GAY E AMICIZIA SESSUALE

La realtà dei gay, storie ed esperienze di vita gay vissuta
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progettogayforum
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GAY E AMICIZIA SESSUALE

Messaggio da progettogayforum » domenica 19 giugno 2016, 19:48

Caro Project,
mi piacerebbe sapere quello che pensi di quanto mi è capitato. Ho 31 anni, sono stato per due anni con un ragazzo, che ho sempre considerato ottimo, poi tra noi non c’è stato più lo stesso feeling che c’era all’inizio e ci siamo lasciati. Io penso che lui sia un po’ dipendente dal sesso, che insieme con i momenti di depressione è la base del suo carattere. Sono passati circa due anni da quando ci siamo lasciati, lui ha avuto un ragazzo e quando stava con quel ragazzo era tranquillo, fosse non del tutto, ma era almeno abbastanza tranquillo, poi ha rotto con quel ragazzo e da allora abbiamo ricominciato a vederci di tanto in tanto e a fare anche un po’ di sesso. Io con lui sono stato sempre bene, ma quando ha bisogno di sesso (il che non è poi frequentissimo) se non trova una risposta positiva ci va proprio in depressione. Lui mi dice sempre che non è innamorato di me e che è solo sesso, ecc. ecc., vabbe’, un giorno mi chiama e mi dice di andare a casa sua, ovviamente la cosa significa che ha bisogno di sesso, io ho i parenti a casa, perché è il compleanno di mio padre e non posso lasciare tutto per andare da lui, glielo dico, mi risponde stranito, come se lo avessi rifiutato, e chiude. Avendolo sentito molto contrariato, faccio di tutto per staccarmi dai parenti e un’ora dopo lo chiamo per dirgli che posso stare da lui da lì a un’ora, mi risponde in un modo molto strano e divagante, ma sostanzialmente tranquillo, che ci sentiremo un’altra volta e la telefonata non dura più di dieci secondi. Ne deduco che non è solo e che, siccome io gli ho detto di no, ha cercato subito uno che fosse disposto a gratificarlo senza discutere. Ok, non stiamo più insieme e lui ha diritto alla sua libertà e forse io mi illudo che tra noi ci sia un rapporto importante e forse ha proprio ragione lui quando mi dice che è solo sesso… però ci sono rimasto malissimo, mi sono sentito strumentalizzato, nel senso che o io o un altro è uguale, cioè per lui alla fine la persona conta poco o niente. Non l’ho richiamato, ovviamente, eppure, adesso, a distanza di due giorni, non sono più arrabbiato con lui, e penso che potrebbe veramente avere bisogno solo di sesso. Non so con chi stesse quando l’ho chiamato al telefono ma, nello scegliere i partner sessuali, segue dei criteri precisi, in effetti non cerca uno qualunque, cerca in genere uno dei suoi ex, dei ragazzi coi quali è stato, e sceglie quelli che presuntivamente non gli diranno di no. In effetti io sono uno di loro, non mi sento sconvolto da questo, ma qualche volta pensare che lui possa veramente essere dipendente dal sesso mi raffredda molto nei sui confronti, è un po’ come se mi dicessi che tanto è così, e che non ci si può fare niente e che, dato che a me una situazione del genere sembra strana, al limite del patologico, finisco per non farmi coinvolgere più di tanto, perché tanto lui più in là del sesso non va. È un po’ come se io cominciassi a sganciarmi da lui e questo non mi piace, perché lui resta un ottimo ragazzo, anche se la situazione da questo punto di vista è ingestibile. Mi chiedo che cosa si possa fare per fargli vedere anche il senso affettivo di un rapporto. Non sarà un rapporto di coppia, ok, non c’è problema, ma non può essere un rapporto di solo sesso. Io penso che la sua affettività si manifesti anche attraverso questa sessualità fatta di pulsioni forti apparentemente anaffettive. La sua storia è molto più problematica della via e mi sono chiesto spesso dove sarei finito io se fossi stato nei suoi panni. Alla fine lui la sua dignità l’ha salvata e un po’ di amici ce li ha, anche se non vuole legami ed è perpetuamente scontento. Quando facciamo sesso è veramente una cosa bellissima, non ho mai visto nessuno coinvolto come lui, anche se poi, cinque minuti dopo, cambia tutto e torna nel suo distacco usuale. Insomma, Project, devo sentirmi cretino io se non voglio lasciarlo alla sua strada? Da quando l’ho conosciuto non ho più avuto altre storie, perché con lui sto bene anche così, anche come amico col quale qualche volta si può fare sesso, non è quello che avevo sognato, ma mi va bene anche così, perché quello che voglio è stargli vicino. Io non penso che per lui il sesso sia un gioco o un divertimento, penso che sia una cosa fondamentale che gli serve a vivere qualcosa che somigli a quell’affettività di cui non riesce a capire il significato.
Grazie.
Flavio

Hospes91
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Re: GAY E AMICIZIA SESSUALE

Messaggio da Hospes91 » venerdì 24 giugno 2016, 22:21

Secondo me il più grande aiuto che puoi dargli è convincerlo ad iniziare un percorso con un terapeuta.
Detta così suona drastica, eppure non ho detto nulla di grave, è semplicemente evidente che questo ragazzo cerca qualcosa con il sesso e basta, e nonostante non ci riesca (torna al suo naturale distacco) si ostina a riusare lo stesso strumento.
Chiaramente avrà anche bisogno del sesso in chiave fisiologica come tutti noi, ma andando avanti così arriverà ai 40 (oddio, è un tuo coetaneo?) in queste condizioni e sperimenterà un vuoto sempre più profondo.

La tua volontà di aiutarlo ti fa onore, tuttavia ricorda che non puoi forzarlo, e che se proprio non volesse tu dovrai farti da parte con i buoni propositi, spiegandogli comunque tutte le tue perplessità su ciò che sta facendo. Sono sicuro che a modo suo, magari non subito, te ne sarà grato.
Sulla protezione contro le MST devi regolarti tu, io francamente smetterei di avere rapporti con lui se ne ha con vari ragazzi, pure se protetti.

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Illuminist
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Re: GAY E AMICIZIA SESSUALE

Messaggio da Illuminist » sabato 25 giugno 2016, 9:57

Hospes ha già detto sostanzialmente tutto quello che era importante. Dalla tua mail parli a chiare lettere del fatto che il tuo ex/amico abbia avuto dei trascorsi piuttosto travagliati, non so sotto quale punto di vista e, sebbene non sia il mio caso, credo che sia plausibile che cerchi di compensare determinate mancanze con il sesso compulsivo. Penso che per lui il sesso sia come la malattia e la cura insieme, quindi un circolo vizioso. In quanto suo amico e in quanto desideroso di stargli accanto come dici credo che un buon inizio potrebbe essere provare a parlarne con lui una volta e, se riterrai abbia dei disagi che tu non sarai in grado di fronteggiare, consigliarli un supporto psicologico potrebbe essere un'ottima soluzione. Alla fine scrivi che ti sembra che questo ragazzo quasi non riesca a capire il significato dell'affettività, e a parer mio si tratta di una persona che ha davvero bisogno di parlare e di un dialogo serio con il prossimo. Spesso, la vera medicina è proprio quella.
Spero avrai modo di leggere le nostre risposte. In bocca al lupo.

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progettogayforum
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Re: GAY E AMICIZIA SESSUALE

Messaggio da progettogayforum » lunedì 27 giugno 2016, 20:26

Riporto qui di seguito la risposta che, a suo tempo, ho inviato a Flavio.
Ciao Flavio,
parto da un’osservazione generale, quando un rapporto va in crisi è quasi automatico che si attribuisca il fallimento al proprio partner, se c’è stato un tradimento il meccanismo di attribuzione della colpa è quasi automatico, anche se non è poi così scontato che la vera responsabilità del tradimento sia di chi tradisce; quando invece non si possono mettere in campo automatismi tipo quelli del tradimento, bisogna trovare altre motivazioni, ovviamente da mettere il conto al nostro partner, che possano spiegare il fallimento attribuendo a lui, se non la colpa, almeno la “responsabilità di fatto” del fallimento. Uno degli argomenti più comuni è: “lui è strano” dove la parola “strano” sottintende, come tu stesso fai, che è al limite del patologico, che ha bisogni e comportamenti che non sono normali e che quindi è impossibile stare con lui. In effetti la categoria del “caso patologico” si presta piuttosto bene a fornire giustificazioni, anche quando di patologico non c’è assolutamente nulla. Non nego che esistano i casi patologici, ma bisogna stare attenti a non dare di questo concetto un’accezione “a fisarmonica” che si possa allargare o restringere a seconda delle circostanze. I gay sono stati considerati per moltissimo tempo dei casi patologici, solo per il fatto di essere gay, poi si è corretto il tiro. Le parafilie sono state considerate e sono talora ancora oggi considerate di per sé patologiche, anche in assenza di qualsiasi argomento serio a supporto di questa tesi, solo perché rappresentano interessi sessuali statisticamente poco comuni. Oggi, per fortuna, si tende a limitare la categoria del patologico e ad allargare la categoria della normalità, e questo favorisce l’integrazione delle persone e ne allevia la sofferenza. Tanto premesso, osservo che anche tu cerchi di “patologizzare” il tuo partner e di considerarlo “dipendente dal sesso”, ma tu stesso dici che i suoi bisogni sessuali “compulsivi” (ammesso che lo siano) non sono poi così frequenti, ma non solo, in tutta la tua mail non fai che esprimere in tutti i modi possibili il tuo affetto per questo ragazzo. Per un verso dici che è un “caso patologico” e per l’altro non ti vuoi allontanare da lui e pensi che il rapporto che hai con lui abbia un valore sia per te che per lui. Siete “almeno” amici, ma io penso che al di là delle parole ci sia eccome un rapporto affettivo e penso che non sia neppure un rapporto unidirezionale. Hai detto che la vita di questo ragazzo è stata più problematica della tua, cioè, se vogliamo continuare ad usare categorie pseudo-patologiche, riconosci ai suoi comportamenti “strani” delle forti attenuanti, li consideri al massimo delle nevrosi reattive causate da traumi profondi, il che significa che, al di là del linguaggio, non li consideri affatto patologici. Ti chiedi se devi sentirti cretino per il fatto che non vuoi lasciarlo alla sua strada e, se me lo permetti, ti atteggi a salvatore e, implicitamente, ti arroghi il diritto di giudicare: tu sei la normalità e lui è quello “strano”, ma tu sei generoso e non vuoi lasciarlo alla sua strada. In genere, quando in una coppia si identificano un debole e un forte (e in questo caso il forte saresti tu), l’apparenza (quella che tu hai descritto) non è che l’immagine esteriore della verità. Mi viene in mente una classica storia Zen: “Un famoso suonatore di arpa viaggiava di città in città accompagnato dal suo servo, che gli portava i bagagli. In ogni città migliaia di persone correvano per ascoltarlo e la sua musica ispirava sentimenti d’amore in chiunque l’ascoltava. Un giorno il servo morì e il suonatore di arpa tagliò le corde della sua arpa e non suonò più.” Se un ragazzo è stato capace di ispirarti i sentimenti di cui tu parli, che non sono sentimenti di compassione ma d’amore, vuol dire che è stato capace di farti vivere ad un altro livello, un livello che non avresti mai immaginato, ma che ora conosci e che ha su di te un fascino fortissimo. Scusami se ti dico brutalmente quello che penso: saresti un cretino (per usare la tua espressione) se lo lasciassi andare per la sua strada.

diamante68
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Re: GAY E AMICIZIA SESSUALE

Messaggio da diamante68 » martedì 28 giugno 2016, 15:27

sono sincero,mi sembra che ti stia usando semplicemente come oggetto sessuale,ci perde la tua dignita di persona,oltrettutto si evince che tu lo ami ancora,dal tuo modo di scrivere,dai dettagli che aggiungi e dall'emotività che traspare.In realta sembrati persi entrambi,tu indeciso,troppo tollerante e malleabile e lui ossessionato dal sesso.Ma come fai a farti trattare da zerbino,ti chiama al telefono,e poi non gli servi più?? p.s. scusa la" crudezza".

Hospes91
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Re: GAY E AMICIZIA SESSUALE

Messaggio da Hospes91 » martedì 28 giugno 2016, 15:36

Io non giudico male chi pratica la scopamicizia (anche se io personalmente non la praticherei: troppo rischiosa con tutte le malattie che ci sono, e poi mi lascerebbe un certo senso di vuoto), purché stia bene ad entrambi. Siccome tu stesso ti senti ferito quando lui in tua assenza ricorre ad un altro direi che non sei fatto per questo stile di sessualità, segno quindi che gli sei ancora molto legato. In questo caso sei tu che fai del male a te stesso, permettendogli di riaverti quando lo desidera. Rifatti avanti mettendo le cose in chiaro. Le accetta? Allora tornate insieme. Non le accetta? Mettici davvero una pietra sopra ed attendi di innamorarti di qualcuno che condivida la tua visione della sessualità. Oppure continua a concederti ogni volta che vuole (comunque te lo sconsiglio di nuovo per il rischio di malattie), ma toglitelo dalla testa sentimentalmente.

marmar77
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Re: GAY E AMICIZIA SESSUALE

Messaggio da marmar77 » domenica 19 marzo 2017, 14:05

Quando leggo queste esperienze, spero di non trovarmici mai perchè non so se avrei la forza e lucidità di affrontarle nel modo giusto...

Fare sesso con un ex che ti dice per lui è solo tale e niente in più (fortunatamente lo ammette) o con un amico, affinchè ciò non lasci "strascichi", implica che entrambe le persone non ne siano emotivamente coinvolte.

Da quanto leggo, lo scrivente mi sembra, invece, ancora coinvolto e speranzoso che le cose possano cambiare.

Il mio umile consiglio a chi si trova in questa situazione è quello:
- da una parte cercare di andare avanti conoscendo e frequentando altre persone, anche perchè spesso ci si rimane legati all'idea di qualcuno, quando fortunatamente la realtà di altre compagnie è decisamente diversa e più stimolante;
- dall'altra se si vuole aiutare chi è in difficoltà, dimostrargli coi fatti quante altre cose belle da condividere ci sono oltre al sesso (viaggi, serate, regali, esperienze ridicole e chi più ne ha ne metta...cose che tendenzialmente dopo un periodo di relazione stabile si tende a far sempre meno), ma escludendo assolutamente il sesso. Probabilmente all'inizio l'altra persona lo cercherà in qualcun altro, ma se si tratta di un ottimo ragazzo come viene definito, pian piano si renderà conto della preziosità ed unicità di quello offerto dall'ex compagno.

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