Correva l'anno...

La realtà dei gay, storie ed esperienze di vita gay vissuta
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Landon
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Correva l'anno...

Messaggio da Landon » mercoledì 2 gennaio 2013, 22:45

Lo spunto per scrivere questo post viene da un libro letto recentemente,Cani Randagi,che racconta,parallelamente,tre storie di vita gay: una nel 1930,un'altra negli anni '80 e l'ultima ai nostri giorni. A questo punto,però,mi sono chiesto quale fosse la condizione di un omosessuale nei decenni scorsi. Quali erano i suoi sentimenti? Quali le sue aspirazioni? Con internet,oggi,la maggior parte di noi riesce a capire la normalità dell'essere gay ma,nel passato,questo non poteva di certo avvenire. Come si poteva vivere in una società totalmente ostile? Com'era possibile trovare altri ragazzi gay? Per semplificare il tutto partiamo dal 1900,circa gli anni '30. Con l'avvento al potere di Mussolini,e con l'adozione della legge Rocco,l'omosessualità non venne considerata come un reato poiché non ne veniva ammessa l'esistenza stessa. Tuttavia,però,i gay vennero perseguitati e,nel caso del Sud d'Italia,vennero confinati nelle Isole Tremiti per un periodo di reclusione pari a cinque anni. Con lo scoppio della guerra,il confine venne commutato in una ammonizione da scontare nel proprio paesino.
Negli anni '80,invece,ci fu il flagello dell'Aids. Si pensò che i drogati e gli omosessuali fossero categorie maggiormente a rischio,subendo pesanti discriminazioni.
Nel 1992 l'omosessualità venne cancellata dalla liste delle malattie.
Oggi la situazione,nonostante l'assenza di diritti,è notevolmente migliorata rispetto al passato. Tuttavia fa ancora scandalo vedere due gay mano nella mano per la città. Secondo molti,possono stare insieme purché "facciano le loro cose di nascosto". I pregiudizi ancora persistono ma,spesso,quante volte ci si lamenta esageratamente? A questo punto mi sono posto una domanda:come riuscivano a vivere gli omosessuali negli anni precedenti? Alcuni sposandosi con delle donne ed altri,i più fortunati,vivendo con il loro compagno. Ripensando a quello che accadeva durante il fascismo ci si può considerare fortunati.
L'obiettivo del post,però,era quello di raccogliere storie gay di diversi anni fa,per capire come fosse il clima. Mi piacerebbe che questo post racchiuda,come una specie d'archivio,diverse testimonianze. Mi scuso per le eventuali imprecisioni storiche che possono esserci nel mio messaggio.
Infine,come ultima domanda: come immaginate l'Italia fra 50 anni?

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progettogayforum
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Re: Correva l'anno...

Messaggio da progettogayforum » giovedì 3 gennaio 2013, 1:44

Come vivevano i gay degli anni 30 proprio non riesco a immaginarlo ma so come vivevano quelli degli anni 60 e 70, quando era il mio turno. Il problema di conoscere altri ragazzi gay era limitato solo all’ambiente delle conoscenze di scuola e dell’università, dove però non era di fatto possibile nessun coming out, l’idea del coming out non era nemmeno concepibile. Si capiva benissimo che la propria vita non avrebbe trovato una realizzazione, l’esito unico possibile era la solitudine e allora si sublimava, si cercava di costruirsi modelli di vita almeno passabile, ovviamente nella definitiva condizione di single. La speranza di incontrare altri gay, magari solo per confrontarsi, c’era sempre ma non accadeva comunque, erano sogni che non si sarebbero mai realizzati. Si costruivano amicizie affettuose, molto unilaterali, con ragazzi etero e talvolta con loro si poteva anche arrivare ad un confronto esplicito senza che l’amicizia andasse in pezzi ma, ovviamente, tutto questo era un modo di rimuovere e di sublimare un’esigenza che non avrebbe potuto trovare comunque risposta. Le uniche informazioni accessibili erano dedotte da qualche raro libro in cui c’era anche qualche accenno alla omosessualità. Era il tempo di Pasolini e la società era molto diversa da quella attuale le differenze sociali erano violente ma anche dopo il 68 per i gay non è cambiato nulla, hanno continuato a vivere come single e a fare finta che andasse bene così. La differenza l’ha fatta realmente internet negli anni 90 e soprattutto dopo l’inizio del XXI secolo. Onestamente non ho vissuto male quegli anni, non c’erano scelte da fare, potevi solo accettare le cose come erano, già potevi essere contento di renderti conto di quello che eri e di non imbarcarti in matrimoni verso i quali eri immancabilmente indirizzato. Ormai la vita è andata, se devo essere sincero, mi sento realizzato molto più adesso, da vecchio, di quando avevo 20 anni! In fondo è da poco che ho cominciato a fare cose che avessero un senso anche per me!

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Yoseph
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Re: Correva l'anno...

Messaggio da Yoseph » giovedì 3 gennaio 2013, 3:42

Lo sai che ci ho pensato tante volte cosa avrei fatto se fossi vissuto in un'altra epoca? Probabilmente, visto il mio carattere, avrei vissuto malissimo, da represso. Nelle mie fantasie invece immagino che le letture dei classici greci e latini mi avrebbero aiutato a comprendere la normalità dell'essere omosessuale: intendo letture tipo il Satyricon di Petronio o le poesie di Saffo... ovviamente sono solo fantasie.
Per andare dritto al punto invece posso riportare una testimonianza:
un professore del mio liceo pur essendo nato nel 1958 non ha sofferto in gioventù per la sua omosessualità. E' sempre vissuto nel suo paesino di neanche duemila abitanti e si è dichiarato ai propri genitori all'età di sedici anni. Lui racconta che da ragazzino, per tirare sù qualche soldo lavorava in un'edicola dove talvolta gli capitava di restare solo, visto che il padrone si fidava di lui, e sfogliando riviste e giornali ( non so quali) gli era capitato di leggere articoli interessanti che spiegavano cosa fosse l'omosessualità e questi articoli lo aiutarono a capire chi fosse e che non c'era nulla di male in lui. Anche nel paese non ha mai nascosto a nessuno il suo orientamento e nessuno lo ha mai aggredito. Forse anche grazie a questo clima tollerante oltre all'insegnamento è riuscito a dedicarsi ad un'attività imprenditoriale e a fare politica attivamente: è stato eletto due volte sindaco del suo paesino ed è diventato presidente della comunità montana. Lui dice che si sentiva già realizzato con tutte le sue attività e non pensava ad una vita di coppia, invece all'età di trentasette anni gli fu presentato da alcuni amici un ragazzo di tredici anni più giovane che oggi è il suo compagno e lavora per lui. E' favorevole alla regolamentazione delle convivenze ma non capisce quelli che vogliono un figlio a tutti i costi.
Ho voluto raccontare questa storia perché credo che sia molto originale: spesso si crede che i posti piccoli siano delle prigioni invece non è detto che non vi si possa trovare la propria realizzazione. Certo,c'è anche da dire che questo signore ha un carattere molto forte e determinato, per me rimane un modello di vita!

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