Consigli sulla mia situazione

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Gio92
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Consigli sulla mia situazione

Messaggio da Gio92 » martedì 1 settembre 2015, 23:06

Salve a tutti,
sono tornato per chiedere dei consigli sulla gestione della mia situazione familiare. Non sapevo quale fosse la sezione più adatta per aprire l’argomento.
Io credo che la mia vita sia cambiata moltissimo negli ultimi anni, soprattutto nell’ultimo anno sono successe cose positive che non mi aspettavo minimamente succedessero, come la mia autonomia emotiva e fisica. Non ho ancora persone al mio fianco con cui condividere la mia vita, sono solo ma ormai per me non è più un problema perché sono diventato amico di me stesso, anche se vorrei tanto avere un gruppo stabile di ragazzi con cui uscire.
Per me il cammino è stato e lo è ancora (anche se in forma minore rispetto al passato) molto difficile, io ho dovuto davvero conquistarmi certi aspetti fondamentali della mia persona che mi erano stati tolti dalla depressione, come il benessere mentale, fisico ed emotivo.
Spesso mi domando: ma come ho fatto a “sopravvivere” a certe situazioni difficilissime? (ho anche aperto vari topic in questo forum in quei periodi) , poi mi rispondo che ognuno di noi ha un potenziale molto elevato dentro di sé, e che questo esce nelle situazioni di maggior difficoltà.
Ma io vorrei conoscere una sensazione chiamata “tranquillità” che ancora oggi mi sfugge. E’ come se stessi resistendo ogni giorno ad un leggero terremoto fastidioso sotto i miei piedi, del quale ho paura che possa aumentare di intensità.
La tranquillità come la intendo io è la sensazione di casa, di armonia che avevo anche conquistato fino ad alcuni mesi fa, ma che ora è di nuovo traballante e non stabile. Ok, tutti noi passiamo dei periodi più movimentati e tesi e altri più tranquilli, ma la mia situazione familiare mi rende sempre altalenante a livello emotivo.
C’è spesso conflittualità, mio padre è un tipo tosto e nervoso che vuole controllare tutto e tutti. Mia madre solo ultimamente si è più “ammorbidita”, ma fino a pochi mesi fa mi era col fiato sul collo in continuazione dicendomi che dovevo fare più esami all’uni perché secondo lei ci sto mettendo troppo tempo.
Ho cominciato a praticare la palestra da alcuni mesi e all’inizio si lamentava del troppo tempo che spendevo in quel luogo. Le prime volte ero lì parecchio tempo per ambientarmi, perché era un posto nuovo, inoltre è un po’ lontana da casa quindi spesso incontravo traffico e ci mettevo più del dovuto per tornare a casa.
Ma tutto ciò si è risolto con un incontro con il mio terapeuta in cui c’erano anche loro in cui io ho espresso i miei disagi (con un tono di voce molto deciso e anche un po’ inc@zzato). L’incontro si è svolto verso Marzo ed è durato quasi due ore.
E’ servito molto perché mia madre si è “tranquillizzata” sotto il punto di vista degli studi e del mio tempo libero. In poche parole ha capito che ho pur 23 anni e non può più controllarmi come un bambino.
Mia sorella, un’altra nota dolente, è una ragazza con difficoltà di autostima e sostiene spesso che sono stato io la causa del suo malessere che dura già da tempo. Dice che mamma e papà hanno rivolto sempre più attenzioni a me, da un lato sarà pure vero ma è successo perché io ero intrappolato in una forte depressione e quindi loro cercavano a modo loro di aiutarmi (anche se spesso hanno ottenuto l’effetto contrario). Con l’altra mia sorella è dolcissima, con me diventa un mostro.
Quando la vedo che parla con l’altra mia sorella o con altre persone in genere, e la vedo sorridente, divento anche molto geloso perché penso “cavolo, ma sono io il mostro allora? Perché non parla così anche con me?”.
Io non posso farci niente se la mia vita fino a pochi anni fa era un disastro totale, non ho colpa di niente, e non posso farci niente se la mia autostima era distrutta peggio di quella di mia sorella, per fare pace con me stesso ci ho messo molti anni. Spesso mi sento davvero un peso per la mia famiglia.
Io non posso continuare così, se è pur vero che devo pensare alla mia realizzazione personale, dall’altro io penso che la famiglia conti molto per ogni persona di questo mondo, è il luogo da cui sei nato e dove hai imparato a camminare, a giocare, a parlare.
Spesso mi sento molto stanco mentalmente perché sento la mia vita come una grande fatica, perché effettivamente lo è. I periodi belli li ho avuti ma non posso sempre dire “dai, in fin dei conti la situazione è gestibile”, perché in certi momenti non lo è.
Sto costruendo la mia identità e spesso non mi sento con un “Io” stabile. Ma sto lavorando proprio per questo. Tutte le sedute fatte e che ancora farò e tutto il mio impegno che ci ho messo e che metterò ancora serviranno per formare la mia identità e a dare un senso professionale, sociale, sentimentale alla mia vita.
Spesso vorrei piangere ma per orgoglio non lo faccio perché nessuno merita le mie lacrime e voglio farcela ad andare avanti, ma poi mi dico che non riesco emotivamente a sopportare tutto ciò.
Mi sorprendo di come da solo io stia affrontando certe cose, ma spesso mi domando “se in questo momento ci fosse qualcuno accanto che mi abbracciasse le cose sarebbero diverse?”
Io vorrei avere un ragazzo, ma lo vorrei avere per amarlo e per fare l’amore con lui, per stare bene insieme ed essere felici, non per scaricargli i miei problemi. Amare una persona significa farla stare bene, non dipendere da essa per soddisfare i propri mancati bisogni affettivi, ecco io non voglio cadere in questa trappola.
E’ come se un lato di me è felice perché sente che ha preso la vita nelle proprie mani ma dall’altro mi sento ancora intrappolato nelle dinamiche familiari.
Spesso ho ancora molti pensieri negativi, come delle scene, dei flashback sul passato, su quando stavo male. Ma ho imparato ad accettare i miei pensieri, in modo che possa andare avanti lo stesso senza paralizzarmi totalmente.
Insomma, sto facendo un mucchio di cose positive e pesantissime, ci sto riuscendo, ma mi sento ancora un po’ spaesato. Non nascondo che a 23 anni si fanno sentire molto anche le esigenze sessuali e anche sotto questo punto di vista la masturbazione non mi soddisfa più, se non in parte.
Cosa ne pensate? Vorrei un confronto su tutto ciò.

Grazie in anticipo per le risposte, un abbraccio a tutti.
Non è forte chi non cade, ma chi cade ed ha la forza per rialzarsi!

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progettogayforum
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Re: Consigli sulla mia situazione

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 2 settembre 2015, 22:49

Ciao Gio!
Ci conosciamo ormai da diversi anni. Sei partito da situazioni molto difficili e sei arrivato a conseguire risultati notevolissimi. Certo, per te, i rapporti familiari sono stati sempre fondamentali, nel bene e nel male, ma anche su quel piano hai ottenuto risultati notevolissimi. Le dinamiche familiari non puoi ricondurle integralmente a te stesso, ti si tessono intorno per ragioni che non comprenderai mai a pieno perché i soggetti in gioco sono tanti e i rapporti, al di sotto del visibile, possono avere e hanno certamente le spinte motivazionali più contraddittorie e più irrazionali. Occorre, piano piano, prendere le distanze anche dall’ambiente familiare e questo per te non è affatto facile perché non hai l’istinto de ribelle. Le cose che scrivi circa il tuo modo di vedere i rapporti con il tuo ragazzo che verrà, beh, mi hanno colpito moltissimo: niente strumentalizzazioni, un ragazzo non è una medicina per la nostra depressione… è verissimo! Ma trovare un ragazzo vero col quale si creino le condizioni per uno scambio affettivo profondo è oggettivamente difficile per chiunque. Oggi le coppie vanno facilmente in crisi perché speso sono false coppie, in cui non c’è una forma d’amore ma un tentativo reciproco di strumentalizzazione dell’altro per risolvere i propri problemi individuali. Avere un ragazzo lo senti come un’esigenza molto forte anche sotto il profilo sessuale ma, se per un verso la masturbazione non basta più, è pure vero che la masturbazione non comporta alcun rischio per la salute mentre il sesso di coppia, se non è protetto, può provocare danni irreparabili. In sostanza se hai un ragazzo fisso e con lui formi una vera coppia a livello affettivo profondo, allora il sesso è profondamente gratificante, ma se non è così rischia di essere solo un tentativo nevrotico di risolvere le proprie carenze in campo affettivo, ma si tratta di tentavi senza una base solida. Il ragazzo lo troverai… ma la cosa non dipende da te, perché bisogna essere effettivamente in due, ci vuole una reciprocità di base che, se non c’è di natura, non si può creare in nessun modo.

milosmusiker
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Re: Consigli sulla mia situazione

Messaggio da milosmusiker » giovedì 3 settembre 2015, 12:29

Caro Gio,
frequento il forum da diversi mesi e ho letto qualche tuo post. Non mi permetto di darti pareri sulla tua situazione perché, nonostante alcune difficoltà le abbia avute anche io, il mio vissuto non è certamente paragonabile al tuo. Vorrei solo dirti che sono estremamente colpito dalla tua maturità e dalla tua forza. La strada che devi percorrere mi sembra la conosci; ti auguro innanzitutto di poter creare delle belle amicizie, fanno sembrare tutto un po' più leggero. Sono certo che quando vivrai una situazione di tranquillità avrai accumulato un enorme potenziale positivo da spendere per te e per gli altri. Penso sia solo questione di tempo.
Un abbraccione
Milos

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Gio92
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Re: Consigli sulla mia situazione

Messaggio da Gio92 » venerdì 4 settembre 2015, 20:16

grazie per le risposte!

Project: riguardo la famiglia, io ho fatto quello che potevo, ovvio che i risultati si vedono!! La cosa bella è che ora non sono più un adolescente disorientato (tu ricordi benissimo le nostre lunghe chiacchierate su msn) ma sono adulto, giovane ma adulto. L'educazione che i miei genitori mi hanno insegnato non era educazione vera e propria, sono stato io che ad un certo punto ho dovuto rivedere un po' tutto e modificare molti miei assetti comportamentali grazie alla psicoterapia.
Il fatto è che molto spesso si confonde l'essere genitori con esseri "supremi". Io avevo idealizzato i miei genitori come esseri perfetti e quindi attingevo da loro atteggiamenti, credenze (false), modo di approcciarmi alla vita. Spesso mi viene rabbia a quando penso che non ero ascoltato e capito durante la depressione ma li perdono, in fondo forse nemmeno loro sono stati abbastanza ascoltati e capiti durante la loro adolescenza e per la gran parte della giovinezza (mia madre spesso mi ha confidato che sua madre la giudicava spesso per il suo aspetto fisico un pò grosso e lei si sentiva mortificata, tanto per fare un esempio).

Il fatto è che ciò che forma l'identità di un ragazzo, i valori e le convinzioni sono le esperienze di vita, non i genitori. Spesso le persone con "gli attributi" sono quelle che hanno sofferto di più e che hanno avuto maggior talento nel uscire dal profondo malessere che li teneva intrappolati.
Io mi sto "palestrando" sotto questo punto di vista, sono diventato molto forte, talmente forte che ho sopportato situazioni enormemente tese anche quest'estate con mia sorella ma sono riuscito comunque a godermi il mare, il sole e le vacanze in genere.

Le cause dei loro comportamenti io non me le so spiegare bene ogni volta che ci rifletto, sicuramente ci sono stati problemi nelle loro rispettive famiglie che li hanno portati ad agire in quel modo, ma io non voglio più pensarci perchè ad un certo punto conta la mia vita, conterà la mia famiglia, e se decidessi di adottare un bambino gli insegnerò ciò che ho imparato io dalle mie esperienze, e se lui da grande dovesse rinfacciarmi qualcosa che non gli ho concesso gli chiederò perdono, perchè la perfezione non esiste e non potrò essere un genitore perfetto.

Io dò molta importanza alla famiglia, perchè non ho lo spirito da ribelle (giusta osservazione), sono molto sensibile e se la mia famiglia fosse "tranquilla" io sarei davvero felice. Ciò non toglie che mia sorella ormai vive fuori per lavoro e in casa si sta molto più tranquilli.

Non so cosa ne sarà del rapport tra me e mia sorella, se per ipotesi un giorno decideremo di non parlarci più, lo faremo perchè io sono stanco di essere umiliato ogni volta a tavola e il cibo mi va di traverso.

Ho una dignità che vorrei che lei rispettasse, nel bene e nel male perchè sono suo fratello, sono una persona, non so se gli sbagli che lei mi rinfaccia sono veri o meno, ma pure se fosse bisogna imparare a perdonare nella vita.

Riguardo la vita sentimentale e le relazioni affettive io spesso mi sento in difficoltà perchè anche quando sono fuori casa i pensieri negativi a volte prendono il sopravvento e non riesco a stare immerso nelle esperienze con gli altri, almeno fino a qualche mese fa succedeva così all'uni. Ma il senso di insicurezza o meglio di "fobia sociale" dei vecchi tempi è scomparso del tutto.

Milosmusiker: Io non mollo, magari qualche volta mi fermo e piango ma non voglio mollare e voglio essere d'esempio per altri ragazzi che hanno le mie stesse difficoltà, perchè dai disturbi d'ansia si può uscire e si può rinnovare la qualità della propria vita.

Se proprio non riesco ad ottenere quello che voglio, almeno ci ho provato!!
Non è forte chi non cade, ma chi cade ed ha la forza per rialzarsi!

k-01

Re: Consigli sulla mia situazione

Messaggio da k-01 » sabato 26 settembre 2015, 14:21

Penso che un genitore che mantenga un figlio e gli paghi gli studi, non possa in nessun caso essere considerato un genitore cattivo e gli si possa anche perdonare certi errori o manchevolezze (di certo in buona fede).
Se poi una madre chiede conto degli esami, forse è perché vede poco impegno. Un figlio allora dovrebbe cercare di concludere il ciclo di studi il più rapidamente possibile, per non pesare economicamente più del necessario sul bilancio famigliare, e ringraziare.

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Gio92
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Re: Consigli sulla mia situazione

Messaggio da Gio92 » martedì 29 settembre 2015, 19:56

Non ho mai detto che i miei sono cattivi genitori, non uso questo metro di giudizio "buono-cattivo".
Ritengo il mio percorso universitario (mio a anche quelo degli altri ragazzi) un percorso importante e molto personale, dove se ci sono dei ritardi è per cause precise, che possono essere varie.
Nel mio caso ho avuto problemi di depressione, ma oggi sto bene e se non voglio correre l'università è perchè sinceramente ritengo che studiare un po' di meno (senza esagerare, comunque l'impegno ci vuole) e godermi un po' la salute interiore conquistata con gli sforzi e il sudore sia più giusto, almeno per me.

Se i miei genitori mi pagano gli studi è perchè evidentemente economicamente siamo messi bene e possiamo permettercelo. Altrimenti avrei lavorato per conto mio e mi sarei pagato gli studi (come molti fanno e li apprezzo molto) ma se posso tranquillamente studiare senza dovermi sacrificare facendo il cameriere o pulire i water (con tutto il rispetto per chi lo fa) , mi ritengo molto fortunato.

L'università che io ho scelto non è per niente facile, e l'inizio è stato molto a rilento, ma credo di poter recuperare, magari adottando dei metodi di studio più veloci ed efficaci, ma è una cosa molto personale.

Inoltre ci tengo a dire che le cose in questo mese sono molto migliorate, ma anche nei momenti peggiori non ho mai smesso di amare i miei genitori. Criticare non significa odiare.

:)
Non è forte chi non cade, ma chi cade ed ha la forza per rialzarsi!

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