordo particolarmente doloroso. Ovvero di quando mio padre mi costringe a tagliarmi i capelli. E' un estratto, ma dovrebbe risultare abbastanza autonomo dal contesto, quindi ve lo porgo, così per come l'ho scritto

Vedete finché quello di mio padre fosse stato un divieto generale, l'avrei perdonato. Ho 28 anni ormai e capisco bene quanto difficile sia essere genitori. Capisco che purtroppo a volte ci si preoccupa per cose di cui non dovrebbe affatto preoccuparsi, che ognuno di noi porta con sé il proprio sistema di valori e va bene così. Come si vede da quanto riporto nel quaderno, già allora l'avevo vissuta come un'ingiustizia assoluta. Però, allora, mi sembrava solo un divieto stupido. Mio padre mi stava solo imponendo uno stile, che infondo accettavo, che si riassumeva nell'andare in giro “sistemato”, ovvero, senza camice o pantaloni strappati e stranezze varie. Voglio dire per me, adesso, soltanto l'idea di dover imporre uno stile di abbigliamento a mio figlio mi angosceriebbe. In una fase in cui un ragazzino sta cercando la proprio identità, agire sull'abbigliamento mi pare una violazione della sua intimità e della sua capacità di autodeterminazione. Fatto sta che a quell'età mi sembrava del tutto naturale, che non dovessi vestirmi in un certo modo e anch'io la concepivo come una trasgressione inutile. Ma i capelli no, avevo miei compagni perfettamente normali, senza nessuna “stranezza”, con i capelli lunghi. Perché io no? C'era pure l'aggravante perfida che a mio padre non dava fastidio che i figli avessero i capelli lunghi in generale, ma che li avessi io. E già allora viene fuori, sia il fatto che a mio fratello (che li aveva fatti crescere assieme a me) lo rimproverasse meno per la cosa, sia che, in effetti, mostrandomi indifferente, io stesso abbia prolungato di due settimane un evento che sembrava imminente. Evidentemente sarei sembrato troppo finocchio con i capelli lunghi e su questa cosa non poteva più indugiare. Non poteva infilarmi uno dei suoi tarli nella testa e aspettare che facessi tutto da solo, come con tutto il resto. Ho capito che era questo il vero motivo di quell'imposizione solo adesso. Come vi accennavo, ho capito solo quando ho visto che effettivamente i miei fratellini più piccoli, potevano portare i capelli lunghi quanto volevano. In quella circostanza ho realizzato che quello di mio padre non era un pregiudizio generico sui gay, ma specifico su di me. Non gli davano fastidio le movenze effeminate in sé, il fatto che avessi delle amiche, per visioni sue del mondo sue, ma che gli desse fastidio il fatto che io potessi essere in un certo modo. Gli davo fastidio io, non i capelli lunghi in sé. Questa cosa però non la disse mai chiaramente e di gran lunga avrei preferito che mi dicesse “non voglio che li porti lunghi perché sembri gay”, avrei capito meglio e prima la sostanza del problema. Circa un anno fa invece ho ripreso la questione con lui e mi ha confermato con qualche imbarazzo che questa era sempre stata la sua reale paura e che i suoi comportamenti erano dovuti esattamente a quello, quindi so bene che dico.
A quell'età comunque la vissi come una violenza, quello era il mio corpo e quel padre di cui mi fidavo lo stava violando, insistendo personalmente su di esso (i capelli me li aveva tagliati sempre lui). Che rabbia anche adesso, quanti stupidi pregiudizi, quante carceri inutili. Comunque adesso ricordo con precisione quando successe che con io padre non parlai più: 27 Dicembre 1997. Quella rabbia immensa la vidi dentro me impotente. Avevo cercato di impedire la cosa, ma non c'ero riuscito, non ero forte abbastanza allora e lasciai che lui si imponesse fisicamente su di me. Lui non capisce ancora la densità di quel gesto e forse non la capite neanche voi, perché pare una cosa piccola, ma dentro me fu il punto di raccordo di tensioni che come avete visto serpeggiavano ormai da anni. Mio padre ormai non stava più dalla mia parte o meglio io non stavo più dalla sua, c'era qualcosa nella mia volontà che lo turbava, che mi turbava. Da quel momento lo odiai profondamente e intensamente, con tutte le mie forze e con tutta la rabbia e il dolore di cui disponevo. Da quel momento, quel sentimento latente di rifiuto, che strisciava da anni, divenne sofferenza, turbamento. Divenne chiaro. Più in là ho fatto mille liti con mio padre. Liti in cui proprio lo aggredivo fisicamente e verbalmente, in cui mi assoggettava solo perché era più forte. In quei momenti ho sempre desiderato crescere, diventare più forte di lui, impedire che quella violenza si esercitasse ancora su di me. Ho aspettato e aspettato, e adesso non può proprio più. [...] Quel verme odiava me perché gli sembravo gay, mi ha rifiutato non perché fossi checca, ma semplicemente perché lo sembravo. Come si è permesso? Come osa lui giudicare un figlio gay? Perché non si fa più schifo lui e la sua violenza? Ora a distanza di anni, sono orgoglioso di non essere un violento, vado fiero del fatto che non sapevo fare a pugni con i ragazzini, del fatto che non una sola volta ho imposto con la forza una mia idea.

Rileggendo capisco perché ho esitato a scriverla è un racconto abbastanza intimo. Ho cercato di togliere quanto più possibile le parti che riguardavano terze persone e comunque mi sentivo di condiverlo con voi.

barbara
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Re: Io e miei capelli

Messaggio da barbara » sabato 20 novembre 2010, 10:25

C'è un tipo di silenzio che fa davvero male. Il tuo racconto è molto coinvolgente, Boy-com. Il sentirsi esclusi e trattati diversamente rispetto ai propri fratelli è già doloroso per qualunque figlio. La si chiama comunemente gelosia ed è già pesante da sopportare, ma per un ragazzo gay è un attacco radicale alla sua identità.
Colui che dovrebbe sostenerti e stare dalla tua parte non ti accetta e nemmeno te lo dice. Nemmeno affronta il problema, da adulto, discutendone.
Col suo silenzio anzi ti dice che la tua identità non è degna di essere nominata. Quelle forbici non tagliano solo i capelli, ma feriscono molto più in profondità.
Deve essere stato estenuante per te in un primo tempo interrogarti sul suo atteggiamento , temendo che fosse proprio quella la ragione, ma sperando in cuor tuo di trovare conferme del contrario, perchè un figlio quando inizia a crescere nient'altro desidera più che essere stimato dal proprio padre.
Anche se c'è l'affetto, non è più sufficiente. E' uno sguardo orgoglioso, che un ragazzo fa cercando. Ne ha bisogno per credere in se stesso, per non perdersi nella confusione di quegli anni.
Hai fatto bene a tenere un diario. Il tempo, sai, falsifica le cose. Ricordare con più certezza ciò che hai dovuto affrontare è importante, specie in certi momenti , quando l'insicurezza riaffiora.
Devi essere riconoscente al ragazzo di allora. Aveva solo quindici anni eppure ha stretto i denti e si è rialzato. Doveva essere molto testardo e forte dentro, per riuscirci.
Un abbraccio
Barbara

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morrissey
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Re: Io e miei capelli

Messaggio da morrissey » sabato 20 novembre 2010, 20:41

Che dire?! Ormai sembriamo il forum della scuola Holden!! :lol:
Bravo boy, mi piace quello che hai scritto, è molto coivolgente! Ed è l'ennesima testimonianza di quanto spesso i genitori sbaglino, di quanto confondano i loro desideri e le loro ambizioni con quelle dei figli e cerchino di costruire delle creature perfette, come se questo permettesse loro di riscattarsi dagli errori che hanno commesso. Lo so, è il solito discorso detto e ridetto, niente di nuovo, ma quando leggo i nostri post mi rendo sempre più conto di quanto sia vero e di come piccoli episodi d'infanzia, come il tuo, abbiano delle ripercussioni estremamente persistenti sulle nostre vite. Ovviamente perchè dietro i piccoli episodi si nascondono grandi incomprensioni.
Io sono stato "vittima" della gelosia di cui parlava Barbara. Ho un fratello che è sempre stato un genio, ha vinto miriadi di premi anche a livello internazionale. Per quanto io fossi bravo a scuola, il confronto con lui è sempre stato impossibile. I miei a loro modo si sforzavano di non farmi pesare questa situazione, ma all'epoca non era sufficiente. E non ci vuole Freud per capire come tutto ciò mi abbia sempre causato profonde insicurezze. Io negli occhi di mio padre ho sempre visto affetto, ma mai quella stima che provava per mio fratello. Io ero quello che sì non era male, ma da cui si ci aspettava sempre un guaio da un momento all'altro. Ero quello sensibile, quello buono ma non ero mai quello bravo, quello di cui raccontare le gesta ai colleghi. Ero il discreto, mio fratello era l'eccellente. Da piccolo ero schiacciato da questi paragoni che non potevano essere celati a lungo e dolorosamente affioravano. Da adolescente mi sono ribellato e ho fatto anche cose sconsiderate. Non so se fosse solo per attirare l'attenzione o per distaccarmi da un modello a cui non avrei mai potuto adeguarmi, nemmeno con tutto lo sforzo possibile. Adesso sono cresciuto, e riesco a gioire sinceramente dei successi di mio fratello. Accetto i miei limiti e riesco ad apprezzare di più i miei pregi, come la grande tenacia. Però dento di me porto sempre quel senso di inadeguatezza, quell'insicurezza che si manifesta troppo spesso e che mi spinge sempre a cercare l'approvazione dall'esterno.
Sono andato un pò fuori topic, ma una volta aperto il vaso di Pandora, non so più quello che esce. :D
Boy, che bella l'ultima frase, "sono orgoglioso di non essere un violento, vado fiero del fatto che non sapevo fare a pugni con i ragazzini, del fatto che non una sola volta ho imposto con la forza una mia idea"... stra-condivido!
"Gran parte delle brutture di questo mondo viene dal fatto che della gente che è diversa, permette che altra gente la consideri uguale!" Harold e Maude

"People are just sexual, the prefix is immaterial" Morrissey(quello vero!)

Alyosha
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Re: Io e miei capelli

Messaggio da Alyosha » sabato 20 novembre 2010, 21:45

Barbara dici sempre molto belle. E' estenuante anche adesso interrogarmi sul mio comportamento, cercare di spiegarmi, perché ho nonostante abbia capito a 17 anni come stessero le cose, ho aspettato così tanto (vorrei capire per far si che certe autocensure inconscie non aggissero più). Io l'affetto di mio padre non ce l'ho avuto proprio però, in un'atà in cui un punto di riferimento con il quale confrontarli proprio mi sarebbe servito. Si è allontanato da me proprio a quell'età (anche se già prima dava segni di allontanamento). Nonostante il male che ho ricevuto (e quello forse donatogli) però non ce l'ho più davvero con lui. Non ha saputo gestire la cosa. Nessuno lo aveva insegnato a lui e lui non lo seppe insegnare a me. Non so se avro mai dei figli. Non credo ed è un vero peccato, perché forse (e dico solo forse) io avrei potuto insegnarlo ai miei figli e rompere finalmente questa ricorrenza ciclica.

Mooooorrrrrrrrrrry sposami :):):)!!! Non so se sei andato fuori tema, ma di sicuro potrei fare copia e incolla di quello che hai scritto. Mio fratello ha sempre avuto una marcia in più e stargli dietro ha sempre comportato fatica per me (abbiamo fatto dalle elementari alle superioti nella stessa classe, perché a me ai tempi hanno fatto fare la primina senza motivo). Gli effetti e le sensazioni sono grosso modo quelle che racconti tu....

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serpentera
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Re: Io e miei capelli

Messaggio da serpentera » domenica 21 novembre 2010, 14:32

Che rabbia che mi fa quando un genitore deve decidere per il figlio,come se quest'ultimo fosse la continuazione della loro adolescenza,la possibilità di ottenere gli obbiettivi che a loro tempo non sono stati in grado di raggiungere!!
Posso capire come ti sarai sentito in quei momenti boy,la tua sofferenza!!
A volte papà e mamma non si rendono neanche conto degli errori che commettono;un gesto simile può cambiare completamente il modo di rapportarsi con un genitore.A me è successa la stessa cosa con mio padre!!
Un abbraccio!
Serpy ;)

clark68
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Re: Io e miei capelli

Messaggio da clark68 » domenica 21 novembre 2010, 19:14

HELLO :)
Ciao Boy,
Bravo, nel tuo post hai tirato un argomento al quanto duro, quello del rapporto figlio e padre in età adolescenziale anche se il problema cappelli potrebbe essere banale ma molto significativo il comportamento di tuo padre. :(
Ti capisco molto bene, a quell'età si ha bisogno di punti di riferimenti, affetti ed altro se non ci sono allora si che sono guai, purtroppo, gli unici riferimenti per i figli sono i genitori ma direi anche i nonni e fratelli.
Ogni figlio vive la propria esperienza con il padre come ogni padre vive la propria esperienza con il figlio chiaramente ma secondo me i rapporti comportamentale sono fondamentale per la crescita del figlio leggevo un frase che diceva:
"Ogni esperienza vissuta, ogni realtà con la quale siamo venuti a contatto nella vita è uno scalpello che ha creato la statua della nostra esistenza modellandola, plasmandola, modificando. noi siamo parte di tutto quanto ci è accaduto..." condivido pienamente tra cui anche l'essere gay fa parte dell'esistenza..
Quando vengono a mancare questi riferimentiti da grande ci si pone tanti perchè :( ??!! le domande sono tante e avvolte non si hanno delle risposte, io mi chiedo ma come fa un padre a non essere il punto di riferimento per il proprio figlio?? cosa più preziosa che un genitore possa avere??
Sai quando da piccoli non si ha un dialogo , rapporto, fiducia con i genitori col tempo da grande diventa sempre piu difficile quasi impossibile purtroppo è realtà.
Ti parlo per esperienza anche con i fratelli da cui c'e stato un distacco non ci si vede mai e quando ci si incontra non ci si parla si tende a litigare per cose stupide del passato quindi non ne vale la pena, alla fine ci si ritrova sempre da soli :( Ma credo che l'unico riferimento valido da grande sia la proprio fiducia in se stesso, la propria persona, crederci avere stima di se stesso e volersi bene condivido la frase che hai scritto boy...
"sono orgoglioso di non essere un violento, vado fiero del fatto che non sapevo fare a pugni con i ragazzini, del fatto che non una sola volta ho imposto con la forza una mia idea."
Sei un grande, chi ha usato la violenza e chi vuole imporrere le proprie idee non hanno mai portato buoni frutti e chi usa violenza non sara mai in pace con se stesso, Boy non hai nulla da rimproverarti certo viene rabbia ma è normale come dice Serpy:
"Che rabbia che mi fa quando un genitore deve decidere per il figlio,come se quest'ultimo fosse la continuazione della loro adolescenza,la possibilità di ottenere gli obbiettivi che a loro tempo non sono stati in grado di raggiungere!!
e' una sofferenza è normalissimo ma è l'effetto rabbioso direi di coloro che dovrebberono essere punti di riferimenti, insegnare la vita ai propri figli e non lo fanno. purtroppo questa e una dura realtà :( :(
Boy grazie per aver condivso la tua esperienza
un affettuoso e dolce saluto ;)
a risentirci Clark :)

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Re: Io e miei capelli

Messaggio da Alyosha » domenica 21 novembre 2010, 22:27

Clark.... Ti ringrazio veramente per le tue parole, ho quasi i goccioloni agli occhi. Sento tutto l'affetto di un padre nelle tue parole e sono felice di aver ascoltato questo punto di vista "paterno" diverso da quello che ho avuto io. Mi sarebbe piaciuto veramente avere un padre accogliente come te. Neanch'io capisco cosa ci possa essere di più gratificante (e per carità anche faticoso) che crescere un figlio. Per il resto è come dici tu, per quanto io sia cresciuto e molte cose siano cambiate, non ho un vero rapporto con mio padre e questa cosa alla fine mi addolora. Sento che l'affetto di mio padre è la cosa che più mi è mancata, al di là del fatto che mi abbia imposto o meno delle cose.

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kikko
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Re: Io e miei capelli

Messaggio da kikko » lunedì 22 novembre 2010, 14:55

boy nessuno più di me può capirti, giacchè ho 2 genitori che avrebbero voluto fare di me il "mostro" dei loro sogni... costringendomi non solo ad emularli ma a superarli corregendo con me quello che non sono riusciti a correggere nella loro vita, ed è pertanto rimasto come parte insoluta, irrealizzata e rimpianta. alla fine nonostante l'impegno che ci hanno messo, hanno dovuto arrendersi all'evidenza: sono il loro frutto, indipendente e libero, nessun vincolo di soddisfazione, nessun risarcimento, nessun obbligo a terminare ciò che le loro scelte hanno lasciato incompiuto!

clark68
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Re: Io e miei capelli

Messaggio da clark68 » giovedì 25 novembre 2010, 22:47

Boy...un grazie anche a te per cio che hai scritto le tue parole mi hanno toccato nel profondo del cuore e mi hanno fatto bene credo che chi ha vissuto certe esperienze puo capire l'altro che le sta vivendo nasce cosi una comunicazione ricca d'amore di comprensione e d'affetto ( cosi diceva Leo Buscaglia) un libro che ti consiglio "nati per amare"
a risentirci sei un grande!!! sei sicuramente ricco d'amore
ci sentiamo in chat
Clark ;)

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