difficoltà nell approccio

La realtà dei gay, storie ed esperienze di vita gay vissuta
Rispondi
aquilone213
Messaggi: 56
Iscritto il: giovedì 11 novembre 2010, 22:46

difficoltà nell approccio

Messaggio da aquilone213 » domenica 17 aprile 2011, 20:26

ciao a tutti.gli ultimi mesi per me sono stati difficili perchè mi sono allontanato definitivamente da quel ragazzo di cui avevo parlato nell altro post..è stata una decisione dolorosa ma necessaria e mi ha lasciato una ferita profonda,perchè per piu di un anno ho creduto fortemente in questa storia..da circa un mesetto ho conosciuto per puro caso un ragazzo..da qualche mese vicino a casa mia,nella città dove studio e lavoro,avevo notato un panificio aperto da poco ma nel quale non ero mai entrato..un giorno casualmente sono entrato perchè avevo bisogno del pane e ho visto questo ragazzo..mi ha colpito subito,come mi capita sempre quando mi piace veramente qualcuno,ma in quel momento non ci ho fatto molto caso,anche perchè ero insieme ad un altro amico..da quel momento ci sono andato spesso e ogni volta c erano degli sguardi furtivi ma intensi...ovviamente da quel momento vado ogni volta che posso,però non so proprio come approcciarmi con lui..so solo il suo nome e nient altro e non abbiamo nemmeno amici in comune..non è facile anche perchè ogni volta che vado lui è sempre impegnato con i clienti..solo due volte ci siamo trovati da soli ma ci sono stati solo poche parole e sorrisi imbarazzati..poi io sono un caso patologico:ogni volta che sono a contatto con qualcuno che mi piace divento un ebete..non spiccico una parola..poi mi scattano sempre le solite domande e paranoie:è fidanzato o no ? ha capito che mi piace?gli fa piacere o magari è omofobo?il punto è che esco da una situazione difficile e ho paura di crearmi altre aspettative ed illusioni e di rimanere deluso e soffrne..a me basterebbe conoscerlo meglio e diventare suo amico,anche perchè sono sempre piu convinto della teoria di boy com e cioè che ogni relazione vera dovrebbe partire da una base di amicizia..e poi vorrei che per una volta le cose si sviluppassero in modo naturale senza ambiguita, paure, cose non dette,segnali da interpretare, perchè so gia che un altra situazione del genere non la reggerei fisicamente e mentalmente. potrei fermarlo dopo il lavoro ma finora non ho avuto il coraggio di farlo, oppure avevo pensato di scoprire il suo cognome per contattarlo su facebook..in ogni caso.ho il desiderio di rimettermi in discussione in una storia vera e concreta,perchè sento di avere molto da dare e che forse questo è il momento giusto..aspetto con ansia le vostre sincere opinioni..grazie in anticipo e un abbraccio..

Alyosha
Utenti Storici
Messaggi: 2476
Iscritto il: mercoledì 20 ottobre 2010, 0:41

Re: difficoltà nell approccio

Messaggio da Alyosha » domenica 17 aprile 2011, 20:52

Aquilone che piacere sentirti :):). Sono innanzitutto contento di sapere che stai meglio. Nel post non lo dici ma il fatto che cominci ad interessarti un altro ragazzo è più che positivo. Sulla mia teoria volevo dirti che in realtà non è affatto una teoria :):). Personalmente è solo un pericolo che vedo, partendo principalmente da quello che succede a me e poi anche leggendo le storie qui sul forum. Io dico semplicemente che se uno vuole mettersi nell'ottica di stare con una persona, e non si tratta semplicemente di una botta e via a, bisogna avere tanta pazienza e non avere fretta, perché vuoi o non vuoi il rapporto sessuale cambia le cose e non sempre la relazione è pronta a che succeda. In realtà quello che penso in tutta onesta è che in un rapporto etero l'elemento frenante sia la donna, perché anche là solitamente il maschio c'ha in testa sempre quella cosa e che comunque noi restiamo maschi. L'idea che due uomini si "trattengano" anche quando evidentemente si attraggono fisicamente, ma di fatto neanche si conoscono è già molto complicata (bisogna proprio imporsi di non lasciare precipitare la situazione) se poi di fatto si teorizza che è pure giusto farlo allora proprio succede e basta. Tutto secondo me dipende da ciò che si vuole. Poi non so bene... non ho teorie vere e proprie in effetti, ma solo sensazioni che mi arrivano chiare... Non saprei neanche spiegarti perché il contatto fisico cambia le relazioni, ma le cambia. Almeno io l'ho vissuta così, sento che ci sono delle cose che avrei accettato tranquillamente se non fosse successo nulla tra di noi, ma adesso proprio no. Scattano sentimenti di gelosia, tristezza, ecc. ecc. che sono sicuro non ci sarebbero stati e mi avrebbero permesso di gestire situazioni complicate. Partendo dal presupposto che in ogni caso iol vissuto di un gay è complicato (neanche sto a dire perchè), mi pare di poter dire che ancora di più due cose complicate che si incontrano debbano avere pazienza reciproca, perché secondo me ce ne vuole molta, ma proprio molta.
Nel caso tuo per esempio mi godrei il momento e ci penserei tredicimila volte prima di andarmi a mettere in un'altra situazione assurda. Infondo è una persona che non consoci e di cui non sai praticamente nulla. Mi limiterei a continuare ad andarci a comprane il pane per il puro piacere di guardarmelo dalla testa fino ai piedi, da le sue soddisfazioni secondo me. Senza metterci altro al momento, le cose nascono sole se vogliono nascere. Alla fine anche inconsapevolmente se una persona ti piace lanci una quantità infinita di segnali che se l'altro non coglie è perché non è interessato. Ecco farei esattamente questo, non farei proprio nulla e proverei a rincompormi un pochetto, dopo questa frattura che ti avrà fatto stare davvero male.
Io comunque non vedo affatto nessun problema nell'essere impacciati con una persona che neanche si conosce e che per altro ti piace... anzi la vedo come una cosa carina e infondo anche tenera.

aquilone213
Messaggi: 56
Iscritto il: giovedì 11 novembre 2010, 22:46

Re: difficoltà nell approccio

Messaggio da aquilone213 » lunedì 18 aprile 2011, 23:11

grazie boy com..non sai quanto mi sono di conforto le tue parole,che come al solito sono illuminanti...quanto vorrei avere un amico come te per potermi confrontare su queste cose di persona,ma purtroppo l unico che sa di me è il mio migliore amico,ma con lui non riesco a confidarmi..ma questa è un altra storia e questo non è il post giusto..sottoscrivo il tuo consiglio e infatti ci sto andando con i piedi di piombo..il fatto è che sento forte il desiderio di una storia e di amare qualcuno e questo mi porta spesso ad avere fretta, a crearmi aspettative,sebbene razionalmente sia consapevole che le cose debbano accadere da se e che non bisogna forzarle,perchè è inutile e serve solo ad andare incontro alla frustrazione e all angoscia...un problema molto serio per me è che nell approccio con un ragazzo sono sempre bloccato dalla paura dell omofobia..questo perchè 7 anni fa mi sono innamorato di un ragazzo del mio paese,gli ho apertamente dichiarato i miei sentimenti ma lui mi ha rifiutato,offeso e deriso con i suoi amici...quest umiliazione ha lasciato in me un segno profondissimo e ha creato quasi un blocco nel relazionarmi con gli altri ragazzi..infatti ogni volta che mi innamoro o che cmq mi piace qualcuno quel ricordo riaffora in me violentemente e soprattutto riemerge la paura di riprovare quelle orrende sensazioni..grazie boy com per il tuo appogiio e un abbraccio

Alyosha
Utenti Storici
Messaggi: 2476
Iscritto il: mercoledì 20 ottobre 2010, 0:41

Re: difficoltà nell approccio

Messaggio da Alyosha » martedì 19 aprile 2011, 0:33

Ohi aquilone innanzitutto devo ringraziarti sei sempre così carino nei miei confronti. Il mio comunque non era un consiglio di trattenersi, ma al contrario di lasciarsi andare, che però in questo caso vuole dire, secondo me, viversi al cosa per quella che è, ovvero il fatto che ti intriga uno che conosci di vista. Questo può far stare bene in sé cose cosa, perché ti ripeto visto che sei stato male per un ragazzo così tanto tempo è positivo che comincia a gua rdarti intorno. Magari non sarà proprio questa la persona giusta, ma verrà. Mettendosi nella giusta predisposizione diventa solo una questione di tempo e per carità anche di un pizzico di fortuna. Sulle tue difficoltà so per certo che non sarà un esperienza facile e se ti va di parlarne, come e quando vuoi. Però, almeno credo, non tutto centra con tutto. Per quanto questa esperienza sia stata traumatica e condizioni le tue relazione, qua alla fine si sta solo dicendo che sei impacciato con uno che neanche conosci e non mi pare poi la fine del mondo come cosa. E poi comunque l'impaccio si risolve proprio non caricando di troppe aspettative gli incontri. Meno stai lì a progettare e più facile ti viene essere spontaneo. Insomma hai bisogno di sentirti a tuo agio con le persone prima di poter essere un attimo pù naturale... E allora? Che c'è di male? Boh... io la vedo così

aquilone213
Messaggi: 56
Iscritto il: giovedì 11 novembre 2010, 22:46

Re: difficoltà nell approccio

Messaggio da aquilone213 » martedì 19 aprile 2011, 0:53

hai ragione boy com..cmq l esperienza che ti ho raccontato non era propriamente riferita a questa situazione,ma voleva essere solo un modo di spiegarti le mie difficolta nel relazionarmi con i ragazzi e le mie paure che ogni volta riaffiorano..cmq provero a seguire il tuo consiglio...grazie ancora

barbara
Utenti Storici
Messaggi: 2864
Iscritto il: mercoledì 14 aprile 2010, 9:22

Re: difficoltà nell approccio

Messaggio da barbara » martedì 19 aprile 2011, 7:25

Aquilone ha scritto: "7 anni fa mi sono innamorato di un ragazzo del mio paese,gli ho apertamente dichiarato i miei sentimenti ma lui mi ha rifiutato,offeso e deriso con i suoi amici...quest umiliazione ha lasciato in me un segno profondissimo e ha creato quasi un blocco nel relazionarmi con gli altri ragazzi..infatti ogni volta che mi innamoro o che cmq mi piace qualcuno quel ricordo riaffora in me violentemente e soprattutto riemerge la paura di riprovare quelle orrende sensazioni"


Ciao Aquilone, è molto utile che tu abbia portato la tua esperienza, che altri ragazzi possono aver vissuto . Così facendo dai modo a molti di identificarsi con te e capire cosa gli succede. In effetti hai una buona consapevolezza delle ragioni che ti portano a difenderti da un nuovo incontro, una consapevolezza che spesso non c'è.
La ferita di cui parli può essere così dolorosa da indurre la persona a dimenticarla , per così dire, in modo che non riesce nemmeno più a spiegarsi le ragioni della propria diffidenza.
Ricordo che tempo fa ho letto proprio un articolo di uno psicologo che descriveva questa situazione. Parlava dele tracce che rimangono dopo una delusione del genere e che influiscono nella speranza che un ragazzo ha di trovare davvero l'amore.
Siamo fatti in questo modo: se c'è stata una minaccia, ci difendiamo. In caso contrario saremmo esposti , senza protezione, all'infelicità.
Dunque certi blocchi è bene che ci siano, perchè ti danno modo di riflettere se valga o meno la pena di rischiare .
Da quella esperienza terribile hai capito che ci devi andare cauto , ma quando sei affascinato da qualcuno , il desiderio e la paura diventano entrambi molto forti e posso solo cercare di immaginare ciò che provi, ma mi sembra che non sia affatto una bella sensazione.
Non deve essere facile per te vivere in mezzo all'incertezza su cosa fare, perfino col tuo migliore amico.
L'immagine che mi viene in mente è quella di qualcuno che per trovare l'acqua debba attraversare un campo minato. Ci vogliono molte energie per sostenere una tensione del genere.
Vorrei poterti dare qualche consiglio, ma posso stare solo ai bordi di quel campo e dirti : coraggio , puoi farcela.

aquilone213
Messaggi: 56
Iscritto il: giovedì 11 novembre 2010, 22:46

Re: difficoltà nell approccio

Messaggio da aquilone213 » mercoledì 20 aprile 2011, 10:20

ciao barbara...grazie mille per la tua risposta e per il tuo incoraggiamento...hai centrato perfettamente il punto...in effetti oscillo tra il desiderio e la paura,anche se i ragazzi che ho conosciuto successivamente non erano minimamente paragonabili a quel ragazzo omofobo,anzi ..la cosa veramente paradossale è che con quel ragazzo 7 anni fa non ho avuto nessun problema e nessun dubbio nel dichiararmi,nonostante era evidente che tipo di persona era...è stato quasi come se incosciamente volevo farmi del male da solo..io ancora non sono riuscito a superare del tutto quell esperienza,anche se ci ho lavorato molto con l aiuto di una terapeuta..però ancora dei segni mi sono rimasti e si ripresentano ogni volta che mi piace qualcuno perchè è come se quell omofobia l avessi interiorizzata..è come se quel ragazzo mi abbia convinto che bisogna vergognarsi a provare un sentimento per un maschio...tutto questo magari fa si che sono attratto da ragazzi che hanno la stessa paura e vergogna nel provare un sentimento per me e questo fa si che l approccio sia terribilmente complicato...una cosa assurda e curiosa è che ieri sera sono tornato al mio paese e proprio un ora fa ho incontrato dopo molto tempo quel ragazzo omofobo di cui ho scritto in questi giorni..è veramente incredibile che dopo 7 anni da quell avvenimento e,nonostante io non l abbia mai calcolato,ogni volta che mi vede mi dice sempre cose irripetibili e questo succede periodicamente una o due volte l anno..fortunatamente a me queste sue esternazioni non mi fanno piu l effetto di prima, anche se logicamente non mi puo lasciare indifferente la cosa..mi guarda con gli occhi dell odio,quasi come se gli avessi fatto un torto imperdonabile ..non riesco a concepire come dopo tutti questi anni si possa odiare qualcuno con questa intensita solo perchè provava un sentimento per te..potevo capire la sua indifferenza o se magari mi prendeva in giro,invece è proprio odio allo stato puro..io avrei voluto parlargli per chiarire e per riuscire a perdonarlo in modo da fare pace con questa storia ma è impossibile..forse è vero che l odio è un sentimento forte come l amore e questa ne è la prova..mi piacerebbe sapere l opinione di project..un abbraccio a barbara..

Avatar utente
Cagliostro
Messaggi: 413
Iscritto il: venerdì 4 febbraio 2011, 23:36

Re: difficoltà nell approccio

Messaggio da Cagliostro » mercoledì 20 aprile 2011, 17:31

Ciao Aquilone, ho letto il tuo topic e comprendo le tue difficoltà.
Hai raccontato di quel ragazzo che sette anni fa ti ha ferito e umiliato: sono certo che questo trauma ha condizionato e sta condizionando ancora il tuo modo di relazionarti con gli altri ragazzi.
Anche se magari non consapevolmente in te è rimasta la paura di essere ferito, ecco perché ti senti in difficoltà ad approcciarti e come hai scritto oscilli fra la paura e l’imbarazzo.
Non posso fare altro che darti lo stesso consiglio che ti hanno dato Boy-Com e Barbara, prenditi tutto il tempo necessario prima di parlare con un ragazzo, valuta bene la persona che ti trovi di fronte e non cercare di forzarti.
Tu scrivi: “è come se quel ragazzo mi abbia convinto che bisogna vergognarsi a provare un sentimento per un maschio...”.
Io credo invece che bisogna vergognarsi a non provare nessun sentimento o a calpestare quelli degli altri. Amare un maschio non è disonorevole, non è condannabile e neanche esecrabile.
L’amore va oltre tutte le barriere mentali e i pregiudizi che cercano di imporci.
Quel ragazzo che continua a insultarti e guardarti con odio è un infelice, non sarà mai in grado di apprezzare la bellezza che c’è in te, anche se vivrà una vita apparentemente soddisfacente in realtà dentro di sé avrà sempre il vuoto perché non sa accettare chi a differenza di lui è in grado di amare.
Non sei tu che hai fatto un torto a lui, ma è lui che ha fatto un torto a te, dandoti la sua falsa amicizia.
Il perdono va dato a chi lo merita, questa persona merita solo la tua indifferenza: ogni sentimento che provi per lui è sprecato. Non angosciarti, cerca invece di vivere appieno la tua vita e di apprezzarne la bellezza in ogni sfumatura.
Solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana e non sono sicuro della prima
Albert Einstein


Chi semina raccoglie,
ma chi raccoglie si china...
...e a quel punto è un attimo...

aquilone213
Messaggi: 56
Iscritto il: giovedì 11 novembre 2010, 22:46

Re: difficoltà nell approccio

Messaggio da aquilone213 » mercoledì 20 aprile 2011, 21:30

grazie per le bellissime parole cagliostro..sinceramente resto sempre basito quando leggo i tuoi post...faccio fatica a credere che hai 15 anni...è incredibile la sensibilità e l intelligenza che hai..se io fossi tuo padre o tuo fratello sarei orgogliosissimo di te..sottoscrivo in pieno quello che hai detto..in effetti sono molto cauto quando incontro un ragazzo,ma il problema è che ho paura che questa cautela mi impedisca di amare qualcuno..non posso negare di invidiare i ragazzi etero perchè quando a loro piace una ragazza rischiano ovviamente di essere rifiutati ma non di essere offesi..non riesco ad accettare il fatto che debba avere paura di esprimere i miei sentimenti...questo ragazzo omofobo lo conosco fin dall infanzia perchè eravamo amici e lo siamo stati fino all adolescenza e allora avevamo un legame particolare ..poi purtroppo per vari motivi si è incattivito,si è imbruttito interiormente..ora quando lo vedo non lo riconosco piu...non riesco nemmeno ad odiarlo e,nonostante non sia piu innamorato di lui,il suo odio mi fa male anche se molto meno di prima..nessuno mi aveva guardato con quegli occhi carichi di odio..non mi perdonera mai per avergli rivelato quello che provo..

Avatar utente
progettogayforum
Amministratore
Messaggi: 5968
Iscritto il: sabato 9 maggio 2009, 22:05

Re: difficoltà nell approccio

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 20 aprile 2011, 21:44

Ciao Aquilone,
provo a dirti la mia opinione che sostanzialmente è molto vicina a quella di Cagliostro ma la vorrei prendere da un punto di vista un po’ differente. Parto da una considerazione purtroppo oggettiva: si vive in un mondo in cui l’ignoranza domina incontrastata. Mi è capitato domenica scorsa di trovare in distribuzione gratuita in fondo ad una chiesa un opuscolo che illustra la posizione della chiesa sulla omosessualità, beh, non ti posso negare che ho avuto la netta impressione che la caccia alle streghe non è finita e ha solo cambiato modalità perché la società civile si è evoluta, chiunque abbia un minimo di rispetto per la verità, leggendo certe cose non può non provare uno sdegno morale profondo perché quelle cose sono il segno di un pregiudizio che non ha nulla a che vedere con la verità delle cose. Francamente conosco centinaia di ragazzi gay e vedere applicate a quei ragazzi le categorie di quell’opuscolo a me suonava tra il comico e il grottesco, ma purtroppo l’ignoranza è tale che quel linguaggio fa dei danni gravissimi. Il problema non è nel negare a chi vuole dire la sua di dire quello che vuole ma nel convincere le persone a ragionare sempre col proprio cervello e con un’apertura incondizionata di fronte all’esperienza al di là di qualunque dogmatica. E’ questo che vuole fare Progetto Gay, semplicemente vuole invitare le persone a riflettere sulla realtà dopo averla conosciuta. E la realtà gay che vedo ogni giorno è di una moralità tale che a me spiace che molti non riescano a capirla perché arriverebbero finalmente ad aprire gli occhi. Che cosa si può fare? La risposta è solo una: andare avanti e dire sempre la verità in modo che chi può e vuole capire abbia i mezzi per farlo documentatamente. Gli omofobi ci sono e c’è chi punta sull’omofobia per consolidare la sua fetta di potere, ma si tratta di cose molto misere anche se possono fare soffrire molto. Interiorizzare l’omofobia altrui significa chiudere gli occhi di fronte alla verità. C’è gente che ha bisogno di ricevere la sua morale dall’esterno e che vede il suo compito nell’essere sempre contro qualcuno, queste persone ci saranno comunque, ciò che conta è che non turbino la nostra coscienza. Il male consiste nel fare il male di un’altra persona e tutto questo con l’omosessualità non ha nulla a che vedere. Essere gay è un modo di amare e i gay lo sanno molto bene.

Rispondi